Non ti ricordi il 31 dicembre,
quella colonna di camion per Boves
che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.
Che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.
E da San Giacomo e poi la Rivoira
Castellare, Madonna dei Boschi
la s'infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi, i fascisti e i traditor.
La s'infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi, i fascisti e i traditor.
Dopo tre giorni di lotta accanita
tra vasti incendi e vittime borghesi
non son riusciti con la loro barbaria
noi partigiani poterci scacciar.
Non son riusciti con la loro barbaria
noi partigiani poterci scacciar.
Povere mamme che han perso i lor figli
povere spose che han perso i mariti
povera Boves ch'è tutta distrutta
sotto quei colpi del vile invasor.
Povera Boves ch'è tutta distrutta
sotto quei colpi del vile invasor.
quella colonna di camion per Boves
che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.
Che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.
E da San Giacomo e poi la Rivoira
Castellare, Madonna dei Boschi
la s'infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi, i fascisti e i traditor.
La s'infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi, i fascisti e i traditor.
Dopo tre giorni di lotta accanita
tra vasti incendi e vittime borghesi
non son riusciti con la loro barbaria
noi partigiani poterci scacciar.
Non son riusciti con la loro barbaria
noi partigiani poterci scacciar.
Povere mamme che han perso i lor figli
povere spose che han perso i mariti
povera Boves ch'è tutta distrutta
sotto quei colpi del vile invasor.
Povera Boves ch'è tutta distrutta
sotto quei colpi del vile invasor.
envoyé par Riccardo Venturi
Langue: italien
Una variante della canzone da Il Deposito - Canti di Lotta
BOVES
Non ti ricordi il trentun di dicembre,
quella colonna di camion per Boves
che trasportava migliaia di "Tuder"
contro sol cento di noi partigian.
E tra San Giacomo e la Rivoira
e Castellar e Madonna dei Boschi,
la` infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi e i fascisti traditor.
Dopo tre giorni di lotta accanita
fra tanti incendi e vittime borghesi
non son riusciti coi barbari sistemi
noi partigiani poterci scacciar.
Povere mamme che han perso i suoi figli,
povere spose che han perso i mariti,
povera Boves che e` tutta distrutta
per la barbarie del vile invasor.
Ma dopo un anno di vita montana
tra fame e freddo e dure fatiche
e` giunta l'ora della nostra riscossa,
noi partigiani sapremo vendicar.
Non ti ricordi il trentun di dicembre,
quella colonna di camion per Boves
che trasportava migliaia di "Tuder"
contro sol cento di noi partigian.
E tra San Giacomo e la Rivoira
e Castellar e Madonna dei Boschi,
la` infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi e i fascisti traditor.
Dopo tre giorni di lotta accanita
fra tanti incendi e vittime borghesi
non son riusciti coi barbari sistemi
noi partigiani poterci scacciar.
Povere mamme che han perso i suoi figli,
povere spose che han perso i mariti,
povera Boves che e` tutta distrutta
per la barbarie del vile invasor.
Ma dopo un anno di vita montana
tra fame e freddo e dure fatiche
e` giunta l'ora della nostra riscossa,
noi partigiani sapremo vendicar.
envoyé par Riccardo Venturi - 1/2/2008 - 00:42
Durante la controffensiva tedesca delle Ardenne e durante lo sbarco alleato in Normandia, l'ordine di Mohnke fu di non fare prigionieri fra i soldati nemici catturati, che a centinaia vennero assassinati sul posto.
Catturato dai sovietici, fu poi liberato nel 1955 senza essere mai processato e, come molti altri criminali di guerra, morì nel suo letto nel 2001, alla veneranda età di 90 anni, salutato in patria come un eroe di guerra.
Alessandro - 23/4/2008 - 15:17
Doverosa rettifica.
L'eccidio di Boves avvenne il 19 settembre del 1943. All'epoca, a capo della Panzer-Division Leibstandarte SS "Adolf Hitler" non era Wilhelm Mohnke, bensì
Theodor Wisch.
Esecutore materiale della strage fu un luogotenente di Wisch, Joachim Peiper.
Durante la guerra Peiper si distinse in efferatezza: oltre al massacro di Boves nel 1943, durante la battaglia delle Ardenne nel 1944 le unità al comando di Peiper avevano l'abitudine di uccidere i prigionieri di guerra. Infatti, terminato il conflitto, Peiper fu processato e condannato all'impiccagione. Poi la pena fu commutata in ergastolo. Poi - come le maggior parte dei criminali di guerra nazisti - fu liberato, nel 1956.
Ma il bastardo ebbe la cattiva idea di stabilirsi in Francia, a Traves nella Haute-Saône, e qui il 13 luglio del 1976 trovò la morte che meritava nell'incendio della sua abitazione appiccato da antifascisti francesi.
Esecutore materiale della strage fu un luogotenente di Wisch, Joachim Peiper.
Durante la guerra Peiper si distinse in efferatezza: oltre al massacro di Boves nel 1943, durante la battaglia delle Ardenne nel 1944 le unità al comando di Peiper avevano l'abitudine di uccidere i prigionieri di guerra. Infatti, terminato il conflitto, Peiper fu processato e condannato all'impiccagione. Poi la pena fu commutata in ergastolo. Poi - come le maggior parte dei criminali di guerra nazisti - fu liberato, nel 1956.
Ma il bastardo ebbe la cattiva idea di stabilirsi in Francia, a Traves nella Haute-Saône, e qui il 13 luglio del 1976 trovò la morte che meritava nell'incendio della sua abitazione appiccato da antifascisti francesi.
Alessandro - 24/4/2008 - 10:11
La fine di Joachim Peiper, il boia di Boves e delle Ardenne:
An SS is among you
from [[Time Magazine
When the explosion ripped through the hot summer air early one morning last week, residents of the quiet village of Traves (pop. 357) in the Vosges Mountains of France at first thought they were Bastille Day firecrackers. But word quickly spread that Le Renfort, the small, neat vacation home of the quiet, graying man known locally as "the German," was afire. Curious villagers gathered to watch the blaze and were still there when firemen pulled a charred body out of the library. Muttered Ernest Rigoulot, the village mayor: "I wanted him to leave. We pressured him, but he didn't want to. Too bad for him."
Infamous Atrocities. "The German" was Joachim Peiper. He had bought a plot of land in Traves twelve years ago and eventually began spending most of his time there. But his plump wife did the shopping, and townspeople rarely saw or even thought about Peiper himself. Then, not long ago, Peiper, 61, made an application for a permanent-residence permit. A check of his background revealed that he had not only been an adjutant to SS Chief Heinrich Himmler but was the notorious commander of Combat Group Peiper, which had killed at least 350 American prisoners and Belgian civilians during the 1944 Battle of the Bulge. In the most infamous of his atrocities, the so-called Malmedy massacre, 86 American prisoners of war were shot down in a snow-covered Belgian field. A war-crimes trial death sentence was later commuted and Peiper was released from Landsberg prison in 1956.
The revelations about Peiper's background shocked Traves. The local Communist Party started a campaign against him, and tracts announcing "A war criminal, an SS, is among you," soon appeared. PEIPER SS was painted on the road leading into town. Peiper received threatening phone calls and sent his wife and two children away to Switzerland but refused to budge himself. "Even if I was personally guilty, I paid the price with ten years in prison," he said.
Someone evidently did not agree.
Although several Molotov cocktails had been thrown through the windows of his house, French police speculate that Peiper's last moments began with gunfire: his hunting rifle along with three empty cartridges were found on his terrace. With positive identification of the charred body difficult, some townspeople began wondering whether Peiper might have in fact staged the shooting and fire to cover his own getaway. Mayor Rigoulot, for his part, let it be known that, even before the blaze, he had decided not to renew the German's residence permit next year.
from [[Time Magazine
When the explosion ripped through the hot summer air early one morning last week, residents of the quiet village of Traves (pop. 357) in the Vosges Mountains of France at first thought they were Bastille Day firecrackers. But word quickly spread that Le Renfort, the small, neat vacation home of the quiet, graying man known locally as "the German," was afire. Curious villagers gathered to watch the blaze and were still there when firemen pulled a charred body out of the library. Muttered Ernest Rigoulot, the village mayor: "I wanted him to leave. We pressured him, but he didn't want to. Too bad for him."
Infamous Atrocities. "The German" was Joachim Peiper. He had bought a plot of land in Traves twelve years ago and eventually began spending most of his time there. But his plump wife did the shopping, and townspeople rarely saw or even thought about Peiper himself. Then, not long ago, Peiper, 61, made an application for a permanent-residence permit. A check of his background revealed that he had not only been an adjutant to SS Chief Heinrich Himmler but was the notorious commander of Combat Group Peiper, which had killed at least 350 American prisoners and Belgian civilians during the 1944 Battle of the Bulge. In the most infamous of his atrocities, the so-called Malmedy massacre, 86 American prisoners of war were shot down in a snow-covered Belgian field. A war-crimes trial death sentence was later commuted and Peiper was released from Landsberg prison in 1956.
The revelations about Peiper's background shocked Traves. The local Communist Party started a campaign against him, and tracts announcing "A war criminal, an SS, is among you," soon appeared. PEIPER SS was painted on the road leading into town. Peiper received threatening phone calls and sent his wife and two children away to Switzerland but refused to budge himself. "Even if I was personally guilty, I paid the price with ten years in prison," he said.
Someone evidently did not agree.
Although several Molotov cocktails had been thrown through the windows of his house, French police speculate that Peiper's last moments began with gunfire: his hunting rifle along with three empty cartridges were found on his terrace. With positive identification of the charred body difficult, some townspeople began wondering whether Peiper might have in fact staged the shooting and fire to cover his own getaway. Mayor Rigoulot, for his part, let it be known that, even before the blaze, he had decided not to renew the German's residence permit next year.
Alessandro - 24/4/2008 - 14:43
Come opportunamente segnalato da dq82, l'attribuzione della canzone è stata modificata e riportata a due autori, E. Macario e G. Maccario, sui quali però non siamo riusciti a reperire alcuna notizia. Quel che invece siamo riusciti a reperire sono due video dai quali si può ascoltare la canzone: la pagina, pur essendo tra le "primitive", ne era ancora priva.
CCG/AWS Staff - 26/12/2012 - 13:52
Col titolo "Non ti ricordi il 31 dicembre" lo potete ascoltare nell'LP "Con la Guerriglia" della serie Dischi del Sole.
Dalla cover dell'ellepi risulta:
canta un gruppo di donne di Boves (Cuneo). Registrazione di Franco Coggiola e Matteo Deichmann.
La versione "video" è la stessa del disco.
Ricordo anche che la stessa divisione SS si era resa responsabile, a metà settembre, della strage di ebrei immortalata da Carlo Lizzani nel film "Hotel Meina".
Dalla cover dell'ellepi risulta:
canta un gruppo di donne di Boves (Cuneo). Registrazione di Franco Coggiola e Matteo Deichmann.
La versione "video" è la stessa del disco.
Ricordo anche che la stessa divisione SS si era resa responsabile, a metà settembre, della strage di ebrei immortalata da Carlo Lizzani nel film "Hotel Meina".
gianfranco - 15/12/2014 - 19:23
Langue: italien
Il testo è quello riportato nel libretto "Canta Partigiano", 1947, pag.20, Panfilo editore in Cuneo, (vedi la pagina "La Veglia del Partigiano" col seguente commento :
E' la canzone della Brigata Bisalta "B. Lerda" che fu già la vecchia e gloriosa Banda di Boves. La canzone che si canta sull'aria di "Non ti ricordi quel 24 maggio", rievoca l'attacco mosso dai tedeschi, il 31 dicembre 1943, contro Boves e la sua Banda.
E' la canzone della Brigata Bisalta "B. Lerda" che fu già la vecchia e gloriosa Banda di Boves. La canzone che si canta sull'aria di "Non ti ricordi quel 24 maggio", rievoca l'attacco mosso dai tedeschi, il 31 dicembre 1943, contro Boves e la sua Banda.
RICORDO DI BOVES
Non ti ricordi il trentun di dicembre
Quella colonna di camion per Boves
Che trasportava migliaia di Tüder
Contro sol cento di noi partigian
E tra San Giacomo e la Rivoira
E Castellar e Madonna dei Boschi
Là infuriava la grande battaglia
Contro i tedeschi e i fascisti traditor
Dopo tre giorni di lotta accanita
Fra tanti incendi e vittime borghesi
Non son riusciti coi barbari sistemi
Noi partigiani poterci scacciar
Povere mamme che han perso i lor figli
Povere spose che han perso i mariti
Povera Boves che è tutta distrutta
Per le barbarie del vile invasor
Ma dopo un anno di vita montana
Tra fame e freddo e dure fatiche
È giunta l'ora della nostra riscossa
Noi partigiani sapremo vendicar
Non ti ricordi il trentun di dicembre
Quella colonna di camion per Boves
Che trasportava migliaia di Tüder
Contro sol cento di noi partigian
E tra San Giacomo e la Rivoira
E Castellar e Madonna dei Boschi
Là infuriava la grande battaglia
Contro i tedeschi e i fascisti traditor
Dopo tre giorni di lotta accanita
Fra tanti incendi e vittime borghesi
Non son riusciti coi barbari sistemi
Noi partigiani poterci scacciar
Povere mamme che han perso i lor figli
Povere spose che han perso i mariti
Povera Boves che è tutta distrutta
Per le barbarie del vile invasor
Ma dopo un anno di vita montana
Tra fame e freddo e dure fatiche
È giunta l'ora della nostra riscossa
Noi partigiani sapremo vendicar
envoyé par gianfranco - 26/8/2019 - 17:12
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Scritta da E. Macario e G. Maccario
Sull'aria di "Non ti ricordi quel mese d'aprile"
e "Addio padre e madre addio"
La Resistenza sarà poi condotta - a partire dall'estate 1944 - da una brigata garibaldina (la 177a) e da una gielle, la Brigata "Bisalta" portando Boves ad una elevatissima partecipazione della sua popolazione alla guerra di liberazione e, naturalmente, ad altri lutti. Per i non invidiabili primati nel numero delle vittime e nelle distruzioni la cittadina sarà insignita prima della medaglia d'oro al valor civile (consegnata nel 1961) e, poi, della medaglia d'oro al valor militare (consegnata nel 1963).
Oggi queste memorie sono conservate sul territorio bovesano e della sua valle Colla, sparsi di lapidi e di monumenti, nonché sotto il porticato del municipio (ricostruito di bel nuovo dopo l'incendio) ove sono custoditi lunghi elenchi di morti nelle "due guerre" (quella fascista e quella di liberazione), le motivazioni delle medaglie d'oro assegnate al paese, la topografia delle morti e delle distruzioni durante le due rappresaglie.
A tutto questo va aggiunta una istituzione di cui Boves ha voluto dotarsi nel 1984 per conservare il ricordo del recente passato, ripudiando per sempre la guerra: una scuola di pace che ha sede nei locali del vecchio municipio, ove, assieme a tanti cimeli è conservata una straordinaria testimonianza - unica nel suo genere - una mostra dei dipinti e dei disegni della maestra di allora di San Giacomo di Boves, Adriana Filippi, che visse tra i partigiani durante i "venti mesi". Tra le 150 opere (oli, pastelli, disegni) si trovano i ritratti di tutti - si può dure - gli uomini più significativi della guerra di liberazione in valle Colla e interessantissime scene di vita guerrigliera.
Boves è diventata in questi cinquant'anni meta di molte visite per questo suo passato. Per informazioni di carattere generale rivolgersi all'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo (tel. 0171-603636), per notizie più specifiche sulle visite e turismo culturale alla Scuola di Pace (tel. 0171-388227) o alla Biblioteca civica (tel. 0171-389337). (Michele Calandri, da questa pagina)
"Scritta da E. Macario e G.Maccario sulle note di una canzone della Grande Guerra (Addio padre e madre addio), racconta del famigerato eccidio di Boves (CN) e della distruzione del paese il 31 dicembre 1943."
da Amis Chanteurs (documento PDF) [dq82]