[1943]
Parole di Leo Strauss
Musica di Alexander Steinbrecher
La città del Come Se qui descritta è Theresienstadt, nella Cecoslovacchia occupata, dove i nazisti a partire dal 1940 ammassarono fino a 50.000 ebrei tedeschi austriaci e cechi e che presentarono al mondo come un ghetto modello mentre non si trattava d’altro che di un campo di concentramento e di passaggio verso le camere a gas ed i forni crematori di Auschwitz.
“Conosco una piccola città, una città davvero carina. Non vi dirò il suo nome, la chiamerò la città di Come Se… Là c’è un caffè, Come Se fosse un caffè europeo dove si suona musica e ci si sente proprio Come Se… Là la gente soffre un duro destino Come Se non fosse poi così duro, e parla di un futuro migliore Come Se ci fosse un domani…”
Di Leo Strauss (1897-1944) non si conosce molto. Come per molti artisti ebrei che ebbero la sventura di soccombere... (continuer)
Ich kenn ein kleines Städchen, Ein Städchen ganz tip top, (continuer)
(“Ersatz” nella quinta strofa indica il surrogato di caffè fatto con cereali tostati; “Moishe Potz” credo invece si tratti di espressione spregiativa, sempre in yiddish)
Chanson langue de allemande – Als Ob - Leo Strauss - 1943
Paroles de Leo Strauss
Musique d'Alexander Steinbrecher
La ville du « Comme si » ici décrite est Theresienstadt, en Tchécoslovaquie occupée, où les nazis à partir de 1940 amassèrent jusqu'à 50.000 Juuifs allemands, autrichiens et tchèques et qu'ils présentèrent au monde comme un ghetto modèle alors qu'il ne s'agissait pas d'autre chose que d'un camp de concentration et de passage vers les chambres à gaz et les fours crématoires d'Auschwitz.
De Leo Strauss (1897-1944) on ne sait pas grand chose. Comme pour beaucoup d'artistes juifs qui eurent la malchance de succomber à l'Holocauste, même l’œuvre de Leo Strauss est en grande partie perdue.
Fils du compositeur d'opérette viennoise Oskar Strauss, Leo était musicien, auteur de musiques et livrets pour le cabaret.
Arrêté par les nazis avec sa femme Myra, tous deux furent internés à... (continuer)
Un inno alla vita, all’arte e alla speranza scritto fra le mura del ghetto di Theresienstadt.
Frieda Rosenthal – ebrea polacca ma berlinese di adozione – in questa sua canzone ringraziava Leo Strauss, talentuoso librettista e musicista che fu tra le colonne della vitale produzione artistica nel ghetto, perché attraverso il cabaret lei e tanti altri prigionieri potevano per un momento scordare la fame ed il duro lavoro di tutti i giorni e sopravvivere grazie al ricordo dei bei tempi andati e alla speranza, mai abbandonata nonostante tutto, che quella felicità potesse un giorno ritornare…
Nell’ottobre del 1944 Frieda Rosenthal, Leo Strauss e tantissimi altri vennero caricati sulle tradotte e trasferiti ad Auschwitz, dove vennero uccisi.
[1944]
Parole di Leo Strauss (1897–1944), librettista e musicista viennese, ebreo, rinchiuso prima a Theresienstadt e poi deportato ed eliminato ad Auschwitz.
Musica di Otto Skutečky (1907-1944), compositore probabilmente ceco del quale non so altro oltre che la data di nascita e quella – inequivocabile – di morte.
Una canzone molto simile nel tema a Ich weiss bestimmt, ich werd dich wiedersehen! di Adolf Strauss: il ricordo e la nostalgia dei giorni di amore e di sole - qui trascorsi al Prater di Vienna, uno dei parchi pubblici più grandi e famosi d’Europa e del mondo – bruscamente interrotti dalla deportazione e dalla separazione, lei spedita in qualche campo all’Est (forse Oświęcim/Auschwitz), lui rinchiuso a Theresienstadt… “Ma i sogni non conoscono ostacoli, ti giurai quando ti dissi addio: ci rivedremo ogni giorno ricordando il luogo e i giorni in cui la felicità un tempo ci venne incontro.” …
Parole di Leo Strauss
Musica di Alexander Steinbrecher
La città del Come Se qui descritta è Theresienstadt, nella Cecoslovacchia occupata, dove i nazisti a partire dal 1940 ammassarono fino a 50.000 ebrei tedeschi austriaci e cechi e che presentarono al mondo come un ghetto modello mentre non si trattava d’altro che di un campo di concentramento e di passaggio verso le camere a gas ed i forni crematori di Auschwitz.
“Conosco una piccola città, una città davvero carina. Non vi dirò il suo nome, la chiamerò la città di Come Se… Là c’è un caffè, Come Se fosse un caffè europeo dove si suona musica e ci si sente proprio Come Se… Là la gente soffre un duro destino Come Se non fosse poi così duro, e parla di un futuro migliore Come Se ci fosse un domani…”
Di Leo Strauss (1897-1944) non si conosce molto. Come per molti artisti ebrei che ebbero la sventura di soccombere... (continuer)