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Felder von Verdun

anonyme
Langue: allemand


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Dt Soldat Westfront 1916 Bundesarchiv


Die "Felder von Verdun" stammen meines Wissens aus den sechziger Jahren, beschäftigen sich jedoch mit dem 1. Weltkrieg. Kein anderes Schlachtfeld sah mehr sterbende Soldaten als die französische Stadt Verdun. Verdun muß auch heute Mahnung sein. Die Forderung "Nie wieder Krieg!" ist angesichts des immer noch anhaltenden mörderischen Rüstungswettlaufs aktueller denn je.

La canzone "Felder von Verdun" (I Campi di Verdun) risale a mio parere agli anni '60, ma l'argomento tratta della prima guerra mondiale. Nessun altro campo di battaglia vide più soldati morti di quello attorno alla città francese di Verdun, nella Champagne. Il monito "Mai più guerra" è oggi più che mai attuale alla luce dei conflitti e dei massacri che ancora perdurano.


Si notino i campi di grano e i papaveri rossi...

(Riccardo Venturi)
Die Felder von Verdun, die tragen keine Ähren,
dort blüht nur roter Mohn.
Die Gräber von Verdun, wem immer sie gehören,
sind längst vergessen schon.

Sie dachten, sie kämen im Herbst schon zurück
und zogen mit Fahnen hinaus.
Sie dachten, es gäbe für sie einen Sieg,
den brächten sie bald schon nach Haus!
Doch auf den Feldern von Verdun
war alle Hoffnung hin,
und Krieg und Sieg und Not und Tod
verloren ihren Sinn.

Refrain

Sie wollten den Krieg noch führen wie einst.
Was kam, das ahnten sie nie.
Doch hatten sie kaum die Marne erreicht,
da führte der Krieg schon sie.
Und auf den Feldern von Verdun
war alle Hoffnung hin,
und Krieg und Sieg und Not und Tod
verloren ihren Sinn.

(Sprechgesang zur Melodie des Refr.)
Das Blut der Soldaten war rot wie der Mohn,
im Feuer verbrannte das Gras.
Nur wenige kamen damals davon,
von denen keiner jemals vergaß.

Refrain

Wer sagt mir, warum sie gestorben sind,
warum dieses Morden geschah.
Denn wenn man nicht endlich zu fragen beginnt,
dann droht erneut die Gefahr,
und wie die Felder von Verdun
ist dann die ganze Welt,
wenn Du und ich und Jedermann
die Frage jetzt nicht stellt.

Refrain

envoyé par Riccardo Venturi



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi (2004)
I CAMPI DI VERDUN

I campi di Verdun non portan spighe,
là cresce soltanto il papavero rosso.
Le tombe di Verdun, a chiunque appartengano
sono già da tanto tempo dimenticate.

Pensavano che sarebbero tornati già in inverno
e andavan per le lunghe, con le bandiere.
Pensavano che per loro ci sarebbe stata vittoria
e che la avrebbero portata presto a casa!
Però sui campi di Verdun
ogni speranza cadde,
la guerra, la vittoria, gli stenti e la morte
fecero loro perdere il senno.

(Refrain)

Volevano condurre la guerra come un tempo.
Che cosa succedeva, mai lo immaginavano.
Avevano appena raggiunto la Marna
che fu la guerra a condurre via loro.
E sui campi di Verdun
ogni speranza cadde,
la guerra, la vittoria, gli stenti e la morte
fecero loro perdere il senno.

(Parlato, sulla melodia del ritornello)
Il sangue dei soldati era rosso come il papavero,
nel fuoco bruciava l'erba.
Solo pochi allora se la cavarono
e di loro nessuno ha mai dimenticato.

(Refrain)

Chi mi dice: perché sono morti,
perché accaduto questo massacro?
Ma, infine, se non si comincia a chiedere,
il pericolo minaccerà di nuovo,
e come i campi di Verdun
sarà il mondo intero,
se tu, io ed ogni persona
non pone adesso questa domanda.

(Refrain)



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