[1209?]
Parole di Guilhem Augier Novella
Su di una melodia attribuita a Giraut de Bornelh, attivo tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e morto probabilmente nel 1220, il “maestro dei trovatori” indicato anche da Dante come uno dei massimi poeti provenzali.
La canzone racconta di fatti avvenuti nel 1209, ma potrebbe essere stata scritta diversi anni dopo quando Novella si trovava già esule in Italia, accolto alla corte dell'imperatore Federico II.
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Questa non è un’invettiva, un “sirventès”, ma un’orazione funebre, un “planh” in morte di Raimond-Roger Trencavel, un importante signore della Linguadoca (visconte di Albi, di Béziers e di Carcassonne, fra le altre) che fu tra le prime vittime... (continuer)
Le canzoni trobadoriche che ho postato nei giorni scorsi le ho attribuite alla lingua occitana, pensando che la voce contenesse anche l'antico occitano... Ora scopro che c'è anche il provenzale antico (fino al 1500), voce che credo più specifica, per cui mi sembra sia meglio attribuirle così... Che dite?
(Bartleby)
Sí, effettivamente penso che sia meglio attribuirle al provenzale antico se sono anteriori a una certa data. Anche se un occitano di oggi ci tirerebbe il collo: in una delle mie grammatiche occitane guai a parlare di "provenzale" antico e moderno, esiste soltanto l'occitano nelle sue varie fasi. La cosa ha una sua ragion d'essere, comunque; a noi non salterebbe mai di dire "italiano antico" per Dante, anche se lo è. [RV]
Uno che non sa queste cose ha due soluzioni: o lo chiede a qualcuno che le sa, oppure fa come vuole. La seconda soluzione, per me, è sempre raccomandabile. Se poi mi accorgo di certe cose magari le correggo e cerco di spiegarle, ma rispetto chiunque si fa un mazzo (come te) e lo invito a non preoccuparsi troppo di questioni che sono in sottordine rispetto alle canzoni e ai testi. Per mettere la "lingua giusta" c'è sempre tempo, e comunque -almeno in gran parte- le "suddivisioni" tra i vari linguaggi sono costruzioni teoriche recenti (spesso di persone che in quei linguaggi non saprebbero chiedere nemmeno del cesso). Ne ho conosciuti di persona di simili teorici, sovente palloni gonfiati che scrivevano gran libri pieni di emerite cazzate. Io sono convinto che i "francoprovenzali" non lo sapevano nemmeno di parlare il "francoprovenzale" fino a pochi anni fa...parlavano semplicemente la lingua dei loro antenati. Saluti!
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Un “sirventès” in cui la tragedia dei catari è ormai solo sullo sfondo, il che fa supporre che sia stato composto dopo la “pace” di Meaux-Paris con cui (ma solo formalmente) si concluse la crociata contro gli albigesi. Quel trattato vide anche sancire un compromesso tra il vincitore, il re di Francia Luigi IX (figlio del Luigi che aveva condotto l’ultima fase della crociata e dell’occupazione della Linguadoca) e lo sconfitto, il conte di Tolosa Raimondo VII (citato nell’ultima strofa, figlio del Raimondo che era riuscito per anni a tenere testa ai crociati): quest’ultimo dovette cedere molti territori alla chiesa e divenire vassallo del re.
“Ricordati, prode conte di Tolosa, quel... (continuer)
Parole di Guilhem Augier Novella
Su di una melodia attribuita a Giraut de Bornelh, attivo tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e morto probabilmente nel 1220, il “maestro dei trovatori” indicato anche da Dante come uno dei massimi poeti provenzali.
La canzone racconta di fatti avvenuti nel 1209, ma potrebbe essere stata scritta diversi anni dopo quando Novella si trovava già esule in Italia, accolto alla corte dell'imperatore Federico II.
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Questa non è un’invettiva, un “sirventès”, ma un’orazione funebre, un “planh” in morte di Raimond-Roger Trencavel, un importante signore della Linguadoca (visconte di Albi, di Béziers e di Carcassonne, fra le altre) che fu tra le prime vittime... (continuer)