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Kimegyek a doberdói harctérre

András Széles
Language: Hungarian


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[1916 ca.]
Album: "Magyar katonadalok és énekek a XX. századból" (Canzoni dei soldati ungheresi nel 20mo secolo)[2000]
Testo e musica di Tamás Cseh e Péter Péterdi

doberdo


"Permettimi di mandarti in cambio i due canzoni “contro la guerra” dei miei due nonni ungheresi (uno di origine ceco, mentre l’altro ruteno, solo per illustrare meglio l’assurdità della situazione), cantati nella stessa guerra, l’uno in Russia, mentre l’altro – appunto nelle trincee alpine dell’Italia, probabilmente solo pochi chilometri dal tuo nonno. In ungherese, in italiano, in inglese"
Tamás Sajó

Avvertenza: La canzone è ascoltabile da tutte e tre le versioni del blog (ungherese, spagnola/italiana e inglese) ai relativi suddetti link.

Non soltanto lo “permetto”, Tamás, ma, credimi, da parte tua questa è una cosa meravigliosa non soltanto nei miei confronti, ma in quelli di tutto questo sito. Canzoni dall'una e dall'altra parte del fronte, le stesse canzoni degli stessi uomini che si stavano sparando addosso, “contadino su contadino” come si dice in Mio nonno partì per l'Ortigara, per “ordini superiori”. Uomini che erano invece fratelli. Mio nonno, Bruno Venturi, in guerra ebbe tra l'altro a conoscere un soldato ungherese prigioniero, di cui a volte parlava come “Carlo” di una città chiamata “Dercen” (che avrebbe potuto essere Debrecen). Ma qui voglio a mia volta restituirti il favore, con questo link a Fuoco e mitragliatrici e Valzer dei disertori, canzone nata nella “Trincea dei Razzi” proprio nelle vicinanze di Doberdò, e di cui ho eseguito una versione ungherese. [RV]

Il testo a suo tempo inviato dall'amico Tamás Sajó (che salutiamo se ci legge) era incompleto: mancavano infatti due delle quattro strofe. Sono state recuperate dall'importante blog A Nagy Háború írásban és képben (La Grande Guerra in documenti e immagini) e sottoposte a traduzione italiana integrativa.
Kimegyek a doberdói harctérre,
feltekintek a csillagos nagy égre:
Csillagos ég, merre van a magyar hazám,
merre sirat engem az édesanyám?

Én Istenem, hol fogok én meghalni,
hol fog az én piros vérem kifolyni?
Olaszország közepébe lesz a sírom,
édesanyám, arra kérem, ne sírjon.

Feladom a levelem a postára,
rátalál az édesanyám házára.
Olvasd anyám, vérrel írott levelemet,
Doberdónál hagyom az életemet.

Édesanyám nem írok több levelet,
puskagolyó lőtte el a szívemet.
Eltemetnek az erdei gyöngyvirágok,
megsiratnak a falumbeli leányok.

Contributed by Tamás Sajó - 2009/1/10 - 00:41




Language: Italian

La versione italiana di Tamás Sajó da Poemas del río Wang, la versione spagnola di A Wang folyó versei.
Nota. Anche qui mi sono permesso qualche lievissimo "aggiustamento" alla perfetta versione di Tamás. La "traduzione integrativa" delle due strofe finali è mia, assieme alla nota. (25.8.2013) [RV]
ESCO AL CAMPO DI BATTAGLIA DI DOBERDO'

Esco al campo di battaglia di Doberdò
guardo su al cielo stellato:
Cielo stellato, dov’è la mia patria ungherese,
dove sta piangendo la mia dolce madre 1 per me?

Dio mio, dove morirò,
dove si verserà il mio sangue rosso?
La mia tomba sarà nel bel mezzo dell’Italia,
mia dolce madre, ti prego di non piangere per me.

Consegno la mia lettera alla posta,
arriverà a casa della mia dolce madre.
Leggila, madre mia, ho scritto la mia lettera col sangue,
e a Doberdò lascio la mia vita.

Dolce madre mia, non scrivo più la lettera,
una palla di fucile mi ha colpito il cuore.
La mia tomba sono i teneri fiori del bosco,
mi piangono le ragazze del villaggio.
Nota

[1] Così è stato tradotto sia da Támás Sajó che da me; ma la parola necessita un'avvertenza. Il termine comune per "madre" in ungherese è anya, ma l'espressione édesanya "dolce madre" è talmente cristallizzata da essere scritta sempre in una sola parola e usata anch'essa come termine comune dal significato, tout court, di "madre" senza che necessariamente debba essere dolce.

Contributed by Riccardo Venturi - 2009/1/11 - 07:07




Language: English

English version by Tamás Sajó, from Poemas del río Wang, the Spanish/English version of his Hungarian blog A Wang folyó versei
Note. The "integrating translation" of the final two verses is by R.V.
I GO OUT TO THE BATTLEFIELD OF DOBERDO'

I go out to the battlefield of Doberdò
I look up on the starlit sky:
Starry sky, where is my Hungarian homeland,
where does my sweet mother cry for me?

My God, where will I die,
where will my red blood run off?
My tomb will be in the middle of Italy,
my sweet mother, I beg you not to cry.

I give my letter to the post service,
my sweet mother will receive it.
Read it, mother, I wrote it with my blood
and I leave my life in Doberdò.

Sweet mother, I'm writing my letter no more,
a gunball hit me in the heart.
My grave are the tender woodflowers,
the village girls will mourn me.

Contributed by Riccardo Venturi - 2009/1/11 - 07:12




Language: Finnish

Traduzione finlandese / Translation / Traduction / Suomennos: Juha Rämö
DOBERDÒN TAISTELUKENTÄT

Lähden Doberdòn taistelukentille
ja katson tähtikirkasta taivasta:
Tähtitaivas, missä on kotimaani Unkari,
missä rakas äitini itkee minua?

Jumalani, missä olen kuoleva,
missä vuodattava punaisen vereni?
Hautani on oleva Italian sydämessä,
rakas äitini, älä itke, mä pyydän.

Kenttäposti kuljettaa kirjeeni,
ja perillä rakas äitini saa sen.
Lue se, äiti, kirjoitin sen verelläni
ja jätän elämäni Doberdòn kentille.

Rakas äitini, en enää kirjoita kirjettäni,
sillä kiväärin kuula tapasi sydämeni.
Hautanani ovat metsän hennot kukat,
ja kylän neidot surevat sen äärellä.

Contributed by Juha Rämö - 2016/7/4 - 10:04


Il testo a suo tempo inviato dall'amico Tamás Sajó (che salutiamo se ci legge) era incompleto: mancavano infatti due delle quattro strofe. Sono state recuperate dall'importante blog A Nagy Háború írásban és képben (La Grande Guerra in documenti e immagini) e sottoposte a traduzione italiana e inglese integrativa.

Riccardo Venturi - 2013/8/25 - 13:10


k - 2017/11/16 - 05:59




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