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The Only Good Fascist Is A Very Dead Fascist

Propagandhi
Langue: anglais


Propagandhi

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[1996]
Samoleski - Hannah - Guillas
Album: Less Talk, More Rock
lesstalk

Dedicato al porco Almirante e ai suoi sgherri picchiatori che oggi, sedendo sugli scranni del potere, hanno sdoganato i centurioni che scorrazzano su e giù per l'Italia a uccidere e massacrare e a bruciare i campi rom, come nella migliore tradizione nazista.

E al padre di tutti i porci, Giorgio Almirante, il suo figlio prediletto, Gianni Alemanno, oggi generale dell'Urbe, vorrebbe intitolare una strada...

Una strada intitolata ad uno dei fautori delle leggi razziali fasciste (fu pure segretario di redazione della rivista "La difesa della razza"), a un capomanipolo della Repubblica di Salò, un ufficiale delle Brigate Nere, uno dei più accaniti persecutori di partigiani, uno che negli anni '70 fu coinvolto nello stragismo (condannato per favoreggiamento e poi amnistiato nell'ambito del processo per la strage di Peteano), uno che sostenne e incoraggiò i picchiatori che nel 1966 uccisero lo studente Paolo Rossi davanti alla Sapienza(e oggi vorrebbero riprovarci)...

Una strada ad Almirante? Va bene.
Questa la targa:
"Giorgio Almirante, 1914-1988
- fascista e terrorista -
Che il diavolo l'abbia in gloria"

Sappiamo bene che...un titolino del genere è decisamente "forte" per un sito del genere; ma, come si suol dire, a mali estremi, estremi rimedi. Quindi dedichiamo questa canzone non soltanto a Almirante e ai suoi seguaci & nipotini, ma anche -una volta tanto!- a quel piddino che ha letto in faccia a Fini alcuni stralci da "La difesa della razza" -costringendo il Fini in questione a mordersi la lingua e Alemanno a fare una frenatona con relativa marciandrèo, come si dice a Firenze-, nonché a tutti i fascistelli & compagnia bella che da tempo infestano questo sito spedendo commentini che vengono regolarmente archiviati nel cesso. Forse ancora non l'hanno capita; e una canzoncina come questa può senz'altro servire a fargliela intendere un po' meglio -non fosse bastata All You Fascists. Titolino forte? Nessun titolo è abbastanza forte per chi ha scatenato una guerra mondiale e la distruzione del mondo intero. Perché non dovremmo mai scordarlo, nonostante il bel clima attuale in cui la cosiddetta "pacificazione" fa rima con "restaurazione". [RV]



difesarazzaNell’estate del 1938, il regime fascista si rese conto della necessità di sostenere con una serie di strumenti culturali efficaci e capillarmente diffusi la politica razzista inaugurata subito dopo la conquista dell’Impero. Telesio Interlandi (1894-1965) – già direttore del quotidiano fascista Il Tevere – venne così posto alla direzione di una nuova rivista, che uscì col suo primo numero il 5 agosto 1938. Dal quarto numero in poi, ad Interlandi venne affiancato Giorgio Almirante (1914-1988).

"La difesa della razza" ospitò contributi di vari intellettuali, non sempre concordi tra loro nel definire il concetto di razza. La linea prevalente, però, fu quella biologica, fissata da Landra nel Manifesto degli scienziati razzisti, che non a caso fu ripubblicato proprio sul primo numero della nuova rivista. Nei suoi primi anni di vita, il periodico ebbe una tiratura altissima, oscillante tra le 140 e le 150 000 copie mensili. Una simile diffusione fu certamente facilitata dall’intervento personale del ministro Giuseppe Bottai, che nella sua qualità di responsabile dell’Educazione nazionale obbligò tutte le biblioteche scolastiche ed universitarie ad abbonarsi. In seguito, a partire dalla seconda metà del 1940, la tiratura subì una drastica contrazione, scendendo a quota 9 000 copie mensili.

I bersagli privilegiati della Difesa della razza erano i neri e gli ebrei. Dei primi si metteva costantemente in risalto la barbarie e l’inferiorità, rispetto all’uomo bianco. Nel caso degli ebrei, l’immagine più ricorrente era quella del ragno, metafora che evocava lo sforzo tenace e paziente compiuto dagli israeliti, per arrivare al dominio del mondo."
Regione Emilia-Romagna - Assemblea Legislativa
Swastikas and Klan-robes.
Sexist, racist, homophobes.
Aryan-Nations and Hammerskins:
you can wear my nuts on your nazi chins!
God, I love a man in uniform!
(But, uh, before we get too intimate here, big fella):
what exactly are
the great historical accomplishments of “your” race
that make you proud to be white?
Capitalism?
Slavery?
Genocide?
Sitcoms?
Guns?
War?
Pollution?
Addiction?
NAFTA?
Thigh-Master?
This is your fucking white-history, my “friend”.
So why don’t we start making a history
worth being proud of
and start fighting the real fucking enemy:
the white male capitalist supremacist.
Swastikas and Klan-robes.
Sexist, racist, homophobes.
This one’s for the “Master Race”:
my brown-power ass in your white-power face!
Kill them all and let a Norse God sort ‘em out!

envoyé par Alessandro - 29/5/2008 - 09:08




Langue: italien

Sentitissima versione italiana di Riccardo Venturi, 29 maggio 2008
L'UNICO FASCISTA BUONO È UN FASCISTA BELLO MORTO

Svatische e tuniche da Ku-Klux-Klan.
Sessisti, razzisti, omofobi.
Nazioni Ariane e Hammerskins:
sulle vostre bazze naziste ci avete a portare i miei coglioni!
Oh Dio, un uomo in divisa!
(Ma, eh, prima che diventiamo troppo intimi, bel tipone):
che cosa sono esattamente
le grandi conquiste storiche della "vostra" razza
che vi rendono fieri di essere bianchi?
Il capitalismo?
La schiavitù?
Il genocidio?
Le sit-com?
Le armi?
La guerra?
L'inquinamento?
La droga?
Il NAFTA?
Il Thigh-Master?
Eccola la tua storia bianca di merda, "amico" mio.
E allora perché non cominciamo a fare una storia
di cui essere degni
e non cominciamo a lottare contro il vero nemico schifoso:
il maschio bianco capitalista e fautore della supremazia.
Svastiche e tuniche da Ku-Klux-Klan.
Sessisti, razzisti, omofobi.
Ed ecco quel che ho per la "Razza padrona":
il mio culo "brown power" sul tuo muso white power!
Ammazziamoli tutti e facciamoli essere eletti da un dio vichingo!

29/5/2008 - 18:28




Langue: français

Version française – Le seul bon fasciste est un fasciste mort – Marco Valdo M.I. – 2009

Dédiée au porc Almirante et à ses sbires frappeurs qui aujourd'hui, s'assoyant sur les sièges du pouvoir, ont dédouané les centurions qui errent ici et là en Italie pour tuer et massacrer et à brûler les camps des Roms, comme dans la meilleure tradition nazie.

Et au père de tous ces porcs, Giorgio Almirante, son fils préféré, Gianni Alemanno, aujourd'hui général de l'Urbe (maire de Rome), voudrait dédier une rue....
Une rue dédiée à un des auteurs des lois raciales fascistes (il fut même le secrétaire de rédaction de la revue « La défense de la race »), à un capomanipule (commandant d'un manipule fasciste) de la République de Salò (la bien nommée...), un officier des Brigades Noires, un des persécuteurs les plus acharnés de partisans, un qui dans les années 70 fut impliqué dans le stragisme (stratégie du massacre des civils italiens mise en œuvre par les fascistes, la droite et les services secrets italiens et étazuniens) – condamné pour complicité et ensuite amnistié dans le cadre du procès de l'attentat de Peteano (attentat fasciste qui marque le début de la « stratégie de la tension »), un qui soutint et encouragea les cogneurs qui en 1966 tuèrent l'étudiant Paolo Rossi devant la Sapienza (Université romaine) – et voudraient recommencer aujourd'hui.

Une rue à Almirante ? D'accord.
Voici la plaque :
« Giorgio Almirante – 1914 – 1988
Fasciste et terroriste.
Que le Diable l'emporte en sa gloire ! »

À l'été 1938, le régime fasciste se rendit compte de la nécessité de soutenir par une série d'instruments culturels efficaces et de façon capillaire diffuse la politique raciste inaugurée dès après la conquête de l'Empire. Telesio Interlandi (1894 – 1965) – déjà directeur du quotidien fasciste Il Tevere – fut placé à la tête de la nouvelle revue, qui sortit son premier numéro le 5 août 1938.
À partir du quatrième numéro, près d'Interlandi fut placé Giorgio Almirante.
Nous savons très bien qu'un titre pareil est vraiment fort pour un tel site, mais, comme on dit, à mal extrême, remède extrême. Dès lors, nous dédions cette chanson non seulement à Almirante et à ses disciples et descendants, mais – une fois n'est pas coutume – à ce démocrate qui a lu face à Fini des passages de « La défense de la race », en le contraignant (ce Fini – président del Chambre et numéro deux du groupe de Berlusconi) à se mordre la langue et Alemanno (Maire fasciste de Rome) à freiner ses envies et à faire marche arrière, mais aussi à ces fascistoïdes et compagnie qui depuis un temps infestent ce site en r épandant des commentaires qui sont régulièrement archivés à la poubelle. Peut-être n'ont-ils pas encore compris; et une chanson comme celle-ci put toujours servir à leur faire comprendre un peu mieux – All you fascists n'était peut-être pas suffisante.
Un titre fort ?
Aucun titre n'est assez fort contre ceux qui ont déclenché la guerre mondiale et la destruction du monde entier. Car nous ne devrions jamais l'oublier, en dépit du joli climat actuel où la soi-disant « pacification » rime avec « restauration ». (Note de Marco Valdo M.I. : Ora e sempre : Resistenza ! MAINTENANT ET TOUJOURS : RESISTANCE !).

« La défense de la race » accueillit des contributions d'intellectuels, pas toujours d'accord entre eux pour définir le concept de race (Note de Marco Valdo M.I. : notez qu'on les comprend, ces jeunes gens. Comment , en effet, définir quelque chose qui n'existe pas dans la réalité et qui n'a aucun sens, ni – a fortiori – aucun fondement scientifique ? Personne n'est dès lors capable de fixer la chose ou tous les participants la fixent différemment, ce qui revient au même...). La ligne prédominante fut
la biologique, établie par Landra dans le Manifeste des Scientifiques racistes, qui ne fut pas publié par hasard dans le premier numéro de la revue. Dans les premières années, le périodique eut un tirage très élevé, oscillant entre 140.000 et 150.000 exemplaires mensuels. Une pareille diffusion fut sans doute facilitée par l'intervention personnelle du ministre Giuseppe Bottai, qui en sa qualité de responsable de l'Éducation nationale obligea toutes les bibliothèques scolaires et universitaires à s'y abonner. Par la suite, à compter de la seconde moitié de l'année 1940, le tirage subit une drastique contraction descendant à 9.000 exemplaires.
Les gibiers privilégiés de « La défense de la race » étaient les Noirs et les Juifs. Des premiers, on mettait constamment en avant la barbarie et l'infériorité par rapport à l'homme blanc. Dans le cas des Juifs, l'image la plus fréquente était celle de l'araignée, métaphore qui évoquait l'effort tenace et patient accompli par les Juifs pour arriver à dominer le monde. »
LE SEUL BON FASCISTE EST UN FASCISTE MORT

Swastikas et tuniques du KKK
Sexistes, racistes, homophobes
Nations aryennes et Hammerskins :
Vous pouvez porter mes couilles sur vos galoches nazies !
Ciel, j'aime un homme en uniforme !
(Mais, bof, seulement avant d'être trop intimes, mon gros loup) :
Quellles sont les grandes conquêtes historiques de votre “race”
qui vous rendent si fiers d'être blancs ?
Le capitalisme ?
L'esclavage ?
Le génocide ?
Les sitcoms ?
Les armes ?
La guerre ?
La pollution ?
L'assuétude ?
La drogue ?
L'ALÉNA ?
Le Thigh-Master ?
La voilà, ton histoire blanche de merdre, “amigo”.
Et alors, pourquoi ne développerions-nous pas une histoire
de laquelle nous pourrions être dignes
et ne commencerions-nous pas à lutter contre ce putain d'ennemi :
le mâle blanc capitaliste et dominateur.
Swastikas et tuniques du KKK
Sexistes, racistes, homophobes.
Voici mon cadeau pour la “Race élue” :
Mon cul noir sur ta face blanche !
Tuons-les tous et renvoyons-les à leur Dieu !

envoyé par Marco Valdo M.I. - 9/1/2009 - 18:55


Via Mussolini: la targa appesa a testa in giù
dal blog di Alessandro Robecchi
piazzaalmirante

Continua nella capitale l’opera di attento revisionismo storico del sindaco senza matrice politica Gianni Alemanno. Dopo le polemiche per via Almirante, ecco un nuovo caso: via Mussolini. Questa volta, però, si è cercato di agire con maggiore prudenza politica e la targa, in nome di una giusta coerenza storiografica, sarà appesa a testa in giù.

targamussolini

29/5/2008 - 16:21


NUOVA TOPO(DIFOGN)ONOMASTICA CAPITOLINA
da ‘Eκβλόγγηθι Σεαυτόν! (Sblògga te stesso)

Lo scorso 2 febbraio sono stato profeta. Avevo infatti proposto di intitolare via Fra' Silvestro Maruffi, a Firenze, dove si trova la sede cittadina di una certa organizzaziunciella di gggiòvani, a Mario Carità, noto torturatore nazifascista; e lo avevo fatto con una fittizia lettera dove lo stesso fra' Maruffi protestava dichiarando di non voler avere nulla a che fare con quei simpatici ragazzotti (che ora, per altro, hanno preso a imbrattare la città con manifesti dove si propaganda la loro Casaggì, centro sociale di destra [!!!!]. Ora che il neosindaco dell'Vrbe, Gianni Alemanno in Rauti, vuole intitolare una piazza ad un altro torturatore fascista e razzista, tale Giorgio Almirante, e che gli stessi ragazzotti della capitale già sembrano aver provveduto autonomamente a farlo, mi pregio di svggerire al podestà di Roma alcune nuove intitolazioni di strade, piazze, vicoli, larghi eccetera più consoni al periodo. Ogni proposta è corredata da brevi note biografiche stile stradale, redatte secondo il "principio Dell'Utri".

1) Viale Herbert Kappler
1907-1978
Eroico ufficiale germanico
kapppiccolo

2) Via Pietro Koch
1918-1945
Martire anticomunista
pietrokoch

3) Largo Adolfo Hitler
1889-1945
Vive per sempre nei nostri cuori!
hitlersimpson

4) Piazza Junio Valerio Borghese
1906-1974
Se l'8 dicembre del 1970…
juniovalerio

5) Vicolo Achille Starace
1889-1945
La versione con la vocale giusta
starace

6) Corso Hermann Göring
1893-1946
Collezionista di opere d'arte e aviatore
goering

7) Via del Triangolo Rosso dell'Emilia
NB. Sostituisce Via del Triangolo Nero di Dachau. Fa angolo con la nuova via Giampaolo Pansa.
pansa

8. Piazza gen. Rodolfo Graziani
1882-1955
Portatore di civiltà fra i negri
grazianirod

9. Sordido Angiporto Pietro Badoglio
1871-1956
Niente di più per quel traditore!
badbad

10. Piazzale dr. Joseph Paul Goebbels
1897-1945
Creatore di giuste intuizioni mediatiche
goebbels

11. Lungotevere della Notte dei Cristalli
9/10 novembre 1938
NB. Tratto del Lungotevere vicino a via del Portico D'Ottavia
kristallnacht

12. Via Stefano Delle Chiaie detto Er Caccola
1936-
E' ancora vivo ma per lui si può fare un'eccezione
dellechiaie

13. Corso gen. Augusto Pinochet Ugarte
1915-2006
Presente!
pinocchiettochet

14. Via Bolzaneto
20-21 luglio 2001
Pagina eroica della storia italiana
bolzaneto

15. Largo Giusva Fioravanti e Francesca Mambro
Famiglia italiana di sani principi morali
mambro

Riccardo Venturi - 29/5/2008 - 19:15


Nota grafica per il webmaster: I corsivi nel titolo principale sono stati inseriti perché corrispondenti all'effettiva grafica dell'originale.

Riccardo Venturi - 29/5/2008 - 18:29


E una via per Assunta, che imperversa dappertutto? Ma perché cavolo tutti la chiamano donna?
(Silva)

Ma chi lo sa, come mai la chiamano così, l'Assunta Stramandinoli! Forse per distinguerla da un uomo? [RV]

29/5/2008 - 21:06


Così scriveva Almirante sulla rivista "La difesa della razza":

« il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l'Italia abbia mai tentato. Chi teme ancor oggi che si tratti di un'imitazione straniera non si accorge di ragionare per assurdo: perché è veramente assurdo sospettare che il movimento inteso a dare agli italiani una coscienza di razza […] possa servire ad un asservimento ad una potenza straniera »

(Giorgio Almirante, 1938)

« Noi vogliamo essere, e ci vantiamo di essere, cattolici e buoni cattolici. Ma la nostra intransigenza non tollera confusioni di sorta […] Nel nostro operare di italiani, di cittadini, di combattenti – nel nostro credere, obbedire, combattere – noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti. Esclusivamente e gelosamente fascisti noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo »

(Giorgio Almirante, 1942)


“Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza - scriveva Giorgio Almirante -. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d’una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti - dice Giorgio Almirante -, finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”.

(da guerrilla radio)

daniela -k.d.- - 30/5/2008 - 12:13


"Altrimenti - dice Giorgio Almirante -, finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”." (Giorgio Almirante)

Chissà come si sentirebbe quel "grande italiano" se potesse vedere queste foto del suo figlioccio spirituale, nonché attuale presidente della camera[ta], on. Gianfranco Fini:

L'on. Gianfranco Fini assieme all'ex primo ministro israeliano Ariel Sharon.
L'on. Gianfranco Fini assieme all'ex primo ministro israeliano Ariel Sharon.


L'on. Fini con in testa la qippah mentre visita lo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto cui il suo paparino spirituale ha dato un fattivo contributo.
L'on. Fini con in testa la qippah mentre visita lo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto cui il suo paparino spirituale ha dato un fattivo contributo.

Riccardo Venturi - 30/5/2008 - 19:55


Come posso far sapere agli autori di questo "capolavoro" che il Mahatma Gandhi(a cui si ispirano) era un grande amico del dvce si veda qui come lo conferma questa sua lettera
(Friedrich Nietzsche)

Se vuoi fare pervenire la tua osservazione direttamente ai Propagandhi, non hai che da scriverla in inglese e cercare su qualche sito un canale di comunicazione. Per quel che ci riguarda, vale a dire come sito "Canzoni contro la guerra", pur rispettando la figura di Gandhi abbiamo su di essa nutrito più di una grave perplessità. Ad ogni modo, è chiaro che per motivi politici contingenti il Gandhi sarebbe stato amico di chiunque in funzione anti-inglese. Saluti e mi raccomando: occhio ai cavalli a Torino. [RV]

5/6/2008 - 21:38


FASCYSTELLO GRVLLERELLO N°1
SILLY FASCIST NR 1


Abbiamo deciso di convertire ogni "commento" del fascystello grvllerello di turno, che ovviamente non pubblichiamo (se vuole fare "outing" vada da un'altra parte), in immagini consone al quoziente di intelligenza di tali persone. Questa è la n° 1.

We've decided to turn any "commentary" by the occasional silly fascist, that we obviously leave unpublished (please make your outings elsewhere), into images more suitable for his/her IQ. This is Nr 1.


N° 1: I Puffi. Nr 1: The Smurfs.
N° 1: I Puffi. Nr 1: The Smurfs.

CCG/AWS Staff - 5/10/2008 - 03:31


Il testo della proposta di legge n. 1360 (presentata il 23 giugno 2008, primo firmatario il "nuovo socialista" Lucio Barani, degno erede di Mussolini...) con cui i fascisti al potere qui in Italia vorrebbero istituire il cd. Ordine del Tricolore e riconoscere lo status di combattenti (e tutti i benefici che ne discendono) anche ai repubblichini di Salò e agli infami assassini delle brigate nere...

Riporto un passaggio: "[...] Non s'intende proponendo l'istituzione di questo Ordine sacrificare la verità storica di una feroce guerra civile sull'altare della memoria comune, ma riconoscere, con animo oramai pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d'Italia; nello smarrimento generale, anche per omissioni di responsabilità ad ogni livello istituzionale, molti combattenti, giovani o meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e «imperiale» del ventennio, ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e languente; altri, maturati dalla tragedia in atto o culturalmente consapevoli dello scontro in atto a livello planetario, si schierarono con la parte avversa, «liberatrice», pensando di contribuire a una rinascita democratica, non lontana, della loro Patria. [...]"

Capito? Poveri ragazzi confusi! Difendevano un regime ferito e languente, che altro potevano fare quello povere anime candide?

E i partigiani diventano invece la forza "liberatrice", tra virgolette...

MA BRUTTI FIGLI DI UNA MIGNOTTA (e chiedo scusa alla categoria, dove c'è anche gente onesta e lavoratrice), MA BRUTTI FASCISTI DIMMERDA! VOI PROVATECI SOLTANTO E LA RESISTENZA CHE VOLETE SEPPELLIRE VE LA FACCIAMO RIVIVERE IN DIRETTA!

STRONZI!

ANIMO PACIFICATO UN BEL CAZZO!

GUERRA CIVILE? FU GUERRA DI LIBERAZIONE DAI NAZISTI CHE OCCUPAVANO L'ITALIA E DA CHI COLLABORAVA CON LORO, I FASCISTI CAROGNE!

E carogne sono pure questi qui che hanno presentato questa proposta di legge... Ecco i loro nomi:

BARANI, ANGELI, BARBA, BARBIERI, BOCCIARDO, CALDORO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATONE, CESARO, CICCIOLI, CORSINI, CRISTALDI, DE ANGELIS, DE CORATO, DE LUCA, DE NICHILO RIZZOLI, DI BIAGIO, DI VIRGILIO, DIMA, DIVELLA, FOGLIARDI, GREGORIO FONTANA, FUCCI, GAROFALO, GIRLANDA, HOLZMANN, LABOCCETTA, LO MONTE, GIULIO MARINI, MAZZONI, RICARDO ANTONIO MERLO, MIGLIORI, NARDUCCI, PETRENGA, ROSSO, SARDELLI, SBAI, VALENTINI, VENTUCCI, VESSA, ZACCHERA.

Eccoli qua, i prestanome di Berlusconi e dei suoi gerarchi...

(scusate l'incazzo...)

Alessandro - 8/1/2009 - 14:14


Vorrei aggiungere per la famosa cronaca che il Lucio Barani "primo firmatario" di tale proposta è proprio quel Lucio Barani ex sindaco "socialista" di Aulla (MS), craxiano di ferro (come il buon Cicchitto, del resto), che a suo tempo fece dedicare una piazza della sua cittadina a Bettino Craxi (piazza Benedetto "Bettino" Craxi, statista) con relativo monumento all' "esule di Hammamet". La provincia di Massa Carrara non si è purtroppo fermata qui nel produrre simili sindachetti, dato che anche il soave Alessandro Bondi era stato sindaco (comunista!) di Fivizzano.

La stessa Fivizzano (certo non lontana da Aulla) sul cui territorio comunale era stato perpetrato dai nazifascisti l'eccidio di Vinca.

Altre parole non servono.

Riccardo Venturi - 8/1/2009 - 15:00


Esce "Bande nere. Come vivono, chi sono, chi protegge i nuovi nazifascismi" (Bompiani, pp. 224, 17,00 euro), un libro in cui Paolo Berizzi inviato di La Repubblica, racconta il nuovo nazifascismo italiano. Un'inchiesta tra partiti, stadi, scuole e centri sociali

"Neofascisti e destra di governo a braccetto con nostalgia"
di Paolo Berizzi

da La Repubblica del 17 marzo 2009

Alessandro - 17/3/2009 - 12:52




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