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Auteur Ivan Della Mea

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El equipaje del destierro

El equipaje del destierro
NOTE DEL TRADUTTORE

[1] A tale riguardo, si ricorda che un'esplicita ammissione di sincretismo (e "sconvolgimento") delle preposizioni fu operata dal poeta, scrittore e giornalista argentino Juan Rodolfo Wilcock relativamente alla sua prima produzione poetica "borgesiana" in castigliano (come è noto, Wilcock scrisse poi esclusivamente in italiano). Devo dichiarare immediatamente che, come sempre, il "mio" Wilcock mi ha illuminato alla candela in questo particolare viaggio, anzi, in questo particolare esilio.

[2] Un esempio applicativo a livello popolare si ha nei cosiddetti "Falsi derivati" proposti come gioco enigmistico nelle riviste specializzate (ad esempio dalla "Settimana Enigmistica").

[3] Ed è stata, a partire da qui, proprio la lettura del saggio a farmi decidere di "saltare il fosso" e accettare il gioco proposto da Patricio Manns: lo sfruttamento libero delle possibilità morfosintattiche... (continuer)
Riccardo Venturi 14/11/2012 - 17:21
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Carlos Puebla: Canción al Che, o Hasta siempre

Carlos Puebla: Canción al Che, <i>o</i> Hasta siempre
Composta da Carlos Puebla, 1965
Titolo originale: Canción al Che
Guajira
Conosciuta anche come Hasta siempre Comandante
Interpretata assieme a Los Tradicionales

Escrita por Carlos Puebla, 1965
Título original: Canción al Che
Guajira
Conocida también como Hasta siempre Comandante
Interpretada junto con Los Tradicionales

Composed by Carlos Puebla, 1965
Original title: Canción al Che ("Song to Che")
Guajira
Also known as Hasta siempre Comandante
Performed with Los Tradicionales

Composée par Carlos Puebla, 1965
Titre originel: Canción al Che, 1965
Guajira
Aussi connue sous le titre de Hasta siempre Comandante
Interprétée avec Los Tradicionales



La canzone nacque come una risposta alla lettera di addio a Cuba scritta da Che Guevara nel 1965. Il 3 ottobre di quello stesso anno, Fidel Castro rese pubblica una lettera priva di data scrittagli da Guevara diversi mesi prima, in... (continuer)
Aprendimos a quererte
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 + CCG/AWS Staff 11/10/2012 - 09:31
Parcours: Che Guevara
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La vaccata

La vaccata
[2000]
Testo di Ivan Della Mea
Musica di Paolo Ciarchi
Interpretazione e chitarra di Paolo Ciarchi
Album: La Cantagranda


Una vacca chiede asilo politico e ospitalità ai compagni asini
di Rosa Luxemburg

Salve compagni. Sono Rosa. Rosa Luxemburg. A lungo sono stata la vacca di Ivan Della Mea che, bontà sua, mi teneva in casa sua, a Milano, in via Montemartini, quella di Sudadio Giudabestia. Come vede, scrisse pure una canzoncina su di me; oddio, talmente una vaccata -come dice del resto il titolo- che pensò bene, nell'album della Cantagranda, di farla sonare e cantare a quel pazzo furioso di Paolo Ciarchi; nella canzone, peraltro, prefigurava la mia macellazione. Il problema è che, povero Ivan, se n'è andato prima lui; e io mi sono ritrovata sola e senza meta. E dove lo trovo un altro come Ivan, che mi tiene in casa? Gli operai della fabbrica? Finché mi ci portava lui, tutto a posto;... (continuer)
Peeeeeellegrin che vien da Roma,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 26/6/2012 - 11:50
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Basta y hasta

Basta y hasta
[1997]
Testo e musica di Della Mea
Dall'album "Ho male all'orologio"

di Ivan Della Mea, scritta appositamente per Alberto Cesa a cui diceva sempre "vorrei avere la tua voce..."
Finché in piazza c'è un operaio,
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 9/1/2012 - 20:27
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Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa

Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa
[1966]
Edizioni del Gallo, Milano 1966
Album: Io so che un giorno (I Dischi del Sole, DS122/124)

L'ultima ballata della serie di "Gioan" (Gianni Bosio). Fa riferimento al disastro della miniera di Marcinelle, nel 1956. - Il Deposito


Canzoni correlate:
8 Agosto '56 - Marcinelle dei Kalàscima
Marcinelle
Marcinelle dei Terra e anima
Marcinelle dei Servi disobbedienti
La ragazza e la miniera di Francesco De Gregori
Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa di Ivan Della Mea
Lu trenu di lu suli di Otello Profazio
Sont in vial Monza, visin a l'ABC
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 13/5/2011 - 11:15
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Il mio miglior inganno (Baghdad Baghdad)

Il mio miglior inganno (Baghdad Baghdad)
IL SONG DEGLI INNOCENTI

Poesia di Ivan Della Mea

Cinque merli zampettano sul prato
Poi sette tra le margherite
Finestre con l'arcobaleno
Il vento diaccio insolito aprilante
E un fratello mio niente male
Con un sorriso che non porta pene
Mi dice
A Baghdad nessuno vuole bene
Sette merli saltellano sul prato
Poi nove storni tra le margherite
E gli occhi di madonna fanno cielo
E gli occhi miei che si fanno velo
Per non vedere dentro il Grande Male
E gli assassini che il potere tiene
Mi dico
A Baghdad nessuno vuole bene
Nove merli becchettano sul prato
Undici tordi tra le margherite
Io nulla vedo sento e sono andato
Dove muore ogn'Iddio e loro Enti
Suona chitarra il song degli innocenti
Sulle rovine di male e morte piene
Si canta
A Baghdad nessuno vuole bene
Undici merli schizzano dal prato
Tredici sono ormai le margherite
Il primavero sole s'è adombrato
E le bandiere sono scolorite
Ma c'è un fratello che si prende un fiato
Per dire pace come si conviene
Perché
A Baghdad qualcheduno vuole bene

(2003)
Bartleby 22/4/2011 - 11:58
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Contessa

Contessa
mi va bene tutto: che nel '68 era un'altra cosa, che (per alcuni) il fine giustifica i mezzi, che la lotta (sempre per alcuni) può essere giustificata... PERO? scusrae, questo è un sito CONTRO la guerra e la violenza!!! A questo punto cambiate il nome del sito in "canzoni di protesta/comuniste/quellochevipare..." ma no "contro la guerra" perché questa canzone non lo è, punto. Anche perché poi noi pacifisti veri non veniamo presi sul serio...
(Azzurra)

Carissima Azzurra, che tu lo voglia o meno questo sito ha dei criteri (espressi peraltro in decine di commenti, introduzioni, addirittura pagine apposite...), ai quali ci atteniamo dandone sempre accurate spiegazioni. Deve avere un titolo e lo ha (peraltro rispettatissimo in migliaia di canzoni); ma qualora introduciamo altre tematiche (te ne vogliamo far vedere una a caso: la canzone Perché mai parlarvi di pace? di Ivan Della Mea, ci sentiamo... (continuer)
17/11/2010 - 01:19
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Ballata del piccolo An

Ballata del piccolo An
una Poesia...una delle più belle canzoni che abbia mai ascoltato! Arriva dritta al cuore con la sua dolcezza sciogliendomi il sangue ma allo stesso tempo te lo gela giungendoti alla mente e disegnandomi in maniera nitida l'immagine di quel Vietnam brutalizzato ma eroico, capace di resistere e vincere.
Una canzone capace di smuoverti dal profondo suscitando rabbia, indignazione, speranza, empatia, fiducia e speranza.
Bellissima l'antitesi di fondo tra la cosa più ignobile prodotta dall'umanità (la guerra) e quella più dolce (l'infanzia).
davide prati 10/11/2010 - 13:13
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Prendi in mano il mondo

Prendi in mano il mondo
Chanson italienne – Prendi in mano il mondo – Ivan Della Mea – 1997

C'est l'argent, le capital et le marché qui font la guerre...
Et le reste ce sont tous de faux prétextes, surout le “dieu de la mort”.
PRENDS LE MONDE EN MAIN
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 11/4/2010 - 18:56
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Se il cielo fosse bianco di carta

Se il cielo fosse bianco di carta
Chanson italienne – Se il cielo era bianco di carta – Ivan Della Mea – 1965

Les paroles de cette chanson sont tirées d'une lettre écrite par Chaïm, un garçon de 14 ans enfermé dans le camp de travail de Pustków.
Chaïm fut tué en 1944.
Chaïm lança sa lettre, écrite en yiddish, au-dessus des barbelés du camp; elle fut heureusement ramassée et conservée jusqu'à la libération.
(Virginia Niri)

Voir aussi Il canto sospeso de Luigi Nono avec des textes tirés des « Lettres des condamnés à mort de la Résistance européenne ».

« Si le ciel était de papier blanc » est une expression tirée du Talmud.

En hébreu, Chaïm signifie « Vie ».

Pustków est un petit village situé dans le sud-est de la Pologne. Les Allemands voulaient y construire un gigantesque camp SS incluant des magasins, des casernes et diverses installations spéciales. Pour ce faire, une quinzaine de villages furent évacués de force... (continuer)
SI LE CIEL ÉTAIT DE PAPIER BLANC
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 11/4/2010 - 10:26
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O cara moglie

O cara moglie
Version française – MA CHÈRE FEMME – Marco Valdo M.I. – 2010
Chanson italienne – O Cara Moglie – Ivan della Mea – 1965

La plus fameuse chanson d' Ivan della Mea ...
… D'époque, cette chanson n'en a pas. C'est une chanson d'aujourd'hui, si on entend encore lutter et lutter pour vivre. Simplement vivre. Une lutte dure sans peur. Ce sont des paroles que l'on ne met pas en pension, jamais, celles-là. [R.V.]
MA CHÈRE FEMME
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 10/4/2010 - 22:47
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Fiaba grande

Fiaba grande
Chanson italienne – Grande Fiaba – Ivan Della Mea – 1975

Tu sais Lucien, il y a traducteur et traducteur, traduction et traduction... La traduction peut être, selon comment on la regarde ou on la fait, un compte-rendu, une adaptation, une version, un devoir, une obligation, un travail stipendié, un loisir, un artisanat, un art, une œuvre, une nécessité poétique, une manie... Et va-t-en savoir quoi d'autre encore et ce qu'est celle que je fais ici... Je dirais volontiers qu'elle relève du plaisir de faire et de la nécessité vitale – vue du côté de l'opérateur que je suis. C'est une manière d'explorer le monde de la chanson, c'est une manière de rencontrer les auteurs, les poètes d'autres cultures : ici, Ivan Della Mea – à propos de champs et de fleurs. C'est aussi une manière de manier sa propre langue, la mienne, celle qui me fait vivre et penser et là, Descartes, contre tout, a raison... (continuer)
GRANDE FABLE
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 4/3/2010 - 14:51
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Tu lo sai compagno a Marzabotto

Tu lo sai compagno a Marzabotto
Chanson italienne – Tu lo sai compagno a Marzabotto – Ivan Della Mea – 1966

Marzabotto, Lucien l'âne mon ami, fut un massacre épouvantable que les fascistes et les nazis , qui sont ce qu'il y a de pire parmi les humains – car la vérité me commande de les situer à l'intérieur de l'espèce humaine, perpétrèrent en 1944 dans les Appennins. Pour faire court, je te lis ce que dit une note d'information à ce sujet :
« Le massacre de Marzabotto est un massacre perpétré entre le 29 septembre et le 5 octobre 1944, par les Waffen-SS de la 16e Panzergrenadierdivision SS Reichsführer-SS menée par le commandant Walter Reder en Émilie-Romagne près de Bologne. C'est au-dessus de la plaine sur les contreforts des Apennins, dans les bourgs de Marzabotto, Monzuno et de Grizzana Morandi que se déroula le massacre. On compta 955 morts ; c'est le massacre de civils le plus meurtrier perpétré par les Nazis... (continuer)
MARZABOTTO
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 3/3/2010 - 16:54
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La Cantagranda

La Cantagranda
Chanson italienne – La Cantagranda – Ivan Della Mea – 2000

L'insertion de « Grandchant » dans les CCG est due essentiellement à deux strophes au caractère clairement antimilitariste (et, dans une moindre mesure, aussi à la présence dans cette très longue chanson – dix neuf minutes et trois secondes – d'une allusion à la mort de Giuseppe Pinelli (Ces strophes sont en gras). Pour le reste, à propos de ces très vaste chanson (dont le texte est ins&éré pour la première fois sur le net) je reprends un article publié le 22 juillet 2005.

Ivan Della Mea est des mêmes années que Guccini et que De André. Lui aussi de 1940, année de guerre; il est né un seize octobre, curieusement le même jour que ma mère (qui il y a quelques jours, l'a écouté pour la première fois de sa vie...) On me dit qu'il n'est pas très bien et qu'il n'a pas seulement mal à sa tocante; il serait cependant trop facile d'accrocher... (continuer)
GRANDCHANT
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 20/2/2010 - 16:40
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Caporetto '17

Caporetto '17
Chanson italienne – Caporetto '17 – Ivan Della Mea – 1973

Juste deux petites remarques : la première concerne le mot : « Hostie » (in italiano : ostia) qui dans un usage ancien – dans les deux langues – signifie : victime sacrificielle – j'ai préféré garder le mot tel quel (et non victime); la seconde, c'est de renvoyer pour le commentaire à Judith à Caporetto.

Ce Badoglio quand même..., dit Lucien l'âne en raclant le sol de colère rentrée. C'est un peu le Pétain italien... La vieille baderne qui avait conquis sa « gloire » sur la peau des autres, qui ordonna mille massacres, s'en courut dès qu'il le put, servit sous le régime et qu'on rappela en sauveur de la nation.... Le Saint Pierre de la chanson a bien raison... et Tonio encore plus, mieux vaut encore s'en aller au diable.... que fréquenter ces gens-là.

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
CAPORETTO 1917
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envoyé par Marco Valdo M.I. 17/2/2010 - 21:46




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