די נאַכט
ס'איז קײנער מיט מיר אין דער נאַכט,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/11/2016 - 22:27
Parcours:
Camps d'extermination
Traslitterazione in caratteri latini da Poèmes s'enfuir
(Con diverse correzioni basate sul testo originale)
(Con diverse correzioni basate sul testo originale)
DI NAKHT
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/11/2016 - 22:32
Traduzione italiana di Claudio Canal dal suo Tutti mi chiamano Ziamele: musiche yiddish”, Editrice La Giuntina 1990.
LA NOTTE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/11/2016 - 22:40
Mi dispiace solo di essere riuscito a trovare le foto dei carnefici e non quella di Liuba Lewicka, l'interprete di questo dolente canto...
B.B. 3/11/2016 - 08:37
Forse ho trovato una foto di Liuba Lewicka ma non riesco a contribuirla in formato immagine...
B.B. 3/11/2016 - 13:23
Il testo è stato inserito anche in forma visualizzabile e stampabile; in questo caso però è stata mantenuta, a fianco, anche l'immagine da cui è stato riprodotto. La trascrizione è stata corretta; quella proveniente da Poèmes s'enfuir contiene parecchi errori. L'immagine di Liuba Lewicka è stata inserita immediatamente sopra l'introduzione; è stata riprodotta utilizzando i mezzi informatici più all'avanguardia, vale a dire uno screenshot seguito da un copiaincolla su Paint (!!!). Ha probabilmente ragione chi ci dice che siamo un sito "1.0", però funziona. Salud!
Riccardo Venturi 3/11/2016 - 16:12
Scusa, ma per capire...
Rispetto alla traslitterazione da Poèmes s'enfuir, che poi è identica a quella adottata da Claudio Canal nel suo libro pure citato nell'intro, io nella tua vedo solo due differenze: un "dir" al posto di un "mir" e un "is" al posto di un "iz"...
Non è che voglio pistinare, ma io prima di postarla avevo guardato il vademekum che mi avevi fornito a suo tempo per riconoscere le interpolazioni cruccheggianti, e mi sembrava a posto... E poi tu mi dici che ci sono parecchi errori! Ma allora con 'sto idish non me la kaverò mai!!!
Rispetto alla traslitterazione da Poèmes s'enfuir, che poi è identica a quella adottata da Claudio Canal nel suo libro pure citato nell'intro, io nella tua vedo solo due differenze: un "dir" al posto di un "mir" e un "is" al posto di un "iz"...
Non è che voglio pistinare, ma io prima di postarla avevo guardato il vademekum che mi avevi fornito a suo tempo per riconoscere le interpolazioni cruccheggianti, e mi sembrava a posto... E poi tu mi dici che ci sono parecchi errori! Ma allora con 'sto idish non me la kaverò mai!!!
B.B. 3/11/2016 - 18:43
Per quel che riguarda il nostro Martin Weiss (da non confondersi con il più ancora tristemente noto Martin Gottfried Weiss, comandante nei campi di Dachau, Neuengamme e Majdanek, impiccato nel 1946) potete leggervi quanto a lui dedicato su “Hitler's Death Squads: The Logic of Mass Murder”, un libro di Helmut Langerbein pubblicato negli USA nel 2004. Il capitoletto s'intitola significativamente “The exemplary murderer” e descrive come un normale ragazzino cresciuto in una normale famiglia di Karlsruhe, padre amorevole di tre bambini, amante degli animali e dei cavalli in particolare, un uomo stimato nella propria comunità, a partire dal 1941 si trasformò velocemente in un assassino di massa, prima facendo il suo apprendistato in un Einsatzgruppe, uno squadrone della morte, e fino a diventare il comandante della polizia e dei servizi di sicurezza nazista a Vilnius, uno dei principali responsabili... (continuer)
Bernart Bartleby 3/11/2016 - 22:54
C'è anche un misterioso "vegtn" al posto di "vegn", e per me tre errori del genere in un testo non particolarmente lungo sono già parecchi; ma qui, come è noto, si cozza contro la mia insopportabile pignoleria, che con l'andar degli anni sta diventando ancor più indigeribile. Me ne rendo conto, ma la cosa non era certamente rivolta a te, BB, che hai fatto davvero un ottimo lavoro. Salud!
Riccardo Venturi 3/11/2016 - 23:09
Devo aggiungere che il gigantesco "lavoro" effettuato dai nazisti nella sistematica eliminizione degli ebrei di Vilnius non sarebbe stato possibile senza la stretta collaborazione delle "Ypatingasis būrys", le squadre speciali della polizia lituana (che i polacchi chiamavano semplicemente "Strzelcy Ponarscy", "I fucilatori di Ponary"), composte da una nutrita schiera di volontari provenienti dalla Lietuvos Šaulių Sąjunga, un'organizzazione paramilitare nazionalista, fascista e antisemita.
Ma anche senza ricorrere a polizie e forze paramilitari locali, in tutto l'Est Europa - e fin dai decenni precedenti la seconda guerra mondiale, e anche dopo - furono molto spesso comuni cittadini, i carnefici della porta accanto, a fare a pezzi i loro vicini ebrei, come documenta l'impressionante sequenza fotografica del pogrom di Kaunas, sempre in Lituania, del giugno 1941 realizzata dal fotografo della Wermacht Wilhelm Gunsilius.
Ma anche senza ricorrere a polizie e forze paramilitari locali, in tutto l'Est Europa - e fin dai decenni precedenti la seconda guerra mondiale, e anche dopo - furono molto spesso comuni cittadini, i carnefici della porta accanto, a fare a pezzi i loro vicini ebrei, come documenta l'impressionante sequenza fotografica del pogrom di Kaunas, sempre in Lituania, del giugno 1941 realizzata dal fotografo della Wermacht Wilhelm Gunsilius.
Bernart Bartleby 4/11/2016 - 08:15
La propaganda e la comunicazione più fruibili, in Lituania ("...e la collina delle croci, e quanto s'è patito, e i tedeschi tanto cattivi, e i russi peggio de' tedeschi...") tendono eloquentemente a sorvolare su tutto questo.
Confermo quanto già scritto alcuni mesi fa, con particolare riferimento a quanto segue.
Un viaggio sul Baltico con passaggio in Polonia, compiuto nel 2005, mi ha mostrato una realtà da villan rifatti in cui non si tiene alcun conto della giustizia sociale ed in cui domina su tutto il consumismo più ebete e ridicolo. Pareva fossero chic persino quei cosi statunitensi che consumano quanto una locomotiva e che qui si vedono in qualche rara comparsata pubblicitaria.
In Lituania uscimmo dall'aeroporto di Vilnius per andare in centro con un autobus urbano che scoprimmo affollato di uomini tra i venti ed i quaranta tutti sotto l'effetto dell'eroina.
Tutti, ripeto.
L'hotel... (continuer)
Confermo quanto già scritto alcuni mesi fa, con particolare riferimento a quanto segue.
Un viaggio sul Baltico con passaggio in Polonia, compiuto nel 2005, mi ha mostrato una realtà da villan rifatti in cui non si tiene alcun conto della giustizia sociale ed in cui domina su tutto il consumismo più ebete e ridicolo. Pareva fossero chic persino quei cosi statunitensi che consumano quanto una locomotiva e che qui si vedono in qualche rara comparsata pubblicitaria.
In Lituania uscimmo dall'aeroporto di Vilnius per andare in centro con un autobus urbano che scoprimmo affollato di uomini tra i venti ed i quaranta tutti sotto l'effetto dell'eroina.
Tutti, ripeto.
L'hotel... (continuer)
Io non sto con Oriana 5/11/2016 - 10:06
×
- Confronter avec l'originale
- Confronter avec une autre version
- Chercher Vidéo sur YouTube
- Chansons reliées
[1929]
Una canzone scritta nel 1929 a New York da due immigrati dall'Europa dell'est, ebrei. Si tratta di
Aaron Domnits (versi), proveniente forse dalla Bielorussia, e Mikhl Gelbart (musica), proveniente da Łódź, in Polonia, l'autore di מחנות גײען e di molte altre canzoni yiddish.
Chiedo ovviamente (ed umilmente) aiuto a Riccardo per il testo yiddish, che ho trovato qui ma solo come file d'immagine in formato png.
Propongo poi di seguito una traslitterazione in caratteri latini (anche questa da verificare) e una traduzione francese, trovate sempre alla pagina indicata. La traduzione italiana l'ho trovata invece su “Tutti mi chiamano Ziamele: musiche yiddish” di Claudio Canal
Trovo la canzone interpretata da:
Shoshana Kalisch, nel disco collettivo “We Died in Hell—They Called it Passchendaele” del 1993;
June Tabor (ma credo si tratti di un adattamento in inglese) nel suo... (continuer)