Στα χέρια μένει το σφυρί
Και δεν χτυπά στ’αμόνι
Σε πήρανε ώρα πρωί
Κι η μέρα δεν στεριώνει
Σε πήραν χέρια και σπαθιά
Κι εσύ γελάς του ανέμου
Κρατάς του χάρου συντροφιά
Το χέρι του ακριβέ μου
Παιδί η ανάσα σου βαριά
Να κάψει το φεγγάρι
Στον τοίχο εστήσαν μια καρδιά
Γράφει το αίμα αχνάρι
Στον τοίχο η ώρα σταματά
Κοντά’ναι το σημάδι
Κρατάς τα μάτια σου ανοιχτά
Να δεις που πέφτει βράδυ
Κρατάς στα χέρια το υνί
Καρφί βαθύ στο χώμα
Η βάρκα μας ξυλάρμενη
Και περιμένει ακόμα.
Και δεν χτυπά στ’αμόνι
Σε πήρανε ώρα πρωί
Κι η μέρα δεν στεριώνει
Σε πήραν χέρια και σπαθιά
Κι εσύ γελάς του ανέμου
Κρατάς του χάρου συντροφιά
Το χέρι του ακριβέ μου
Παιδί η ανάσα σου βαριά
Να κάψει το φεγγάρι
Στον τοίχο εστήσαν μια καρδιά
Γράφει το αίμα αχνάρι
Στον τοίχο η ώρα σταματά
Κοντά’ναι το σημάδι
Κρατάς τα μάτια σου ανοιχτά
Να δεις που πέφτει βράδυ
Κρατάς στα χέρια το υνί
Καρφί βαθύ στο χώμα
Η βάρκα μας ξυλάρμενη
Και περιμένει ακόμα.
envoyé par CCG/AWS Staff - 9/3/2009 - 23:52
Langue: italien
Versione italiana di Riccardo Venturi
10 marzo 2009
10 marzo 2009
LAMENTO FUNEBRE PER UN GIOVANE EROE
Nelle mani resta il martello
ma non batte sull'incudine
ti hanno preso il mattino presto
ed il giorno non si ferma
Ti hanno preso mani e spalle
e tu, tu ridi al vento
sei in compagnia della morte
la tua mano, amato mio
Ragazzo, il tuo respiro pesante
dia fuoco alla luna,
al muro hanno messo un cuore,
descrive il tuo sangue una traccia
Al muro si è fermato il tempo,
accanto ce n'è il segno.
E tieni gli occhi aperti
per vedere dove cade la sera
Tieni nelle mani il vomere,
un solco profondo nel terreno.
La nostra barca ha le vele ammainate
e aspetta ancora.
Nelle mani resta il martello
ma non batte sull'incudine
ti hanno preso il mattino presto
ed il giorno non si ferma
Ti hanno preso mani e spalle
e tu, tu ridi al vento
sei in compagnia della morte
la tua mano, amato mio
Ragazzo, il tuo respiro pesante
dia fuoco alla luna,
al muro hanno messo un cuore,
descrive il tuo sangue una traccia
Al muro si è fermato il tempo,
accanto ce n'è il segno.
E tieni gli occhi aperti
per vedere dove cade la sera
Tieni nelle mani il vomere,
un solco profondo nel terreno.
La nostra barca ha le vele ammainate
e aspetta ancora.
La “Bella Ciao” greca
Non è semplice tradurre in un'altra lingua la parola greca παλικάρι (o παλληκάρι; la grafia diversa nasconde però un'identica pronuncia). L'etimologia ci dice che è il diminutivo dell'antico πάλληξ (o πάλλαξ), e il significato di base ha attraversato i secoli: “giovane ardimentoso”. Ma i παλικάρια per antonomasia sono i combattenti greci della guerra d'Indipendenza del 1821, quelli per cui i giovani di mezza Europa accorsero in Grecia, e vi trovarono la morte come Byron a Missolungi. Da allora, qualsiasi giovane (e anche meno giovane) che combatte per un ideale, in Grecia, è un παλικάρι: παλικάρια sono stati in modo particolare i partigiani che prima si opposero all'invasione nazifascista, e poi, dopo l'accordo di Yalta che forma l'oggetto di questa “sinfonia” di Xarchakos, i combattenti montanari che si diedero battaglia per tre anni nella sanguinosissima guerra civile greca. Per cui, senza remore, la figura del παλικάρι riporta semplicemente a quella del partigiano, ché in gran parte giovani erano i partigiani sulle montagne di tutta Europa. Non ho nessun dubbio nel definire questa canzone la “Bella Ciao” greca: identico è lo spirito, identico il protagonista.
Non è semplice tradurre in un'altra lingua la parola greca παλικάρι (o παλληκάρι; la grafia diversa nasconde però un'identica pronuncia). L'etimologia ci dice che è il diminutivo dell'antico πάλληξ (o πάλλαξ), e il significato di base ha attraversato i secoli: “giovane ardimentoso”. Ma i παλικάρια per antonomasia sono i combattenti greci della guerra d'Indipendenza del 1821, quelli per cui i giovani di mezza Europa accorsero in Grecia, e vi trovarono la morte come Byron a Missolungi. Da allora, qualsiasi giovane (e anche meno giovane) che combatte per un ideale, in Grecia, è un παλικάρι: παλικάρια sono stati in modo particolare i partigiani che prima si opposero all'invasione nazifascista, e poi, dopo l'accordo di Yalta che forma l'oggetto di questa “sinfonia” di Xarchakos, i combattenti montanari che si diedero battaglia per tre anni nella sanguinosissima guerra civile greca. Per cui, senza remore, la figura del παλικάρι riporta semplicemente a quella del partigiano, ché in gran parte giovani erano i partigiani sulle montagne di tutta Europa. Non ho nessun dubbio nel definire questa canzone la “Bella Ciao” greca: identico è lo spirito, identico il protagonista.
Riccardo Venturi - 10/3/2009 - 00:24
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Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος
Πρώτη εκτέλεση: Δήμετρα Γαλάνη
Από τη "Συμφωνία της Γιάλτας και της πικρής αγάπης τα τραγούδια" [1976]
Testo di Vangelis Goufas
Musica di Stavros Xarchakos
Interpretazione originale: Dimitra Galani
Dall' "Accordo di Yalta e canzoni dell'amaro amore" [1976]
L'ACCORDO DI YALTA E LE CANZONI DELL'AMARO AMORE
Che cosa abbia significato per la Grecia l'accordo di Yalta con il quale le potenze vincitrici della II guerra mondiale si spartirono il mondo per cinquant'anni, è cosa nota. Ricadendo la Grecia nel “mondo occidentale” sotto l'egida degli USA e della Gran Bretagna, ne susseguì una sanguinosa guerra civile (durata fino al 1949) che vide le forze partigiane comuniste soccombere e riempire i cimiteri e i campi di concentramento (tra i quali quello della famigerata isola di Makronisso). Non finì certamente con l'amnistia del 1950: le conseguenze della guerra fredda, e del trovarsi la Grecia, come altri paesi, sul “confine” della Cortina di Ferro, fecero sì che il Paese subisse in modo devastante l'influenza americana: lo stesso colpo di stato del 21 aprile 1967, che mise al potere -primo caso nel mondo- direttamente un dipendente della CIA (Georgios Papadopoulos) ne è una diretta emanazione. Su tutto ciò il grande musicista Stavros Xarchakos volle comporre la sua “sinfonia” (in lingua greca, lo ricordiamo, i termini “accordo” e “sinfonia” sono identici: συμφωνία) affidandola ai versi di Nikos Gatsos, Pavlos Matesis, Yorgos Skourtis, Vangelis Goufas e Mattheos Moundes, e alle voci di Nikos Xylouris, Dimitra Galani e Stavros Paravas. Un'opera capitale nella musica e nella canzone d'autore greca.