Scrivo dei fatti del g8 che ho scoperto
E che oggi schifo, dei torti di quel luglio maledetto,
C'è il sospetto, lo ammetto, che tutto sia un copione
Già scritto e mai detto l'autore del soggetto
Penso ai tanti andati lì sperando di manifestare
Ai giovani picchiati armati solo di ideali
Ma quale diritto di sfilare se un tonfa alle spalle
Ti manda all'ospedale
Io sono quel dottore piegato dal dolore
Che impreca e piange ed ha già lo sguardo del terrore
Io son quel ragazzo che fugge dalla piazza
E in sette lo raggiungono e gli spezzano le braccia
Genova, Genova, io non c'ero ma ci credo
Genova, Genova, che qualcosa è andato storto
Genova, Genova, io non c'ero lì sul porto
Ma Genova, Genova, Genova...
Vita ne parla quasi fosse stato tutto
Una partita, ma, dica, in quale sfida onesta
Ci sta un colpo alla testa che passi per svista
E qualcuno protesti "era un fallo di mischia"
Vedo camionette pazze contro muri di persone
Che fuggono smarrite senza darsi una ragione
E un altro elicottero mi romba sulla testa
E indica la mia posizione
Io sono quella tipa che cade senza vita
Colpita a morte e chissà dove poi sia finita
Io sono lo straniero picchiato a Bolzaneto
In piedi da trent'ore contro un muro che non vedo
Genova, Genova, io non c'ero ma ci credo
Genova, Genova, che qualcosa è andato storto
Genova, Genova, io non c'ero lì sul porto
Ma Genova, Genova, Genova...
E che oggi schifo, dei torti di quel luglio maledetto,
C'è il sospetto, lo ammetto, che tutto sia un copione
Già scritto e mai detto l'autore del soggetto
Penso ai tanti andati lì sperando di manifestare
Ai giovani picchiati armati solo di ideali
Ma quale diritto di sfilare se un tonfa alle spalle
Ti manda all'ospedale
Io sono quel dottore piegato dal dolore
Che impreca e piange ed ha già lo sguardo del terrore
Io son quel ragazzo che fugge dalla piazza
E in sette lo raggiungono e gli spezzano le braccia
Genova, Genova, io non c'ero ma ci credo
Genova, Genova, che qualcosa è andato storto
Genova, Genova, io non c'ero lì sul porto
Ma Genova, Genova, Genova...
Vita ne parla quasi fosse stato tutto
Una partita, ma, dica, in quale sfida onesta
Ci sta un colpo alla testa che passi per svista
E qualcuno protesti "era un fallo di mischia"
Vedo camionette pazze contro muri di persone
Che fuggono smarrite senza darsi una ragione
E un altro elicottero mi romba sulla testa
E indica la mia posizione
Io sono quella tipa che cade senza vita
Colpita a morte e chissà dove poi sia finita
Io sono lo straniero picchiato a Bolzaneto
In piedi da trent'ore contro un muro che non vedo
Genova, Genova, io non c'ero ma ci credo
Genova, Genova, che qualcosa è andato storto
Genova, Genova, io non c'ero lì sul porto
Ma Genova, Genova, Genova...
envoyé par adriana - 13/11/2008 - 19:05
Ecco, appunto, non dimentiCarlo proprio nella serata in cui è attesta la sentenza per la "macelleria messicana" della Diaz, con poliziotti che portano dentro false molotov, sbirri-capi che dicono che la Diaz "non è un ambasciata" e via discorrendo. Vediamo in che modo, stavolta, riusciranno a ribadire che lo Stato non si processa da solo. Ma "in ogni cuore che sente coscienza" la sentenza è già stata emessa da tempo, e consta di una sola parola:
Riccardo Venturi - 13/11/2008 - 20:27
COME VOLEVASI DIMOSTRARE
E senza nessun altro commento, tanto sarebbe inutile. Paga qualche pesciolino, i pesci grossi se ne stanno bel belli, promossi e fan carriera. Inutile anche dire che la "legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale che per gli altri"; basta ripetere che lo stato si autoassolve sempre perché così vuole la logica della sua esistenza. E dunque, una buona volta, non si parli più di "giustizia" e si cominci a meditare seriamente sulla necessità di liberarsi dallo stato e dagli stati. Altrimenti ci aspetteranno altre dieci, cento, mille, diecimila Genove.
E senza nessun altro commento, tanto sarebbe inutile. Paga qualche pesciolino, i pesci grossi se ne stanno bel belli, promossi e fan carriera. Inutile anche dire che la "legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale che per gli altri"; basta ripetere che lo stato si autoassolve sempre perché così vuole la logica della sua esistenza. E dunque, una buona volta, non si parli più di "giustizia" e si cominci a meditare seriamente sulla necessità di liberarsi dallo stato e dagli stati. Altrimenti ci aspetteranno altre dieci, cento, mille, diecimila Genove.
Non farò ulteriori commenti su questi fatti, né su questa pagina, né su altre. [RV]
Riccardo Venturi - 13/11/2008 - 22:35
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