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Faut plus d'gouvernement

François Brunel
Langue: français


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Marche du Premier Mai
(Marc Ogeret)
A Sante Caserio, o La ballata di Sante Caserio
(Pietro Gori)
Ils ont voté
(Léo Ferré)


[1889]
Auteur: François Brunel
Autore: François Brunel
Interprétation de Marc Ogeret, "Chansons Contre"
Interpretazione di Marc Ogeret in "Chansons Contre"

61RHRA6Y4ML.

A proposito!
di Riccardo Venturi

Questa canzoncina che oggi qui inserisco è una canzone popolare, nel senso che non ne sono mai stati individuati autori precisi (neppure della musica). Risale a circa il 1885, ed ha quindi la bella età di centoventitré anni. (Ma si veda qui e qui: La canzone è del 1889 ed è da attribuire a François Brunel). Certo che verrebbe voglia, cambiati o adattati un po' di nomi, di dire il classico "scritta appena ieri"; ma prima di sviscerare un po' la cosa, c'è da trovare qualche purissimo pretesto per non inserirla tra gli "Extra". Non ci avevo voglia, oggi, di ricorrere agli "Extra", mi capirete; negli ultimi tempi ne ho un po' abusato.

Pretesti? A pensarci bene, è una canzone contro i governi, e a quanto mi risulta sono i governi che promulgano guerre e guerricciole varie; per di più, tra i personaggi "governanti" che sono nominati nel ritornello, si trova un generale. Si tratta del generale Georges Boulanger, il militare revanscista che diede inizio a un movimento demagogico che portò il suo nome, il Boulangisme, e che dopo un tentativo di rovesciare la repubblica fece una triste fine da suicida. Come se non bastasse, nello stesso ritornello c'è anche Carnot, ovvero Sadi-Carnot, il presidente che finì assassinato da Sante Caserio, personaggio ben presente in questo sito. Ancora: ci sono Jules Ferry, ministro dell'istruzione e ardente sostenitore del colonialismo francese, nonché altri personaggi oggi dimenticati come Floch, Constant e Géromel. Insomma, tutto il panorama della III Repubblica francese

Ma nel presente sito, in questo mese d'aprile dell'anno 2008, s'è fatto un discreto parlare delle "elezioni" italiane e di tutto quel che ne è conseguito, anzi che ne sta conseguendo. Vi sono state discussioni, dichiarazioni, tutto quel che è facile immaginare; e da vecchio e feroce antiparlamentarista quale mi pregio di essere, ho volentieri dato la stura a tutto quanto con una famosa canzone di Léo Ferré –sapete, gli anarchici son fatti a questo modo, e "non saran l'uno per cento, ma credetemi, esistono". Ma Léo Ferré è un autore ben preciso, che esprime un suo punto di vista.

E' bene, quindi, far vedere che anche a livello "popolare", e con una canzone anonima assai anteriore a Léo Ferré, che certe cose venivano percepite dalla gente, e in un'epoca in cui una canzone popolare, che passava di bocca in bocca, aveva un impatto che è difficile percepire oggi nella sua pienezza. Nel 1885, in Francia, durante le manovre di palazzo di una "democrazia" agonizzante che peraltro aveva già scoperto il "suffragio universale" (maschile; ma le donne non facevano allora parte dell'universo), qualcuno diceva di non delegare e di non votare. Lo diceva senza "copyright". E non si limitava a questo: sia pure con parole decisamente forti, diceva che chi si recava a votare non aveva tutte le rotelle a posto. Probabilmente perché era sufficiente ragionare due minuti e osservare quel che succedeva, per far decidere ad una persona raziocinante di non partecipare al giochetto.
À chaque coin de rue
Le travailleur surpris
Sur l'affiche se rue
Des candidats d'Paris
On voit beaucoup d'promesses
Écrites sur le papier
Mais l'peuple ne vit pas d'messes
Alors ça l'fait crier

L'gouvernement d'Ferry
Est un système pourri
Ceux d'Floch et de Constant
Sont aussi dégoûtants
Carnot ni Boulanger
N'y pourront rien changer
Pour être heureux vraiment
Faut plus d'gouvernement

Le gros ventre qu'engraisse
L'suffrage universel
Vient nous battre la grosse caisse
Comme monsieur Géromel
Il vous promet tout rose
Mais lorsqu'il est élu
Ça n'est plus la même chose
Il vous tourne le cul !

Certains énergumènes
Débitants de discours
Vous redisent les rengaines
Qu'on entend tout les jours
Moi j'suis un homme honnête [1]
Moi j'suis un érudit
Mon copain est intègre
Mais l'populo leur dit :

L'gouvernement d'Ferry
Est un système pourri
Ceux d'Floch et de Constant
Sont aussi dégoûtants
Carnot ni Boulanger
N'y pourront rien changer
Pour être heureux vraiment
Faut plus d'gouvernement

Même des socialistes
Membres des comités
Soutiennent les fumistes
Qui s'portent députés
Y'a pas à s'y méprendre
Qu'ils soient rouges, bleus ou blancs
Il faudrait mieux les pendre
Que d'leur foutre vingt-cinq francs [2]

Tu leur paies des ripailles
Toi, peuple souverain
Et lorsque tu travailles
À peine as-tu du pain
Ne sois donc plus si bête
Au lieu d'aller voter
Casse leur la margoulette
Et tu pourras chanter

L'gouvernement d'Ferry
Est un système pourri
Ceux d'Floch et de Constant
Sont aussi dégoûtants
Carnot ni Boulanger
N'y pourront rien changer
Pour être heureux vraiment
Faut plus d'gouvernement.

De toute cette histoire
Voici la conclusion
L'électeur c'est notoire
N'a pas tout' sa raison
J'aim' pas le fataliste
Je n'ai ni foi ni loi
Je suis abstentionniste
Ami voici pourquoi:

L'gouvernement d'Ferry
Est un système pourri
Ceux d'Floch et de Constant
Sont aussi dégoûtants
Carnot ni Boulanger
N'y pourront rien changer
Pour être heureux vraiment
Faut plus d'gouvernement.

envoyé par Riccardo Venturi - 28/4/2008 - 23:51



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
29 aprile 2008
BASTA COI GOVERNI !

A ogni angolo di strada
Il lavoratore, sorpreso
Si precipita al manifesto
Coi candidati parigini
Vi si vedono tante promesse
Scritte sulla carta
Ma il popolo non campa di messe
E questo allora gli fa urlare

Il governo di Ferry
E' un sistema putrido
Quelli di Floch e di Constant
Sono altrettanto disgustosi
Né Carnot né Boulanger
Potranno mai cambiare nulla
Per essere davvero felici
Basta coi governi!

Il panzone ingrassato
Col suffragio universale
Viene a batterci la grancassa
Come monsieur Géromel
Vi promette tutto rosa
Ma quando viene eletto
Non è più la stessa cosa
E vi gira le chiappe!

Certi energumeni
Che sciorinano discorsi
Vi ripetono le solfe
Che si sentono ogni giorno:
Io sono onesto! [1]
Io sono istruito!
Il mio amico è tutto d'un pezzo!
Ma il popolo gli dice:

Il governo di Ferry
E' un sistema putrido
Quelli di Floch e di Constant
Sono altrettanto disgustosi
Né Carnot né Boulanger
Potranno mai cambiare nulla
Per essere davvero felici
Basta coi governi!

Anche dei socialisti
Membri dei comitati
Sostengono i venditori di fumo
Che si candidano al parlamento
E non c'è da sbagliarsi,
Che sian rossi, bianchi o azzurri
Sarebbe meglio impiccarli
Piuttosto che dargli venticinque franchi [2]

Tu gli paghi le gozzoviglie
Tu, o popolo sovrano
E invece, quando lavori
Fai fatica a avere il pane
E allora non esser più scemo,
Invece di andare a votare
Spaccagli il grugno
E così potrai cantare:

Il governo di Ferry
E' un sistema putrido
Quelli di Floch e di Constant
Sono altrettanto disgustosi
Né Carnot né Boulanger
Potranno mai cambiare nulla
Per essere davvero felici
Basta coi governi!

Di tutta questa storia
Ecco la conclusione,
L'elettore, è risaputo
Non ha tutte le rotelle a posto.
Non mi piace fare il fatalista,
Non ho né tetto né legge,
Io sono astensionista
Ed eccone il perché:

Il governo di Ferry
E' un sistema putrido
Quelli di Floch e di Constant
Sono altrettanto disgustosi
Né Carnot né Boulanger
Potranno mai cambiare nulla
Per essere davvero felici
Basta coi governi!
NOTE al testo e alla traduzione

[1] Variante nel testo francese (così ad esempio nella versione di Marc Ogéret): un homme intègre "integro, integerrimo".

[2] I venticinque franchi erano l'ammontare dell'indennità parlamentare, dall'inizio della II Repubblica fino alla I guerra mondiale (con la parentesi del II Impero). Durante il colpo di stato del 2 dicembre 1851, il deputato Baudin si era fatto ammazzare su una barricata gridando: "Vedrete come si muore per venticinque franchi", in risposta a un cittadino parigino scontento che gli aveva appena urlato: "Ma lei crede che metteremo la nostra vita in pericolo per difendere i vostri 25 franchi?". L'aneddoto è raccontato da Victor Hugo nel Journal.

29/4/2008 - 00:37


Canzone composta da tal Charles Brunel (?)

Così nel volumetto “Eugène Bizeau et Gaston Couté, deux poètes paysans anarchistes à la fin du 19ème siècle”, a cura di Michel Di-Nocera:

“De très nombreuses chansons vont dénoncer la délégation de pouvoir, le suffrage universel, comme «Faut plus de gouvernement» de Charles BRUNEL (?), écrite vers 1885, en particulier contre Jules Ferry et son ministre de la guerre, le Général Boulanger. Jules Ferry qui tombera cette même année, remplacé par Sadi Carnot.”

Commento inserito da Bernart Bartleby (B.B.) il 14/5/2015 sulla pagina-doppione eliminata

Bernart Bartleby (14.5.2015) - 12/3/2017 - 17:18


L'autore della canzone è stato individuato da Gaetano Manfredonia in tale François Brunel (non "Charles"), nell'articolo De l'usage de la chanson politique: la production anarchiste d'avant 1914, pubblicato sulla rivista Cités, 2004/3 (n° 19) - Éditeur PUF [Presses Universitaires de France]. La presente pagina aveva un doppione sin dal 2010 (originato dal fatto che il titolo era stato variato in [...faut plus de gouvernement], che è stato eliminato con inserimento nella presente pagina di un commento che vi era presente.

CCG/AWS Staff - 12/3/2017 - 17:30


Trovo qui una possibile biografia dell'autore, François Brunel.
E qui l'elenco dei suoi scritti principali.

Saluti

Bernart Bartleby - 12/3/2017 - 18:26


Bernart Bartleby - 12/3/2017 - 18:29


Beh, per puro caso spippolatorio mi sono accorto dell'articolo di Gaetano Manfredonia che ha...rimesso le cose a posto su questa canzone (ma perlomeno il cognome "Brunel" era già saltato fuori). Però, a questo punto, mi chiedo quanti doppioni nasconda ancora l'oceano che è diventato questo sito... questo resisteva da 7 anni. Intanto, grazie a BB e a Gaetano Manfredonia, si scopre che il "tale" François Brunel, come lo avevo chiamato, ha scritto una marea di canzoni...

Riccardo Venturi - 12/3/2017 - 20:30




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