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La Marseillaise des requins

Gaston Couté
Langue: français


Gaston Couté

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[1911]
Paroles: Gaston Couté
Testo: Gaston Couté
Musica: La Marsigliese
Musique: La Marseillaise

gastoncoute


Considerato da molti, e non senza ragione, come un precursore di Georges Brassens, Gaston Couté era nato nella più profonda provincia francese, a Beaugency (nel dipartimento del Loiret) il 23 settembre 1880. Figlio di un mugnaio, aveva lasciato la scuola (da lui odiata) prima della licenza media. Cominciò a pubblicare le sue poesie, rigorosamente scritte nel dialetto locale, su dei giornali del posto. Avendo ricevuto qualche incoraggiamento, nel 1898, a 18 anni, si recò a Parigi.

La sua breve vita vide qualche magro successo, con la collaborazione alla rivista La Bonne Chanson di Théodore Botre ed alcune canzoni di attualità pubblicate dai giornali anarchici La Barricade e La Guerre Sociale. È un periodo in cui la canzone militante è assai viva tra i lavoratori, e Couté si conquista il suo pubblico declamando le sue composizioni nei locali di Montmartre. Il diciottenne Couté, come Aristide Bruant e Yvette Guilbert, si serve di un dato abbigliamento fisso: giacca blu, cappellaccio e scarpe grosse da contadino. In questo modo coltiva l'immagine di persona semplice e schietta. Ma non è soltanto immagine: Couté è un autentico rivoluzionario, e dedica interamente i suoi testi ai movimenti di rivendicazione sociale e antimilitaristi. Negli ultimi dodici anni di vita compone testi di una bellezza folgorante e profondi dal punto di vista sociale e politico.

Nel maggio del 1911, un mese prima di morire (il 28 giugno per un attacco di tubercolosi su un fisico già minato dalla stessa malattia, dall'assenzio e dalle privazioni), Couté compone questa magnifica Marseillaise des requins. Il contesto è la guerra coloniale francese in Marocco. Si tratta probabilmente di uno dei testi antimilitaristi più belli ed efficaci che siano mai stati scritti. [RV]
Allez ! petits soldats de France
Le jour des poir's est arrivé.
Pour servir la Haute Finance
Allez vous en là-bas crever !
Allez vous en là-bas crever!
Tandis qu'au cœur de la fournaise
Vous tomb'rez, une balle au front,
De nos combin's nous causerons
En fredonnant la " Marseillaise " !

Aux Armes, les enfants !
Formez vos bataillons !
Marchez ! marchez ! Nous récolt'rons
Dans le sang, des sillons !

Allez ! guerriers pleins de courage,
Petits fils de la liberté,
Allez réduire en esclavage
De pauvr's Arbis épouvantés !
De pauvr's Arbis épouvantés !
Dans leurs douars, que le canon tonne
Plus fort que le tonnerr' d'Allah :
Nous align'rons pendant c'temps-là,
Des chiffres en longues colonnes !

Aux Armes, les enfants !
Formez vos bataillons !
Marchez ! marchez ! Nous récolt'rons
Dans le sang, des sillons !

Allez-y ! qu' les cadavr's s'entassent
Par centaines et par milliers,
Que la plaine où les balles passent
N'soit plus qu'un immense charnier !
N'soit plus qu'un immense charnier !
D'vant l'récit de tout's ces misères,
En ouvrant le journal de d'main,
Nous song'rons, nous frottant les mains :
" Ça n'biche pas trop mal, les affaires ! "

Aux Armes, les enfants !
Formez vos bataillons !
Marchez ! marchez ! Nous récolt'rons
Dans le sang, des sillons !

Allez ! si les autres voraces,
Si tous les requins d'Outre-Rhin,
Font en c'moment un' sal' grimace
Ça n'nous défris' pas l'moindre brin
Ça n'nous défris' pas l'moindre brin
Un' nouvelle guerre ? on s'en fout, puisque
C'est vous qui marcheriez encor
Pour défendre nos coffres-forts
Alors ! franch'ment, NOUS qu'est-c'qu'on risque ?

Aux Armes, les enfants !
Formez vos bataillons !
Marchez ! marchez ! Nous récolt'rons
Dans le sang, des sillons !

Nous entrerons dedans la place
Après que vous n'y serez plus :
Nous y trouverons vos carcasses
Près des carcasses des vaincus !
Près des carcasses des vaincus !
Et sur les tombes toutes proches,
Se r'joignant à deux pieds dans l'sol
Avec l'or du meurtre et du vol
Nous emplirons froid'ment nos poches !

Aux Armes, les enfants !
Formez vos bataillons !
Marchez ! marchez ! Nous récolt'rons
Dans le sang, des sillons !

envoyé par Riccardo Venturi



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
18 marzo 2010
LA MARSIGLIESE DEGLI SQUALI

Andate, soldatini di Francia,
È giunto il giorno delle fregature.
Per servire l'Alta Finanza
Su, andate laggiù a crepar!
Su, andate laggiù a crepar!
E mentre voi in quella fornace
Cadrete con una palla in fronte
Noi chiacchiereremo dei nostri affari
Canticchiando la Marsigliese !

Alle armi, ragazzi !
Formate i battaglioni !
Orsù, marciate! Ché li rigireremo
Nel sangue, i solchi!

Andate, guerrieri ardimentosi,
Piccoli figli della libertà,
Andate a rendere schiavi
Dei poveri arabi spaventati !
Dei poveri arabi spaventati !
Tuoni il cannone nei loro douar *1
Più forte del tuono di Allah :
Intanto noi si va a allineare
Cifre in lunghe colonne !

Alle armi, ragazzi !
Formate i battaglioni !
Orsù, marciate! Ché li rigireremo
Nel sangue, i solchi!

Andate! Si ammassino i cadaveri
A centinaia e a migliaia,
E la pianura traversata dalle pallottole
Non sia più che un immenso carnaio !
Non sia più che un immenso carnaio !
Di fronte al racconto di queste sciagure,
Aprendo il giornale del mattino,
Penseremo, fregandoci le mani:
« Beh, le cose non vanno poi così male ! »

Alle armi, ragazzi !
Formate i battaglioni !
Orsù, marciate! Ché li rigireremo
Nel sangue, i solchi!

Andate! E se gli altri divoratori,
Se tutti gli squali di là dal Reno,
Ora fanno una ghigna a tagliola
A noi non ce ne frega nulla,
A noi non ce ne frega nulla !
Un'altra guerra? E chi se ne fotte!
Tanto sarete voi a marciare ancora
Per difendere le nostre casseforti !
Eh ! Insomma, NOI che si rischia?

Alle armi, ragazzi !
Formate i battaglioni !
Orsù, marciate! Ché li rigireremo
Nel sangue, i solchi!

E poi noi subentreremo
Quando voi non ci sarete più :
Ci troveremo le vostre carcasse
Accanto a quelle dei vinti !
Accanto a quelle dei vinti !
E sulle tombe una accanto all'altra
Che si toccan coi piedi, sottoterra,
Con l'oro dell'assassinio e del furto
Ci riempiremo freddamente le tasche !

Alle armi, ragazzi !
Formate i battaglioni !
Orsù, marciate! Ché li rigireremo
Nel sangue, i solchi!
NOTA alla traduzione

* [1] Douar: si tratta di un accampamento tipico dei nomadi marocchini e cabili.

18/3/2010 - 11:09




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