Ποιόνε νὰ κλάψω πρώτονε
ποιόν νὰ τραγουδήσω πρώτονε
στὸ μπλόκο στὴν Καισαριανή
ποὺ γίνηκε μιὰ Κυριακή
πρωὶ μὲ τὴ δροσούλα.
Γιώργη μὲ τὴ γλυκιὰ φωνή
μὲ τὶς φαρδιὲς τὶς πλάτες
πές μου τὴν ὕστερη στιγμή
τί βρῆκες καὶ τραγούδησες
καί τάραξες τὴ γειτονιά
ὥς πέρα στὸ Παγκράτι.
Λευτέρη μὲ τὰ γαλανά
τὰ μάτια καὶ τὴν ομορφιά
τοὺς τοίχους ποὺ μπογιάτιζες
πές μου τὴν ὕστερη στιγμή
τί βρῆκες καὶ ζωγράφησες
καὶ τάραξες τὴ γειτονιά
ὥς πέρα στὸ Παγκράτι.
Γιάννη καλέ, Νίκο ἀδελφέ
Δημήτρη καροτσέρη
π'ἄφησες ἔρμο τ'ἄλογο
νὰ τριγυρνᾶ στούς δρόμους
καὶ τὸν κοιτᾶν στὴν γειτονιά
καὶ κλαῖνε στὸ Παγκράτι.
ποιόν νὰ τραγουδήσω πρώτονε
στὸ μπλόκο στὴν Καισαριανή
ποὺ γίνηκε μιὰ Κυριακή
πρωὶ μὲ τὴ δροσούλα.
Γιώργη μὲ τὴ γλυκιὰ φωνή
μὲ τὶς φαρδιὲς τὶς πλάτες
πές μου τὴν ὕστερη στιγμή
τί βρῆκες καὶ τραγούδησες
καί τάραξες τὴ γειτονιά
ὥς πέρα στὸ Παγκράτι.
Λευτέρη μὲ τὰ γαλανά
τὰ μάτια καὶ τὴν ομορφιά
τοὺς τοίχους ποὺ μπογιάτιζες
πές μου τὴν ὕστερη στιγμή
τί βρῆκες καὶ ζωγράφησες
καὶ τάραξες τὴ γειτονιά
ὥς πέρα στὸ Παγκράτι.
Γιάννη καλέ, Νίκο ἀδελφέ
Δημήτρη καροτσέρη
π'ἄφησες ἔρμο τ'ἄλογο
νὰ τριγυρνᾶ στούς δρόμους
καὶ τὸν κοιτᾶν στὴν γειτονιά
καὶ κλαῖνε στὸ Παγκράτι.
Contributed by Gian Piero Testa & CCG/AWS Staff - 2009/4/20 - 10:43
Language: Italian
Versione italiana di Gian Piero Testa [2009]
IL BLOCCO DI KESSARIANI
Da chi comincerò il pianto
da chi comincerò il canto
per il blocco di Kessarianì
che accadde col frescolino
di una Domenica mattina.
Yorgos con la tua voce dolce
con le tue spalle larghe dimmi
cosa ti riuscì di creare in extremis
che ne fu scosso il quartiere
ancora più in là di Pangrati.
Lefteris con quel tuo sguardo
sereno e quella tua bellezza
sui muri che coloravi dimmi
cosa ti riuscì di dipingere in extremis
che ne fu scosso il quartiere
ancora più in là di Pangrati.
Yannis amico, Nikos fratello
Dimitris che facevi il carradore
che lasciasti solo il tuo cavallo
a vagabondare per le strade
e lo guardano nel quartiere
e piangono anche a Pangrati.
Da chi comincerò il pianto
da chi comincerò il canto
per il blocco di Kessarianì
che accadde col frescolino
di una Domenica mattina.
Yorgos con la tua voce dolce
con le tue spalle larghe dimmi
cosa ti riuscì di creare in extremis
che ne fu scosso il quartiere
ancora più in là di Pangrati.
Lefteris con quel tuo sguardo
sereno e quella tua bellezza
sui muri che coloravi dimmi
cosa ti riuscì di dipingere in extremis
che ne fu scosso il quartiere
ancora più in là di Pangrati.
Yannis amico, Nikos fratello
Dimitris che facevi il carradore
che lasciasti solo il tuo cavallo
a vagabondare per le strade
e lo guardano nel quartiere
e piangono anche a Pangrati.
Contributed by Gian Piero Testa & CCG/AWS Staff - 2009/4/27 - 16:08
Παίζοντας μουσική ανεβαινείς λυγμός...(Quando gira una musica, tu singhiozzo mi afferri...) dice il verso di Dionìsis Karadjiàs in "Beatrice in via Zero" di Theodorakis. E ascoltando, non senza "lighmòs", ancora una volta e casualmente il Blocco di Kessarianì per la voce di Haroùla Alexìou, ho colto che tra il testo che lei interpreta e quello scritto c'è una differenza, della quale non mi ero mai accorto. Nella strofa dedicata a Leftéris, l'imbianchino-pittore, il testo scritto ripete i versi della strofa precedente, dedicata a Yorgos dalla dolce voce: " e commovesti il quartiere ancor più in là di Pangrati". La Alexìou invece dice, riferendosi a ciò che Lefteris all'ultimo istante ha dipinto sul muro: "e lo guardano nel quartiere ancor più in là di Pangrati". Non so assolutamente dire quale lezione sia quella giusta: ma, una volta che me ne sono accorto, non potevo evitare di segnalarlo.
Gian Piero Testa - 2009/8/15 - 19:24
Language: English
English translation by Riccardo Venturi
May 4, 2012
May 4, 2012
THE KESSARIANI BLOCKADE
Who from shall I start mourning
Who from shall I start singing
For the Kessariani blockade
That happen'd in the fresh air
of a Sunday morning
Yorgos, with your sweet voice,
With your broad shoulders, tell me
What were you able to create at last
So that the neighbourhood was upset
even beyond Pangrati
Lefteris, with your bright look
Lefteris, with your beauty
Tell me, on the walls you painted
What were you able to paint at last
So that the neighbourhood was upset
even beyond Pangrati
Yannis, my friend, Nikos, my brother,
Dimitris, you who worked as a cartwright
And left your horse alone
Roving through the streets,
And now they see him in the neighbourhood
And weep even in Pangrati.
Who from shall I start mourning
Who from shall I start singing
For the Kessariani blockade
That happen'd in the fresh air
of a Sunday morning
Yorgos, with your sweet voice,
With your broad shoulders, tell me
What were you able to create at last
So that the neighbourhood was upset
even beyond Pangrati
Lefteris, with your bright look
Lefteris, with your beauty
Tell me, on the walls you painted
What were you able to paint at last
So that the neighbourhood was upset
even beyond Pangrati
Yannis, my friend, Nikos, my brother,
Dimitris, you who worked as a cartwright
And left your horse alone
Roving through the streets,
And now they see him in the neighbourhood
And weep even in Pangrati.
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Ἀπό τό θεατρικό ἔργο τοῦ Νότη Περγιάλη Αυτό το δέντρο δεν το λέγανε υπομονή
Σύνθεση τοῦ Μίκη Θεοδωράκη, Ἀθήνα, 1974
Πρώτη ἡχογράφηση· Χάρις Ἀλεξίου "24 Τραγούδια", 1977
Dall'opera teatrale di Notis Peryialis Αυτό το δέντρο δεν το λέγανε υπομονή
Composizione di Mikis Theodorakis, Atene, 1974
Prima incisione: Haris (Haroula) Alexiou, "24 Canzoni", 1977
"Ecco che ho pensato io alla traduzione del Blocco di Kessarianì. Vi ho aggiunto anche una breve nota: purtroppo non sono venuto a capo dell'argomento della pièce per la quale la canzone fu composta. Si tratta di una delle prime, forse la prima, composizioni di Mikis dopo il suo ritorno in patria, alla caduta della Giunta: lui annota infatti di averla composta ad Atene nel 1974." - Gian Piero Testa
"Meglio morire combattendo per la libertà che vivere schiavo!" - Nikos Markakis, fucilato a Kessarianì.
Non ho ancora notizie dell’opera teatrale. L’autore, Notis Peryialis, nato ad Anòghia di Laconia nel 1920, è un drammaturgo abbastanza noto nel suo Paese, da quando, dopo avere studiato nel laboratorio di Vassilis Rotas (vedi qui la sua traduzione di “Ένας Όμηρος”,“Un Ostaggio”, di Brendan Behan), esordì nel 1948 con il dramma “Il dolore genera dei”, cui seguirono altre pièces e numerose sceneggiature per il cinema e la radio. Dopo il ripristino della democrazia mise in scena al Teatro Kava, con musiche di Theodorakis, “Questo albero non si chiamava pazienza” con la Compagnia Hadjiskos- Nikiforakis e quindi, al Teatro Nazionale, la sua opera più importante: “Nel quartiere di Cechov”. Ha scritto anche diversi romanzi.
Kessarianì, oltre ad essere il nome di uno dei più bei posti di Atene, quello dell’omonimo Monastero situato tra i boschi (finché non saranno del tutto bruciati) del monte Imetto, è il nome di un popoloso quartiere che si estende alle pendici del monte medesimo. Il poligono di tiro che si trovava nel territorio di Kessarianì funzionava, durante l’occupazione tedesca, come luogo delle esecuzioni dei resistenti, concentrati di solito nelle carcere di Haidari. Si trattava di un “lavoro” molto intenso: il “Mutuo Soccorso Nazionale” , l’organizzazione assistenziale dell’ E.A.M. durante la Resistenza, calcolò ben 49.188 fucilati per mano tedesca, italiana e bulgara in tutta la Grecia; e il poligono di Kessarianì fece abbondantemente la sua parte. Può essere interessante ricordare che il nostro musicista Luigi Nono si ispirò alle lettere di alcuni condannati a morire a Kessarianì per il suo Canto Sospeso [in particolare, le lettere dei fucilati di Kessarianì Andreas Likourinos e Eleftherios Kiosses, detto Lefteris, nominato anche in questa canzone - ndStaff].
Il quartiere subì più volte sanguinosi rastrellamenti, durante i quali la popolazione veniva concentrata nella piazza, dove collaborazionisti locali mascherati da un cappuccio indicavano agli occupanti chi dovesse essere giustiziato, quasi sempre sul posto. E’ probabile che la canzone si riferisca ad uno di questi episodi: ma correttezza vuole che ciò resti una supposizione.
Certo è che il nome di Kessarianì è, con quelli di Drama, Kalàvrita, Dìstomo uno dei più evocativi delle sofferenze dell’Occupazione. [GPT]