Long before Bob Dylan, the 18’th century Scottish poet and song-writer Robert Burns published an anti-war anthem. Surprisingly modern sounding (video below), the song rejects contemporary war mongering and focuses on the human suffering caused by conflict. However, in order to understand the historical context of the song, we do need an expert. We asked George Mcclellan, a director of the Robert Burns Association of North America, to set the scene.
Historyradio.org: Why was “Ye Jacobites by Name” written”?
Originally to condemn the Jacobite cause. It’s necessary to understand the period following the Reformation when Great Britain became firmly anti-Catholic after years of conflict. There were two periods of Catholic rebellion, The Jacobite risings, or the Jacobite rebellions or the War of the British Succession, 1688 thru 1748, the intent... (continuer)
All'inizio però la canzone proveniente dalla Haute-Bretagne, si chiamava "La lettre de Pelot de Betton " (vedi "l'anthologie de la chanson française" di Marc Robine) e le parole erano tradizionali, mentre la musica fu composta da Simone Morand nel 1930. I Tri Yann hanno accellerato il ritmo e l'hanno riveduta anche nel testo. Questo era comunque quello originale:
LA LETTRE DE PELOT DE BETTON (continuer)
envoyé par Flavio Poltronieri 13/6/2017 - 20:16
Caro Riccardo, della canzone, all'inizio degli anni duemila, ho conosciuto una versione gallo un po' differente, intitolata "Pelo d'Betton".
Concordo con gli interventi di Riccardo Venturi e vorrei aggiungere che una delle più famose canzoni considerate contro la guerra, "La guerra di Piero" di De André, parla di un soldato (chissà se la cantano nelle caserme insieme a "La Ballata dell'eroe"!?), così come parlano di soldati "When Johnny Comes Marching Home" o "Johnny I Hardly Knew Ye". Forse perchè proprio attraverso la voce di chi la guerra l'ha fatta si può riflettere sulla stupidità e la mostruosità della guerra?
E' curioso che questa dei Tri Yann non sia stata inserita nell'orribile "Canzoniere del Coronavirus". Comunque nel "Barzhaz Breizh" de La Villemarqué se ne trova un'altra altrettanto importante scritta nel dialetto della Cornovaglia e dal titolo "Bosenn Elliant" ovvero "La peste d'Elliant". Narra della devastante pandemia che rase al suolo appunto la cittadina di Elliant, uccidendo 7100 persone. Si salvarono una anziana donna di 60 anni e il suo figliolo. Nel cimitero i morti ammassati superavano l'altezza delle mura di cinta e anche la chiesa ne era colma, si dovettero benedire i campi per sotterrarli tutti. Era la stessa peste descritta dal Manzoni ne "I promessi sposi", la seconda delle quattro pandemie (questa compresa) che nei secoli hanno colpito l'umanità. Una leggenda aleggia su questa canzone secondo la quale il giorno del pardon nel borgo di Elliant un giovane mugnaio mentre passava... (continuer)
Tra una settimana a Lille ci sarà il primo degli ultimi 9 concerti dei TRI YANN, all'interno del cosidetto infatti KENAVO TOUR.
Dopo quello epocale del 28 di marzo a Nantes, alla Cité des Congrès, al quale cercherò di assistere, dalla luce si passerà all'ombra, seguiranno solo dei dischi.
Il gruppo compie 50 anni ed è ora, come sentenziava una canzone di Leonard Cohen: Closing Time! Oramai è chiaramente da moltissimo tempo diventato un carrozzone ma la qualità musicale è, "par chance et aussi par vouloir" rimasta salva.
Carissimo Riccardino bello, il mio parere è che questa filastrocca non abbia riferimenti agli annegamenti di massa nella Loira del 20 dicembre 1793...non ho però informazioni alternative certe da offrirti; sarebbe stato interessante conoscere le fonti del tuo informatore francese, come sarebbe interessante conoscere il motivo per cui il gruppo la eseguiva in concerto senza inciderla in studio...comunque i Tri Yann hanno annuciato l'imminente uscita di un CD e di un DVD assieme a Alan STIVELL, CELTIC DANCES e alla BAGAD de LANN BIHOUE, registrati durante la Tournée Saint-Patrick 2016. Inoltre qualche mega direttore "illuminato" della SONY ha contattato loro e Alan Stivell, Gilles Servat, Dan ar Braz, Louis Capart, Cécile Corbel, Clarisse Lavanant, Gwennyn, le Bagad de Lan Bihoué, Raphael, Laurent Voulzy, Jane Birkin, Miossec, Renan Luce proponendo per l'estate a venire un CD sulla Bretagna... (continuer)
Flavio Poltronieri 13/4/2017 - 19:59
Per Riccardo Venturi (informazione stagionata di due anni al tuo quesito):
Ti traduco quanto riferito al proposito dai Tri Yann:
"Vive la Republique, Vive la Liberté" riprende la storia della prima versione di quella che diventerà in seguito la Marsigliese, raccontando quello che fu, nella ricerca della libertà e della giustizia, il desiderio dei Bretoni di ritrovare la propria identità e autonomia sociale nella natia terra di Bretagna.
Riccardo, tra l'altro, una curiosità: in certe parti del testo il brano seguente a questo "A matine à la télé" richiama alcune parole di "Les 7 jours de mai" dei Malicorne, brano d'apertura di "Le Bestiaire" disco tra l'altro, assolutamente assente dal sito, l'ultimo che fecero in ambito folk e in cui come fa intendere chiaramente il titolo la fanno da protagonisti gli Animali con le loro valenze simboliche e la loro magia. Mi sovviene adesso che all'epoca assistetti a un loro concerto a Milano, al Teatro Cristallo, era autunno e appunto presentavano questo disco. Erano in sette, vestiti di bianco, probabilmente per offrire una nuova identità di gruppo e presentarsi tutti allo stesso livello, dei membri originali non erano rimasti che Gabriel e Marie, curioso era che invece vennero accusati di fare setta, in Spagna addirittura in una conferenza stampa un giornalista chiese loro se appartenessero... (continuer)
Riccardo, scusami, (non vorrei sembrarti esageratamente pignolo) ma l'ultima parola di questa canzone è "vermeil" (e non "merveille")? Anche perchè "collo" in francese è un sostantivo maschile e "collo meraviglioso" sarebbe "cou merveilleux" e non "cou merveille" che potrebbe forse essere una licenza poetica ma grammaticamente scorretto. "Collo vermiglio" è quel che cantano i Tri Yann comunque, rimando perfettamente: soleil/vermeil.
Scusate la domanda tecnica: perchè nell'elenco delle canzoni dei Tri Yann non compare "De Nivôse en Frimaire" che invece è stata inserita da Riccardo anni fa come extra e che io ho trovato per puro caso senza che la cercassi? Grazie di soddisfare questo che per me è un mistero...
Flavio Poltronieri 17/5/2017 - 21:50
Perché la canzone era negli extra e non conteneva il link al gruppo (come anche altri due extra dei Tri Yann). Ora ho aggiunto il link e le canzoni compaiono nell'elenco (tra le canzoni collegate)
Historyradio
Long before Bob Dylan, the 18’th century Scottish poet and song-writer Robert Burns published an anti-war anthem. Surprisingly modern sounding (video below), the song rejects contemporary war mongering and focuses on the human suffering caused by conflict. However, in order to understand the historical context of the song, we do need an expert. We asked George Mcclellan, a director of the Robert Burns Association of North America, to set the scene.
Historyradio.org: Why was “Ye Jacobites by Name” written”?
Originally to condemn the Jacobite cause. It’s necessary to understand the period following the Reformation when Great Britain became firmly anti-Catholic after years of conflict. There were two periods of Catholic rebellion, The Jacobite risings, or the Jacobite rebellions or the War of the British Succession, 1688 thru 1748, the intent... (continuer)