Μπροστά πηγαίνει ο λαός
Και πίσω ο χάρος πάει
Ένας φρουρός κι άλλος φρουρός
Στου χωρικού το πλάι
Στο δάσος των παλιών νεκρών
Τώρα χωριάτης φτάνει
Το βασιλιά αψήφησε
Την κεφαλή του χάνει
Τον φέρνουν τον Μπερτόλδο
Τον άτρομο το χωρικό
Σαν αδερφό ολόιδιο
Τον φέρνουνε για θάνατο
Τον φέρνουν για μαχαίρι
Γιατί δεν φίλησε ποτέ
Του βασιλιά το χέρι
Και πίσω ο χάρος πάει
Ένας φρουρός κι άλλος φρουρός
Στου χωρικού το πλάι
Στο δάσος των παλιών νεκρών
Τώρα χωριάτης φτάνει
Το βασιλιά αψήφησε
Την κεφαλή του χάνει
Μα οι νεκροί σαλεύουνεΣτο δάσος των παλιών νεκρών
Οι μνήμες ζωντανεύουν
Οι ρίζες των παλιών νεκρών
Εκδίκηση γυρεύουν
Μα οι νεκροί σαλεύουνε
Οι μνήμες ζωντανεύουν
Οι ρίζες των παλιών νεκρών
Εκδίκηση γυρεύουν
Τον φέρνουν τον Μπερτόλδο
Τον άτρομο το χωρικό
Σαν αδερφό ολόιδιο
Τον φέρνουνε για θάνατο
Τον φέρνουν για μαχαίρι
Γιατί δεν φίλησε ποτέ
Του βασιλιά το χέρι
Μα εμείς οι ρίζες οι παλιές
Και των νεκρών η γνώμη
Τον δήμιο θ'αρπάξουμε
Αυτόν που θανατώνει
Μα εμείς οι ρίζες οι παλιές
Και των νεκρών η γνώμη
Τον δήμιο θ'αρπάξουμε
Αυτόν που θανατώνει
Μα οι νεκροί σαλεύουνε
Οι μνήμες ζωντανεύουν
Οι ρίζες των παλιών νεκρών
Εκδίκηση γυρεύουν
Μα οι νεκροί σαλεύουνε
Οι μνήμες ζωντανεύουν
Οι ρίζες των παλιών νεκρών
Εκδίκηση γυρεύουν.
envoyé par Riccardo Venturi - 19/9/2008 - 01:17
Langue: grec moderne
Il testo originale trascritto semifoneticamente:
Romanized (semi-phonetical) lyrics:
Romanized (semi-phonetical) lyrics:
BROSTA PIJENJI O LAOS
Brostá pijénji o laós
kje píso o háros pái
énas frurós kji álos frurós
stu horikú to plái
Sto dásos tom baljón nekrón
tóra horjátjis ftánji
to vasiljá apsífjise
tin gjefaljí tu hánji
Ma i nekrí salévune
i mnjímes zondanévun
i rjízes tom baljón nekrón
egδíkjisi jyrévun
Sto dásos tom baljón nekrón
ton férnun to Bertólδo
ton átromo to horikó
san aδerfó olóiδjo
Ton férnune jia θánato
ton férnun jia maçérji
jiatí δen fíljise poté
tu vasiljá to çérji
Ma emjís i rjízes i paljés
kje ton nekrón i γnómji
ton δímjo θ'arpáxume
aftóm bu θanatónji.
Brostá pijénji o laós
kje píso o háros pái
énas frurós kji álos frurós
stu horikú to plái
Sto dásos tom baljón nekrón
tóra horjátjis ftánji
to vasiljá apsífjise
tin gjefaljí tu hánji
Ma i nekrí salévune
i mnjímes zondanévun
i rjízes tom baljón nekrón
egδíkjisi jyrévun
Sto dásos tom baljón nekrón
ton férnun to Bertólδo
ton átromo to horikó
san aδerfó olóiδjo
Ton férnune jia θánato
ton férnun jia maçérji
jiatí δen fíljise poté
tu vasiljá to çérji
Ma emjís i rjízes i paljés
kje ton nekrón i γnómji
ton δímjo θ'arpáxume
aftóm bu θanatónji.
envoyé par Riccardo Venturi - 19/9/2008 - 02:38
Langue: italien
Versione italiana di Riccardo Venturi
19 settembre 2008
19 settembre 2008
AVANZA IL POPOLO
Avanza il popolo,
indietreggia la morte.
L'uno e l'altro vegliano
a fianco della gente.
Nel bosco degli antichi morti
ora giunge un contadino.
Il re lui ha disprezzato,
la testa gli ha spiccato.
stanno portando Bertoldo;
e impavido è il Paese
proprio come un fratello.
E lo portano a morte,
lo portano al supplizio
perché non ha mai amato
la mano del re.
Avanza il popolo,
indietreggia la morte.
L'uno e l'altro vegliano
a fianco della gente.
Nel bosco degli antichi morti
ora giunge un contadino.
Il re lui ha disprezzato,
la testa gli ha spiccato.
Ma i morti si muovonoNel bosco degli antichi morti
e i ricordi vivono.
Le radici degli antichi morti
chiedono vendetta.
Ma i morti si muovono
e i ricordi vivono.
Le radici degli antichi morti
chiedono vendetta.
Ma i morti si muovono
e i ricordi vivono.
Le radici degli antichi morti
chiedono vendetta.
stanno portando Bertoldo;
e impavido è il Paese
proprio come un fratello.
E lo portano a morte,
lo portano al supplizio
perché non ha mai amato
la mano del re.
Ma noi, radici antiche
e saggezza dei morti
cattureremo il boia,
quello che dà la morte
Ma noi, radici antiche
e saggezza dei morti
cattureremo il boia,
quello che dà la morte
Ma i morti si muovono
e i ricordi vivono.
Le radici degli antichi morti
chiedono vendetta
Ma i morti si muovono
e i ricordi vivono.
Le radici degli antichi morti
chiedono vendetta.
Se mai esiste una canzone che sappia rendere, nella melodia e nelle parole, la cruda e magnificente solennità di una Grecia senza tempo, è questa. Significativamente, però, come esempio senza alcuna nazione di resistenza al potere anche a costo della vita, il grande e scomodissimo Skourtis ha voluto prendere una figura della tradizione popolare di un altro paese, Bertoldo. Logico che questa canzone la si veda associata, anche in YouTube, alla resistenza alla dittatura fascista e ai soprusi assassini polizieschi: dal Politecnico a Alexandros Grigoropoulos. Il tutto è sottolineato dall'interpretazione popolare drammatica di Xylouris e del coro: una canzone che potrebbe essere l'inno di un intero popolo e di un'intera resistenza di secoli.
Riccardo Venturi - 9/3/2009 - 22:03
Un'altra di quelle canzoni interpretate da Xylouris, direi, che andrebbero fatte ascoltare a forza ai signorini dell' "arcangelo né di destra né di sinistra". O come sarà che codesto "arcangelo" la Ποτέ θα κάνει ξαστεριά non è mai andato a cantarla ai circoli ufficiali, bensì in mezzo al Politecnico in rivolta? E quando cantava le poesie dei comunisti Ritsos e Vàrnalis? Ci vorrebbe un autobus per andare una mezza giornata in Arcangelandia a raccontarglielo, ché i nemici non sono entrati soltanto in città, ma anche a casa sua...
Riccardo Venturi - 6/7/2012 - 13:55
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Στίχοι: Γιώργος Σκούρτης
Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος
Πρώτη εκτέλεση: Νίκος Ξυλούρης & Χορωδία ( Ντουέτο )
Από τη "Συμφωνία της Γιάλτας και της πικρής αγάπης τα τραγούδια" [1976]
Testo di Yorgos Skourtis
Musica di Stavros Xarchakos
Interpretazione originale: Nikos Xylouris e coro (duetto)
Dall' "Accordo di Yalta e canzoni dell'amaro amore" [1976]
L'ACCORDO DI YALTA E LE CANZONI DELL'AMARO AMORE
Che cosa abbia significato per la Grecia l'accordo di Yalta con il quale le potenze vincitrici della II guerra mondiale si spartirono il mondo per cinquant'anni, è cosa nota. Ricadendo la Grecia nel “mondo occidentale” sotto l'egida degli USA e della Gran Bretagna, ne susseguì una sanguinosa guerra civile (durata fino al 1949) che vide le forze partigiane comuniste soccombere e riempire i cimiteri e i campi di concentramento (tra i quali quello della famigerata isola di Makronisso). Non finì certamente con l'amnistia del 1950: le conseguenze della guerra fredda, e del trovarsi la Grecia, come altri paesi, sul “confine” della Cortina di Ferro, fecero sì che il Paese subisse in modo devastante l'influenza americana: lo stesso colpo di stato del 21 aprile 1967, che mise al potere -primo caso nel mondo- direttamente un dipendente della CIA (Georgios Papadopoulos) ne è una diretta emanazione. Su tutto ciò il grande musicista Stavros Xarchakos volle comporre la sua “sinfonia” (in lingua greca, lo ricordiamo, i termini “accordo” e “sinfonia” sono identici: συμφωνία) affidandola ai versi di Nikos Gatsos, Pavlos Matesis, Yorgos Skourtis, Vangelis Goufas e Mattheos Moundes, e alle voci di Nikos Xylouris, Dimitra Galani e Stavros Paravas. Un'opera capitale nella musica e nella canzone d'autore greca.