BANGLADESH: SCIOPERI E MANIFESTAZIONI PER AUMENTI SALARIALI NELLE AZIENDE DELL’ABBIGLIAMENTO
Gianni Sartori
Le proteste dei lavoratori del tessile in Bangladesh sono ricorrenti per cui non è il caso di stabilire quale sia stato l’inizio dell’ultima fase, abbastanza radicale da forare il muro dell’informazione.
Considerando soltanto gli ultimi quindici giorni va ricordato che nella mattinata del 30 ottobre gli operai di alcune aziende di Gazipur, Ashulia e Savar (ma le lotte si erano presto estese ad altre località) avevano protestato vigorosamente con manifestazioni, picchetti e anche bloccando l’autostrada.
Da tempo i lavoratori (in maggioranza donne) chiedono un aumento: il triplo dell’attuale salario mensile minimo di 8300 takas (70 euro). Con la richiesta di arrivare a 23mila takas (190 euro) indispensabili per affrontare l’aumento del costo della vita.
Fatalmente erano... (continuer)
Gianni Sartori 11/11/2023 - 11:06
A 11 anni dalla strage di Dacca la classe operaia del Bangladesh ancora in lotta
BANGLADESH: MANIFESTAZIONI E SCONTRI A FATULLAH
Gianni Sartori
Coincidenza. Proprio nel giorno dell’undicesimo anniversario della strage del 2013, i lavoratori dell’abbigliamento (prêt-à-porter) del Bangladesh scendono in strada e si scontrano con la polizia.
Il 24 aprile 2013 un palazzo in Piazza Rana, a Dacca, era crollato sulle teste dei circa 4mila operai che vi lavoravano.
Alla fine si conteranno 1.138 morti e 2.500 feriti.
I piani superiori dello stabile, costruiti abusivamente, erano utilizzati come atelier per l’abbigliamento dove migliaia di operai, chini sulle macchine da cucire, producevano vestiti per le grandi marche occidentali e giapponesi (Zara, Primark, Walmart, Auchan, Carrefour…).
Inoltre le forniture elettriche provenivano da generatori piazzati sui tetti e le vibrazioni si trasmettevano... (continuer)
Un discorso di David Harris (1946-2023) che compare nell'album di Joan Baez del 1971 Carry It On, che era la colonna sonora del documentario dallo stesso titolo. Il documentario è incentrato sulla protesta e l'incarcerazione dell'allora marito di Joan Baez.
Trattandosi di un discorso e non di una canzone, non lo inseriamo come canzone autonoma.
Un humilde homenaje a dos grandes luchadores sociales: Nicola Sacco y Bartolomeo Vanzetti y a toda la gente inocente que ante un sistema criminal y corrupto conserva su dignidad hasta el último aliento...
Ciao del grande Giuliano Montaldo su rai play potete vedere due documentari che celebrano il suo lavoro .
Vi consiglio : 4 volte 20. Poi in tema di guerra nucleare c'è un film del 1987 scritto con Piero Angela che si chiama Il giorno prima per contrastare The Day After.
Racconta l inutilità dei rifugi antiatomici simulando un esperimento di convivenza in un rifugio. Il film non è un capolavoro ma il tema trattato è importante anche alla luce del dibattito in corso sul film Oppenheimer di Nolan
Paolo
Mi permetto di segnalare il video completo di 9:54 della Marcia su Washington il 28 Agosto 1963 e il commento tratto da Maggie's Farm
Bob Dylan and Joan Baez 1963 March on Washington
caricato : anblog21
March on Washington.
Il 28 agosto 1963 davanti ad una folla sterminata di persone Bob Dylan partecipa alla Marcia per i Diritti Civili, conosciuta con il nome di Marcia su Washington.
Quattrocentomila persone presero parte a questa marcia di protesta per i diritti civili in cui Martin Luther King pronunciò il suo immortale discorso che iniziava con la celebre frase "Io ho un sogno...".
Bob eseguì tre canzoni: When the ship comes in, Only A Pawn In Their Game e Keep Your Eyes on the Prize.
Si tratta di un video eccezionale che dà realmente i brividi.
Un giovanissimo Bob davanti ad una folla numericamente impressionante attacca con la sola chitarra "When the ship comes in" e qualche... (continuer)
FUMETTI E GUERRA CIVIL ESPAÑOLA
(TRA SCONFITTE STORICHE, RIPENSAMENTI E MALUMORI)
(Gianni Sartori)
Si dice che in genere le guerre – e quelle “civili” in particolare – si combattono due volte. La prima armi alla mano, l'altra dopo. Scrivendo, riflettendo, polemizzando... e naturalmente anche mistificando o stravolgendo.
Quelle di Spagna (da1 1936 al 1939, ma solo ufficialmente; sappiamo come sia durata molto più a lungo...) non fa certo eccezione.
Da dove comincio? Forse dalla telefonata con cui Claudio Venza mi preannunciava la pubblicazione nella Biblioteca di “Spagna contemporanea” del volume “Segni della memoria – Disegnare la Guerra civile spagnola” (a cura di Felice Gambin; edizioni dell'Orso) suscitando il mio interessamento. Duplice. In quanto ho sempre seguito sia la scena fumettistica – in maniera discontinua, come quasi tutto del resto (nel CV anche una breve collaborazione... (continuer)
My Lord What a Mornin' è un album di spirituals interpretati da Harry Belafonte e da The Belafonte Folk Singers pubblicato dalla RCA Victor nel 1960.
Le note di copertina dell'album con una breve storia degli spirituals , presentazione dei brani e commento sulla loro interpretazione sono di Langston Hughes che scrive fra l'altro :
" Harry Belafonte's great versatility as a singer of folk music serves this material well, and his innate sense of the dramatic value of a song has never been more effectively projected than on this record "
Segnalo dall'articolo gia' citato ( History of Hymns: 'My Lord, What a Morning' BY C. MICHAEL HAWN ) alcuni evidenti riferimenti biblici di immagini apocalittiche del testo oltre alle 2 possibili trascrizioni del titolo.
“MORNING” OR “MOURNING”
The accepted spelling of these homonyms in most hymnals today is “morning.” A case can be made either way, however. Matthew 24:29-31, an apparent scriptural source for the spiritual, offers a defense for “mourning”:
Immediately after the tribulation of those days shall the sun be darkened, and the moon shall not give her light, and the stars shall fall from heaven, and the powers of the heavens shall be shaken: And then shall appear the sign of the Son of man in heaven: and then shall all the tribes of the earth mourn, and they shall see the Son of man coming in the clouds of heaven with power and great glory. And he shall send his angels with... (continuer)
PROBLEMI AMBIENTALI IN CAMBOGIA TRA DELFINI A RISCHIO ESTINZIONE E DEFORESTAZIONE ILLEGALE
Gianni Sartori
Segnali contraddittori in materia ambientale dalla Cambogia. Mentre sono state annunciate misure protettive per salvaguardare una rarissima specie di delfino, l’orcella asiatica, conosciuto anche come delfino di Irrawaddy (dal nome di un fiume birmano in cui venne individuato nell’’800), si scoprono traffici illegali di legname proveniente dalle aree protette, dal disboscamento delle foreste primarie. Traffici in cui sarebbero coinvolti personaggi legati al governo.
Cominciamo dal delfino. Anche se poi più che con i delfini, l’Orcaella brevirostris risulterebbe imparentata con le orche. Da adulto supera abbondantemente i due metri di lunghezza e può raggiungere 130 kg. di peso. In passato era reperibile in prossimità delle coste dal Bengala alla Nuova Guinea e nei fiumi che risaliva... (continuer)
In caso possa interessare invio la traduzione, tratta da Maggie's Farm, della penultima strofa della versione originale di Dylan e che non compare in quella di Joan Baez.
"Il pappagallo mascherato
batte le ali per la paura
Quando qualcosa che non conosce
appare improvvisamente
Quello che non si può imitare alla perfezione deve morire
Addio Angelina
Il cielo sta straripando
ed io devo andare dove è asciutto ".
In riferimento al testo in Italiano della versione Joan Baez
mi permetto proporre alcune alternative di traduzione in linea con quella di Musica e Memoria .
4.a Strofa :" the cross-eyed pirates " "pirati con gli occhi strabici"
5.a Strofa :" the make-up man's hands " " le mani del truccatore" ( verosimile allusione all'addetto delle onoranze funebri )
6.a Strofa :" The hands of the clock" " Le lancette dell'orologio "
Nella canzone ci sono almeno due riferimenti biblici: al Roveto ardente e alle trombe dell'Apocalisse e vari simbolismi. Spero che la traduzione sia decente...
LA CANZONE DEGLI AUTOSTOPPISTI (VAGABONDO) (continuer)
Gianni Sartori
Le proteste dei lavoratori del tessile in Bangladesh sono ricorrenti per cui non è il caso di stabilire quale sia stato l’inizio dell’ultima fase, abbastanza radicale da forare il muro dell’informazione.
Considerando soltanto gli ultimi quindici giorni va ricordato che nella mattinata del 30 ottobre gli operai di alcune aziende di Gazipur, Ashulia e Savar (ma le lotte si erano presto estese ad altre località) avevano protestato vigorosamente con manifestazioni, picchetti e anche bloccando l’autostrada.
Da tempo i lavoratori (in maggioranza donne) chiedono un aumento: il triplo dell’attuale salario mensile minimo di 8300 takas (70 euro). Con la richiesta di arrivare a 23mila takas (190 euro) indispensabili per affrontare l’aumento del costo della vita.
Fatalmente erano... (continuer)