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Canzone per Shanì

Rocco Rosignoli
Language: Italian


Rocco Rosignoli

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(2025)

Oggi 25 novembre 2025 esce “Canzone per Shanì”, dedicata a Shani Louk e alle vittime del Nova Festival. Il 7 ottobre 2023, al Nova Festival nel deserto del Negev, 364 giovani sono stati uccisi mentre ballavano. Tra loro c’era Shanì Louk, 22 anni, che quella mattina si trovava lì per vivere la musica e celebrare la vita. La canzone racconta quel momento in cui la musica si è trasformata in tuono, la danza in fuga, la festa in tragedia. È una canzone che prova a restituire un nome, un volto, una storia a una giovane donna che la narrazione dei media ha ridotto a numero, a simbolo.

Shani Louk
Shani Louk


Quel che è successo dopo è un’altra storia, e la racconterò se mai altrove. Perché anche io soffro per le vittime di Gaza, come tutti.

Prevedo già i commenti: “E allora le vittime di Gaza?” Quelle vittime non le nego e non le giustifico. Ma per loro si levano tante, tantissime voci, in ogni piazza, su ogni canale, a ogni ora. Per Shanì nessuna. E allora la canterò io. Scelgo di cantarla anche perché non ha avuto voci della mia parte politica — che, per quel poco che ho capito, non è così distante dalla sua — a ricordarla.

Non canto Shanì contro le vittime di Gaza. Canto Shanì perché nessun morto merita il silenzio, nessuna vittima merita di essere dimenticata perché aveva la bandiera “sbagliata”.

Scelgo di pubblicarla il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, perché credo che ogni vita di donna spezzata meriti un lutto.

Shanì in ebraico significa “Scarlatto”. È per questo che nella mia canzone lei sarà un fiore rosso, che è il colore di questa giornata. Un fiore che cresce nel deserto quando il mitragliatore, finalmente, tacerà per l’ultima volta.

Rocco Rosignoli
Tra la tempesta a primavera, e il colle dolce della sera,
catastrofe e poi risalita, ricostruire un’altra vita.
Tra la città che guarda il mare e gli occhi bruni lì a sognare,
capelli folli e cuore aperto danzando a cerchio nel deserto.

I deltaplani all’orizzonte, non sai che arrivano dal fronte,
tra il rombo dei carri a motore senti nell’aria quell’odore
come se il vento andasse a fuoco. Un attimo e non è più un gioco.
Senza capire cosa e chi provi a fuggire via da lì.

Shanì,
Shanì.

Dov’era musica ora è tuono, e quei ragazzi dove sono?
Ora son grida soffocate e scarpe e braghe insanguinate.
Dov’era un fiore ora è la sabbia, dov’era gioia solo rabbia,
di quella danza il mondo intero conosce solo un cimitero.

Shanì,
Shanì.

L’ultima volta che t’han vista eri una terra di conquista
Stretta tra volti senza nome, come una stella in contrazione.
Senza capire dove e come sei andata alla televisione,
stesa sul retro di un furgone, ridotta a scontro d’opinione.

Shanì,
Shanì.

E quando il cielo sarà aperto crescerà un fiore nel deserto.
Senza sapere chi né come, chi passerà vedrà il tuo nome,
quando il mitragliatore tace quel fiore rosso sarà in pace.
L’aria dei colli a primavera carezza l’ombra della sera
mentre il tuo fiore si rinserra come alla fine di una guerra.

2025/11/30 - 17:37




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