Pagina in corso di elaborazione.
Ho ascoltato la canzone leggendo le parole in Serbo e vedo che il testo cantato nel video è diverso da quello degli 187 (One eight seven) che hai tradotto così bene.
Evidentemente ne hanno fatto uno apposta per raccontare le marce e le dimostrazioni di protesta in corso.
So che dipanerete anche questo enigma .
grazie anticipate
Sei un grande Riccardo la tua traduzione in italiano dipana le nebbie dell'incomprensione a tutti noi balbettanti delle lingue del mondo.
Questa canzone è tutta l'opposto della bellissima L'illogica allegria di Giorgio Gaber che iniziava così
Da solo lungo l'autostrada
Alle prime luci del mattino
A volte spengo anche la radio
E lascio il mio cuore incollato al finestrino
Lo so del mondo e anche del resto
Lo so che tutto va in rovina
Ma....
Io sto bene come uno quando sogna
Non lo so se mi conviene
ma sto bene, che vergogna
Gli studenti di Belgrado in marcia per 80 km attraverso la Vojvodina. (Foto di Gavrilo Andrić)
A questo link di Pressenza l'articolo completo sulle proteste in Serbia. Vi ho estratto e incollato il testo che parla del Pumpaj. Ieri ci sono stati almeno 300.000 manifestanti a Belgrado la più grande manifestazione della Serbia. [Paolo Rizzi]
Quattro mesi dopo il crollo della pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad e la morte di 15 persone, le proteste studentesche in Serbia non si placano, anzi, diventano sempre più massicce, assumendo la forma di una ribellione civile.
Pumpaj! – Senza abbassare la tensione!
Durante le proteste, la frase “Pumpaj” (“Pompa”) al tempo stesso ironica e seria, è diventata praticamente uno slogan e un simbolo per mantenere alta l’energia e il ritmo della mobilitazione. “Pumpaj” significa non fermarsi, continuare... (continuer)
Neko bira između ribe il' dve (continuer)
envoyé par Paolo Rizzi 16/3/2025 - 10:54
Jaho di Sevdah baby
Aggiungo questo articolo di Wired sul fenomeno della "istant Song" che sta spopolando in Serbia assieme al brano Pumpaj. Questo rap-tecno è nato a partire da un servizio radiofonico con tanto di comunicato stampa governativo cestinato in diretta. La musica torna ad essere strumento di critica e lo fa con nuovi linguaggio. Quest'anno è il 30 trentennale delle stragi di Tuzla e Srebrenica (in questi giorni ho postato sul sito un mio omaggio Alex Langer e Tuzla) speriamo che queste proteste non siano represse dal nazionalismo sempre spietato nei Balcani
La rivoluzione di Belgrado non si ferma | il manifesto
Ed ecco una grande piazza europea dove si fa politica, cioè si propone un cambiamento allo stato delle cose: Belgrado, piazza del parlamento. Di bandiere blu con le stelle gialle non ce n’è neanche una, solo tanti volti giovani che chiedono una magistratura indipendente, stampa libera, rispetto dello stato di diritto e non un presidente padrone. Hanno sfilato per le strade, dandosi il tempo con i fischietti, promettendosi di buttare giù un sistema che offre come orizzonte solo insicurezza, o l’‘esilio volontario’ verso altri paesi. «Hai mai visto così tanta gente?», chiede una ragazza alla sua amica, con una grande mano rossa come il sangue dipinta sulla guancia, simbolo della protesta. «Nikad, mai» risponde quella, e soffia tutto il fiato di cui è capace nel fischietto che si porta al collo.
Ho ascoltato la canzone leggendo le parole in Serbo e vedo che il testo cantato nel video è diverso da quello degli 187 (One eight seven) che hai tradotto così bene.
Evidentemente ne hanno fatto uno apposta per raccontare le marce e le dimostrazioni di protesta in corso.
So che dipanerete anche questo enigma .
grazie anticipate