Δικτατορία
Απ' τη δικτατορία του προφανούς
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envoyé par Riccardo Venturi / Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 17/11/2011 - 17:19
Parcours:
La Grèce des colonels, 1967-1974
Il mio Babiniotis non mi aiuta molto. Riporta solo γδάρτης, nel senso, che anche tu riferisci, di "scorticatore di animali", e per estensione di "sfruttatore implacabile del prossimo", al quale appunto "leva la pelle". Non riporta uno γδαρτός. Per questo, se fosse toccato a me di tradurre - con gli strumenti a mia disposizione - avrei inteso γδάρτους come equivalente di γδάρτες, per un arbitrario scambio di declinazione, non infrequente, peraltro. E avrei tradotto "gli sfruttatori", piuttosto che gli sfruttati, o, come tu scrivi "i poveracci".
Vorrà dire che se il Monti non mi fa troppo lo γδάρτης, e per Natale non mi spella della Santa Tredicesima, acquisterò un nuovo dizionario, che magari tu avrai la bontà di suggerirmi.
E visto che ho parlato del nuovo Amministratore Delegato (il Governo oggi offriva mutrie da Consiglio d'Amministrazione; e quasi rimpiangevo i nani e le ballerine... (continuer)
Vorrà dire che se il Monti non mi fa troppo lo γδάρτης, e per Natale non mi spella della Santa Tredicesima, acquisterò un nuovo dizionario, che magari tu avrai la bontà di suggerirmi.
E visto che ho parlato del nuovo Amministratore Delegato (il Governo oggi offriva mutrie da Consiglio d'Amministrazione; e quasi rimpiangevo i nani e le ballerine... (continuer)
Gian Piero Testa 17/11/2011 - 18:51
Se devo suggerirti un dizionario, fatti portare il Λεξικό της κοινής Νεοελληνικής edito dall'Ινστιτούτο Νεοελληνικών Σπουδών di Atene. Oltre ad essere una guida sicura su ogni parola del neogreco (e quando dico "ogni", dico "ogni"), lo puoi usare anche per difenderti dai malintenzionati dato che è una vera e propria arma letale, un bulldozer di sette chili che, quando lo uso, mi tocca metterlo sul tavolo dove mangio perché su quello da lavoro non mi ci sta. Chiaramente Monti permettendo: costa una cifra immonda, e io lo ebbi a prezzo assai di favore facendomelo portare da Cipro. Se però vuoi farti un regalo, prenditelo perché senza non si fa. Comunque anche lui non ha traccia di eteroclisie di γδάρτης: al plurale ha le varianti γδάρτες e γδαρτάδες, cosa comune per quel tipo di sostantivi, ma di γδάρτοι / γδάρτους non v'è traccia (come ad esempio in μάστορας / μαστόροι e altri). Reitero il... (continuer)
Riccardo Venturi 21/11/2011 - 02:14
Grazie, Riccardo, del suggerimento. Sto vedendo di come farmelo inviare, il poderoso. Ma vediamo se parliamo della stessa opera, perché tu collochi ad Atene l'Istituto di Studi Neogreci, mentre a me, digitando lo stesso nome, se ne apre uno dell'Università Aristotele di Salonicco, intitolato a Triandafillidis - la cui Grammatica è consultabile on line - che ha in catalogo, oltre a molte altre opere allettanti per mattacchioni come noi, (v. http://ins.web.auth.gr/cat/index.html) un Lexikò tis kinìs Neoellinikìs ed. 2009 dal prezzo assolutamente non terrificante, per un dizionario, di euri 69 più IVA (che là si dice F.P.A). Se sono la stessa cosa, il passo successivo è il più difficile, perché il sito non indica come acquistare dal catalogo: c'è un indirizzo e-mail e, attraverso quello cercherò di sapere. Poi ci saranno le spese di spedizione che, se l'opera è ponderosa come dici, quelle sì... (continuer)
Gian Piero Testa 21/11/2011 - 11:23
Sì, Gian Piero, stiamo parlando proprio della stessa opera; ero io che, ieri sera, mi ero sbagliato "spostando" arbitrariamente l'Ινστιτούτο da Salonicco a Atene. Comunque sia non vorrei dirti, ma se un giorno ti deciderai a venire a Firenze te le faccio vedere io le opere allettanti per mattacchioni: a casa mia. L'hai mai vista ad esempio la Grammaire du grec moderne di Hubert Pernot, edizione originale del 1921? Io cellò, trovata su una bancarella vicino alla stazione di Lille-Flandres. O The Modern Greek Language di Peter Mackridge, edito da Oxford nel 1982: un'opera che, letteralmente, oltre a descriverlo nelle sue minuzie veramente racconta il greco moderno come se fosse un romanzo (e la sua storia lo è, un romanzo, a mio avviso). Questo è un libro che devi avere, assolutamente; 'un c'è cristi!
Riccardo Venturi 21/11/2011 - 12:03
Verrò prima o poi a vedere la tua Wunderkammer (si scrive così?). Però io ho un ΛΕΞΙΚΟΝ ΕΛΛΗΝΟ-ΓΑΛΛΙΚΟΝ ΤΗΣ ΤΣΕΠΗΣ DI Κ.Α. ΧΑΡΑΚΤΙΔΗΣ, ΕΚΔΟΤΙΚΟΣ ΟΙΚΟΣ "ΑΣΤΗΡ" ΑΛ. Ε. ΠΑΠΑΔΗΜΙΤΡΙΟΥ, ΛΙΚΟΘΡΓΟΥ, 10 - ΑΘΗΝΑΙ, 1957: un tascabile utilissimo, che quando viaggio metto in valigia con il rasoio da barba. Ha una lingua semi katharévousa, che mi consente un certo bon ton in determinate circostanze, come ad esempio quella di scrivere tra poco all' Ινστιτούτο per vedere di farmi mandare il lessicone definitivo. Fu molto più facile procurarmi il tascabile, trovato a far niente a casa della mia amica Maria, che lavorava a Grenoble: lo vidi, me lo misi in tasca (non per niente è un tascabile) e il giorno dopo le confessai il furto.
Gian Piero Testa 21/11/2011 - 14:58
Scusate se mi inserisco, sicuramente vi è già noto, ma volevo segnalare, a beneficio di tutti i "mattacchioni" del neogreco, anche questo sito che consente la consultazione in linea (on line) :
greek-language.gr
Inoltre vorrei segnalare, finalmente, la traduzione di Zorba il greco direttamente dal testo originale in greco di Kazantzakis, ultima fatica di Mr. Nicola Crocetti, dell'omonima casa editrice.
Vs.
greek-language.gr
Inoltre vorrei segnalare, finalmente, la traduzione di Zorba il greco direttamente dal testo originale in greco di Kazantzakis, ultima fatica di Mr. Nicola Crocetti, dell'omonima casa editrice.
Vs.
Per Raf. Il sito indicato è certo utile, e proviene proprio da quell' "Institouto" che ha prodotto il lessico greco "fine di mondo". Ma è anche vero che, dovendo noi sovente tradurre da testi che troviamo qua e là, perché non abbiamo sempre, nelle nostre casupole, tutta la letteratura della terra, ci capita di dovere ammattire solo perché al volonteroso che ha postato per primo è sfuggito un errore di battitura. Fino a pochi minuti fa ho bestemmiato su un testo di Varnalis che usava la parola "μαλινχέρια, introvabile nei miei dizionari e neppure in internet: poi, lavorandoci con calma e dando agio all'intuizione, ho capito che si trattava di μανλιχέρια, cioè dei Manlicher, i fucili di cui si fece grande, e certo esagerato uso già nelle guerre che precedettero il primo conflitto mondiale: il nostro famoso 91 era un Manlicher-Carcano, risalente chiaramente al 1891, come la arcinota pistola... (continuer)
Gian Piero Testa 22/11/2011 - 00:03
Anche in margine a questa canzone si potrebbero fare parecchie riflessioni sulla televisione, direi...cercando un po' su stixoi mi sono fra l'altro accorto che di canzoni che hanno a che fare con la televisione ce ne sono parecchie. Escludendo quella dove è nominata in canzonette d'amore, adolescenziali et similia, critiche feroci (alla tv in generale e alla tv greca in particolare) ce ne sono parecchie; ora, però, decine di migliaia di persone in piazza perché la ERT è stata chiusa de decretu. La cosa, sì, dovrebbe far riflettere molto. La tv pubblica è quella cosa che può, anzi deve essere macellata a parole (e anche a canzoni) quando c'è e finché c'è; quando però un Samaras qualsiasi la spegne, tutti in piazza; anche chi la disprezzava fino al giorno prima.
Riccardo Venturi 15/6/2013 - 11:08
Deutsche Übersetzung von Lipsia
stixoi, 04.06.2012
stixoi, 04.06.2012
DIKTATUR
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envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 22/4/2014 - 18:10
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Στίχοι: Λάκης Λαζόπουλος
Μουσική: Θάνος Μικρούτσικος
Πρώτη εκτέλεση: Δημήτρης Μητροπάνος & Λάκης Λαζόπουλος & Θάνος Μικρούτσικος ( Τερτσέτο )
Testo: Lakis Lazopoulos
Musica: Thanos Mikroutsikos
Primi interpreti: Dimitris Mitropanos / Lakis Lazopoulos / Thanos Mikroutsikos ( Terzetto )
Lyrics: Lakis Lazopoulos
Music: Thanos Mikroutsikos
First performed by: Dimitris Mitropanos / Lakis Lazopoulos / Thanos Mikroutsikos ( Terzetto )
Album: Ψάξε στ'΄όνειρό μας (1997)
("Cerca nel nostro sogno"
"Look into our dream")
Dunque, riassumiamo: questa canzone parla di una dittatura che c'era trent'anni prima e che è stata sostituita dalla dittatura della televisione. Perlomeno, trent'anni prima, la televisione era assieme alla dittatura, la aiutava, durante i colpi di stato una delle prime cose che facevano era occupare la TV; ora non ce n'è bisogno. E' anzi la TV che occupa... (continuer)