Qui non vengono più a posarsi gli arcobaleni
e le nuvole alte, così larghe
da tenersi stretto il vento sottobraccio e il sole tra i denti,
il giovedì pomeriggio in questa Piazza di Maggio,
tutte qui, mezze a Torino e mezze a Buenos Aires.
Come per magia eccole uscire dai corsi immensi,
scivolate fin qui come nebbia in dicembre,
indossano foto sbiadite e nessuno sembra vederle,
eppure gridano nomi, posti e date,
ognuno una nuvola, uno sparo su Buenos Aires.
E d'improvviso è già qui un vento caldo che sa un po' di terra
ma è quasi un tango
e batte piano così come una lingua che sa un po' di sale
ed è proprio un tango.
Dietro la porta si sente il mare,
le donne in nero le pietre portate fin qui,
addosso il dolore di un silenzio,
ma qui sotto i seni il caldo del cuore, del tempo di un'onda
in questa stanza al confine con Buenos Aires.
e le nuvole alte, così larghe
da tenersi stretto il vento sottobraccio e il sole tra i denti,
il giovedì pomeriggio in questa Piazza di Maggio,
tutte qui, mezze a Torino e mezze a Buenos Aires.
Come per magia eccole uscire dai corsi immensi,
scivolate fin qui come nebbia in dicembre,
indossano foto sbiadite e nessuno sembra vederle,
eppure gridano nomi, posti e date,
ognuno una nuvola, uno sparo su Buenos Aires.
E d'improvviso è già qui un vento caldo che sa un po' di terra
ma è quasi un tango
e batte piano così come una lingua che sa un po' di sale
ed è proprio un tango.
Dietro la porta si sente il mare,
le donne in nero le pietre portate fin qui,
addosso il dolore di un silenzio,
ma qui sotto i seni il caldo del cuore, del tempo di un'onda
in questa stanza al confine con Buenos Aires.
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