Sai chi ti chiama ragazzo mio a fare il militare
Chiuso in caserma senza obiettare ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a impugnare l’arma
Star sull’attenti dir “signor sì” ?
Non è la patria o la povera gente
Non è servizio all’umanità
Ma è volontà dei potenti del mondo
Per realizzare un vecchio progetto:
“Prima il dominio e la pace verrà”
Sai chi ti chiama ragazzo mio a fare il militare
Chiuso in caserma senza obiettare ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a impugnare l’arma
Star sull’attenti dir “signor sì” ?
Mille miliardi al giorno son troppi
Per un delitto da perdonare
Il terzo mondo continua a morire
Fatto sgabello ai piedi dei grandi
Quale futuro per l’umanità ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a fare il militare
Chiuso in caserma senza obiettare ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a impugnare l’arma
Star sull’attenti dir “signor sì” ?
Il cielo rosso annuncia sereno
La mia speranza si chiama amore
Se il grano muore poi nasce la spiga
Chi dà la vita non resta da solo
L’uomo in catene riavrà libertà
Sai chi ti chiama ragazzo mio
Ma tu l’hai già capito
“La tua obbedienza non è più virtù”
Chiuso in caserma senza obiettare ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a impugnare l’arma
Star sull’attenti dir “signor sì” ?
Non è la patria o la povera gente
Non è servizio all’umanità
Ma è volontà dei potenti del mondo
Per realizzare un vecchio progetto:
“Prima il dominio e la pace verrà”
Sai chi ti chiama ragazzo mio a fare il militare
Chiuso in caserma senza obiettare ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a impugnare l’arma
Star sull’attenti dir “signor sì” ?
Mille miliardi al giorno son troppi
Per un delitto da perdonare
Il terzo mondo continua a morire
Fatto sgabello ai piedi dei grandi
Quale futuro per l’umanità ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a fare il militare
Chiuso in caserma senza obiettare ?
Sai chi ti chiama ragazzo mio a impugnare l’arma
Star sull’attenti dir “signor sì” ?
Il cielo rosso annuncia sereno
La mia speranza si chiama amore
Se il grano muore poi nasce la spiga
Chi dà la vita non resta da solo
L’uomo in catene riavrà libertà
Sai chi ti chiama ragazzo mio
Ma tu l’hai già capito
“La tua obbedienza non è più virtù”
Contributed by paolo predieri - 2008/1/23 - 10:46
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Un incontro imprevisto. Ricordi che affiorano e riportano alla luce momenti mai dimenticati. Trentacinque anni fa (23 dicembre 1972) gli obiettori uscivano dalle carceri militari con il congedo in mano e con la legge che ha poi permesso a quasi un milione di giovani di svolgere il servizio civile alternativo come obiettori di coscienza. Fra questi Alberto Trevisan: "certo ne è passato di tempo - racconta - ma devo dire che non ho cambiato opinione e sono un inguaribile ottimista soprattutto quando mi rapporto con i giovani che adesso scelgono di continuare, in altro modo, il servizio civile volontario. Se i giovani sono curiosi, sono anche impegnati a seguire le nostre strade e c'è un veicolo naturale che li unisce e che ci unisce: la musica". Ed ecco che Alberto, dopo 35 anni, ritrova Gastone Pettenon, autore della "Ballata dell'obiettore" composta e poi cantata tante volte davanti al carcere militare di Peschiera del Garda, sotto alle celle dove erano rinchiusi gli obiettori. "l'abbiamo cantata in molti - ricorda ancora Alberto - davanti ai tribunali militari, alla carceri militari e in tutte le manifestazioni dove l'obiezione era un punto di riferimento. Nel tempo l'avevo quasi scordata, ma quando Gastone mi ha regalato il disco e ho potuto ascoltare le prime note e le prime parole, mi è venuta in mente perfettamente tutta! Da parte mia gli ho donato il libro che ho scritto, "Ho spezzato il mio fucile" e l' abbraccio che ci ha stretto forte ha voluto significare che, pur per strade diverse, non ci siamo mai persi di vista. Ora Gastone, dopo 35 anni da prete operaio, è parroco a pochi chilometri da casa mia ai confini con la mia diocesi e il suo canto l'ha messo a disposizione della sua gente preparando le liturgie con una piccola corale." Un incontro provvidenziale che ai canzonettari nonviolenti permette di scoprire una vera e propria chicca, oltre che un pezzetto di storia! La “Ballata dell’obiettore” è contenuta in un 33 giri edito nel 1973 dalla Pro Civitate Christiana di Assisi, dal titolo “Lasciatemi sperare”, che contiene qualche altro piccolo classico come “Mio Signor che mattino!” e “Chiedo la tua mano Maria”, il tutto cantato con maestria da Gastone Pettenon e ben arrangiato e diretto da Mino Bordignon. Il disco risulta ancora in catalogo e quindi disponibile.