[1963]
Parole e musica di Bob Dylan
Una canzone spesso proposta dal vivo ma non inclusa in album.
Inserita poi nella raccolta “The Bootleg Series Volumes 1–3 (Rare & Unreleased) 1961–1991”
Più volte in passato mi sono imbattuto in questa famosa canzone di Dylan, ma ho sempre valutato che non fosse proponibile sulle CCG/AWS, nemmeno come Extra… In fondo parla solo di uno dei tanti pugili ammazzati dal ring, in questo caso David "Davey" Moore (1933-1963), un peso piuma afroamericano che morì a causa delle lesioni subite durante un incontro con il boxeur cubano- messicano Ultiminio “Sugar” Ramos…
Ma poi mi sono imbattuto in questa poesia scritta nel 1962 dal negro peruviano Nicomedes Santa Cruz – dedicata ad un altro pugile ucciso qualche tempo prima, il cubano Bernardo “Benny The Kid” Paret (1937-1962) - e ho capito che gli interrogativi retorici di Dylan erano solo una parte della... (continuer)
Veramente splendida sotto questa luce, che ritengo sia certamente quella vera. Molto spesso i testi delle splendide canzoni di autori come Dylan o Young sono stati intesi male anche da madrelingua (per non parlare delle traduzioni che spesso non rendono giustizia ai testi). Da un lato mi piace molto il "distacco dell'artista", che non si preoccupa minimamente di fornire chiarimenti neppure a chi volesse approfondire (anzi, spesso - per difendersi da troppa invadenza o per divertimento - capita che sviino di proposito l'interlocutore), dall'altro mi dispiace che l'impatto di certi brani risulti "depotenziato".
Neanche io credo che sia certamente la giusta interpretazione. Sono convinto che l'intento principale fosse quello di riferirsi ad una ragazza, e che il testo sia così splendidamente scritto da poter lasciar trasparire anche una critica politica.
Non mi interessa quello che Bob Dylan avessa intenzione dire, mi interessa invece quello che la canzone significa, può significare, quello che ha significato e domani esprimerà e che oggi cerco di capire potrà significare in futuro e possa aver significato. Le canzoni, come i libri, come i figli, nascono da dei genitori e poi hanno una vita propria.
Mi interessa la tua opinione a proposito di quello che tu hai trovato e l'ho letto con interese, anzi, con piacere.
Una volta che ti soffermi a pensarci... dipende a cosa stai pensando. Se ci vuoi trovare la sua nazione che lo chiama alla guerra la trovi, ma secondo me "babe" è abbastanza chiaro, non credo che l'avrebbe chiamata così.
"When the ships comes in di Bob Dylan" non è una canzone contro la guerra, nè riferita ad alcuna guerra.
Fonti: basta vedere il documentario di Martin Scorsese.
Gigi 27/4/2014 - 17:24
Ma è una canzone che è diventata un inno dei movimenti per i diritti civili (infatti è stata cantata anche durante la famosa Marcia per i diritti civili a Washington) e per questo è stata inserita.
vero Gigi . Ma come dice lo staff è diventata un inno per i diritti civili e visto il suo testo allegorico iola interpreto in questa maniera se tu ne hai un altra sarebbe interessante sentirla
Alla traduzione italiana manca un verso nella seconda strofa: ”I saw a room full of men with their hammers a-bleedin',” “Ho visto una stanza piena d'uomini coi loro martelli sanguinanti,”
Sandro (gialloporpora@zoho.com)
Grazie! L'abbiamo integrata [CCG Staff]
10/10/2012 - 13:14
la adoro. come molte altre di dylan.
ogni volta che cerco un testo di una canzone che mi interessa, spunta il vostro sito. grandi!
...per almeno dodici anni non si ha riavuto...che spasso, raggà!
: D
Ma diamole questo Nobel per la insi...pardon...resistenza!
Mi sto spaccando di crepapelle, non c'è la faccio più!
Aiuto!
Hugues Aufray è stato definito il "Bob Dylan francese"; per quanto crediamo che a Hugues Aufray piaccia essere Hugues Aufray, in effetti ci ha messo molto del suo per fabbricare questa definizione. Nel 2009, ad esempio, ha fatto uscire un album, intitolato New Yorker, interamente formato dalle sue traduzioni da Dylan: ne contiene tredici, tra cui Mr l'homme orchestre (Mr Tambourine Man), Knock knock ouvre-toi porte du ciel (Knockin' on Heaven's Door), Tout comme une vraie femme (Just Like a Woman) o Tout le monde un jour s'est planté (Rainy Day Women # 12 & 35). E, naturalmente, questa Dans le souffle du vent. Le traduzioni sono state effettuate in vari periodi; questa è addirittura del 1966. Hugues Aufray la ha non di rado duettata assieme a Francis Cabrel; nel 2007 l'ha cantata anche Sylvie Vartan, ve la ricordate? [RV]
[1989]
Parole e musica di Bob Dylan
Nell’album intitolato “Oh Mercy”
In “Everything is Broken” Dylan prosegue il discorso iniziato in Political World, la canzone che apre il disco: questo mondo non può funzionare perché è già a pezzi… Come dargli torto? Specie se ripensiamo un attimo alle immagini di morte e distruzione che in questi giorni ci scorrono sotto gli occhi: corpi spezzati, ossa spaccate, trattati spezzati, patti spezzati, c’è chi ha piegato, distorto, tradito, infranto le regole minime dell’umana convivenza, del rispetto della dignità umana…
Certo, nel sito abbiamo anche questa canzone, che però mi sembra un perfetto compendio (naturalmente alla Dylan, quindi con una certa bravura, per quanto si situi nel periodo decadente...) degli argomenti dei sionisti in difesa di Israele con una voluta identificazione dello stato d'Israele con l'intera storia del popolo ebraico... La canzone viene infatti celebrata in Israele come autentico inno sionsita.
Si pensi poi al periodo in cui è stata scritta: nel 1983 subito dopo la guerra in Libano. Insomma Dylan scriveva questa appassionata difesa di Israele mentre De André scriveva Sidùn. La Pivano si sbagliava di grosso: Dylan non è il De André americano!
Forse con questa canzone Dylan ha dimostrato definitivamente di essere lontano anni luce dalla sua figura di cantante "di sinistra" guadagnata in fondo solo con i suoi primi tre album.
Vorrei ricordare che quando il testo dice "ha distrutto una fabbrica di bombe", si riferisce al bombardamento effettuato il 7-6-1981, da parte dell'aviazione israeliana dell'impianto nucleare iracheno di Osirak.
Giusto per inserire la canzone nel suo preciso periodo storico, quando Dylan compose questo disco frequentava la Chabad Lubavitch, una setta hassidica ortodossa di Brooklyn e la foto che vediamo nella busta interna dell'LP lo ritrae chino su una collina con alle spalle la veduta di Gerusalemme. Pur pensandola in maniera molto differente, personalmente, ritengo "Infidels" un capolavoro della canzone d'autore mondiale moderna e "I and I" forse il suo vertice (anche in virtù del fatto che "Blind Willie Mc Tell" fu inspiegabilmente esclusa dalla scaletta finale). Anche quest'altro testo ovviamente è denso di riferimenti religiosi, fin dal titolo cita l'Esodo, e poi Isaia, Giobbe, San Paolo...
[1975]
Parole di Bob Dylan e Jacques Levy
Musica di Bob Dylan
Album: “Desire”
Canzone strafamosissima - e che pure ancora mancava sulle CCG/AWS – su di una vita ed un sogno distrutti dalla giustizia ingiusta, dalla galera e dal razzismo.
Paterson, New Jersey, 17 giugno 1966. Intorno alle 2.30 del mattina due individui fanno irruzione nel Lafayette Bar and Grill e cominciano a sparare. Vengono uccisi il titolare e due avventori. Un terzo cliente viene ferito gravemente al viso (perderà la vista da un occhio). Le testimonianze di costui, di due ladruncoli che si trovavano di lì a passare e di un’inquilina del palazzo di fronte al locale portano al fermo di due afroamericani, Rubin Carter – un pugile professionista all’epoca già piuttosto noto, soprannominato “Hurricane” - e John Artis, suo amico.
Durante l’arresto la polizia non procede né a rilevare le impronte digitali... (continuer)
Pistol shots ring out in the barroom night (continuer)
[1973]
Album «Planet Waves» del 1974
Parole e musica di Bob Dylan
Voglio semplicemente dedicare questa canzone a Melissa Bassi, 16 anni, uccisa oggi a Brindisi nell’orrendo e vile attentato di cui tutti sappiamo, e a tutte le sue compagne rimaste ferite.
Melissa rimarrà per sempre giovane e credo che anche noi tutti abbiamo il dovere di restarlo, chi lo è ancora biologicamente e chi non lo è più, perchè gioventù è sinonimo di coraggio, di energia, di voglia di cambiare, di capacità di opporsi alla putrescenza, alla corruzione, all’orrore ed al terrore di questo Potere che vorrebbe vederci tutti vecchi o morti.
Grazie Bartleby. Solo una cosa: abbiamo cambiato la foto che hai proposto, perché mi sembra poco corretto il comportamento di alcuni giornali che, a pochi minuti dalla tragedia, già saccheggiavano facebook alla ricerca della foto della vittima, fra l'altro una ragazza minorenne. Non che importi molto, anzi probabilmente è l'ultimo dei problemi, ma mi sembra un minimo segno di rispetto.
Avete fatto bene.
Non era certo mia intenzione assecondare lo sciacallaggio giornalistico.
E' che ho la deformazione di cercare sempre di dare un volto a vittime e carnefici.
E poi il viso di Melissa ad introdurre questa bella canzone di Dylan mi è sembrato per un momento il modo migliore per mostrare quanta giovinezza ci hanno strappato oggi...
Comunque, avete fatto bene, meglio così... E poi la foto che avete scelto mi pare ben azzeccata.
Ciao
Questo extra era stato inserito per un triste episodio qualche anno fa. Ascoltate però questa bella recente versione di Pete Seeger, uno che è stato "forever young", fino a 94 anni.
CINESE / CHINESE [Qiu Sheng / Huan Ho Yi - 仇晟 黄枘 何易 译]
Una traduzione cinese (in caratteri semplificati) proveniente da questa pagina. Il titolo che in cinese è stato dato alla canzone è "The Answer Blowing in the Wind": la lingua cinese non permetterebbe di fare altrimenti. La traduzione sembra essere opera di Qiu Sheng e Huang Ho Yi (仇晟 黄枘 何易 译), come indicato in calce al testo. [RV]
Versione alternativa, sempre tratta da Holnapután Anarchista újság. "Bob Dylan 1962-ben írt protest (tiltakozó) dala. Dallama egy kanadai, volt rabszolgák dala (No More Auction Block). A polgárjogi mozgalmak egyik himnuszává vált."
This is the pretty song about human freedom for sure!
20/8/2013 - 22:51
"Es ist schön, in Ost-Berlin zu sein. Ich bin nicht für oder gegen eine regierung. Ich bin gekommen um Rock'n'Roll zu spielen für Ost-Berlinern, in der hoffnung dass eines tages alle Barrieren abgerissen werden."
"It's nice to be in East Berlin...I want to tell you that I'm not here for or against any government, I have come to play rock'n'roll for the East-Berliners...in the hope that one day all barriers will be torn down..."
Il primo Bob Dylan, degli anni di protesta e contestazione, riemerge con tutta la sua forza in una canzone inedita che verrà messa all’asta da Christiés il prossimo 26 giugno a Londra.
Si tratta dei versi di “I Want That Bomb”, scritta a macchina dal musicista americano nel 1963, nel pieno della Guerra Fredda. Il brano doveva far parte di un libro di canzoni contro la bomba atomica e la proliferazione delle armi nucleari che però non venne mai pubblicato. La canzone è stata messa in vendita da Izzy Young, fondatore del centro per il Folklore del Greenwich Village a New York e organizzatore del primo concerto di Dylan. Secondo Christiés, il raro documento viene valutato fra le 25 e le 35 mila sterline.
(ansa)
D’accordissimo sull’istituzione di un nuovo percorso intitolato "Mort au travail" (o algo asì) - proposto da Marco Valdo M.I. e inaugurato da Riccardo Venturi con la bellissima Ir lavoro nelle vigne - colgo la palla al balzo e ci vado giù pesante con questa enorme canzone.
Che parli dell’insofferenza maturata da Dylan verso il folk protestario - come sostengono alcuni - ovvero che sia una metafora contro il capitalismo ed i suoi addentellati repressivi (leggasi «Stato»), come invece ritengono i più, mi pare che in ogni caso quello che emerge immediatamente dal testo sia la ribellione contro lo sfruttamento dell’essere umano che, in definitiva, è il lavoro.
Buon Primo Maggio!
I ain't gonna work on Maggie's farm no more. (continuer)
Morti bianche se tornassimo a cantarle...
MUSICA E SOCIETÀ La canzone popolare ha detto la sua, ma oggi chi ha parole e note per questa tragedia quotidiana?
Sorpresa, non sono pochi: da Springsteen ai Têtes de Bois, da Dylan a De Gregori a Dalla. E ricordiamo il coraggio di Anna Identici che cantò questo dolore al Festival di Sanremo choccando tutti...
Da L'Unità 1 ottobre 2007
di Silvia Boschero
Negli ultimi anni dai testi delle canzoni era scomparso il tema del lavoro. Dimenticato, cancellato, travolto da mille altre urgenze o dalla logica della «leggerezza» che vuole che la canzone popolare brilli per disimpegno.
Poi, piano piano, eccolo che riaffiora. Sia nei testi dei grandi d'oltreoceano, sia a casa nostra, dove il lavoro diventa sempre più precario, pericoloso. Se Dylan lo cantava nella sua drammaticità in vecchi pezzi come The Lonesome Death Of Hattie Carroll (dove il problema... (continuer)
Una canzone da brividi che chiude l’ultimo, bel disco di Dylan.
Non una Canzone Contro la Guerra ma una canzone dedicata ad un uomo che nella sua intensa vita, troppo breve, molto fece contro la guerra e per la pace, forse più di chiunque altro (più dello stesso Dylan), un artista che arrivò ad immaginare un mondo di pace e fratellanza universali, senza Paradiso e senza Inferno, senza le cause e/o i pretesti che fomentano la violenza, l’odio e le guerre: il potere, le religioni, la proprietà.
Quell’uomo si chiamava John Lennon e la sua vita arse splendidamente fino all’8 dicembre 1980, quando un pazzo invasato, un fanatico cristiano, gliela tolse a colpi di pistola.
La sua musica e la sua anima ardono ancora vivamente: roll on, John!
Doctor, doctor tell me the time of day (continuer)
Si parla di questa "Roll On John" come di una tardiva elegia funebre di Dylan a Lennon, e sicuramente è così. Lasciamo stare gli altri Beatles, ma a rendere omaggio a Lennon ci hanno pensato ben prima di Dylan un mucchio di altri artisti, da Elton John ai Queen, da David Bowie ai Pink Floyd....
Beh, detto che ognuno può onorare la memoria di un amico, o di una persona che è stata importante nella propria vita, un po' quando cazzo gli pare, però credo - anche se posso sbagliarmi - che non sia proprio un caso.
50 anni fa esatti, nel 1962, i Beatles iniziarono la loro magnifica avventura con il primo singolo, "Love Me Do"...
50 anni fa esatti, nel 1962, Robert Allen Zimmerman nacque come Bob Dylan e nel mese di marzo, nel corso di uno show radiofonico a New York, cantò un brano tradizionale intitolato "Roll On John", uno straziante blues di amore non corrisposto...
Il primo verso dell'ultima strofa è "Tyger, tyger burning bright", citazione dalla poesia di William Blake "The Tyger" del 1794.
Il significato comunque non cambia: "tyger" è un arcaismo o un esotismo per "tiger".
Parole e musica di Bob Dylan
Una canzone spesso proposta dal vivo ma non inclusa in album.
Inserita poi nella raccolta “The Bootleg Series Volumes 1–3 (Rare & Unreleased) 1961–1991”
Più volte in passato mi sono imbattuto in questa famosa canzone di Dylan, ma ho sempre valutato che non fosse proponibile sulle CCG/AWS, nemmeno come Extra… In fondo parla solo di uno dei tanti pugili ammazzati dal ring, in questo caso David "Davey" Moore (1933-1963), un peso piuma afroamericano che morì a causa delle lesioni subite durante un incontro con il boxeur cubano- messicano Ultiminio “Sugar” Ramos…
Ma poi mi sono imbattuto in questa poesia scritta nel 1962 dal negro peruviano Nicomedes Santa Cruz – dedicata ad un altro pugile ucciso qualche tempo prima, il cubano Bernardo “Benny The Kid” Paret (1937-1962) - e ho capito che gli interrogativi retorici di Dylan erano solo una parte della... (continuer)