Manca la versione in italiano molto bella di Alberto Patrucco. Se vi interessa posso riportare il testo!
Colgo l'occasione per complimentarmi con voi per questo splendido sito!! Lo adoro e lo consulto spessissimo
Paola 19/9/2013 - 10:54
Ciao Paola, certo che ci interessa, e ci interessano anche le altre traduzioni di Alberto delle canzoni presenti in raccolta. Se ci puoi mandare il testo ci farai molto piacere.
De l'origine de La Mauvaise Réputation et de La Mauvaise Herbe...
Tous ceux qui connaissent les chansons de Brassens savent son penchant antimilitariste et piur tout dire, antiautoritaire ou autrement dit, libertaire. Mais l'entendre dire par lui est encore une autre histoire.... que voici :
[1961]
Testo e musica: Georges Brassens
Paroles et musique: Georges Brassens
Album: Les trompettes de la renommée
Le temps ne fait rien à l'affaire
Chanson française – Georges Brassens – 1961
Ah, mon cher ami Lucien l'âne, tu me vois tout réjoui et je pense même que toi aussi tu vas te réjouir de la canzone que je te propose à l'instant et dont par ailleurs, je m'étonne qu'elle ne fut pas déjà dans les Chansons contre la Guerre, où Tonton Georges a naturellement sa place. Ne crois cependant pas que je dis naturellement, comme ça. Sans trop savoir de quoi je cause... Comme qui dirait que tout le monde dit... Naturellement, qui signifierait quelque chose comme évidemment... Je te concède volontiers qu'il est tout aussi évident que naturel que Brassens figure au Panthéon de la chanson... et pas seulement, « contre la guerre ». De la chanson, tout court. De la chanson de tous les temps,... (continuer)
[1956]
Testo: Poesia di Victor Hugo
Paroles: Poème de Victor Hugo
Album: Je me suis fait tout petit
La Légende de la Nonne
Chanson française – Georges Brassens – 1956
Donc, voilà, j'avais promis à Ventu, Bernart et aux autres amis de leur offrir – en extra ou pas, cette Légende de la Nonne... Je disais ainsi (j'en profite pour corriger mes petites fautes de frappe...):
Quelle magnifique traduction de notre ami Ventu !
Que nous aurait-il fallu de plus ?
Il y a ajouté un commentaire de haute volée
Comment dire notre joie inégalée
Je m'en vais lui tresser des lauriers
Car un âne ne pourrait l'embrasser
Et lui offrir en premier à lui
Puis à Bernart et à tous les amis
La Légende de la Nonne
Et cette vengeanc divine qui tonne
Que Tonton Georges, le bon homme
Reprit du Père Hugo, en somme.
Cordial
Lucien Lane
La voici donc, cette chanson qui – une fois qu'on l'a entendue,... (continuer)
[1964]
Parole e musica di Georges Brassens, dal suo decimo album conosciuto come “Les Copains d'abord” (dal titolo della canzone che lo apre) pubblicato nel 1964.
beh, quando trovo un filone cerco di scandagliarlo fino al suo esaurimento... E' per questo che sono diventato ricco, lassù nel Klondike, tanti e tanti anni fa...
Comunque qui ho capito che è meglio avere una accesso/eccesso brassensiano che non uno maicolgecsoniano, n'est-ce pas?
... e ti dirò, Lorenzo, che ce n'è ancora una che vorrei proporre, ma nemmeno negli Extra, proprio tra le CCG... E' quella, bellirrima, che inizia così:
"J´ai tout oublié des campagnes
D´Austerlitz et de Waterloo
D´Italie, de Prusse et d´Espagne
De Pontoise et de Landernau
Jamais de la vie
On ne l´oubliera
La première fille
Qu´on a pris dans ses bras..."
Osa pure, ma ci vuole una bella spiegazione esauriente perche' qualcuno in Analyse Brassens scrive (credo giustamente)
D'Austerlitz et de Waterloo: "Evidemment GB parle des ses conquêtes féminines, autant de ses victoires que de ses défaites , d'où l'association aux batailles."
Già, ho letto, grazie. Allora soprassiedo, perchè mi pare che l'interpretazione della prima strofa sia davvero più "intima". Oltretutto non mi pare che ci siano state grandi campagne militari a Pontoise et de Landerneau, sicchè pare proprio che Brassens alluda tanto alle sue importanti conquiste e disfatte in amore, quanto alle donne amate en passant...
Da notare anche che Brassens cita "Landerneau" anche in un'altra canzone: A l'ombre du cœur de ma mie. Non deve stupire: Landerneau è una cittadina bretone, nel circondario di Brest, e Brassens era letteralmente innamorato della Bretagna (tanto da averci comprato una casa e da aver cominciato a imparare la lingua bretone). Inoltre, nella lingua francese, Landerneau fa parte di un paio di famosi modi dire. "Cela va faire du bruit dans Landerneau" (da Brassens "rifatto" in "grand branle-bas dans Landerneau" nel testo della canzone succitata) significa che un dato avvenimento ha suscitato grande scalpore a livello locale, ristretto (sembra che l'espressione sia derivata dai concerti di pentole, coperchi eccetera che la gente andava a fare sotto le finestre di una vedova che si era risposata troppo presto; quello che, in francese, si chiama "tintamarre"). Per esteso, "Landerneau" significa qualcosa... (continuer)
Versi di Jean Richepin (1849-1926), poeta, scrittore e drammaturgo francese, lo stesso de Les oiseaux de passage
Il titolo originale della poesia è “Chanson des cloches de baptême”, dalla raccolta “La Chanson des gueux”.
Adattamento del testo e musica di Georges Brassens, nel suo quinto album conosciuto come “Oncle Archibald” (dal titolo della canzone che lo apre) pubblicato nel 1957.
Philistins, épiciers (continuer)
envoyé par Bernart 15/5/2013 - 15:49
Il testo originale della poesia di Jean Richepin.
[1954]
Nel terzo album pubblicato in Francia da Brassens, comunemente noto col titolo della canzone d’apertura, “Les Sabots d'Hélène”
Interpretata anche da Juliette Gréco
Propongo questa canzone come Extra, per sintonia con Il Pescatore di Fabrizio De André di cui, mi pare, condivida in qualche modo il tema. Ma forse potrebbe anche essere accolta tout court come una CCG, visto che, pur senza avere lo stesso accento antimilitarista, è sicuramente assimilabile a La mauvaise réputation e visto anche che, nell’interpretazione più comunemente accettata, il francese originario dell’Alvernia protagonista della prima strofa fu un certo Marcel Planche che diede rifugio a Brassens quando, durante la guerra, dovette nascondersi per evitare il “service du travail obligatoire” imposto dagli occupanti nazisti e dai collaborazionisti di Vichy.
[1966]
Testo e musica: Georges Brassens
Paroles et musique: Georges Brassens
Nell’album “Supplique pour être enterré à la plage de Sète”
La guerra della sordida ed abietta umanità contro la Natura…
E poi chi glielo ha detto ai preti che gli alberi uccisi dagli uomini non vanno in Paradiso?
Il vivait en dehors des chemins forestiers, (continuer)
Eheheheh! :-PP E mi fa un piacere doppio, caro anonimo/a, sia per la cosa in sé, sia per la r4. E non credo nemmeno che siamo gli unici ad aver fatto questa cosa, credo che non pochi che si son trovati vicini alla "ville qui s'appelait comme un pronom démonstratif" (quando Brassens vi era nato, si chiamava ancora "Cette"...) ci siano andati a fare un giro proprio a causa di Brassens e della sua canzone. E dico anche che, se qualcuno o qualcosa mi costringesse a buttare via tutte le traduzioni e trasposizioni che ho fatto in questo sito o altrove, tranne una sola, sceglierei questa.
Concernant la photo de la plage de Sète, je voudrais juste rectifier le numéro départemental de l'Hérault qui est le 34.
Le département portant le numéro 30 est le département voisin du Gard.
Ulotne
Les Passantes
(7 : Mourir pour des idées)
Słowa: Antoine Pol
Muzyka: Georges Brassens
Tłumaczenie: Tomasz Misiewicz
(Drobne wskazówki i opracowanie na gitarę: Sylwek Szweda 19.07.2012)
In stixoi.info trovo 11 testi di Kostas Ouranìs, di cui sette musicati ed eseguiti. I titoli dei sette sono i seguenti (seguiti dal nome del compositore e dall'interprete):
Αν νοσταλγώ: Δημήτρης Μητσοτάκης, Ενδελέχεια
Εμπρός ν΄ ανοίξουμε πανιά: Δημήτρης Παπαδημητρίου, Φωτεινή Δάρρα
Θα πεθάνω ένα πένθιμο του φθινοπώρου δείλι: Διάφανα Κρίνα, Διάφανα Κρίνα
Οι νέες των επαρχιών: Γιάννης Γλέζος, Αρλέτα
Οι περαστικές: Παύλος Παυλίδης, Παύλος Παυλίδης
Όνειρο μέσα σ΄ όνειρο: Διάφανα Κρίνα, Διάφανα Κρίνα
Τα φορτηγά καράβια: Γιάννης Γλέζος, Γιάννης Πουλόπουλος
Ecco, Gian Piero, dopo aver letto i tuoi 11 testi di Kostas Ouranis, sono finalmente riuscito a dare un nome adeguato alla Compagna di viaggio i cui occhi erano il più bel paesaggio: si chiamava, per forza, Diafana Krina. Che meraviglia i nomi femminili greci...
Non una donna, ma sono o, meglio, erano un gruppo rock. Non li conoscevo prima d'ora. "Gigli trasparenti"... come i nostri governanti. Ecco i loro nomi: Τα Διάφανα Κρίνα ήταν ένα ελληνικό ροκ συγκρότημα. Αποτελείτο από τους Θάνο Ανεστόπουλο (φωνή/ ακουστική κιθάρα/ φυσαρμόνικα/ πιάνο/ όργανο), Νίκο Μπαρδή (κιθάρες/ τρομπέτα/ κρουστά/ συνθετητές/ μεταλλόφωνο), Κυριάκο Τσουκαλά (κιθάρες/ πλήκτρα/ κρουστά/ γεννήτρια ήχων), Παντελή Ροδοστόγλου (ηλεκτρικό μπάσσο), Τάσο Μαχά (τύμπανα/ κρουστά)και τον Παναγιώτη Μπερλή (φωνή, πλήκτρα,σύνθεση/ενορχήστρωση, 1995-2000).
Versione sarda di Elena Ledda della “Preghiera in gennaio” di Fabrizio De André, dal disco collettivo “Canti randagi 2 – Omaggio a Fabrizio de André”, 2010.
sì, molto bella... il tuo conterraneo è davvero un grande musicista ed interprete e su quell'Incudine ci dà dentro con arte sapiente. C'è anche da dire che quando il ferro caldo che si sta battendo è una canzone come questa, allora il risultato ha tutte le possibilità di essere eccezionale.