Centoundici anni fa, non aveva neanche compiuto trent’anni Gaston Couté il 28 giugno del 1911 quando il suo corteo funebre lasciò l'ospedale Lariboisière di Parigi verso la Gare d'Austerlitz per la sepoltura a Meung-sur-Loire nel Loiret. La triste processione transitò davanti al cantiere della metropolitana, allora in fase di costruzione, gli scavatori al suo passaggio smisero di lavorare e si offrirono di portare loro la bara. Quando il treno giunse a Meung-sur-Loire, il sindaco del paese non partecipò neppure al funerale perché era occupato ad assistere alle prove della fanfara municipale (...) eppure era addirittura suo cognato! La vita e l'opera di Gaston si riassumono entrambe prodigiosamente in questo giorno del suo interramento: l'omaggio degli operai, il disprezzo dei potenti. Ora e sempre: EVVIVA GASTON COUTE'!
Buon compleanno Gaston, padre di tutti i Brassens, piccolo ragazzo magro dallo sguardo fiammeggiante e dalle labbra serrate. Buoni 140 anni a te che odiavi qualsiasi tartuferia, magnificavi le miserie e piangevi sui reprobi con questo gergo così saporito.
Un vero e proprio canto corale in versi contro il servizio militare, una esaltazione fiera e pagana della gioventù, questa lirica. Qui non ci sono parole in patois perchè quelle preferisce riservarle a quando tratta motivi, personaggi, scene della vita quotidiana rurale, a quelli ignorati da una società che parla perfino un'altra lingua. Anche in versi Couté è coerente nel trattare sia l'indignazione che la miseria: parlare beauceron significa rifiutare l'integrazione.
Due parole del traduttore. Pur essendo questa traduzione in massima parte in italiano, verso la fine interviene un po' il livornese. In certi frangenti mi viene naturale (tenendo conto anche che sono reduce da 1 ora e mezzo di coda contingentata al Penny Market).
All'erta!
A te non è consentito dormire!
Sennò ti vien tolta immeditamente la licenza di tradurre:
...ces malheureux gas,
Major ! mieux que tes services
Et ton ipéca
Qui ne peuv'nt rien à leur cas!
Dai, qualche ora di sonno mi sia concessa. Del resto sono un nottambulo anche in periodi normali, figurarsi in questo... comunque le note sono pronte e inserite!
....mah, considerato gli arresti domiciliari attuali e il ritmo già precedentemente "a cottimo" di questo lavoretto su Couté, almeno un cartellino giallo lo meriteresti!
Andiamoci piano coi cartellini gialli: già hanno trovato positivi tre o quattro giocatori di pallone, presto di sicuro anche qualche arbitro, e ci tengo a non beccarmi il virussino anche perché di magagne ne ho già abbastanza di mio... :-) Oggi, per andare a prendermi gli aghetti da insulina in farmacia, non avendo mascherine mi sono infilato quel che avevo a disposizione: un passamontagna da rapinatore. E pensare che "travisarsi" ultimamente era un reato..!
Considera però che se vieni espulso e quindi ufficialmente "impedito", rientri in una categoria protetta e una specie di ronda della carità ti porta i farmaci e il cibo a casa in questo periodo straordinario. Comunque, visto che mi sento un po' responsabile del tuo attuale stato di "gastoncuteismo acuto" ritiro il cartellino: sei nuovamente illibato!
Grazie a Bakunin e a Kropotkin (non spererete mica che dica "Grazie a dio...") ho la farmacia e il supermercato a 100 metri da casa. L'altro giorno (prima dell'ultimo decreto Conte), durante la fila contingentata al supermercato, ho intrattenuto la folla cantando tre antiche canzoni seicentesche, "Se bel rio, se bell'auretta", "Al fonte, al prato" e "Bella mia questo mio core". Potrei aver trovato un modo per racimolare qualche soldo: intrattenitore di file contingentate con canzoni antiche. La prossima volta provo con qualcuna medievale (ovviamente di argomento pestilenziale).
cambiano i tempi...
fino a ieri scolari e docenti guardavano preoccupati il soffitto dell'aula che sembrava crollre da un momento all'altro, ora guardano preoccupati la connessione di rete che sembra crollare da un momento all'altro.
Con la traduzione di questa canzone sono completate le canzoni di Gaston Couté presenti nel sito. Seguirà, a suggello dell'iniziativa realizzata in questo mese per tutti assai complicato, un apposito post sul blog del sito.
Maperò, se proprio dovete postare delle foto della B.B., che sia almeno maggiorenne e un po' discinta, sennò mi sento pedofilo, non mi aiuta nell'isolamento e mi deprimo ulteriormente...
A proposito di animaletti, BB (quello vecchio e brutto, non quella di 17 anni): ieri mattina, sull'Argin Grosso (cioe' a 100 metri da casa mia) c'era il pastore con 15 caprette che brucavano l'erba. Che i tuoi famosi valligiani siano arrivati pure a casa mia...?? Solo che il pastore aveva l'aria assai poco occitana, e invece parecchio albanese-montenegrina-greco-balcanica....
Chiedo scusa al Webmastro. Per farmi perdonare, dedico a tutti una famosa scena da un altrettanto famoso film; la scena, peraltro, si svolge precisamente nelle stesse strade del Vicolo del Panico. Ma proprio le stesse!
Interessante, ancorché tutt'altro che rara in questo vasto mondo, la “parabola” di Gustave Hervé, all'epoca direttore de La Guerre Sociale che bene abbiamo imparato a conoscere durante questa mesata di Couté in quarantena. Paragoni italiani non ne mancano, a partire dallo stesso Mussolini; con saltapicchiamenti vari e in varie direzioni ricorderei anche Curzio Malaparte, Nicola Bombacci e diversi altri, anche con casi ben più recenti. Certo che questo Hervé è un caso veramente singolare. Prima anarchico radicale, poi ultranazionalista, poi dichiaratamente fascista ma “filosemita” che se la prende con Hitler per “aver fatto tante cose buone rovinando tutto con l'antisemitismo” (quanto mi ricorda certi destroni italiani attuali...), poi “pétainista” autoritario ma che vitupera la Germania e Hitler, e infine ha un flirtone con De Gaulle... muore il 25 ottobre 1944. Poco prima di morire dichiara... (continuer)
Flavio, ti posso chiedere due cortesie dal profondo della quarantena? La prima è, per favore, che tu aspetti a mettere altri testi di Couté (a meno che non abbia già fatto tu una traduzione) fin quando non avrò terminato di tradurre quelli già presenti nel sito (manca non molto). Mi piacerebbe terminare l'opera, come si suol dire, e così me la aumenti senza che si veda più la fine. La seconda è la seguente: d'accordo il tuo modo estremamente "fantasioso" di inserire i testi qua dentro, ma almeno la smetti di scrivere i titoli in tutte maiuscole?... Per piacere, togli il Caps Lock!!!! :-)) Un abbraccio a distanza!
E’ vero quel che afferma Bernart nell'introduzione sulla difficoltà di trovare questa canzone nelle discografie attinenti Couté, la stessa Claude Antonini non la riprese nel suo “La Cuvee du Cigalier” in buona parte dedicato proprio a vigne, vendemmie e affini.
Tradurre un testo di Gaston Couté è spesso un enigma che può iniziare a volte dal titolo ma più sovente dalla prima riga o poco oltre. Ma che razza di parole è mai questa? Che razza di lingua sta scritta nell’inchiostro di ‘sta riga? Ma non erano certo intellettualismi spiccioli o vezzi di ancor meno valore le parole strane di questo grande, ribelle, acuto, anarchico, amabile poeta ragazzino. Non sono in francese, sono quasi sempre improvvise, illuminanti, rivelatrici, incendiarie, un vero e proprio “deragliamento” dei nostri sensi rispetto all’ordinaria percezione di un testo. Sono il compiersi del suo incosciente destino di veggente... (continuer)
Chanson française (beauceron) (début du XXe siècle) – Les p’tits chats – Gaston Couté – 1928 (édition : La Chanson d’un gas qu’a mal tourné, E. Rey, 1928)
Chanson de Gaston Couté, interprète Jacques Lambour, Gérard Pierron e Bernard Meulien (1976), Vania Adrien Sens (1976), Claude Féron (1998), Christian Deschamps (2003).
La misère et ses victimes, femmes et enfants, enfants ou chatons… Et, de même, une autre misère, celle de l’hypocrisie anti-avortement.
Face à tous ceux qui « c’était mieux quand c’était pire »… Il y a quelques années, un vieil homme de mon pays m’a raconté comment, quand il était jeune, il était fréquent que certains nouveau-nés disparaissent… Il s’agissait principalement d’histoires de femmes et d’enfants nés hors mariage, souvent de viols consommés derrière des murs domestiques tranquilles… On disait aux mères que le bébé n’avait pas survécu à la naissance, mais elles... (continuer)
È bello trovare delle similitudini con La Caccia Ai Lupi di Volodja. Nella mia fantasia questi due giganti della canzone si saranno anche incontrati a bere insieme nell'immensità.
Mon cher Marco Valdo, je pense que tu as oublié de traduire en français courant un vers de cette chanson de Gaston Couté, le 3 janvier 2013:
C'est eun' foutu crapul' !... C'est un gas qu'est hounnéte !... [3ème couplet]
Comment pourrait-on le rendre en français raisonnablement coutéen...?
Merci!
(PS "Persoué ne signifie pas "percepteur", mais bien "pressoir à vin"...en plus, "troués" n'est pas le participe du verbe "trouer", mais "trois"...mais là j'ai corrigé moi-même).
Fa abbastanza impressione ripigliare questa pagina di sette anni fa, e vedere il serissimo e autorévole faccione di Mariomònti. Sembra un secolo fa; ve la ricordate, che so io, la Fornero...? Qualche decennio prima di Léo Ferré e di Ils ont voté (canzone che trovo tra gli “Extra” e che vado immediatamente a togliervi: del resto ce la avevo messa io stesso, all'indomani di una delle periodiche farse elettorali), Gaston Couté fa un ottimo ritrattino di una competizione municipale di un qualche piccolo centro di chissà quale Sologne o Beauce, perfettamente applicabile (ancora oggi) ad analoghi centri di un qualche Molise, Mugello o Monferrato. Ritrattino, o quadretto, in cui colpisce assai la continua comparazione con il bestiame -a tutto favore del bestiame, che perlomeno gode della caratteristica di esserlo veramente). Però, a volte, pure le bestie s'incazzano;... (continuer)
Désolé, il m’avait échappé. Tout comme m’échappe pour l’instant, par tous les pores, le temps – que nous reste-t-il de nos jours ? Nul ne sait. Ohlala ! Émilie est morte bien trop tôt, disait Voltaire.
Au fait, est-ce qu’on peut m’indiquer les chansons de Couté à « traduire » en français. Je le ferai volontiers.
Pour le vers perdu, voici le texte en français commun contemporain replacé dans son verset :
Il y a Monsieur Chose et Monsieur Machin qui sont candidats.
Les électeurs n'ont pas les mêmes paires de lunettes :
Moi, je voterai pour celui-là !... Et bien, moi, pour lui, je ne voterai pas !
C’est une foutue crapule !… C’est un gars qu’est honnête !...
C'est un partageux !... C'est un cocu !... C'est pas vrai !...
On dit qu'il fait élever son gosse chez les curés !...
C'est un blanc !... C'est un rouge !... – qu'ils disent les électeurs :
Les aveugles se chamaillent... (continuer)
c'était parce que je trouve vachement intéressant qu'un francophone d'aujourd'hui, de n'importe quelle francophonie moderne, ait éprouvé le besoin de tradure en français courant un texte comme celui-ci, qui non seulement est en “patois” (je déteste ce terme, si je pense que même le wallon, le breton [!!] ou l'occitan étaient appelés des “patois”...), mais en un “patois” d'il y a plus d'un siècle qui n'est plus bien compris, je le soupçonne, même en Sologne ou en Beauce. Cela explique bien le fait que Gaston Couté n'a jamais joui de la faveur qu'il méritait: trop difficile. Il y a un poète italien, Albino Pierro, qui aurait mérité le Nobel quand il était encore en vie; mais il écrivait dans son dialecte de Tursi, en Lucanie, un dialecte incroyablement archaïque et incompréhensible. C'est peut-être une comparaison exacte. Merci quand-même pour ta traduction, je te le dis après sept ans, c'est vrai, mais tu sais qu'on est assez “larges” avec le temps, ici. Hélas, Avec le temps...
È lodevole, oltre le aspettative del mio innocente appello, spero solo che sia stimolante anche per altri e che non siamo solo in due come per i bretoni.....tu sei in grado di fornirmi il testo di Couté in omaggio a Giovanna d'Arco a cui accennavo qui?
Flavio Poltronieri 6/3/2020 - 15:32
Beh di sicuro c'è BB, che fra l'altro ha inserito qui nel sito parecchie cose di Gaston Couté...e ha fatto anche una traduzione, una delle famose sette che c'erano fino a pochi giorni fa. Purtroppo non sono in grado di fornirti il testo della "Ballade à Jeanne", probabilmente bisognerebbe andare a scovarlo in cartaceo chissà dove; se ne ha forse qualche notizia qui. In compenso, per puro caso, ho trovato una "Ballade è Gaston" di Jean-Claude Mérillon, canzone dedicata a Gaston Couté:
Articolo contenuto all’interno del numero 6 (novembre/dicembre 2019) di Azione Nonviolenta, rivista nazionale bimestrale del Movimento.
GASTON COUTE' (Beaugency, 23 settembre 1880 – Parigi, 28 giugno 1911)
La canzone pacifista di uno a cui è andato tutto storto.
di Flavio Poltronieri (Giornalista, etnomusicologo, autore e traduttore di canzoni)
Non è cambiato granché da inizio secolo a inizio secolo dopo. Dagli strali poetici di Gaston Couté contro l'ipocrisia e la stupidità del suo tempo, ad oggi. Dalla sua testimonianza di una realtà sociale travolgente, che frantuma, macina, polverizza, stritola le persone più deboli e che lui cantava senza concessione alcuna. Gaston Couté, sfortunato e straordinario precursore del “cantautore impegnato” moderno. Siamo agli inizi dell'era industriale, con quel che ne conseguirà. Quanta umanità impasta le righe dei suoi versi mentre ci parla di... (continuer)
Centoundici anni fa, non aveva neanche compiuto trent’anni Gaston Couté il 28 giugno del 1911 quando il suo corteo funebre lasciò l'ospedale Lariboisière di Parigi verso la Gare d'Austerlitz per la sepoltura a Meung-sur-Loire nel Loiret. La triste processione transitò davanti al cantiere della metropolitana, allora in fase di costruzione, gli scavatori al suo passaggio smisero di lavorare e si offrirono di portare loro la bara. Quando il treno giunse a Meung-sur-Loire, il sindaco del paese non partecipò neppure al funerale perché era occupato ad assistere alle prove della fanfara municipale (...) eppure era addirittura suo cognato! La vita e l'opera di Gaston si riassumono entrambe prodigiosamente in questo giorno del suo interramento: l'omaggio degli operai, il disprezzo dei potenti. Ora e sempre: EVVIVA GASTON COUTE'!
Flavio Poltronieri