Er zagrifizzio d'Abbramo
[16 Gennaio 1833]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Giuseppe Gioacchino Belli
Musica / Music / Musique / Sävel:
Ardecore
Album: 996 – Le canzoni di G.G. Belli vol. 1
Diceva Orazio Ridentem dicere verum: quid vetat? / Dire la verità scherzando: che cosa lo proibisce? Già, ma quando si mettono in discussione o si fa ironia sui cardini del potere costituito la reazione da secoli non lascia scampo. Nella fattispecie il cardine è costituito dal “sacro”. Decostruire il sacro significa mettere in crisi le ideologie basate sulla separatezza, sulla distanza tra cielo e terra. L’ebraismo, il cristianesimo e l’islam con posture e misure diverse non lo consentono.
Siamo all’intreccio tra miti ed amministrazione del sacro. Roba per un serial di dimensioni appunto bibliche, coraniche e talmudiche, che potrebbe titolarsi “Archeologia per un massacro”: botteghino garantito.
[Riccardo Gullotta]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Giuseppe Gioacchino Belli
Musica / Music / Musique / Sävel:
Ardecore
Album: 996 – Le canzoni di G.G. Belli vol. 1
Diceva Orazio Ridentem dicere verum: quid vetat? / Dire la verità scherzando: che cosa lo proibisce? Già, ma quando si mettono in discussione o si fa ironia sui cardini del potere costituito la reazione da secoli non lascia scampo. Nella fattispecie il cardine è costituito dal “sacro”. Decostruire il sacro significa mettere in crisi le ideologie basate sulla separatezza, sulla distanza tra cielo e terra. L’ebraismo, il cristianesimo e l’islam con posture e misure diverse non lo consentono.
Siamo all’intreccio tra miti ed amministrazione del sacro. Roba per un serial di dimensioni appunto bibliche, coraniche e talmudiche, che potrebbe titolarsi “Archeologia per un massacro”: botteghino garantito.
[Riccardo Gullotta]
La Bibbia, ch'è una spece d'un'istoria, (continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 11/1/2023 - 23:54
Parcours:
Antiwar Anticléricale
The Kriegie Ballad
[1943?]
Parole di Robert Garioch (1909-1981), poeta e traduttore scozzese
Sulla melodia di non so quale delle tante versioni di Botany Bay, ballata tradizionale sui trasporti nelle colonie penali australiane.
Testo trovato sull'ineguagliabile Mudcat Café
Robert Garioch era già un promettente giovane letterato, laureato nella natale Edimburgo, quando nel 1941 venne reclutato come telegrafista nella British Army e spedito in Africa. Catturato dai tedeschi nel novembre dell'anno seguente, si fece quel che restava della guerra come prigioniero in Italia. Qui da noi imparò la lingua e anche diversi dialetti e divenne un grande estimatore di Giuseppe Gioacchino Belli, la sua dichiarata maggiore influenza letteraria, insieme al poeta scozzese settecentesco Robert Fergusson.
A Brindisi e Vetralla (Viterbo), che Garioch cita nella sua "Ballata della (Crucca) Guerra", sorgevano due dei tanti campi di prigionia presenti sul territorio italiano.
Parole di Robert Garioch (1909-1981), poeta e traduttore scozzese
Sulla melodia di non so quale delle tante versioni di Botany Bay, ballata tradizionale sui trasporti nelle colonie penali australiane.
Testo trovato sull'ineguagliabile Mudcat Café
Robert Garioch era già un promettente giovane letterato, laureato nella natale Edimburgo, quando nel 1941 venne reclutato come telegrafista nella British Army e spedito in Africa. Catturato dai tedeschi nel novembre dell'anno seguente, si fece quel che restava della guerra come prigioniero in Italia. Qui da noi imparò la lingua e anche diversi dialetti e divenne un grande estimatore di Giuseppe Gioacchino Belli, la sua dichiarata maggiore influenza letteraria, insieme al poeta scozzese settecentesco Robert Fergusson.
A Brindisi e Vetralla (Viterbo), che Garioch cita nella sua "Ballata della (Crucca) Guerra", sorgevano due dei tanti campi di prigionia presenti sul territorio italiano.
Yes this is the place we were took Sir,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/2/2018 - 23:52
Parcours:
Des prisons du monde
Le risate der Papa
[1834]
Versi del grande poeta romano dai “Sonetti romaneschi”.
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. Belli”.
“Un sonetto estremamente caustico. Originariamente era dedicato a Papa Gregorio XVI, considerato dal Belli la radice di molti dei malcostumi morali, sociali e politici che avevano reso la sua Roma stalla e chiavica der monno. A questo Papa furono dedicati moltissimi sonetti, e fu uno dei protagonisti più importanti dell'intero canzoniere. Tanto che quando morì, Belli disse di lui: "A Papa Gregorio je volevo bene perché me dava er gusto de potenne dì male". Oggi, attualizzando il discorso, mi pare che il senso del sonetto sia ancora estremamente valido, e che la canzone possa essere dedicata a tutti quei potenti che un po' troppo spesso si fanno vedere in televisione con ghigni o grasse risate sulla faccia.Vi viene in mente qualcuno in particolare?” (Adriano Bono)
Versi del grande poeta romano dai “Sonetti romaneschi”.
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. Belli”.
“Un sonetto estremamente caustico. Originariamente era dedicato a Papa Gregorio XVI, considerato dal Belli la radice di molti dei malcostumi morali, sociali e politici che avevano reso la sua Roma stalla e chiavica der monno. A questo Papa furono dedicati moltissimi sonetti, e fu uno dei protagonisti più importanti dell'intero canzoniere. Tanto che quando morì, Belli disse di lui: "A Papa Gregorio je volevo bene perché me dava er gusto de potenne dì male". Oggi, attualizzando il discorso, mi pare che il senso del sonetto sia ancora estremamente valido, e che la canzone possa essere dedicata a tutti quei potenti che un po' troppo spesso si fanno vedere in televisione con ghigni o grasse risate sulla faccia.Vi viene in mente qualcuno in particolare?” (Adriano Bono)
Er Papa ride? Male, amico! È sseggno
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart 30/10/2013 - 14:31
Parcours:
Antiwar Anticléricale
La bbona mojje
[1834]
Versi del grande poeta romano dai “Sonetti romaneschi”.
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. Belli”.
“La madre di una povera famiglia che non riesce a pagare l'affitto si rivolge al marito mentre si accinge ad andare dal padrone di casa per ottenere una dilazione o una proroga di pagamento, magari anche portandosi dietro la figlia minore per impietosirlo, e si raccomanda affinchè l'uomo mantenga la calma in caso di rifiuto della richiesta, di non aggredirlo come fece l'ultima volta, rischiando di finire in carcere e lasciando la famiglia senza sostegno. Miseria e disperazione, dignità e rassegnazione, rabbia e fatalismo, pane quotidiano della plebe di tutte le epoche.” (Adriano Bono)
Versi del grande poeta romano dai “Sonetti romaneschi”.
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. Belli”.
“La madre di una povera famiglia che non riesce a pagare l'affitto si rivolge al marito mentre si accinge ad andare dal padrone di casa per ottenere una dilazione o una proroga di pagamento, magari anche portandosi dietro la figlia minore per impietosirlo, e si raccomanda affinchè l'uomo mantenga la calma in caso di rifiuto della richiesta, di non aggredirlo come fece l'ultima volta, rischiando di finire in carcere e lasciando la famiglia senza sostegno. Miseria e disperazione, dignità e rassegnazione, rabbia e fatalismo, pane quotidiano della plebe di tutte le epoche.” (Adriano Bono)
Bbe’, ssò (1) ccontenta, sí: vva’, Ssarvatore:
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart 30/10/2013 - 13:54
Li soprani der Monno vecchio
[1832]
Versi del grande poeta romano – che qui si firmava “Pepp’er tosto” - dai “Sonetti romaneschi”.
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. Belli”.
“«Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo», uno dei versi più noti di Belli. Ancora oggi capace di sintetizzare in undici sillabe il rapporto tra l'autorità, i potenti - da una parte - e i sudditi, il popolo - dall'altra.” (Adriano Bono)
Versi del grande poeta romano – che qui si firmava “Pepp’er tosto” - dai “Sonetti romaneschi”.
Musica di Adriano Bono, dallo spettacolo “Adriano Bono e La Banda De Piazza Montanara”, da cui è stato tratto anche un disco intitolato “996 vol.1 – I Sonetti romaneschi di G. G. Belli”.
“«Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo», uno dei versi più noti di Belli. Ancora oggi capace di sintetizzare in undici sillabe il rapporto tra l'autorità, i potenti - da una parte - e i sudditi, il popolo - dall'altra.” (Adriano Bono)
C’era una vorta un Re (1) cche ddar palazzo
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart 30/10/2013 - 12:34
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Musicata da Stefano Palladini