La Lili Marleen dei Baustelle non è una cover della famosissima canzone, ma il riferimento alla guerra, nel testo, è palese. Si parla di Parigi, città occupata dalle SS e negli ultimi anni presa di mira dallo Stato islamico. Si parla di Allah e di Dio, di kalashnikov e kamikaze. Si cita David Bowie: pensando a Heroes, con l’immagine del muro di Berlino sullo sfondo, il riferimento appare tuttaltro che casuale. E poi Joseph Kosma, Jacques Prevert (il primo ha messo in musica alcune poesie del secondo), Michel Houellebecq (scrittore accusato prima di “islamofobia” e poi di essere un simpatizzante dell’Islam) e il poeta Guillaume Apollinaire.
Per questo motivo inserisco qui "Charlie fa surf" dei Baustelle.
La canzone è ispirata a Charlie Don't Surf, opera di Maurizio Cattelan, nella quale è rappresentato un bambino con le mani inchiodate al banco di scuola con le matite (a sua volta ispirato ad un dialogo del film Apocalypse Now, che aveva ispirato anche un brano dei Clash Charlie Don't Surf).
Francesco Bianconi, frontman dei Baustelle, ha spiegato che il testo ha due chiavi di lettura. La prima è quella che traspare chiaramente: si tratta di un canto rock and roll di ribellione adolescenziale con riferimenti ai Ramones (la mazza da baseball di Beat on the Brat) in cui il linguaggio gergale e diretto è volutamente provocatorio.
La seconda lettura è una condanna dei ragazzi d'oggi, i quali, per sentirsi diversi, non fanno che identificarsi in certe tipologie di musica e modi di essere con il risultato di diventare comunque omologati.... (continuer)
[2013]
Scritta da Francesco Bianconi.
Nell’album intitolato “Fantasma”
Bene, come già Per un’estinzione umana eco-sostenibile dei Laghetto, ecco un’altra canzone che mi trova entusiasticamente d’accordo... Non c’è altra soluzione.
Contro di me (continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 8/2/2014 - 21:04
Direi che in calce ci stanno bene questi bellissimi versi di Luigi Di Ruscio (magnifica figura di poeta operaio e autodidatta, 1930-2011). Da Nazione Indiana.
con la fine degli umani i grattacieli
si copriranno improvvisamente di licheni spumosi
gli asfalti inizieranno fioriture
che richiameranno gli insetti più luminosi
nessun gatto
rischierà di venire castrato
e nell’universo rimarrà lo splendente ricordo
di essersi visto con l’occhio umano
[2013]
Scritta da Francesco Bianconi e Diego Palazzo.
Nell’album intitolato “Fantasma”.
“Māyā” è un termine sanscrito ampiamente utilizzato in diverse accezioni nelle dottrine filosofiche e religiose indiane. Letteralmente vuol dire “creazione” ma, specie nel pensiero occidentale, ha assunto il significato di “illusione” grazie soprattutto a Schopenhauer ed al suo concetto del “velo di Maya” (in “Die Welt als Wille und Vorstellung”, “Il mondo come volontà e rappresentazione”, del 1819), quello che impedirebbe all’uomo di vedere la realtà e di liberare il proprio spirito…
“Maya colpisce ancora” fa inoltre inevitabilmente riferimento alla presunta profezia apocalittica contenuta in una qualche iscrizione su di un qualche tempio dell’antica civiltà mesoamericana: saremmo dovuti scomparire tutti il 21 dicembre 2012 o giù di lì (e forse sarebbe stato un bene…) ma, per fortuna, la fine del mondo ancora una volta non è arrivata…
Chanson italienne – Il liberismo ha i giorni contati – Baustelle – 2008
Texte de Francesco Bianconi
Musique de Francesco Bianconi et Carlo Ubaldo Rossi.
Album “Amen”
[2010]
Album “I mistici dell'Occidente”, in omaggio a Elémire Zolla (1926-2002), filosofo e storico delle religioni che nel 1963 scrisse un saggio sul misticismo così intitolato.
[2010]
Album “I mistici dell'Occidente”, in omaggio a Elémire Zolla (1926-2002), filosofo e storico delle religioni che nel 1963 scrisse un saggio sul misticismo così intitolato.
Il mio amore è muto e parla solo coi corvi (continuer)
Lo so che non parla proprio di guerra, ma c’è qualcosa che gira in questa canzone e che non lascia in pace la nostra coscienza narcotizzata dalla tv, e la guerra - quella vera delle bombe e delle mine - è comunque sempre sullo sfondo della guerra personale di una ragazza che si butta “fuori” dalla società e che perde la sua battaglia.
Chanson italienne - La guerra è finita - Baustelle – 2005
Je le sais qu'elle ne parle pas vraiment de guerre, mais il y a quelque chose qui tourne dans cette chanson et qui ne laisse pas tranquille notre conscience narcotisée par la TV et la guerre - la vraie des bombes et des mines – elle se passe toujours de toute façon sur le fond de la guerre personnelle d'une fille qui se jette « hors » de la société et qui perd sa bataille.
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Oh, dit Lucien l'âne, quel triste destin que celui de cette gamine de seize ans... qui s'en va finir sa vie avant même de l'avoir vécue... je dis ça, moi qui vit depuis tant et tant d'années... Cela dit, je ne peux absolument pas rejoindre le commentaire introductif quand il dit qu'elle – la chanson – ne parle pas vraiment de la guerre. C'est inexact. D'abord, elle n'arrête pas d'en parler à chaque strophe... de la guerre avec ses mines et ses bombes...... (continuer)
Chanson italienne – Spaghetti Western – Baustelle – 2008
Ça commence tôt dans la vie ces comportements, dit Lucien l'âne. Tout petit déjà, l'humain est initié à ces brutalités imbéciles. "C'est mi le plus grand ! C'est moi le plus fort !" Nous les ânes, comme tous les animaux, on en sait quelque chose. Il y a comme un malin plaisir à nous harceler, à nous faire subir mille avanies (et framboises...), à nous frapper, à nous torturer... Les humains, il faudrait les éduquer. Et c'est d'ailleurs, il me semble, ce que tentent de faire ici les chansons contre la guerre... J'ajouterais : et contre la bêtise. Comme le faisait Jacques Brel dans son Air de la Bêtise, ou Victor Hugo dans « Bêtise de la guerre »
Oui, dit Marco Valdo M.I., chansons contre la guerre et la bêtise... Pourquoi pas ? Quant au Western spaghetti, car par chez nous, on dit Western spaghetti, ce fut un grand moment de cinéma... (continuer)
Testo di Eros Ramazzotti, Francesco Bianconi e Kaballà
Musica di Eros Ramazzotti, Claudio Guidetti e Gary Kemp