Tutti i temi cari all'ispirazione di Graziani sono qui presenti e rielaborati con originalità, dalla riflessione sul duro lavoro, nella splendida La canzone dei marinai - già inserita nell'ultimo disco di Colapesce Dimartino
Hai visto il mare stanotte com'è bello? (continuer)
Ve la racconto tutta, com'è andata. Per uno di quei mille, insondabili motivi, per i quali il ricordo di una canzone ci irrompe nella mente, qualche giorno fa aveva incominciato a girarmi per la testa "Lugano Addio" di Ivan Graziani. L'avevo tanto amata, quella canzone, proprio in quegli anni nei quali facevo il sindacalista della scuola, e, ricordo, andavo su e giù per la mia provincia di Como, e un giorno ero alle prese con i professori e i bidelli venuti dai vari sud, e un altro, magari, ero su in montagna, con le maestre "laghere".
Ne ho conosciute tante, di maestre laghere, naturalmente non parlo di quelle democristiane. Magari con il marito alla Falck, e il padre che aveva combattuto nella brigata Garibaldi sulla Berlinghera, e magari con il cugino che sapeva tutti i sentieri della Svizzera, percorsi con la bricolla in spalla. Erano tanto diversi,... (continuer)
Le scarpe da tennis bianche e blu (continuer)
envoyé par Gian Piero Testa 25/1/2012 - 21:17
Perchè alla fine dice Marta mia addio, forse perchè muore? O perchè si lasciano...
Anche a me è venuta in mente all'improvviso, questa mattina nel letto, appeno dopo aver sognato mio padre, morto un anno fa, di questi tempi terribili che smarriscono la presenza e il ricordo di intere generazioni. Non so bene il motivo inconscio e la voglia improvvisa che mi è venuta di ricordarla e di riascoltarla; forse proprio la memoria dei padri che il testo contiene ed il sogno irripetibile di un affetto che ti stringe la mano e ti sorride dal luogo di sogno di una irripetibile giovinezza.
L'ho cercata anch'io mentre pensavo a mio padre, scomparso un mese fa... Babbo mio addio, ti ricordo così, il suo sorriso e i suoi capelli fermi come il lago.
[2004]
Album: "Firenze-Lugano No Stop"
Testo e musica: Ivan Graziani
Prodotto da Phil Palmer - Batteria: Tommy Graziani - Basso: Diego Fabbri - Hammond e tastiere: Simone Bertolotti - Chitarre elettriche: Ivan Graziani - Chitarre acustiche: Filippo Graziani
1995
Una splendida rock ballad che racconta la storia magica di un lupo e di un bracconiere, una vicenda sovrannaturale di quelle che si narrano davanti al camino nelle fredde sere d'inverno e si tramandano con i contorni sfumati della leggenda (il brano inizia infatti con il bellissimo verso: "Ti racconterò, uomo del futuro, di una montagna e di una grande magia... forse anche tu la racconterai...").
Un grosso lupo dal pelo grigio ha la propria tana su un altissimo picco nevoso, tanto alto da arrivare al cielo, e lì vive con i suoi cuccioli. Un bracconiere gli dà la caccia, ne segue le tracce sottovento e si apposta nei pressi della... (continuer)
Splendido inedito apparso sulla raccolta Firenze-Lugano no-stop. L'ho apprezzato dopo un pò di ascolti. La cosa incredibile delle canzoni di Ivan è il fatto che riescono a comunicare sempre emozioni uniche. In brani onirici come questo Ivan è assolutamente impareggiabile...UNICO
dall'album "Bandabertè" del 1979 il primo album della cantante ad ottenere un grosso riscontro commerciale
Testo di Attilio De Rosa
Musica di Ivan Graziani
[1977]
Dall'album omonimo
Testo e musica di Ivan Graziani
Proseguendo (con lentezza) nella ristrutturazione totale delle pagine delle "CCG primitive", ci si imbatte continuamente in capolavori dimenticati, come questa canzone. Una pagina vuota, soltanto il testo e una data. Una canzone di trent'anni fa, la storia di un superstite dell'ARMIR, e della guerra di Spagna, che "torna a respirare" quando "spezza il suo fucile". Ivan Graziani. Chi se ne ricorda adesso; forse a malapena "Lugano addio" o "Firenze canzone triste". Un cantautore morto di serie B. Chissà, forse paga l'ermetismo di certi suoi testi, o il non essersi peritato neppure di andare a cantare a Sanremo. Vorremmo rendergli l'omaggio che merita con queste poche parole, ma sicuramente non ci riusciremmo mai. Gli abbiamo riservato una traduzione. E magari diciamo anche che, davanti a questa canzone, ovunque si trovino, Vladimir Vysotskij, uno che di lupi se ne intendeva, gli offre un bicchiere di qualcosa. [RV]
En avançant (lentement) dans la restructuration totale des pages des « CCG primitives », on se heurte continuellement à des chefs-d’œuvre oubliés, comme cette chanson. Une page vide, seulement le texte et une date. Une chanson d'il y a trente ans, l'histoire d'un survivant de l'ARMIR (Armée italienne en Russie), et de la guerre d'Espagne, qui « recommence à respirer » lorsque « il a brisé son fusil ». Ivan Graziani. Qui s'en souvient maintenant ; peut-être à peine « Lugano addio » ou « Firenze canzone triste ». Un auteur-compositeur mort de série B. Peut-être, peut-être paye-t-il l'hermétisme de certains ses textes, ou ne pas s'être trahi jusqu'à aller chanter à Sanremo. Nous voudrions lui rendre l'hommage qu'il mérite avec ces quelques mots, mais nous n'y réussirions sûrement jamais. Nous lui avons réservé une traduction. Et peut-être disons... (continuer)
C'è un errore nella parte di presentazione. Ivan Graziani è andato ben due volte al Festival di Sanremo. La prima nel 1985 con "Franca ti amo" e nel 1994 con "Maledette malelingue"...
Dopo che ho letto il romanzo di Eugenio Corti, Il cavallo rosso, ho avuto l'impressione che Ivan si fosse in parte ispirato a un episodio di quel romanzo. Qualcuno ne sa qualcosa?
Un'altra cosa, senza polemica: penso che non sia corretto dire che Ivan sia stato un cantautore di serie B. Lo amiamo ancora in molti e molti ragazzi lo riscoprono ancora oggi.
Oltretutto i suoi testi non sono assolutamente ermetici: le sue sono storie molto chiare, e ciascuna potrebbe essere la sceneggiatura di uno splendido film. Basta ascoltarle e leggere i testi.
Caro Stefano, nell'introduzione c'è scritto che Graziani è generalmente considerato un cantautore di serie B o minore, ma naturalmente noi siamo d'accordo con te: è invece un cantautore tra i più bravi a scrivere testi interessanti, oltre ad essere stato un musicista più dotato di tanti illustri colleghi.
Sono d'accordo con Leti e Stefano Sgad, Ivan è stato il più grande cantastorie tra i cantautori italiani (e non sono d'accordo con RV sull'ermetismo dei testi, che sono in genere molto comprensibili). "I lupi" sono un racconto per quadri del secolo breve italiano, almeno fino ai primi anni del secondo dopoguerra.
L'episodio della signora che chiede al reduce dalla Russia se ha visto suo figlio si ritrova molto simile nel libro di Eugenio Corti. Però il libro di Corti esce nel 1983, "I lupi" esce nel 1977. Può darsi che tutti e due si siano ispirati allo stesso episodio. Oppure Ivan conobbe Corti che gli raccontò l'episodio (Corti effettivamente fu un reduce dalla campagna di Russia, e probabilmente quell'episodio è autobiografico). Oppure Ivan lo lesse in qualche altro scritto di Corti. Corti cominciò a scrivere "Il cavallo rosso" nel 1972, anche a partire da materiale precedente (ad esempio... (continuer)
Scusate, ho conosciuto questa canzone dopo la morte di Ivan, grazie a una delle tante raccolte postume.
Il testo mi ha sempre incuriosito ed inquietato, perché a parte i chiari riferimenti storici (le aggressioni nazifasciste di Spagna e Russia) il personaggio narrante non pare prendere le distanze da quei fatti, se non nel finale, quando spezza il fucile e ricomincia a respirare.
Prendiamo ad esempio i versi:
Sette anni militare
per la patria vilipesa
ed io lì ho presi sì di sputi
e non ero peggio degli altri degli altri
Io qui ci leggo un certo orgoglio revanscista, non certo una critica e una presa di distanza dai fatti a cui ha partecipato.
E messa insieme a questa, come non pensare che l'immagine dei "lupi con gli occhi rossi da assassini vomitati dalla montagna" possa riferirsi ai partigiani vittoriosi dell'aprile '45?
Ma poi ci sono le strofe dolenti in cui il protagonista... (continuer)
Ivan Graziani nasceva ieri, nell'anno della Liberazione, e moriva a capodanno del 1997...
Non mi lancio in interpretazioni di questa ermetica canzone ma, secondo me, è una canzone contro la guerra...
Ieri ho sognato un giardino (continuer)
envoyé par Alessandro 7/10/2009 - 22:15
CREDO SIA L'ARTISTA CHE PIù HA LASCIATO UN SEGNO NEL MIO CUORE DI MUSICISTA LA POESIA LA DOLCEZZA E L'ESTRO CREATIVO SENZA PASSARE PER SOLE CUORE E AMORE SUONANDO IL ROCK....
questo era ivan,in assoluto il numero uno sotto ogni punto di vista,ancora stiamo a parlare di liga e vasco.....tramandate ai vostri figli queste perle,ve ne saranno grati....ciao ivan
Certamente artisti come Ivan non c'è ne saranno più.......io lo scoperto tardi ma da quando ascolto le sue canzoni veramente le sento nel cuore grazie Ivan
il testo è molto interessante e bellissimo fuori dai
soliti schemi,io interpreto questa canzone come un inno alla pace, solo illusione ? ricordo bellissimo in quel
di Sulmona dove ascoltai questo brano proprio durante
le esercitazioni sulla collina come militare ........
una struggente emozione e un nodo alla gola ogni volta che
la riascolta grazie ivan eccezionale e inimitabile med48
Chanson italienne – Fuoco sulla collina – Ivan Graziani – 1979
Ivan Graziani est né hier, l'année de la Libération, et est mort le jour de l'an de 1997…
Je ne me lancerai pas dans des interprétations de cette hermétique chanson mais, selon moi, c'est une chanson contre la guerre…
Ho ascoltato la canzone per la prima volta qualche giorno fa,
è molto bella sia nel testo che nella melodia.
Ho l'impressione che il testo tratti del DPTS. il disturbo post traumatico da stress che colpisce chi è stato in guerra e può provocare anche allucinazioni.
x i giovani di oggi : ragazzi se volete ascoltare della musica VERA andate indietro e vi accorgerete che oggi il panorama è veramente di una tristezza infinita, direi inascoltabile e penosa credetemi.ARTISTI come IVAN GRAZIANI NON CE NE SONO PIù credetemi. Ivan ha lsciato VERAMENTE un segno indelebile nel rock italiano. GRAZIE IVAN
Giulio
Chanson italienne - Digos Boogie – Ivan Graziani – 1981
Le mot DIGOS est un acronyme pour les services spéciaux de la Police d'État italienne, dont la dénomination complète est : Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali – Division des enquêtes générales et des opérations spéciales. C'est cette police qui surveille également le territoire, les étrangers... Elle encadre et réprime les manifestations, infiltre les groupes et les mouvements politiques, révolutionnaires ou plus généralement de protestation. Elle s'occupe également des groupes d' « ultras », groupes de supporteurs de football.
C'est elle aussi qui est chargée de certaines opérations politiques et d'interventions discrètes mais musclées. Bref, c'est une police politique, c'est la police d'État par excellence.
Ah, dit Marco Valdo M.I., mon ami Lucien l'âne, voici juste une petite note à propos de la chanson et de... (continuer)
La trappola ha chiuso i denti sulla zampa di una volpe bianca (continuer)
è la stupidità della guerra che trapela dalla descrizione drammatica dei due corpi a terra affamati, stremati dal vento, dilaniati nell'animo...alla ricerca forse semplicemente di cibo,della volpe,o forse della pace...della morte...la volpe bianca fugge così come la storia fa il suo corso, indifferente delle vite piegate nel disperato, illusorio, vano tentativo di impadronirsi della stessa... potere, danaro, petrolio che sia nulla basterà a sanare il dolore per due vite stroncate...nulla...
graziani modellava sulle sue melodie immagini che difficilmente si riesce a dimenticare...aveva il potere di far vivere le sue canzoni...di far vivere le storie che cantava e così che in un istante mi sono ritrovata in guerra affamata,stanca,moribonda,per poi essere la volpe bianca ferita ma libera e infine una donna straziata che piange scalpita urla:LIBERTA' LIBERTA'...il lupo è fuggito, fuggito lontano e forse non ritornerà mai...un'utopia...GRAZIE IVAN
[1989]
Testo e musica di Ivan Graziani
Lyrics and music by Ivan Graziani
Album: Segni d'amore
L'amore impossibile eppur vivo, fra una Sposa Bambina in "una terra ancora straniera" e "un ragazzo di guerra della sua stessa patria ma non della sua stessa terra"...
[2007/08]
(Giromini)
Album: 2076: Il ritorno di Kristo [Apuamater Cyberfolk] - Brano 9
K. and the New Partizans diventano famosi in tutto
il mondo e si ritrovano per l'ultima data a questo
grande happening dove si incontrano tutti i gruppi
Cyberfolk e i relativi proseliti. Da qui l'annuncio
dell'occupazione della Radio Vaticana.
La canzone è liberamente tratta da "Al festival slow folk di B Milano" di Ivan Graziani.
2076: La "cattiva novella" di Davide Giromini & ko.
di Riccardo Venturi
L'anno è il 2076.
Curiose, le storie ambientate nel futuro; quando, negli anni '70, leggevo magari qualche racconto di fantascienza ambientato nel 2008, o anche ben prima, mi sembrava tanto lontano ma avevo comunque coscienza che ci sarei stato; nel 2076, invece, è assai improbabile che sia ancora vivo. Dovrei avere centotredici anni; certo, tutto è possibile.
Nel 2076 comincia la storia... (continuer)
In una paleoindustria di forchette (continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 28/8/2008 - 17:37
"Al festival slow folk di B-Milano" di Ivan Graziani, canzone cui "Al festival Cyberfolk di Roma 7" è liberamente ispirata. La canzone è del 1978 ed è tratta dall'album "Pigro".
Al festival Slow-Folk di Bi-Milano il complesso rock nostalgico di "trapple" meccanico marcava lentamente le note di "Love me tender". Ed Uncinoide latrò: "C’è una fabbrichetta amore, nascosta in mezzo ai fiori" Ma qualcuno disse: "Io sono un vero nostalgico". Zampa Di Velluto gelò gli spettatori con il suo pezzo forte "Lieta Sosta" poi seguirono in fila "Ferma Scarpa" e "Blocca Stalla". Ma nessuno capì niente e la musica ruggiva sempre più forte. (continuer)
[1972]
Graziani-Pagani
Album: Megalopolis [Chapitre II]
Il testo è stato trascritto all'ascolto.
"Un discorso del tutto a parte meriterebbe Megalopolis, innovativa opera pop, romanzo sonoro e soprattutto visione incredibilmente profetica della degenerazione del nostro sistema di vita ipertecnologico, ma rimandiamo, per ragioni di spazio, al futuro l’occasione di parlare di un materiale così complesso...
Dirò solo che incredibilmente l’apocalisse che conclude Megalopolis inizia con una panne elettrica che precipita nel black-out generalizzato l’intera Europa (anzi gli stati uniti d’Europa, come li chiama lui nel lontano ’72!)... scrivo queste righe a nemmeno venti ore di distanza dal grande black-out che ha lasciato al buio l’Italia per, in media, una decina di ore..."
Alessio Lega, A - Rivista Anarchica Online, n° 295, dicembre 2003.
Per gli amici
Tutti i temi cari all'ispirazione di Graziani sono qui presenti e rielaborati con originalità, dalla riflessione sul duro lavoro, nella splendida La canzone dei marinai - già inserita nell'ultimo disco di Colapesce Dimartino