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Le roi
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Il tema de "le roi de cons" torna in una canzone che Brassens non registrò mai e che ha visto la luce su iniziativa di Bruno Granier e Claude Duguet (che firma la musica) nel disco omaggio a Brassens intitolato "Sauf le respect que l'on vous doit…"
LE CAUCHEMAR
Sa majesté n'avait pas l'air d'un Cypriote
D'un Belge, un Suisse, un Écossais,
Mais tout bonnement hélas! d'un de nos compatriotes,
Dans mon rêve le roi des cons était Français.
Quand un olibrius portait une couronne,
Tous en choeur on applaudissait,
Nous les fiers descendants de général Cambronne,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Et tous comme un seul homme, on courait à l'embauche
Dès qu'un botteur de culs passait,
Tendant les miches à droite, tendant les miches à gauche,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Dupont, Durant, Dubois, Duval, Dupuis, Duchêne,
A nos fusils la fleur poussait,
Toujours... (continuer)
LE CAUCHEMAR
Sa majesté n'avait pas l'air d'un Cypriote
D'un Belge, un Suisse, un Écossais,
Mais tout bonnement hélas! d'un de nos compatriotes,
Dans mon rêve le roi des cons était Français.
Quand un olibrius portait une couronne,
Tous en choeur on applaudissait,
Nous les fiers descendants de général Cambronne,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Et tous comme un seul homme, on courait à l'embauche
Dès qu'un botteur de culs passait,
Tendant les miches à droite, tendant les miches à gauche,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Dupont, Durant, Dubois, Duval, Dupuis, Duchêne,
A nos fusils la fleur poussait,
Toujours... (continuer)
Bernart Bartleby 14/10/2015 - 11:24
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Les quatre bacheliers
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La vicenda di questa canzone è autobiografica e riporta a un episodio del Brassens liceale (aveva circa 17 anni), avvenuto nella città natale di Sète (che allora si chiamava ancora Cette, da cui le prese in giro che non fosse una città, ma un pronome dimostrativo, e che i suoi abitanti si chiamassero ces). La « banda dei senza vergogna », come la chiama Salvo Lo Galbo nella sua traduzione, era appunto una gang di liceali che aveva trovato questo simpatico modo per avere qualche soldino in più in tasca : rubare in casa i gioielli e l'oro di famiglia per andare a rivenderseli e farsi un po' belli con le bimbe del paese. Nella gang c'era anche Brassens. La cosa fu scoperta e, in una cittadina di provincia francese degli anni '30, non fu presa alla leggera. I ragazzi furono arrestati, portati fuori dalla caserma della Gendarmeria in manette e accolti da una folla che reclamava punizioni esemplari,... (continuer)
Riccardo Venturi 13/10/2015 - 17:54
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Don Juan
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Une version québecoise des Vigoureux acochymes... Très jazzy...
Lucien Lane
Lucien Lane
Lucien Lane 12/10/2015 - 18:39
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Georges Brassens: Philistins
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La traduzione integrale della poesia di Jean Richepin (1876)
Di Riccardo Venturi, 12 ottobre 2015
Due parole del traduttore. Jean Richepin, come scrisse René Fallet, "aveva una gran barba e fu accademico di Francia". Dopo la regolare gioventù da poeta romantico arrabbiato, nell'età matura assunse il "ventre rond" che tanto odiava da giovanotto, e un buon posto tra gli Immortali (addirittura col n° 2 dell'epoca); onore a Brassens che sapeva scovare autenticamente delle perle anche in personaggi improbabili. Da notare, e molti lo avranno sicuramente già notato, che la poesia originale di Richepin termina con una strofa che ci suona parecchio familiare: le "rose che nascono dalla merda" (propriamente, nell'originale francese: "da uno stronzo"). Sono, i pratica, i fiori che nascono dal letame di Via del Campo di De André. Insomma, ci sarebbe da sospettare una derivazione diretta, visti i legami di De André con Brassens. Tanto più che nel Recitativo del medesimo De André si nominano pizzicagnoli e notai...
Di Riccardo Venturi, 12 ottobre 2015
Due parole del traduttore. Jean Richepin, come scrisse René Fallet, "aveva una gran barba e fu accademico di Francia". Dopo la regolare gioventù da poeta romantico arrabbiato, nell'età matura assunse il "ventre rond" che tanto odiava da giovanotto, e un buon posto tra gli Immortali (addirittura col n° 2 dell'epoca); onore a Brassens che sapeva scovare autenticamente delle perle anche in personaggi improbabili. Da notare, e molti lo avranno sicuramente già notato, che la poesia originale di Richepin termina con una strofa che ci suona parecchio familiare: le "rose che nascono dalla merda" (propriamente, nell'originale francese: "da uno stronzo"). Sono, i pratica, i fiori che nascono dal letame di Via del Campo di De André. Insomma, ci sarebbe da sospettare una derivazione diretta, visti i legami di De André con Brassens. Tanto più che nel Recitativo del medesimo De André si nominano pizzicagnoli e notai...
CANZONE DELLE CAMPANE A BATTESIMO
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12/10/2015 - 14:07
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Georges Brassens: Les passantes
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Buongiorno, sono capitato in questo sito circa due giorni fa perché cercavo notizie (solo per mio interesse personale) sulla canzone "Amara terra mia" di Modugno. Ero rimasto sorpreso di constatare che altri avevano lo stesso mio interesse per questa canzone. Ho creduto quindi di lasciare un mio modesto contributo a quella conversazione.
A distanza di due giorni mi sono imbattuto di nuovo in questo sito cercando la canzone "Les passantes" del grande Georges Brassens (tradotta in "Le passanti" dal grande Fabrizio De André). Me ne ero già occupato, di questa e di altre canzoni di Brassens, nel 1999 quando in occasione della morte del mio concittadino Fabrizio feci, in suo ricordo, uno dei miei primi siti usando esclusivamente il linguaggio html (all'epoca non esistevano ancora o erano poco conosciuti i CMS (Content Management System), il cui indirizzo è il seguente: http://deandre.altervista.org/... (continuer)
A distanza di due giorni mi sono imbattuto di nuovo in questo sito cercando la canzone "Les passantes" del grande Georges Brassens (tradotta in "Le passanti" dal grande Fabrizio De André). Me ne ero già occupato, di questa e di altre canzoni di Brassens, nel 1999 quando in occasione della morte del mio concittadino Fabrizio feci, in suo ricordo, uno dei miei primi siti usando esclusivamente il linguaggio html (all'epoca non esistevano ancora o erano poco conosciuti i CMS (Content Management System), il cui indirizzo è il seguente: http://deandre.altervista.org/... (continuer)
gaetano rizza (libri-narrativa.it) 11/10/2015 - 15:04
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Georges Brassens: Supplique pour être enterré à la plage de Sète
Traduzione portoghese di Jorge Stolfi, professore d’informatica all’Università di Campinas, São Paulo, Brasile.
![Georges Brassens: Supplique pour être enterré à la plage de Sète](img/thumb/c5477_130x140.jpeg?1328530824)
SÚPLICA PARA SER ENTERRADO NA PRAIA DE SÈTE
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envoyé par Bernart Bartleby 6/10/2015 - 08:46
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Chanson pour l'auvergnat
![Chanson pour l'auvergnat](img/upl/mini_jacek_w_wildze.jpg)
BALLADA DLA OBYWATELA MIASTECZKA P.
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envoyé par Krzysiek Wrona 6/7/2015 - 18:01
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Ballade des gens qui sont nés quelque part
![Ballade des gens qui sont nés quelque part](img/thumb/c177_130x140.jpeg?1333401866)
LA CANZON DE QUEI NATI DE QUALCHE PARTE
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envoyé par Benni 5/5/2015 - 02:20
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La légende de la nonne
![La légende de la nonne](img/thumb/c44637_130x140.jpeg?1368906759)
LA LEGGENDA DELLA MONACA
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envoyé par gianni murru 27/2/2015 - 22:03
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Georges Brassens: Trompe la Mort
![Georges Brassens: Trompe la Mort](img/thumb/c39271_130x140.jpeg?1328536731)
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
INGANNA LA MORTE
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15/1/2015 - 23:31
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Le temps ne fait rien à l'affaire
![Le temps ne fait rien à l'affaire](img/thumb/c44710_130x140.jpeg?1369483796)
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
IL TEMPO NON C'ENTRA NIENTE
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13/1/2015 - 22:58
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Georges Brassens: Tempête dans un bénitier
![Georges Brassens: Tempête dans un bénitier](img/thumb/c44877_130x140.jpeg?1371504995)
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
TEMPESTA IN UN'ACQUASANTIERA
(continuer)
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13/1/2015 - 22:48
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Mourir pour des idées
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
MORIRE PER DELLE IDEE
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12/1/2015 - 22:29
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Parole e musica di Georges Brassens
Nel suo quinto album, comunemente identificato con il titolo della canzone d’apertura, “Oncle Archibald”
E’ per via della fame e della miseria che un poveraccio è finito sulla strada del crimine e, dopo poco, in prigione. Tutti i “comuni mortali” avrebbero goduto a vederlo appeso sulla forca, per poi magari farsi dei bei pendagli portafortuna con la corda del cappio… Ma, dopo un secolo di galera, ecco che il nostro ha espiato la sua condanna e, ormai vecchio e malfermo sulle gambe, non può far altro che tornare sui suoi passi, nelle stesse strade dove ebbe inizio la sua disavventura terrena. E non si aspetta nulla, anzi, intimorito, occhi bassi, rasente ai muri, s’immagina che la gente lo scansi o lo prenda a calci… E invece, “Ehilà, sei tornato finalmente? Quasi non ti si aspettava più! Come stai?”… Il poveraccio, rinfrancato e commosso, scoppia... (continuer)