Le statue sudano sangue, parlano dentro le chiese,
annunciano un grande miracolo dall'aldilà.
Gli arcangeli sopra le spiagge cominciano il loro safari,
coi cuochi, le donne, i gregari e gli sciuscià.
Arrivano gli americani, garibaldini marziani,
Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!
Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre battiamo le mani,
lanciano tavolette di libertà.
Si accendono insegne giganti sulle macerie fumanti,
lumini sopra le tombe della città.
Nella campagna bruciata arrivano suoni lontani:
abbaiano i cani, risponde soltanto un juke-box.
Arrivano gli americani, garibaldini marziani,
Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!
Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre battiamo le mani,
lanciano tavolette di libertà.
In un paese c'è un uomo con un megafono in mano:
se parla italiano nessuno lo capirà.
Adesso la piazza è deserta, ma una finestra si è aperta,
e una signora non vuole cambiare il suo Dash.
Arrivano gli americani, garibaldini marziani,
Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!
Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre battiamo le mani,
lanciano tavolette di libertà.
annunciano un grande miracolo dall'aldilà.
Gli arcangeli sopra le spiagge cominciano il loro safari,
coi cuochi, le donne, i gregari e gli sciuscià.
Arrivano gli americani, garibaldini marziani,
Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!
Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre battiamo le mani,
lanciano tavolette di libertà.
Si accendono insegne giganti sulle macerie fumanti,
lumini sopra le tombe della città.
Nella campagna bruciata arrivano suoni lontani:
abbaiano i cani, risponde soltanto un juke-box.
Arrivano gli americani, garibaldini marziani,
Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!
Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre battiamo le mani,
lanciano tavolette di libertà.
In un paese c'è un uomo con un megafono in mano:
se parla italiano nessuno lo capirà.
Adesso la piazza è deserta, ma una finestra si è aperta,
e una signora non vuole cambiare il suo Dash.
Arrivano gli americani, garibaldini marziani,
Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!
Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre battiamo le mani,
lanciano tavolette di libertà.
Contributed by Riccardo Venturi
Language: French
Version française – ARRIVENT LES AMÉRICAINS – Marco Valdo M.I. – 2014
Chanson italienne – Arrivano gli americani – Stormy Six – 1975
Texte et musique des Stormy Six
Ora e sempre: Resistenza!
Now and Always: Resistance!
Maintenant et Toujours: Résistance!
Τώρα και πάντα: Αντίσταση!
Stormy Six, 1974.
Chanson italienne – Arrivano gli americani – Stormy Six – 1975
Texte et musique des Stormy Six
Ora e sempre: Resistenza!
Now and Always: Resistance!
Maintenant et Toujours: Résistance!
Τώρα και πάντα: Αντίσταση!
Stormy Six, 1974.
Années chaudes... À la moitié des années septante et exactement en 1975, sort ce disque qui est le plus bel exemple de « musique politique » jamais produit en Italie. L'album « Un billet de tram » est le premier véritable album décidément original et avec de forts contenus politiques des Stormy Six. Peut-être est-ce une histoire ou peut-être est-ce une légende qu'à Milan, certaines frange du « mouvement » aient accusé les Stormy Six de déviationisme ; leur faute : graver des disques et, surtout, les vendre ! Ceci a été le prix d'une notoriété construite concert après concert, place après place. La grandeur de ce « projet » a été dans la capacité de savoir raconter à travers les « images », une Italie en guerre.
ARRIVENT LES AMÉRICAINS
Les statues suent du sang, elles parlent dans les églises,
Elles annoncent un grand miracle de l'au-delà.
Les archanges sur les plages commencent leur chasse,
Aux cuisiniers, aux femmes, aux petits cireurs, aux soldats.
Arrivent les Américains, garibaldiens martiens,
Sainte Vierge, tu as entendu nos prières !
Entre fleurs et drapeaux, quand nous battons les mains,
Des camions lancent des boîtes de liberté vides.
On allume des signaux géants sur nos ruines fumantes,
Des bougies sur les tombes de la ville.
Dans la campagne brûlée arrivent des sons lointains :
Les chiens aboient, un juke-box chante.
Arrivent les Américains, garibaldiens martiens,
Sainte Vierge, tu as entendu nos prières !
Entre fleurs et drapeaux, quand nous battons les mains,
Des camions lancent des boîtes de liberté vides.
Dans un village, un homme brandit un mégaphone
Personne ne le comprend ; il parle italien.
Une fenêtre s'ouvre ; sur la place, il n'y a personne.
Une dame ne veut pas changer son Dash ; c'est certain.
Arrivent les Américains, garibaldiens martiens,
Sainte Vierge, tu as entendu nos prières !
Entre fleurs et drapeaux, quand nous battons les mains,
Des camions lancent des boîtes de liberté vides.
Les statues suent du sang, elles parlent dans les églises,
Elles annoncent un grand miracle de l'au-delà.
Les archanges sur les plages commencent leur chasse,
Aux cuisiniers, aux femmes, aux petits cireurs, aux soldats.
Arrivent les Américains, garibaldiens martiens,
Sainte Vierge, tu as entendu nos prières !
Entre fleurs et drapeaux, quand nous battons les mains,
Des camions lancent des boîtes de liberté vides.
On allume des signaux géants sur nos ruines fumantes,
Des bougies sur les tombes de la ville.
Dans la campagne brûlée arrivent des sons lointains :
Les chiens aboient, un juke-box chante.
Arrivent les Américains, garibaldiens martiens,
Sainte Vierge, tu as entendu nos prières !
Entre fleurs et drapeaux, quand nous battons les mains,
Des camions lancent des boîtes de liberté vides.
Dans un village, un homme brandit un mégaphone
Personne ne le comprend ; il parle italien.
Une fenêtre s'ouvre ; sur la place, il n'y a personne.
Une dame ne veut pas changer son Dash ; c'est certain.
Arrivent les Américains, garibaldiens martiens,
Sainte Vierge, tu as entendu nos prières !
Entre fleurs et drapeaux, quand nous battons les mains,
Des camions lancent des boîtes de liberté vides.
Contributed by Marco Valdo M.I. - 2014/6/23 - 22:34
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Testo e musica degli Stormy Six
Lyrics and music by Stormy Six
Ora e sempre: Resistenza!
Now and Always: Resistance!
Maintenant et Toujours: Résistance!
Τώρα και πάντα: Αντίσταση!
Anni caldi questi. Siamo a metà degli anni settanta ed esattamente nel ’75 esce questo disco che è il più bell’esempio di “musica politica” mai prodotto in Italia. L'album “Un biglietto del tram” è il primo vero album decisamente originale e con forti contenuti politici degli Stormy Six. Forse è storia o forse è leggenda che a Milano alcune frange del “movimento” abbiano accusato gli Stormy Six di deviazionismo, la colpa: incidere dischi e, soprattutto, venderli! Questo è stato lo scotto di una notorietà costruita concerto dopo concerto, piazza dopo piazza. La grandezza di questo “progetto” è stata nella capacità di saper raccontare attraverso le “immagini”, un’Italia in guerra.
Il disco apre con quello che diventerà uno dei loro portabandiera, la bellissima Stalingrado (…sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa d'ora in poi troverà Stalingrado in ogni città) canzone di forte spessore che rievoca l’omonimo assedio. La Fabbrica (…e corre qua e là un ragazzo a dar la voce si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce) ci restituisce l’atmosfera di paura e fervore che precede il grande sciopero del marzo del 1943 nelle fabbriche del nord. Arrivano gli americani (…arrivano gli americani, garibaldini marziani, Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!) testo ironico e di facile riff che rimane nella mente, imperniato sulla “liberazione americana (?)”. Otto Settembre (…ammazzati come cani, un cartello appeso al collo: ’PARTIGIANI’) probabilmente il brano più intenso dove i testi e la musica si intrecciano in un tutt’uno canzone carica e profonda ed espressione di una grande tragedia. Nuvole a Vinca (…dove sono i giovani, prigionieri in Africa, deportati a Buchenwald o sui monti, liberi...) rende palpabile la paura provocata dalla polvere che si solleva e da quella moto con sidecar che sgomma sulla piazza prima del massacro. La bellissima Dante Di Nanni (…e cento volte l'hanno ucciso, ma tu lo puoi vedere: gira per la città, Dante di Nanni) affronta naturalmente la resistenza e diviene una figura quasi mitica, il simbolo di una battaglia che, trent’anni dopo, non doveva cessare. Gianfranco Mattei (…e se per di più sei un comunista ed un ebreo, dalle mani dei nazisti ti salvi il tuo Dio!) brano a ricordare tutte quelle persone che hanno speso la propria vita in cambio della nostra libertà. In La sepoltura dei morti (…la morte non vale nemmeno il giornale che leggi e che poi butti via) c’è l’amara riflessione di quello che è avvenuto in seguito ai fatti cruciali del ‘900 e delle sue conseguenze. Un biglietto del tram (…non bastava un biglietto, un biglietto del tram per tornare in piazzale Loreto?) conclude amaramente l’album.
Ora più che mai questo disco risuona attuale, in un momento che i giovani sembrano incapaci di stare a sentire un ragionamento politico per più di cinque minuti, sarebbe l’occasione giusta per ascoltare questo disco. Disco che, sia chiaro pur essendo “politico” nei suoi testi, rimane musicalmente parlando ricco di spunti e di idee. Gli strumenti creano un tappeto sonoro che non fa da supporto ma, è parte integrante alle parole stesse, un disco quindi dove anche la Musica ha un valore non secondario. - Appunti Novalis, 23/10/2008.