Erode non è morto
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Erode non è morto, o allora è risorto
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 3/12/2019 - 15:40
Parcours:
Antiwar Anticléricale, Violence sur l'enfance
Terra senza Dio
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Addio antica terra ostile e amara
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 3/12/2019 - 15:25
Parcours:
Guerre à la Terre
Il 24 maggio l'è un giorno disgraziato
anonyme
Un “controcanto” per una memoria diversa.
Alle note retoriche della Leggenda del Piave di E.A.Mario, cantata nei teatri a fine guerra, dove il fiume “mormorava calmo e placido al passaggio / dei nostri fanti il 24 maggio...” fa da contraltare un canto inedito di soldati meridionali, mai raccolto nei canzonieri patriottici.
Dalla ricerca di Emilio Jona e Michele Straniero, compiuta nell'estate del 1962 al Sud (Calabria, Puglia, Sicilia), proviene un eccezionale documento cantato da un reduce, Domenico Scaramuzzina, manovale di Cosenza, classe 1896, che aveva combattuto sul Carso, poi vissuto la prigionia e l'incubo della fame, portando a casa la pelle e un bagaglio incredibile di memorie e di “controcanti” costruiti con singolare estro rapsodico. Così, ad apertura di microfono, senza esitazione, introduce e commenta la sua chanson de geste che ripercorre le vicende belliche da quel disgraziato... (continuer)
Alle note retoriche della Leggenda del Piave di E.A.Mario, cantata nei teatri a fine guerra, dove il fiume “mormorava calmo e placido al passaggio / dei nostri fanti il 24 maggio...” fa da contraltare un canto inedito di soldati meridionali, mai raccolto nei canzonieri patriottici.
Dalla ricerca di Emilio Jona e Michele Straniero, compiuta nell'estate del 1962 al Sud (Calabria, Puglia, Sicilia), proviene un eccezionale documento cantato da un reduce, Domenico Scaramuzzina, manovale di Cosenza, classe 1896, che aveva combattuto sul Carso, poi vissuto la prigionia e l'incubo della fame, portando a casa la pelle e un bagaglio incredibile di memorie e di “controcanti” costruiti con singolare estro rapsodico. Così, ad apertura di microfono, senza esitazione, introduce e commenta la sua chanson de geste che ripercorre le vicende belliche da quel disgraziato... (continuer)
E il 24 maggio
(continuer)
(continuer)
24/5/2019 - 16:14
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
Arcobaleno di pace (Là sulla risaia è nato un bel mattino)
[1960]
Scritta da Pietro Besate e sempre interpretata dal Coro delle Mondine di Trino Vercellese
Nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Donzelli editore, 2005.
Scritta da Pietro Besate e sempre interpretata dal Coro delle Mondine di Trino Vercellese
Nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Donzelli editore, 2005.
Là sulla risaia è nato un bel mattino
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/11/2018 - 14:58
I frà 'd San Bernardin
anonyme
[1917]
Testo piemontese risalente alla Rivolta del Pane di Torino, 21-24 agosto 1917
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Sull'insurrezione operaia di Torino del 1917 contro la guerra e contro la fame si veda Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo).
Qui basti ricordare che le due strofette in piemontese si riferiscono ad un episodio contestuale a quella rivolta, quando il 23 agosto la gente assalì, saccheggiò e bruciò il convento e la chiesa di San Bernardino nel quartiere Borgo San Paolo. Ciò avvenne perchè solo qualche tempo prima i frati avevano brutalmente malmenato, e forse seviziato, alcuni ragazzini che si erano introdotti nell'orto del convento per rubare della frutta...
Questo il racconto da "Storia di Torino operaia e socialista", di Paolo Spriano, 1972, p.... (continuer)
Testo piemontese risalente alla Rivolta del Pane di Torino, 21-24 agosto 1917
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Sull'insurrezione operaia di Torino del 1917 contro la guerra e contro la fame si veda Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo).
Qui basti ricordare che le due strofette in piemontese si riferiscono ad un episodio contestuale a quella rivolta, quando il 23 agosto la gente assalì, saccheggiò e bruciò il convento e la chiesa di San Bernardino nel quartiere Borgo San Paolo. Ciò avvenne perchè solo qualche tempo prima i frati avevano brutalmente malmenato, e forse seviziato, alcuni ragazzini che si erano introdotti nell'orto del convento per rubare della frutta...
Questo il racconto da "Storia di Torino operaia e socialista", di Paolo Spriano, 1972, p.... (continuer)
I frà 'd San Bernardin
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/11/2018 - 17:37
Il governo italiano prepotente come un cane
anonyme
[1914-18]
Canto raccolto da Franco Castelli nell'Alessandrino, dalla voce della madre Gemma Milanese.
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
"Canto che coniuga, in una sintesi di rara forza evocativa: la denuncia della prepotenza del potere; il senso di appartenenza alla nazione; il giudizio critico che accomuna preti, imboscati e signori; il divario sociale che la guerra ha esaltato esponendo alle atrocità dei combattimenti solo i poveretti, mandati a morire in mezzo a quei reticolati."
Canto raccolto da Franco Castelli nell'Alessandrino, dalla voce della madre Gemma Milanese.
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
"Canto che coniuga, in una sintesi di rara forza evocativa: la denuncia della prepotenza del potere; il senso di appartenenza alla nazione; il giudizio critico che accomuna preti, imboscati e signori; il divario sociale che la guerra ha esaltato esponendo alle atrocità dei combattimenti solo i poveretti, mandati a morire in mezzo a quei reticolati."
Il governo italiano
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/11/2018 - 21:59
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
Ma parliamo dunque di questi imboscati
anonyme
[1914-18]
Un canto raccolto negli anni 60 a Novara e ad Arzignano (VI), presente nel volume "E non mai più la guerra", di Cesare Bermani e Antonella De Palma, pubblicato dalla Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino nel 2015
Riportato anche in "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Nella propaganda ufficiale la figura dell'imboscato era assimilata a quella del disertore, traditori della patria. Già nelle trincee il sentimento era diverso, che gli imboscati erano gli ufficiali nelle retrovie e i signori e i ministri che tiravano i fili della guerra stando a casa "con le loro mogli sui letti di lana", come recita un'altra strofetta di quel periodo. Ma qui la coscienza di classe e insieme la lucida consapevolezza che un lavoratore non può che essere contro la guerra trasformano l'operaio/imboscato... (continuer)
Un canto raccolto negli anni 60 a Novara e ad Arzignano (VI), presente nel volume "E non mai più la guerra", di Cesare Bermani e Antonella De Palma, pubblicato dalla Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino nel 2015
Riportato anche in "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Nella propaganda ufficiale la figura dell'imboscato era assimilata a quella del disertore, traditori della patria. Già nelle trincee il sentimento era diverso, che gli imboscati erano gli ufficiali nelle retrovie e i signori e i ministri che tiravano i fili della guerra stando a casa "con le loro mogli sui letti di lana", come recita un'altra strofetta di quel periodo. Ma qui la coscienza di classe e insieme la lucida consapevolezza che un lavoratore non può che essere contro la guerra trasformano l'operaio/imboscato... (continuer)
Ma parliamo dunque di questi imboscati
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/11/2018 - 21:06
U fìgghie a la uèrre
anonyme
[1914-18?]
Canzone (di autore anonimo?) che ho trovato per caso sul sito del Centro Studi Baresi, come riferito dal sig. Linsalata, di anni 58, portuale, che l’apprese da suo nonno.
La versione in italiano si trova in "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore. Purtroppo non dispongo del volume e on line non mi è consentita la visualizzazione del testo.
Canzone (di autore anonimo?) che ho trovato per caso sul sito del Centro Studi Baresi, come riferito dal sig. Linsalata, di anni 58, portuale, che l’apprese da suo nonno.
La versione in italiano si trova in "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore. Purtroppo non dispongo del volume e on line non mi è consentita la visualizzazione del testo.
Ci t’ambarò de disce la paròle
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/11/2018 - 23:11
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
Donna stuprata
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
O donna stuprata, raddrizza la testa
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 25/9/2018 - 15:11
Solcare il mare
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Vorrei solcare il mare
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 25/9/2018 - 15:05
Alep Syriacon Valley
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Per il sole l’uomo è uguale
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 23/3/2017 - 19:47
Quando ero piccina piccina
anonyme
Un canto diffuso in nord Italia, e in particolare in area padano-veneta, con i titoli di “Quando ero piccina piccina”, “Bionda, bella bionda”, “All’età di sedici anni”. Molte versioni – tra cui quella interpretata da Orietta Berti nel suo disco del 1972 intitolato “Più italiane di me” – si fermano alla seconda strofa e raccontano la storia di una ragazzina ingravidata molto giovane e abbandonata dal marito alla nascita di una bimba. Già così la canzone potrebbe collocarsi nelle CCG nel percorso sulla violenza contro le donne, ma in alcune lezioni la storia viene dettagliata ed il padre non è fuggito ma partito per la guerra o per un servizio militare che all’epoca (800 o anche prima) durava 30 o 36 mesi. Oppure il padre è minatore e in miniera si è rovinato la salute.
La prima versione che contribuisco è quella tratta da “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”,... (continuer)
La prima versione che contribuisco è quella tratta da “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”,... (continuer)
Quando ero piccina piccina
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/12/2016 - 09:04
O pescecan terribile
[primi anni del 900]
Parole e musica di Antonio Mazzuccato, direttore del Gruppo corale Borgo Vittoria di Torino negli anni tra il 1908 e il 1922, così come eseguito nel 1973 da Angelo Giorcelli, classe 1890, operaio FIAT, membro originario del coro, durante un'intervista condotta da Emilio Jona e Sergio Liberovici
In Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli 2008.
La corale nacque nel 1903 all’interno del Circolo Educativo Socialista di Borgo Vittoria, che poi ebbe sede presso l'imponente edificio della Casa del Popolo di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, costruito intorno al 1910 con il finanziamento e la forza lavoro dei circoli rionali socialisti, e incendiato dai fascisti nel 1922. In seguito, sulle sue ceneri, venne allestita una sala cinematografica, l'Apollo, con annessa sala danze. Oggi vi sorge... (continuer)
Parole e musica di Antonio Mazzuccato, direttore del Gruppo corale Borgo Vittoria di Torino negli anni tra il 1908 e il 1922, così come eseguito nel 1973 da Angelo Giorcelli, classe 1890, operaio FIAT, membro originario del coro, durante un'intervista condotta da Emilio Jona e Sergio Liberovici
In Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli 2008.
La corale nacque nel 1903 all’interno del Circolo Educativo Socialista di Borgo Vittoria, che poi ebbe sede presso l'imponente edificio della Casa del Popolo di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, costruito intorno al 1910 con il finanziamento e la forza lavoro dei circoli rionali socialisti, e incendiato dai fascisti nel 1922. In seguito, sulle sue ceneri, venne allestita una sala cinematografica, l'Apollo, con annessa sala danze. Oggi vi sorge... (continuer)
O pescecan terribile
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 22:55
In Roma fu rapito
anonyme
[1924]
Una delle tante cantate che si diffusero in tutta Italia dopo il rapimento e l’assassinio del deputato Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario
Riferita nel 1960 a Jona e Liberovici da alcuni informatori anonimi nel mantovano.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Sulla stessa aria di Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio
Nell’ultima strofa sono ricordati i nomi di altri due figure importanti del socialismo di allora, il pugliese Giuseppe Di Vagno e l’emiliano Antonio Piccinini.
L’avvocato e parlamentare socialista Di Vagno – che abbiamo già incontrato citato nella canzone Bandiera rossa – fu ucciso da squadristi a colpi di pistola nel 1921 durante un comizio a Mola di Bari.
Antonio Piccinini era di Reggio Emilia,... (continuer)
Una delle tante cantate che si diffusero in tutta Italia dopo il rapimento e l’assassinio del deputato Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario
Riferita nel 1960 a Jona e Liberovici da alcuni informatori anonimi nel mantovano.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Sulla stessa aria di Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio
Nell’ultima strofa sono ricordati i nomi di altri due figure importanti del socialismo di allora, il pugliese Giuseppe Di Vagno e l’emiliano Antonio Piccinini.
L’avvocato e parlamentare socialista Di Vagno – che abbiamo già incontrato citato nella canzone Bandiera rossa – fu ucciso da squadristi a colpi di pistola nel 1921 durante un comizio a Mola di Bari.
Antonio Piccinini era di Reggio Emilia,... (continuer)
In Roma fu rapito
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 16:02
A lavorare noi siam condannati (o Il contadino)
anonyme
[primi anni del 900]
Una cantata operaia riferita da Giuseppe Bertolino, classe 1895, piemontese, operaio meccanico, socialista e poi, dopo la scissione di Livorno del 1921, comunista.
Bertolino riferiva di aver imparato questo canto frequentando la Società operaia di mutuo soccorso “Fratellanza” di Mondovì, Cuneo.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Una cantata operaia riferita da Giuseppe Bertolino, classe 1895, piemontese, operaio meccanico, socialista e poi, dopo la scissione di Livorno del 1921, comunista.
Bertolino riferiva di aver imparato questo canto frequentando la Società operaia di mutuo soccorso “Fratellanza” di Mondovì, Cuneo.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
A lavorare noi siam condannati
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 13:05
Inno anticlericale
anonyme
[1907-08?]
Sull’aria dell’Inno di Mameli, testo reperito in un quaderno manoscritto di canzoni compilato da Emilio Grosso, operaio tessile di Vallemosso (Vercelli)
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Sull’aria dell’Inno di Mameli, testo reperito in un quaderno manoscritto di canzoni compilato da Emilio Grosso, operaio tessile di Vallemosso (Vercelli)
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Fratelli d’Italia
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 09:55
Parcours:
Antiwar Anticléricale
Senti madre il lamento di un figlio
anonyme
[1911]
Un breve canto riferito nel 1960 dall’informatore Piero Dosio, torinese, classe 1893, e contenuto in “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Il canto si riferisce ad una delle tante misere avventure dell’Italia colonialista, quella del 1911, quando il governo Giolitti diede il via all’aggressione della Libia. Quell’ennesima “passeggiata militare” si concluse più di 30 anni dopo e nel totale fracasso. Si pensi che solo in quell’anno di guerra, tra il 1911 ed il 1912, le truppe d’invasione (che giunsero a controllare una porzione esigua di territorio, perennemente imboscate dalla guerriglia) persero oltre 4.000 uomini, mentre 5.000 restarono feriti e/o mutilati.
Il modulo testuale e melodico di questo brano è lo stesso di Addio padre e madre addio, un canto... (continuer)
Un breve canto riferito nel 1960 dall’informatore Piero Dosio, torinese, classe 1893, e contenuto in “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Il canto si riferisce ad una delle tante misere avventure dell’Italia colonialista, quella del 1911, quando il governo Giolitti diede il via all’aggressione della Libia. Quell’ennesima “passeggiata militare” si concluse più di 30 anni dopo e nel totale fracasso. Si pensi che solo in quell’anno di guerra, tra il 1911 ed il 1912, le truppe d’invasione (che giunsero a controllare una porzione esigua di territorio, perennemente imboscate dalla guerriglia) persero oltre 4.000 uomini, mentre 5.000 restarono feriti e/o mutilati.
Il modulo testuale e melodico di questo brano è lo stesso di Addio padre e madre addio, un canto... (continuer)
Senti madre il lamento di un figlio
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/10/2016 - 13:11
Hijos del pueblo
La versione torinese nella lezione dell’informatore Gaetano Dassetto, classe 1906, torinese di Borgo San Paolo, falegname ed operaio, socialista, antifascista, partigiano nelle SAP (Squadre di Azione Patriottica) con il nome di battaglia di “Germinale”, delegato sindacale nella FIOM CGIL.
Da “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Dassetto così commentava l’esecuzione del canto:
“Viena dalla Spagna. L’ho imparata nel nostro Circolo, a Borgo San paolo, nel ’20. Era una canzone rivoluzionaria spagnola, la sapevo tutta. E quando la cantavamo in giro, se la sentiva la polizia, suonava subito, eh, e ci saltavano subito addosso.
Mi ricordo una volta, eravamo lì dove adesso è via Di Nanni, era di sera, eravamo ‘na bèla partìa (una bella compagnia), ragazzi e ragazze,... (continuer)
Da “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Dassetto così commentava l’esecuzione del canto:
“Viena dalla Spagna. L’ho imparata nel nostro Circolo, a Borgo San paolo, nel ’20. Era una canzone rivoluzionaria spagnola, la sapevo tutta. E quando la cantavamo in giro, se la sentiva la polizia, suonava subito, eh, e ci saltavano subito addosso.
Mi ricordo una volta, eravamo lì dove adesso è via Di Nanni, era di sera, eravamo ‘na bèla partìa (una bella compagnia), ragazzi e ragazze,... (continuer)
Bernart Bartleby 19/10/2016 - 09:17
Canzone d'Albania
Scopro leggendo l'imponente volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008) che c'è ancora parecchio da dire su questa canzone...
Raffaele Offidani / Spartacus Picenus ne scrisse due versioni. La prima – quella accolta su questa pagina - risale al 1920 quando, dopo la sanguinosa campagna d'Albania nel corso della Grande Guerra, il Regno d'Italia cercò di instaurare nel paese un protettorato, contro il principio dell'autodeterminazione dei popoli sancito dagli accordi di Londra, sottoscritti dall'Italia. Quando si seppe di un accordo segreto tra Italia e Grecia per sostenere i reciproci appettiti territoriali, a Valona scoppiò una violenta insurrezione anti-italiana. Il governo Giolitti decise di mandare altri contingenti militari per sedare la ribellione ma la gente, stanca di guerra, iniziò... (continuer)
Raffaele Offidani / Spartacus Picenus ne scrisse due versioni. La prima – quella accolta su questa pagina - risale al 1920 quando, dopo la sanguinosa campagna d'Albania nel corso della Grande Guerra, il Regno d'Italia cercò di instaurare nel paese un protettorato, contro il principio dell'autodeterminazione dei popoli sancito dagli accordi di Londra, sottoscritti dall'Italia. Quando si seppe di un accordo segreto tra Italia e Grecia per sostenere i reciproci appettiti territoriali, a Valona scoppiò una violenta insurrezione anti-italiana. Il governo Giolitti decise di mandare altri contingenti militari per sedare la ribellione ma la gente, stanca di guerra, iniziò... (continuer)
Bernart Bartleby 18/10/2016 - 22:33
Il canto delle tessitrici
Riprendo il commento che segue (sintetizzandolo) da “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Jona, Liberovici, Castelli e Lovatto, Donzelli 2008:
In realtà l’attribuzione di questo canto – riferito a Jona e Liberovici dall’informatrice torinese Anna Bertolina – è incerta. Il nome del Majocchi compare nel “Canzoniere sociale illustrato” curato da Arturo Frizzi (la cui prima edizione dovrebbe risalire al 1907). Ma su di un foglio volante stampato a Torino viene invece riportato il nome di Aroldo Norlenghi, figura di spicco del socialismo torinese. Anna Bertolina dichiara che il canto risale agli scioperi dei tessili ai primi del 900, per l’ottenimento delle 10 ore lavorative (pensa un po’!) e quindi l’attribuzione al Norlenghi acquista credito perché lui fu impegnato direttamente in quella vertenza.
La melodia del canto, come riferita dalla Bertolina,... (continuer)
In realtà l’attribuzione di questo canto – riferito a Jona e Liberovici dall’informatrice torinese Anna Bertolina – è incerta. Il nome del Majocchi compare nel “Canzoniere sociale illustrato” curato da Arturo Frizzi (la cui prima edizione dovrebbe risalire al 1907). Ma su di un foglio volante stampato a Torino viene invece riportato il nome di Aroldo Norlenghi, figura di spicco del socialismo torinese. Anna Bertolina dichiara che il canto risale agli scioperi dei tessili ai primi del 900, per l’ottenimento delle 10 ore lavorative (pensa un po’!) e quindi l’attribuzione al Norlenghi acquista credito perché lui fu impegnato direttamente in quella vertenza.
La melodia del canto, come riferita dalla Bertolina,... (continuer)
Bernart Bartleby 18/10/2016 - 08:44
Preti e borghesi guarda a voi
anonyme
[anni 20?]
Canzone di autore anonimo riferita nel 1959 a Emilio Jona e Sergio Liberovici dal torinese Felice Carando, classe 1902, antifascista, militante del circolo socialista Oltre Po e Ardito del Popolo contro i fascisti nei primi anni 20.
Cantata in parte sull’aria di “Funiculì funiculà”.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Jona, Liberovici, Castelli e Lovatto, Donzelli 2008.
Non proprio una Canzone contro la Guerra, ma contro il capitalismo e i suoi sgherri.
Canzone di autore anonimo riferita nel 1959 a Emilio Jona e Sergio Liberovici dal torinese Felice Carando, classe 1902, antifascista, militante del circolo socialista Oltre Po e Ardito del Popolo contro i fascisti nei primi anni 20.
Cantata in parte sull’aria di “Funiculì funiculà”.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Jona, Liberovici, Castelli e Lovatto, Donzelli 2008.
Non proprio una Canzone contro la Guerra, ma contro il capitalismo e i suoi sgherri.
Preti e borghesi guarda a voi
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/10/2016 - 08:16
La mubilia ch’a dan a le Növe
anonyme
[Primi del 900]
Canzone di autore anonimo che racconta delle condizioni dei detenuti nelle Carceri Nuove di Torino.
Riferita negli anni 60 a Jona e Liberovici dall'informatore Carlo Sacchetti, romagnolo ma sempre vissuto a Torino, di professione calzolaio, militante comunista (come il padre), arrestato dai fascisti nel 1934 e detenuto nel carcere di Castelfranco Emilia fino al 1937.
Carlo Sacchetti è lo stesso informatore della canzone E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù).
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Chi fossero il signor Rubiola e il signor Scaiola oggi non è più dato sapere, ma forse si trattava di personaggi locali all'epoca noti.
Canzone di autore anonimo che racconta delle condizioni dei detenuti nelle Carceri Nuove di Torino.
Riferita negli anni 60 a Jona e Liberovici dall'informatore Carlo Sacchetti, romagnolo ma sempre vissuto a Torino, di professione calzolaio, militante comunista (come il padre), arrestato dai fascisti nel 1934 e detenuto nel carcere di Castelfranco Emilia fino al 1937.
Carlo Sacchetti è lo stesso informatore della canzone E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù).
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Chi fossero il signor Rubiola e il signor Scaiola oggi non è più dato sapere, ma forse si trattava di personaggi locali all'epoca noti.
La mubilia ch’a dan a le Növe
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/10/2016 - 21:04
Parcours:
Des prisons du monde
E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù)
anonyme
[Anni 30]
Stornelli comunisti diffusi tra i militanti reclusi nelle carceri fasciste negli anni 30, in particolare a Castelfranco Emilia.
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Stornelli comunisti diffusi tra i militanti reclusi nelle carceri fasciste negli anni 30, in particolare a Castelfranco Emilia.
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
E le fabbriche e le terre
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/10/2016 - 18:52
Il crack delle banche
Ne “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto (Donzelli 2008) il testo de "Il crak delle banche" è attribuito a Ulisse Barbieri (1833-1899), patriota indipendentista, militante socialista, drammaturgo e scrittore.
Sull'aria del valzer "O patria mia", dall'opera comica "Les cloches de Corneville" del compositore francese Robert Planquette.
Sull'aria del valzer "O patria mia", dall'opera comica "Les cloches de Corneville" del compositore francese Robert Planquette.
Bernart Bartleby 14/10/2016 - 18:31
Nati noi siam nell'umida tana
Il titolo originale dovrebbe essere "Cantata operaia"
Risale alla prima decade del 900.
Raccolta da Jona e Liberovici nel 1960 a Torino dall'autore Sacrovir Carlo Gagne, maestro dei cori legati ai circoli e alle associazioni operaie del periodo pre fascista (Il Deposito)
Testo tratto dal volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Risale alla prima decade del 900.
Raccolta da Jona e Liberovici nel 1960 a Torino dall'autore Sacrovir Carlo Gagne, maestro dei cori legati ai circoli e alle associazioni operaie del periodo pre fascista (Il Deposito)
Testo tratto dal volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Bernart Bartleby 13/10/2016 - 21:28
Combattete lavoratori
anonyme
[primi anni del 900]
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Credo che il Cantelli citato nella seconda strofa fosse il parmense Girolamo Cantelli (1815-1884), senatore e ministro del Regno d’Italia, promotore del cosiddetto “regolamento Cantelli”, varato intorno al 1869, che prevedeva le otto ore di lavoro giornaliere nelle risaie del vercellese e novarese, una bella conquista per quei lavoratori e lavoratrici – le mondine – in particolare. Nei decenni successivi i padroni cercarono sempre di ignorare l’esistenza e di sabotare quella previsione di legge, i lavoratori invece lottarono molto affinché quel precedente fosse esteso a tutti i lavoratori.
Si veda al proposito La conquista delle 8 ore nel 1906, articolo di Irmo Sassone, originariamente pubblicato sulla... (continuer)
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Credo che il Cantelli citato nella seconda strofa fosse il parmense Girolamo Cantelli (1815-1884), senatore e ministro del Regno d’Italia, promotore del cosiddetto “regolamento Cantelli”, varato intorno al 1869, che prevedeva le otto ore di lavoro giornaliere nelle risaie del vercellese e novarese, una bella conquista per quei lavoratori e lavoratrici – le mondine – in particolare. Nei decenni successivi i padroni cercarono sempre di ignorare l’esistenza e di sabotare quella previsione di legge, i lavoratori invece lottarono molto affinché quel precedente fosse esteso a tutti i lavoratori.
Si veda al proposito La conquista delle 8 ore nel 1906, articolo di Irmo Sassone, originariamente pubblicato sulla... (continuer)
Combattete lavoratori
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 9/8/2016 - 09:50
Con la falce e col martello
anonyme
Strofe cantate sull’aria di Giovinezza raccolte dai ricercatori Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero nel 1977 a Cerignola, Foggia, dalla voce di Ripalta Buonomo, casalinga e dirigente dell’Unione Donne in Italia (UDI), classe 1906.
La registrazione fu inclusa nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1978.
Poi in “La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia”, degli stessi Rinaldi e Sobrero, 1981 (ripubblicato nel 2004)
In realtà il testo del brano compare già nella ricerca “Canti di protesta” di Jona e Liberovici pubblicata sulla rivista "Il Contemporaneo" nel gennaio del 1961.
Il Caradonna citato in antitesi a Giuseppe Di Vittorio è Giuseppe Caradonna (1891-1963), fascistone cerignolese che fu vice-presidente della Camera durante la dittatura. Il figlio di lui, Giulio (1927-2009), seguì le... (continuer)
La registrazione fu inclusa nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1978.
Poi in “La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia”, degli stessi Rinaldi e Sobrero, 1981 (ripubblicato nel 2004)
In realtà il testo del brano compare già nella ricerca “Canti di protesta” di Jona e Liberovici pubblicata sulla rivista "Il Contemporaneo" nel gennaio del 1961.
Il Caradonna citato in antitesi a Giuseppe Di Vittorio è Giuseppe Caradonna (1891-1963), fascistone cerignolese che fu vice-presidente della Camera durante la dittatura. Il figlio di lui, Giulio (1927-2009), seguì le... (continuer)
Con la falce e col martello
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 30/9/2015 - 11:14
Schiavo secolar, paria del servaggio (Sorgiamo)
anonyme
[Inizio 900]
Canto della tradizione anarchica raccolto nei primi anni 60 nel vercellese, così come riferito nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto. Ma lo troviamo anche in Puglia, registrato nel 1978 a San Severo dalla voce di Mollica Soccorsa Foschini (classe 1899), bracciante e militante comunista.
Il testo di questo canto appare in molti canzonieri di inizio del XX secolo e viene pubblicato per la prima volta nel 1903 ne “Il canzoniere dei ribelli”, tipografia della "Cronaca Sovversiva", Barre, Vermont (USA).
Canto della tradizione anarchica raccolto nei primi anni 60 nel vercellese, così come riferito nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto. Ma lo troviamo anche in Puglia, registrato nel 1978 a San Severo dalla voce di Mollica Soccorsa Foschini (classe 1899), bracciante e militante comunista.
Il testo di questo canto appare in molti canzonieri di inizio del XX secolo e viene pubblicato per la prima volta nel 1903 ne “Il canzoniere dei ribelli”, tipografia della "Cronaca Sovversiva", Barre, Vermont (USA).
Schiavo secolar, paria del servaggio,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart 2/12/2013 - 12:01
Declaración
[1963]
Testo di Julián Grimau García
Musica di Sergio Liberovici
Trovata su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Su Julián Grimau, dirigente comunista assassinato dal regime franchista nel 1963, si vedano anche Canción de Grimau, ¿Qué dirá el Santo Padre?, Franco la Muerte e Canto per noi, quest’ultima ancora del Cantacronache.
“Julián Grimau, dirigente comunista detenido en Madrid, había sido tan salvajemente torturado que para disimularlo la policía le había arrojado por una ventana de la Dirección General de Seguridad. Grimau había sobrevivido y un tribunal militar la había condenado a muerte”.
(Juan-Ramón Capella, “Sin Ítaca. Memorias 1940-1975”, Editorial Trotta, Madrid, 2011)
“Julián si risvegliò (così mi ha scritto in seguito) in una clinica militare presso Madrid da cui, per ragioni... (continuer)
Testo di Julián Grimau García
Musica di Sergio Liberovici
Trovata su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Su Julián Grimau, dirigente comunista assassinato dal regime franchista nel 1963, si vedano anche Canción de Grimau, ¿Qué dirá el Santo Padre?, Franco la Muerte e Canto per noi, quest’ultima ancora del Cantacronache.
“Julián Grimau, dirigente comunista detenido en Madrid, había sido tan salvajemente torturado que para disimularlo la policía le había arrojado por una ventana de la Dirección General de Seguridad. Grimau había sobrevivido y un tribunal militar la había condenado a muerte”.
(Juan-Ramón Capella, “Sin Ítaca. Memorias 1940-1975”, Editorial Trotta, Madrid, 2011)
“Julián si risvegliò (così mi ha scritto in seguito) in una clinica militare presso Madrid da cui, per ragioni... (continuer)
Yo declaro
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 4/8/2011 - 09:08
Canto del bastone
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Franco Antonicelli
Musica di Fausto Amodei
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Dedicata a Turi Vaccaro, Alberto Perino e le centinaia di attivisti NO TAV che questa mattina hanno cercato di resistere all’ennesima aggressione degli sgherri del Potere il quale, timoroso di non riuscire più a mettere le proprie grinfie sulle centinaia di milioni di euro dell’Unione Europea, ha “risolto” la questione alla solita maniera, con la violenza.
Ma non è ancora finita…
“A SARÀ DÜRA!”
Parole di Franco Antonicelli
Musica di Fausto Amodei
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Dedicata a Turi Vaccaro, Alberto Perino e le centinaia di attivisti NO TAV che questa mattina hanno cercato di resistere all’ennesima aggressione degli sgherri del Potere il quale, timoroso di non riuscire più a mettere le proprie grinfie sulle centinaia di milioni di euro dell’Unione Europea, ha “risolto” la questione alla solita maniera, con la violenza.
Ma non è ancora finita…
“A SARÀ DÜRA!”
Su, cittadini, non stateci a guardare
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 14:01
Mottetto n.1
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Parole di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Meglio vivere un sol giorno da leone
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 11:36
Canzone lieta
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Emilio Jona
Musica di E. Tretti
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Contrappunto a Canzone triste.
Parole di Emilio Jona
Musica di E. Tretti
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Contrappunto a Canzone triste.
Voi mi chiedete una lieta canzone
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 11:13
Canzone dei fiori e del silenzio
[1958]
Parole di Emilio Jona
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Interpretata da Margot nell’album “Canti per noi” del 1964.
Canzone manifesto del Cantacronache…
Parole di Emilio Jona
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Interpretata da Margot nell’album “Canti per noi” del 1964.
Canzone manifesto del Cantacronache…
Ci dicono cantate
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 10:53
Inno nazionale
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Franco Fortini
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Parole di Franco Fortini
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Fratelli d’Italia,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 10:40
Parcours:
Hymnes et contre-hymnes
Teddy-boy
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Giorgio De Maria
Musica di Sergio Liberovici
Non credo che sia mai stata incisa.
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Cantacronache
Si vedano anche I Teddy Boys e E poi poi poi ci chiamavano teddy boys
Parole di Giorgio De Maria
Musica di Sergio Liberovici
Non credo che sia mai stata incisa.
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Cantacronache
Si vedano anche I Teddy Boys e E poi poi poi ci chiamavano teddy boys
Camminavano a braccetto lenti lenti,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 10:29
Il censore
[1966?]
Parole e musica di Fausto Amodei
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Ho più di un dubbio sull’anno di composizione di questa canzone.
Infatti parrebbe che sia stata pubblicata per la prima volta nel disco di Amodei “Le canzoni di Fausto Amodei 1” ma sul libro del Cantacronache viene associata ad un episodio risalente al 1966. Infine, i dischi del Cantacronache furono ripubblicati nel 1971 e questo brano potrebbe essere stato aggiunto per l’occasione…
Comunque… “Il censore” si riferirebbe allo “scandalo” suscitato dai risultati di un’inchiesta sulla sessualità tra i giovani pubblicati da “La Zanzara”, giornale del Liceo Parini di Milano. Nel febbraio del 1966, i tre redattori del giornale studentesco, Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano, pubblicarono... (continuer)
Parole e musica di Fausto Amodei
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Ho più di un dubbio sull’anno di composizione di questa canzone.
Infatti parrebbe che sia stata pubblicata per la prima volta nel disco di Amodei “Le canzoni di Fausto Amodei 1” ma sul libro del Cantacronache viene associata ad un episodio risalente al 1966. Infine, i dischi del Cantacronache furono ripubblicati nel 1971 e questo brano potrebbe essere stato aggiunto per l’occasione…
Comunque… “Il censore” si riferirebbe allo “scandalo” suscitato dai risultati di un’inchiesta sulla sessualità tra i giovani pubblicati da “La Zanzara”, giornale del Liceo Parini di Milano. Nel febbraio del 1966, i tre redattori del giornale studentesco, Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano, pubblicarono... (continuer)
Non so dirvi se sia nato sotto un cavolo
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 10:01
La canzone della classe dirigente
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole e musica di Fausto Amodei
Poi nell’album di Amodei “L’ultima crociata”, pubblicato nel 1974.
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Parole e musica di Fausto Amodei
Poi nell’album di Amodei “L’ultima crociata”, pubblicato nel 1974.
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Noi, preti e cardinali,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 09:11
Canzone triste
[1958]
Testo di Italo calvino
Musica di Sergio Liberovici
Interpretata da Margot
Nella raccolta “Cantacronache - Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele Luciano Straniero, Torino, Crel, 1996.
Testo trovato su Il Deposito
Testo di Italo calvino
Musica di Sergio Liberovici
Interpretata da Margot
Nella raccolta “Cantacronache - Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele Luciano Straniero, Torino, Crel, 1996.
Testo trovato su Il Deposito
Erano sposi. Lei s'alzava all'alba
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 4/5/2011 - 12:01
Sentite buona gente (Il Prigioniero)
anonyme
[1918]
Canto composto dalle mondine di Ramezzana, vicino a Trino Vercellese.
Il brano dà il titolo alla raccolta di registrazioni effettuate tra il 1960 ed il 1978 da diversi ricercatori nel vercellese e poi montate da Cesare Bermani e Franco Coggiola nel 1979.
Testo trovato su Voci di Mezzo
La quarta e l’ultima strofa sono riportate invece nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto.
Non so perché ma nei crediti del disco testo e musica sono attribuiti a tal Cuppone.
Una canzone contro la guerra che non poteva mancare sulle CCG/AWS, una complainte verso il “nemico” prigioniero, contro la brutalità del connazionale secondino, al quale si giunge ad augurare la morte al fronte o davanti ad un plotone d’esecuzione. In definitiva, una canzone che dimostra come, al di là di ogni descrizione... (continuer)
Canto composto dalle mondine di Ramezzana, vicino a Trino Vercellese.
Il brano dà il titolo alla raccolta di registrazioni effettuate tra il 1960 ed il 1978 da diversi ricercatori nel vercellese e poi montate da Cesare Bermani e Franco Coggiola nel 1979.
Testo trovato su Voci di Mezzo
La quarta e l’ultima strofa sono riportate invece nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto.
Non so perché ma nei crediti del disco testo e musica sono attribuiti a tal Cuppone.
Una canzone contro la guerra che non poteva mancare sulle CCG/AWS, una complainte verso il “nemico” prigioniero, contro la brutalità del connazionale secondino, al quale si giunge ad augurare la morte al fronte o davanti ad un plotone d’esecuzione. In definitiva, una canzone che dimostra come, al di là di ogni descrizione... (continuer)
Sentite buona gente
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi + Bartleby
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
×
(fonte: Al rombo del cannon. Grande guerra e canto popolare. di Franco Castelli, Emilio Jona, Alberto Lovatto).