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Auteur Francesco De Gregori

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Il suono delle campane

Il suono delle campane
da Uomini (1995)

Testo di Francesco De Gregori
Musica di Mimmo Locasciulli

Poi interpretata anche da De Gregori in "La valigia dell'attore" (1997)
Uomini senza lingua uomini senza città
(continuer)
2/10/2006 - 18:02
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La Storia

La Storia
da "Scacchi e Tarocchi" (1985)
Prima incisione: Gianni Morandi in "Immagine italiana" (1984)

"La Storia" è la canzone che forse meglio riassume quello che vorremmo che fosse lo scopo di questo sito. Come La memoria di León Gieco. La inseriamo con il consueto ottimo commento di Antonio Piccolo.


UN'APOLOGIA DELLA STORIA
di Antonio Piccolo

A causa della prossima pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo alcuni brani dell'analisi di Antonio

Un’apologia della storia. Questa è la definizione che meglio sintetizza il significato di questa canzone, che si annoda su un messaggio, espresso all’inizio e più volte ribadito: “è la gente che fa la storia”. Una concezione illuministica contrapposta alla concezione antica e latina in particolare, secondo cui sono i grandi personaggi (Alessandro, Cesare, Augusto etc.) a fare la storia, che tra l’altro sarebbe “scienza del passato”.
L’autore... (continuer)
La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
(continuer)
22/9/2006 - 16:16
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Ultimo discorso registrato

Ultimo discorso registrato
da "Buffalo Bill" (1976)

Una delle tantissime canzoni contro la guerra del cantautore romano.
Tratta sostanzialmente del tentativo di censurare lo sfogo di rabbia e protesta di un uomo qualunque ("l'uomo che voleva parlare") contro una guerra combattuta probabilmente lontato dai confini nazionali di cui quindi la gente non vuol sentire parlare. Il protagonista della canzone è infatti stufo di stare nella sua "trincea di lusso" e di parlare solo di argomenti futili.
Che tipo d'uomo legge oggi il Vangelo?
(continuer)
envoyé par Gordon Cavalloni 27/3/2006 - 09:41
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La cattiva strada

La cattiva strada
[1975]
Scritta con Francesco De Gregori
Dall'album "Volume 8"

Co-written with Francesco De Gregori
From the album "Volume 8"

Chanson écrite avec Francesco de Gregori
D'après l'album "Volume 8"

Una delle più celebri canzoni di Fabrizio de André che non ci eravamo mai decisi a inserire nonostante la sua prima strofa, e forse anche la terza, abbiano un chiaro valore antimilitarista e, osiamo dire, di diserzione. Ma la diserzione di questa canzone, dal testo oscuro ed elevatamente metaforico come del resto tutti quelli del "Volume 8", è ben più totale. E' la diserzione dal senso comune, dalle azioni imposte dalle convenzioni, dall'agire standardizzato; da qui il suo carattere assolutamente dirompente, che non ha cessato di essere tale da oltre trent'anni. Adesso la inseriamo, e rileggendola, e ricantandocela, non possiamo fare a meno di dirci che avrebbe dovuto essere inserita prima. Ma... (continuer)
Alla parata militare
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 24/1/2006 - 12:17
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Sacco e Vanzetti

anonyme
Sacco e Vanzetti
[ca. 1930]
Da "La musica dell'Altra Italia"
Da una registrazione di Cesare Bermani, Novara, 1963, inf. Camilla Malandra, mondina.
In seguito adattata da E. Sposito e Luciano Della Mea.
Sulla stessa aria di Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio

Incisioni:

- Canti anarchici 3 EP (Giovanna Daffini)
- Canzoniere internazionale: Gli anarchici
- Giovanna Daffini: Amore mio non piangere
- Avanti popolo: Due, tre, molti Vietnam CD (Giovanna Daffini)

Interpretata anche da Francesco de Gregori e Giovanna Marini nell'album "Il fischio del vapore" (2003)
Il ventitrè agosto a Boston in America
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 6/1/2006 - 12:24
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Grecia '67

Grecia '67
[1968]
Scritta da Leoncarlo Settimelli
Dal disco "Ogni giorno in piazza"
(con la collaborazione di Francesco De Gregori e Antonello Venditti
Testo ripreso da
Il Deposito - Canti di lotta

"Il colpo di stato in Grecia e le notizie dei compagni arrestati in seguito al golpe non potevano non suscitare in me ricordi legati ai miei genitori, spediti al confino sotto il fascismo. Immaginai le navi che portavano gli oppositori nelle isole (come del resto fu per Theodorakis) e scrissi una canzone su di un tema musicale che avevo ascoltato da Paolo Castagnino quando, insieme con Arnoldo Foà, aveva rappresentato a Roma lo spettacolo In Grecia la tirannide."

Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 40/41.
E' quasi l'alba, la notte va
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 21/9/2005 - 03:34
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1940

1940
[1973]
Testo e musica di Francesco De Gregori
da "Alice non lo sa"


COMMENTO ED ANALISI di ANTONIO PICCOLO
tratto dal libro "La storia siamo noi"
A causa della pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo alcuni brani dell'analisi di Antonio

1940 nasce dal desiderio di indagare le effettive reazioni della gente comune nella II guerra mondiale, le piccole storie nella grande Storia. De Gregori si addentra in un’epoca molto ben definita, cercando di vivere da dentro l’emotività di chi la vive.

Attraverso un’imbastitura metrica ben definita, con sei strofe di sei versi l’una, l’autore dipinge un paesaggio con delle pennellate brevi e chiare. È questa la particolarità di questa canzone: la sobrietà dei versi, quasi dei “versicoli” ungarettiani per la loro essenzialità, e una chiarezza disarmante, anche nella determinazione temporale. Un’essenzialità che da sé non può bastare:... (continuer)
Mia madre aspetta l'autobus,
(continuer)
6/4/2005 - 23:56
Parcours: Ponts
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Il vestito del violinista

Il vestito del violinista
dal'album "Pezzi" (2005)

I bambini sono quelli di Beslan.

Melodia quasi popolare, arrangiamento da rock acerbo. Il tono con cui De Gregori canta - e le sue voci sembrano venire da lontano - è neutro proprio com'è la sofferenza delle vittime di violenza. Compare in questo racconto tutta l'angoscia dell'era contemporanea; l'immagine di un vestito che vola senza il suo padrone mi ricorda il vestito rosso della bambina di "Shinderl's list", visto prima indosso a lei e poi da solo sopra un carro: sola cosa colorata in mezzo alla pellicola in bianco e nero. Ritorna "la ridondanza delle campane" come "il suono dell campane" dell'omonima canzone, visto come ricordo di tempi migliori e atteso come speranza di tempi migliori (in cui ci saranno "falegnami e filosofi / a fabbricare il futuro").
Perchè dovranno pur finire questi tempi bui.
(Antonio Piccolo)
Era il vestito del violinista che vedevamo sventolare
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 19:04
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Il panorama di Betlemme

Il panorama di Betlemme
dal'album "Pezzi" (2005)

La questione palestinese. Cos'è la mosca? Una pallottola? Il pensiero della morte?
Un uomo ferito alla schiena
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 19:03
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Gambadilegno a Parigi

Gambadilegno a Parigi
da "Pezzi" (2005)

De Gregori all'uscita l'ha presentata dicendo che oggi, l'informazione falsata, ci parla tanto dei morti (quasi sempre soldati e non civili) ma molto poco dei feriti. Gambadilegno è un ferito reduce da una guerra - probabilmente dal Vietnam, ma non lo sa nemmeno lui - che va a Parigi per farsi mettere una protesi. E sogna però di stare ad Atene, quella che immagina come culla della civiltà.

Gambadilegno è, secondo le indicazioni che lo stesso De Gregori ha fornito, un soldato ferito, reduce della guerra di Corea oppure della guerra del Vietnam. Questo soldato non è reduce – come si potrebbe pensare – della seconda guerra mondiale, «per noi troppo remota», dice De Gregori, «né più attuale, perché la sua ferita è rimarginata da tempo» (mentre le guerre di Corea e del Vietnam ci richiamano alla mente guerre più vicine). Quindi ovviamente Gambadilegno... (continuer)
E allora sognò Atene
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 18:58
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Numeri da scaricare

Numeri da scaricare
da "Pezzi" (2005)
Guarda quel treno
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 18:53
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Vento dal nulla

Vento dal nulla
(da "Miramare 19.4.89")

Non sono sicuro che qui la guerra sia il tema principale. E' una proposta.
Passa la tramontana sotto al ponte,
(continuer)
envoyé par andrea 17/12/2004 - 19:19
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Stelutis Alpinis

Stelutis Alpinis
(dall'album "Prendere e lasciare")

STELUTIS ALPINIS
(continuer)
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Sotto una bandiera

Sotto una bandiera
Da "Come state?" (1979).
Testo e musica di Luigi Grechi e Francesco de Gregori. I due fratelli, insomma.
Ho visto un teschio sotto una bandiera
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi
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Saigon

Saigon
Dall'album "Alice non lo sa" (1973).


SAIGON
di Antonio Piccolo

A causa della prossima pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo alcuni brani dell'analisi di Antonio

Una canzone sicuramente politica anche se non lo è in maniera aperta ed inequivocabile. È composta nel 1973: la guerra del Vietnam, iniziata ufficialmente nel’64, ma la cui data di inizio è collocabile anche prima, siavvia alla fine. Il coinvolgimento degli Stati Uniti, che avevano sostenuto economicamente e militarmente il Vietnam del Sud, è un’esperienza ormai conclusa e, per questo, ad Henry Kissinger verrà regalato il Premio Nobel per la pace. Il 30 aprile di due anni dopo Saigon andrà nelle mani dei Nordvietnamiti.

[...]

A Saigon va riconosciuto che rispecchia dei sentimenti e il sogno che una generazione di ragazzi sentiva, che erano diventati una componente fondamentale della sinistra italiana e mondiale.... (continuer)
Donna giovane del Vietnam
(continuer)
envoyé par Luigi
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Sfiorisci bel fiore

Sfiorisci bel fiore
1964
Testo e Musica di Enzo Jannacci

Una delle più belle canzoni del folk italiano. Incisa da Enzo Jannacci e da Gigliola Cinquetti, Mina Mazzini, Pierangelo Bertoli e Francesco De Gregori

Testo e musica di "Sfiorisci bel fiore" sono del solo Enzo Jannacci, almeno stando ai credits del disco nel quale originariamente questo brano comparve per la prima volta, ossia il LP "Enzo Jannacci in teatro" (pubblicato nel 1965 su etichetta Jolly e ristampato nel 1971 su etichetta Joker).
Il brano, nella sua versione originale del 1965, è solo da poco reperibile su supporto CD; per la precisione è contenuto in una peculiare compilation della Warner, uscita nel 2005 ed intitolata "Le più belle canzoni di Enzo Jannacci", contenente solo brani dello Jannacci antecedente al grande successo popolare ottenuto nel 1968 con "Vengo anch'io, no tu no":

Jannacci lo ha poi ricantato - e fatto riarrangiare ex... (continuer)
C'è un fiore di campo che è nato in miniera
(continuer)
envoyé par Piersante Sestini
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Spiro Agnew

Spiro Agnew
Questa è una canzone non pubblicata scritta da Francesco De Gregori e dedicata a Spiro Agnew, (vice-presidente degli Stati Uniti dal 1969 al 1973) come da titolo.



Un brano assolutamente insolito per De Gregori, dove non c’è quasi nulla da spiegare, a parte i nomi ed il contesto storico. È chiaramente una canzone sulla guerra del Vietnam, contro gli Stati Uniti. Infatti, Spiro Theodore Agnew (1918-1996) fu vicepresidente degli Stati Uniti sotto la presidenza di Nixon dal 1969 al 1973, quando si dovette dimettere per evasione fiscale su alcuni contributi elettorali.

C’è un’ironia di base continua, uno scagliarsi contro l’ipocrisia dei valori americani sbandierati al vento e presi senza alcun pudore in giro: libertà, verità, amor di patria etc. Spiro Agnew non è altro che un simbolo, uno dei tanti esemplari, non rappresenta se stesso ma l’intera Casa Bianca, l’“America pulita”

(Antonio Piccolo)
Questa è una canzone dedicata a Spiro Agnew,
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo
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Sangue su sangue

Sangue su sangue
da "Canzoni d'amore" (1992)
E adesso puoi sentirne il respiro sul collo,
(continuer)
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Sento il fischio del vapore

anonyme
Sento il fischio del vapore
Probabilmente ispirato dalla spedizione italiana in Albania del 1914 ed inserito nel clima antimilitarista della Settimana Rossa questo canto ci viene tramandato da Giovanna Daffini, mondina e cantastorie.
Il duro lavoro nelle risaie della pianura Padana produsse solidarietà di classe, coscienza politica ed emancipazione femminile. Molte delle più belle canzoni popolari dell'Italia settentrionale, legate alla quotidianità, alla cronaca, alla vita privata e collettiva, nascono e vengono cantate proprio nelle risaie.
(dalle note alle canzone nel disco "Il fischio del Vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)
Sento il fischio del vapore del mio amore che 'l va via,
(continuer)
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O Venezia

anonyme
O Venezia
Entrata stabilmente nel repertorio delle mondine e in particolare in quello di Giovanna Daffini, questa canzone, cantata su una melodia molto vicina alle arie del melodramma e ricca di echi e suggestioni Verdiane, si riferisce al coraggioso biennio repubblicano (1848-49) di Venezia ribellatasi all'impero austriaco, e alla drammatica repressione con cui gli austriaci annegarono nel sangue l'insurrezione del popolo veneziano.
L'ultima strofa, delicata e misteriosa, di rara intensità poetica, sembra in qualche modo evocare il sogno dell'Unità d'Italia.
(dalle note del libretto del disco "Il Fischio del Vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)

La strofa "traditori signori ufficiali" - spesso inserita anche nell'impianto musicale di "O Gorizia, tu sei maledetta" - fu causa di celebri scandali nei teatri in cui la Daffini, o altri interpreti, la eseguivano coraggiosamente alla presenza dell'alta borghesia e della nobiltà dell'epoca.

O Venezia che sei la più bella
(continuer)
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Rumore di niente

Rumore di niente
(1992)

Dall'album Canzoni d'amore.

ANALISI E COMMENTO di Antonio Piccolo

Antonio Piccolo, diplomato con il massimo dei voti al Liceo Classico "Antonio Genovesi" di Napoli, ha scritto per la maturità un'interessante tesina (poi diventata libro) dove si analizzano i nessi fra l'opera del cantautore Francesco De Gregori e la Storia e, in particolare, i nessi di alcune canzoni della sua opera con alcuni periodi storici.


Contro il neonazismo
di Antonio Piccolo
tratto dal libro "La storia siamo noi"

A causa della pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo alcuni brani dell'analisi di Antonio

Il pericolo della perdita della memoria storica: questo l’argomento di Rumore di niente, che cerca l’aiuto di chi è stato testimone delle tragedie di ieri (“babbo”) per rialimentare la coscienza storica dell’oggi.

[...]

L’io lirico si rivolge ad un tu ignoto, che ci può fare immaginare... (continuer)
L'avevi creduto davvero
(continuer)
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Il feroce monarchico Bava o Inno del sangue

anonyme
Il feroce monarchico Bava <i>o</i> Inno del sangue
Canzone popolare
(1898)

"La sanguinosa repressione dei tumulti milanesi del 1898 valse al generale Bava Beccaris la croce di Grand'ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia. Lo stile aulico del testo lascia intendere come l'anonimo autore fosse di buona cultura borghese e padroneggiasse il linguaggio letterario dell'epoca. Sulla stessa linea melodica fu scritta la Ballata del Pinelli, dopo la misteriosa morte dell'anarchico precipitato da una finestra della Questura di Milano nel corso delle indagini per l'attentato di Piazza Fontana del dicembre 1969"
(dalle note alla canzone nell'album "Il fischio del vapore" di Francesco De Gregori e Giovanna Marini)

Il canto, scritto in seguito ai fatti di Milano e noto col titolo "Il feroce monarchico Bava", viene solitamente classificato fra gli inni socialisti. Esiste però una copia manoscritta, sequestrata all'anarchico Luigi Fabbri durante il... (continuer)
Alle grida strazianti e dolenti
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Centocinquanta stelle

Centocinquanta stelle
[1982]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Lyrics and music by Francesco De Gregori
Album: Titanic

Durante i tre anni che separano questo disco dal precedente, De Gregori aveva elaborato un progetto duplice: da un lato, musicalmente, voleva portare avanti il discorso del recupero della tradizione popolare italiana (accennato in Terra e acqua da Viva l'Italia), mentre per quel che riguarda l'aspetto tematico voleva scrivere un concept album che affrontasse il problema dell'apocalisse, del disastro incombente sull'umanità.

È appunto con questi obiettivi che sviluppa la trilogia del RMS Titanic, la nota nave passeggeri britannica affondata per la collisione con un iceberg il 14 aprile 1912, che nel disco diventa una metafora dell'umanità che, divisa in classi, si dirige verso il disastro; l'idea di adoperare proprio questa metafora era nata nel cantautore dopo la lettura del volume di... (continuer)
Centocinquanta stelle in fila indiana,
(continuer)
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San Lorenzo

San Lorenzo
[1982]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Lyrics and music by Francesco De Gregori
Album: Titanic

Il 19 luglio 1943 Roma viene bombardata per la prima volta dagli alleati: l'attacco è inaspettato perché Roma era stata dichiarata città aperta. La Basilica di San Lorenzo viene dannegiata; Papa Pio XII lascia il Vaticano e visita le vittime.

Per approfondimenti:

* Il bombardamento del 19 luglio 1943
* Roma colpita, Roma brucia! da cronologia.it

«Ma è alle 11,02 minuti che nella città si ode il suono acuto delle sirene, il segnale minaccioso dell’attacco aereo. Molti romani che pure hanno notizia dei tremendi bombardamenti sulle altre città italiane non se ne preoccupano: l’Urbe, la “città santa”non può essere attaccata dal cielo, Roma è patrimonio dell’umanità, a Roma c’è il Papa, anche gli alleati lo sanno. Che Roma sia inviolabile lo crede l’uomo della strada ma lo credono anche... (continuer)
Cadevano le bombe come neve
(continuer)
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Pilota di guerra

Pilota di guerra
[1987]
Testo e musica di Francesco De Gregori
Da "Terra di nessuno"


TERRA DI NESSUNO
di Grasshopper, da DeBaser, recensioni musicali scritte da chi vuole.

Ascoltando questo disco la mia memoria torna al 1987, ad un giovane e già grassoccio obiettore di coscienza, parcheggiato in una biblioteca comunale a scontare 20 mesi di vita da regalare allo Stato, senza aver commesso nessun reato. L'arrivo in biblioteca di una rivista musicale dal titolo che iniziava con "rock" (Rockstar? Rockland? Rock'n roll? Boh, robetta comunque) era attesa con trepidazione un po' da tutti noi, e da me in particolare, ansioso già allora di leggere recensioni, che poi non erano un granché. Una di queste mi dette una vera pugnalata: "Terra di nessuno" di Francesco De Gregori era massacrato senza ritegno, e soprattutto senza nessuna argomentazione, ma solo con una serie di "basta" "è finito" e slogan del genere,... (continuer)
Non per entrare nel merito del motore,
(continuer)




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