Questa donna di carta
premuta tra le dita
chissà se è amore
la sua immagine sbiadita.
Quel suo sguardo lontano
più avanti dei ricordi
racconta l’orizzonte
in attesa che io torni.
Questa ragazzina di ghiaccio
che alza la gonna
si perde nell’abbraccio
con l’indifferenza di una donna.
Quel suo sguardo lontano
che non dà confidenza
ma qui del suo corpo
non si riesce a fare senza.
E verrà la neve
a ripulire gli occhi
seccherà il sangue
sterminerà i pidocchi.
Tornerà il sonno
a cullare l’oscurità
seppelliranno le pistole
sotto mille verità.
E arriverà la neve
a imbiancare il cuore
ci lascerà tutti
senza parole.
premuta tra le dita
chissà se è amore
la sua immagine sbiadita.
Quel suo sguardo lontano
più avanti dei ricordi
racconta l’orizzonte
in attesa che io torni.
Questa ragazzina di ghiaccio
che alza la gonna
si perde nell’abbraccio
con l’indifferenza di una donna.
Quel suo sguardo lontano
che non dà confidenza
ma qui del suo corpo
non si riesce a fare senza.
E verrà la neve
a ripulire gli occhi
seccherà il sangue
sterminerà i pidocchi.
Tornerà il sonno
a cullare l’oscurità
seppelliranno le pistole
sotto mille verità.
E arriverà la neve
a imbiancare il cuore
ci lascerà tutti
senza parole.
envoyé par i.fermentivivi - 29/4/2009 - 11:28
Langue: français
Version française – Marco Valdo M.I.– 2009
SON REGARD LOINTAIN
Cette dame de papier
Serrée entre mes doigts
Qui sait si l'amour
Est son image déteinte.
Son regard lointain
Bien au-delà du souvenir
Raconte l'horizon
Qui attend que je rentre.
Cette gamine de glace
Qui lève sa jupe
Se perd dans l'étreinte
Avec l'indifférence d'une femme.
Son regard lointain
N'offre aucune intimité
Mais ici de son corps
On ne peut rien faire sans.
Et la neige viendra
Nettoyer mes yeux
Sécher mon sang
Exterminer les poux.
Mon sommeil reviendra
Bercer l'obscurité
On enterrera les pistolets
Sous mille vérités.
Et la neige viendra
Blanchir mon cœur
Elle nous laissera tous
Sans mots.
Cette dame de papier
Serrée entre mes doigts
Qui sait si l'amour
Est son image déteinte.
Son regard lointain
Bien au-delà du souvenir
Raconte l'horizon
Qui attend que je rentre.
Cette gamine de glace
Qui lève sa jupe
Se perd dans l'étreinte
Avec l'indifférence d'une femme.
Son regard lointain
N'offre aucune intimité
Mais ici de son corps
On ne peut rien faire sans.
Et la neige viendra
Nettoyer mes yeux
Sécher mon sang
Exterminer les poux.
Mon sommeil reviendra
Bercer l'obscurité
On enterrera les pistolets
Sous mille vérités.
Et la neige viendra
Blanchir mon cœur
Elle nous laissera tous
Sans mots.
envoyé par Marco Valdo M.I. - 3/5/2009 - 21:54
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Testo di Paolo Donadoni
Musica di Graziano Nardini
Lyrics by Paolo Donadoni
Music by Graziano Nardini
Album: "Fino alla fine"
ci sono solitudini che scorticano
finché tutto sia di nuovo niente
ci sono i momenti lunghissimi della lontananza, quando i pensieri dei soldati tornano agli affetti lasciati e si perdono nei ricordi
I testi sono vere e proprie poesie che si muovono dentro la musica di Graziano Nardini e di questa piccola orchestra, sempre efficaci a descrivere l’atroce realtà della guerra che pervade ogni angolo ed ogni voce senza lasciare alcuno spazio se non quello, sporadico e sofferto, ad un anelito a qualcosa di più alto nella spietata lotta per sopravvivere tra il sangue, il dolore e la morte.
Le parole di Donadoni non descrivono una guerra in particolare, ma la guerra nel suo totale. La guerra fuori dal tempo e fuori dalla storia. Proprio perché la guerra ha accompagnato da sempre l’umanità attraverso i millenni e sulla guerra - purtroppo - l’umanità ha costruita gran parte della sua storia.
Dagli albori dell’uomo sono cambiate le modalità, sono cambiate le armi, sono cambiati i vincitori e i vinti, sono cambiati gli uccisori e le vittime. Solo la guerra è rimasta uguale. L’antico rito collettivo del conflitto al quale si fa ricorso quando non si trova una valida soluzione ad un problema. Una scorciatoia tra distruzioni, ferite e vittime che spesso non risolve nulla e che alla fine lascia tutti sconfitti.
Queste strade desolate e impregnate di dolore, di odio e di paura, vengono percorse attraverso tutti i brani, come il lento e crudo dipanarsi di una storia dove il protagonista, il soldato-narratore nel suo itinerario desolato tra i confini di uno scenario di violenza, è consapevole di essere vittima e nello stesso tempo carnefice perché la guerra, tra le altre cose, “mischia le carte”.
“Tutti giù per terra” sono:
Paolo Donadoni, Graziano Nardini, Francesco Carpineti, Francesco Arpe, Lucia Vaccarezza, Gabriele Garibotto, Piergiorgio Benvenuto, Enrico Di Bella, Paolo Banchero, Maurizio Borzone, Eleonora Mecca, Sara Antola, Diego Mecca, Christian Mistretta, Cesare Graziano, Chiara Maddalo, Domenico Ermirio, Carlo Macchiavello, Sara Mistretta
e con la partecipazione del Coro Alpino “Voci d’Alpe” di Santa Margherita Ligure.
La lettera
Chissà dove va
L'albero
Nascondino
Il disertore
Dottore!
Il franco tiratore
Quel suo sguardo lontano
Signor Generale
La casa matta
Il mio sangue sparso
L’aviatore
Non è ancora finita
La bomba
Far scomparire un morto
Le bianche montagne raccontano
Sito di riferimento: terradiqualcuno.it