Danzica e Poznam come Detroit
[anno imprecisato, forse 1971?]
Testo di Joe Fallisi, dall'archivio personale
Musica: non pervenuta
"Dicembre 1970: a Danzica, Stettino e nei grandi centri operai polacchi un possente movimento di lotta dei lavoratori scuote il paese protestando contro la politica del partito comunista al potere che ha appena concluso una serie di accordi con la Germania Occidentale per "convertire" l'economia polacca e raggiungere la competitività del MEC. Il prezzo degli accordi viene fatto pagare ai lavoratori attraverso l'intensificazione dei ritmi sui luoghi di lavoro, e un massiccio aumento dei prezzi alimentari con la decurtazione dei salari. La rivolta operaia è diretta contro la burocrazia e il capitalismo di Stato: al canto dell'Internazionale i lavoratori attaccano il quartier generale del Partito Comunista e nel corso delle manifestazioni di strada, seguite allo sciopero, la polizia spara sui... (continuer)
Testo di Joe Fallisi, dall'archivio personale
Musica: non pervenuta
"Dicembre 1970: a Danzica, Stettino e nei grandi centri operai polacchi un possente movimento di lotta dei lavoratori scuote il paese protestando contro la politica del partito comunista al potere che ha appena concluso una serie di accordi con la Germania Occidentale per "convertire" l'economia polacca e raggiungere la competitività del MEC. Il prezzo degli accordi viene fatto pagare ai lavoratori attraverso l'intensificazione dei ritmi sui luoghi di lavoro, e un massiccio aumento dei prezzi alimentari con la decurtazione dei salari. La rivolta operaia è diretta contro la burocrazia e il capitalismo di Stato: al canto dell'Internazionale i lavoratori attaccano il quartier generale del Partito Comunista e nel corso delle manifestazioni di strada, seguite allo sciopero, la polizia spara sui... (continuer)
Danzica e Poznam come Detroit
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 10/6/2018 - 21:42
Dottrina in musica
[1886]
Versi di Carlén Mûṡi (Carlo Musi, 1851-1920), canzonettista ed attore dialettale bolognese
Musica di Egberto Tartarini
Nel volume “El mi canzunètt”, Brugnoli editore, Bologna 1902
Testo trovato su Mûṡica bulgnaiṡa
Carlo Musi è considerato l'inventore della canzunàtt bulgnaiṡi, la canzone dialettale bolognese.
Musi – che scriveva durante le pause del suo noioso lavoro impiegatizio alle Regie Poste – fu arguto scrittore ma soprattutto un impenitente biasanot, letteralmente “colui che mastica la notte”, cioè un gaudente nottambulo, frequentatore di locali e di allegre compagnie, amante della buona tavola e del buon vino. (da Storia e memoria di Bologna)
Quella che segue è una delle sue poche canzunètt scritta in italiano.
E' stata ripresa recentemente da Joe Fallisi che nella sua versione ne potenzia, se possibile, il messaggio anticlericale e antiautoritario.
Versi di Carlén Mûṡi (Carlo Musi, 1851-1920), canzonettista ed attore dialettale bolognese
Musica di Egberto Tartarini
Nel volume “El mi canzunètt”, Brugnoli editore, Bologna 1902
Testo trovato su Mûṡica bulgnaiṡa
Carlo Musi è considerato l'inventore della canzunàtt bulgnaiṡi, la canzone dialettale bolognese.
Musi – che scriveva durante le pause del suo noioso lavoro impiegatizio alle Regie Poste – fu arguto scrittore ma soprattutto un impenitente biasanot, letteralmente “colui che mastica la notte”, cioè un gaudente nottambulo, frequentatore di locali e di allegre compagnie, amante della buona tavola e del buon vino. (da Storia e memoria di Bologna)
Quella che segue è una delle sue poche canzunètt scritta in italiano.
E' stata ripresa recentemente da Joe Fallisi che nella sua versione ne potenzia, se possibile, il messaggio anticlericale e antiautoritario.
Un cardinal recatosi a Lugo di Romagna
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envoyé par Bernart Bartleby 25/3/2017 - 14:09
Parcours:
Antiwar Anticléricale
Il blues della cella di prigione
[1969]
Versi di Joe Fallisi, sulla melodia di Prison Cell Blues di Blind Lemon Jefferson (1928)
Nell'album “L'uovo di Durruti”, realizzato nel 2014.
Testo trovato sul sito Nel vento
Ignoro chi sia la “Spiga Madù” che compare alla fine del brano...
Versi di Joe Fallisi, sulla melodia di Prison Cell Blues di Blind Lemon Jefferson (1928)
Nell'album “L'uovo di Durruti”, realizzato nel 2014.
Testo trovato sul sito Nel vento
Ignoro chi sia la “Spiga Madù” che compare alla fine del brano...
Grigio il cielo, grigia la cella
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envoyé par Bernart Bartleby 23/3/2017 - 22:31
Parcours:
Des prisons du monde
Al carcere
[tra il 1594 ed il 1597]
Versi di Tommaso Campanella (1568-1639), filosofo, teologo, poeta e frate domenicano italiano.
Musica di Joe Fallisi (2007)
Una poesia che Tommaso Campanella scrisse all'epoca del suo terzo, e non ultimo, processo per eresia, quando si trovava nel carcere dell'inquisizione a Roma.
Il primo arresto di Campanella risale al 1591. Ne seguirono molti altri, e detenzioni, e terribili torture, fino alla condanna definitiva, nel 1599, al carcere a vita (scampò alla morte solo fingendosi pazzo). Poi 27 anni di prigionia a Napoli, all'inizio dei quali, nel 1602, scrisse la sua opera più famosa, “La Città del Sole”. Nel 1626 la scarcerazione, quindi la fuga in Francia nel 1634 e la morte pochi anni dopo.
Ovvero, come sia quasi inevitabile che chi non si accontenta delle opinioni comuni, chi ama la verità e la professa, rischi di finire molto male, se va bene nel fondo di un'umida cella, dove il Potere esercita la sua “tirannia segreta” su tutti coloro che hanno osato pensare liberamente e diversamente...
Versi di Tommaso Campanella (1568-1639), filosofo, teologo, poeta e frate domenicano italiano.
Musica di Joe Fallisi (2007)
Una poesia che Tommaso Campanella scrisse all'epoca del suo terzo, e non ultimo, processo per eresia, quando si trovava nel carcere dell'inquisizione a Roma.
Il primo arresto di Campanella risale al 1591. Ne seguirono molti altri, e detenzioni, e terribili torture, fino alla condanna definitiva, nel 1599, al carcere a vita (scampò alla morte solo fingendosi pazzo). Poi 27 anni di prigionia a Napoli, all'inizio dei quali, nel 1602, scrisse la sua opera più famosa, “La Città del Sole”. Nel 1626 la scarcerazione, quindi la fuga in Francia nel 1634 e la morte pochi anni dopo.
Ovvero, come sia quasi inevitabile che chi non si accontenta delle opinioni comuni, chi ama la verità e la professa, rischi di finire molto male, se va bene nel fondo di un'umida cella, dove il Potere esercita la sua “tirannia segreta” su tutti coloro che hanno osato pensare liberamente e diversamente...
Come va al centro ogni cosa pesante
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 22/3/2017 - 23:15
Alla stazion di Monza
[primi del 900]
Fonte: “Canti satirici anticlericali” a cura di Leoncarlo Settimelli e Laura Falavolti, Giulio Savelli editore, Roma, 1975.
Nel repertorio di Joe Fallisi, che l'ha inclusa nel suo album del 2014 intitolato “L'uovo di Durruti”
Fonte: “Canti satirici anticlericali” a cura di Leoncarlo Settimelli e Laura Falavolti, Giulio Savelli editore, Roma, 1975.
Nel repertorio di Joe Fallisi, che l'ha inclusa nel suo album del 2014 intitolato “L'uovo di Durruti”
Alla stazion di Monza
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 21/3/2017 - 22:58
Parcours:
Antiwar Anticléricale, Gaetano Bresci
Oh madre Palestina
Pparole di Joe Fallisi, sull'aria di Fenesta ca lucive, musica di Vincenzo Bellini - Baranzate, 13 settembre 2009; Ostuni, 30 maggio 2011
a Vittorio Arrigoni
a Vittorio Arrigoni
Oh Madre Palestina, tu che bruci
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17/4/2013 - 13:08
Parcours:
L'Holocauste palestinien
Elle n'est pas morte!
La versione italiana che qui riportiamo è di Joe Fallisi ed è tratta da "L'uovo di Durruti" (2003).
(Da Pollicino Gnus)
NON È MORTA
(continuer)
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envoyé par DonQuijote82 5/5/2011 - 01:41
A Nation Is Dying
Mentre continua a salire il numero dei morti, apprendo da CNRMedia che su una delle navi della Freedom Flotilla sono imbarcati anche tre pacifisti italiani, tra cui anche il "nostro" Joe Fallisi... chissà se qualcuno ha sue notizie...
The Lone Ranger 31/5/2010 - 10:20
Mafia e parrini
[1973]
Autori: Ignazio Buttitta, Otello Profazio, Joe Fallisi
Il testo di Ignazio Buttitta, fu musicato prima da Otello Profazio che la reincise l’anno dopo nel suo album "Qua si campa d'aria".
Di recente è stata ripresa, rimusicata con un ritmo più sostenuto e allegro da Joe Fallisi, e reincisa nell’album "L'uovo di Durruti"[2004] (3° CD)
Il testo di Buttitta è tratto dal volume “Lu trenu di lu suli” – Il treno del sole / storie, canti di protesta, canzoni in dialetto siciliano con traduzioni a fronte (prefazione di Roberto Leydi, introduzione di Leonardo Sciascia / Edizioni Avanti! 1963).
Autori: Ignazio Buttitta, Otello Profazio, Joe Fallisi
Il testo di Ignazio Buttitta, fu musicato prima da Otello Profazio che la reincise l’anno dopo nel suo album "Qua si campa d'aria".
Di recente è stata ripresa, rimusicata con un ritmo più sostenuto e allegro da Joe Fallisi, e reincisa nell’album "L'uovo di Durruti"[2004] (3° CD)
Il testo di Buttitta è tratto dal volume “Lu trenu di lu suli” – Il treno del sole / storie, canti di protesta, canzoni in dialetto siciliano con traduzioni a fronte (prefazione di Roberto Leydi, introduzione di Leonardo Sciascia / Edizioni Avanti! 1963).
La mafia ed i parrini
(continuer)
(continuer)
envoyé par giorgio 13/8/2009 - 08:10
Parcours:
Antiwar Anticléricale, La Mafia et les mafias
Figli dell'officina
La versione con il ritornello modificato da Joe Fallisi.
Joe Fallisi ha introdotto una modifica che è divenuta presto molto popolare tra i gruppi anarchici: l'ultimo verso del ritornello, "Di pace e di lavor", è sostituito con "Liberi dal lavor". - Wikisource
Joe Fallisi ha introdotto una modifica che è divenuta presto molto popolare tra i gruppi anarchici: l'ultimo verso del ritornello, "Di pace e di lavor", è sostituito con "Liberi dal lavor". - Wikisource
Riccardo Venturi 14/12/2008 - 00:58
Chansons de La bande à Bonnot: 02. Les joyeux bouchers
Una versione recitata da Joe Fallisi si può scaricare da Nel Vento
GLI ALLEGRI MACELLAI
(continuer)
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19/6/2006 - 15:41
Il blues della squallida città
[1969]
Testo e musica di Joe Fallisi
Testo e musica di Joe Fallisi
Nel 1970 Joe Fallisi pubblicò e registrò, in forma anonima, un disco a 45 giri che conteneva La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, o Il feroce questore Guida] e Il blues della squallida città. Su entrambi i lati compariva la seguente scritta: "Questa canzone può essere eseguita, riprodotta o adattata da tutti coloro che non sono recuperatori, 'progressisti' e falsi nemici del Sistema" e, come indicazione d'autore: "Parole e musica del Proletariato". In copertina un'opera di Paolo Baratella, sul retro un disegno di Georg Grosz. Nel dicembre del 2002 il disco è stato stampato come CD e riprodotto integralmente, mantenendo anche la grafica dell'originale, da Ancora/Mai più, con il concorso di Zero in condotta, Umanità Nova e Collegamenti-Wobbly (cfr. Ancora/Mai più).
Ehi Joe, cammina per le strade
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envoyé par Riccardo Venturi 2/6/2006 - 15:08
O Gorizia, tu sei maledetta
anonyme
[ca. 1916]
La battaglia di Gorizia (9-10 agosto 1916) costò, secondo dati ufficiali, la vita a 1.759 ufficiali e 50.000 soldati circa, di parte italiana; di parte austriaca a 862 ufficiali e 40.000 soldati circa.
Fu uno dei più pazzeschi massacri di una guerra tutta pazzesca.
"O Gorizia tu sei maledetta" è una canzone nella guerra, che da sempre fa parte della tradizione anarchica e antimilitarista.
Si dice che chi veniva sorpreso a cantare questa canzone durante la guerra era accusato di disfattismo e poteva essere fucilato.
La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani, a Novara, da un testimone che affermò di averla ascoltata dai fanti che conquistarono Gorizia il 10 agosto 1916.
“Le strofe di questo canto sono spesso inestricabilmente connesse con quelle di Addio padre e madre addio, che a volte ricorrono del resto già in fogli volanti del tempo della guerra italo-turca.... (continuer)
La battaglia di Gorizia (9-10 agosto 1916) costò, secondo dati ufficiali, la vita a 1.759 ufficiali e 50.000 soldati circa, di parte italiana; di parte austriaca a 862 ufficiali e 40.000 soldati circa.
Fu uno dei più pazzeschi massacri di una guerra tutta pazzesca.
"O Gorizia tu sei maledetta" è una canzone nella guerra, che da sempre fa parte della tradizione anarchica e antimilitarista.
Si dice che chi veniva sorpreso a cantare questa canzone durante la guerra era accusato di disfattismo e poteva essere fucilato.
La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani, a Novara, da un testimone che affermò di averla ascoltata dai fanti che conquistarono Gorizia il 10 agosto 1916.
“Le strofe di questo canto sono spesso inestricabilmente connesse con quelle di Addio padre e madre addio, che a volte ricorrono del resto già in fogli volanti del tempo della guerra italo-turca.... (continuer)
La mattina del cinque d'agosto
(continuer)
(continuer)
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A tale riguardo, mi corre l'obbligo di segnalare -per correttezza politica e storica, e per amarissima sincerità- che la pagina sulla Ballata del Pinelli "doc", attualmente in corso di radicale ristrutturazione a 50 anni dalla tragica e dolorosa nascita della canzone, contiene (e altro non potrebbe fare) la versione di Joe Fallisi, un anarchico... (continuer)