Un sun bessél al murarà
Come une rose sveade d’unviar
Un sangloç di fuarce al bastarà
Par rivà insom, par cjamina.
Une lagrime a bastarà
Par netasi il cuarp da la pore di là
Ma un sun bessél al murara
Come une rose sveade d’unviar
Rose virate
Rose sute
Rose muarte
Rose frute
Trop flati‘nd eise dentri
un suspir?
Isel a vonde par resta vifs?
Trope vés i‘nd eise
dentri un sberli?
Isel a vonde par rivà a sinti
che un sun bessél al murarà
come une rose nassùde d’unviàr?
Rose virate
Rose sute
Rose muarte
Rose frute
Trope liis i‘nd eise
dentri un par di voi?
Isel a vonde par convinci
che quant cal’è bessòl
un sun al mùr
Main cheste storie
a nol miùr nissun?
Che quant ca l’è bessol
Un sun mur
Ma in cheste storie
A nol mùr nissun.
Che un sun bessol l restara
Come une rose nassude d’unviar
Come une rose sveade d’unviar
Un sangloç di fuarce al bastarà
Par rivà insom, par cjamina.
Une lagrime a bastarà
Par netasi il cuarp da la pore di là
Ma un sun bessél al murara
Come une rose sveade d’unviar
Rose virate
Rose sute
Rose muarte
Rose frute
Trop flati‘nd eise dentri
un suspir?
Isel a vonde par resta vifs?
Trope vés i‘nd eise
dentri un sberli?
Isel a vonde par rivà a sinti
che un sun bessél al murarà
come une rose nassùde d’unviàr?
Rose virate
Rose sute
Rose muarte
Rose frute
Trope liis i‘nd eise
dentri un par di voi?
Isel a vonde par convinci
che quant cal’è bessòl
un sun al mùr
Main cheste storie
a nol miùr nissun?
Che quant ca l’è bessol
Un sun mur
Ma in cheste storie
A nol mùr nissun.
Che un sun bessol l restara
Come une rose nassude d’unviar
Contributed by Dq82 - 2025/11/23 - 11:18
Language: Italian
Traduzione italiana dal libretto dell’album / Italian translation from the album booklet / Traduction italienne tirée du livret de l’album / Albumin vihkosen italiankielinen käännös
FIORE CHE SI SVEGLIA IN INVERNO
Un suono da solo morirà
come un fiore che si sveglia in inverno.
Un singhiozzo di lacrime basterà
per arrivare fino in fondo, per camminare
Una lacrima basterà
per pulirsi il corpo dalla paura di andare.
Ma un suono, da solo, morirà
come un fiore che si sveglia in inverno.
Fiore aperto
Fiore asciutto
Fiore morto
Fiore bambina
Quanto fiato c'è dentro un sospiro
E’ abbastanza per restare vivi
Quanta voce c’¢ dentro un grido?
E’ abbastanza per riuscire a sentire
Che un suono da solo morirà
Come un fiore che si sveglia in inverno.
Fiore aperto
Fiore asciutto
Fiore morto
Fiore bambina
Quanta luce c'è
dentro a un paio di occhi?
È abbastanza per convincere i tuoi
che quando è da solo,
un suono muore
ma in questa storia,
non muore nessuno?
Che quando è da solo,
un suono muore
ma in questa storia,
non muore nessuno.
Che un suono da solo resterà
Come un fiore nato in inverno.
Un suono da solo morirà
come un fiore che si sveglia in inverno.
Un singhiozzo di lacrime basterà
per arrivare fino in fondo, per camminare
Una lacrima basterà
per pulirsi il corpo dalla paura di andare.
Ma un suono, da solo, morirà
come un fiore che si sveglia in inverno.
Fiore aperto
Fiore asciutto
Fiore morto
Fiore bambina
Quanto fiato c'è dentro un sospiro
E’ abbastanza per restare vivi
Quanta voce c’¢ dentro un grido?
E’ abbastanza per riuscire a sentire
Che un suono da solo morirà
Come un fiore che si sveglia in inverno.
Fiore aperto
Fiore asciutto
Fiore morto
Fiore bambina
Quanta luce c'è
dentro a un paio di occhi?
È abbastanza per convincere i tuoi
che quando è da solo,
un suono muore
ma in questa storia,
non muore nessuno?
Che quando è da solo,
un suono muore
ma in questa storia,
non muore nessuno.
Che un suono da solo resterà
Come un fiore nato in inverno.
Contributed by Dq82 - 2025/11/24 - 17:41
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Nicole Coceancig
Album / Albumi: Zohra
Aperto dallo strumentale “Dentri di un furgon”, il disco entra nel vivo con "Di trop che o ai cjaminat", in cui la protagonista racconta la sua condizione di fuggitiva costretta a travestirsi da uomo per sopravvivere, un destino comune a molte donne sole sulla rotta balcanica. La tensione emotiva resta alta con “Clamimi par non” a cui la Coceancig affida un immaginario dialogo con un trafficante di esseri umani, e le struggenti “Cjare mame” e “Rose Sveade d’Unviâr”. Il vertice del disco arriva con “Silos”, brano che premiato con la menzione per il Miglior Testo al Premio Andrea Parodi 2025 e il cui titolo al grande edificio triestino ottocentesco, un tempo deposito di granaglie e poi luogo di accoglienza per profughi istriani, fiumani e dalmati. Oggi, invece, è un simbolo di degrado e disumanizzazione: uno spazio invivibile, privo di pavimenti e servizi, dove chi giunge lungo la rotta balcanica attende il riconoscimento dormendo nel fango, tra ratti e gelo. Coceancig, però, sceglie una strada diversa dalla semplice denuncia. “Silos” è un dialogo immaginario tra Zohra e Maria, la madre di Cristo: una sovrapposizione potente tra l’Occidente cristiano e la realtà che esso produce e tollera. Così, “Zohra” è anche, e forse soprattutto, una riflessione sulla condizione femminile. La protagonista parte solo perché travestita da uomo: un paradosso doloroso che rivela la negazione profonda dell’autonomia femminile. Completano il disco il canto di speranza “La Liende Dal Silveri” giocata su una raffinata melodia in cui spicca l’intreccio tra archi, corde e voci e la villotta tradizionale “A no‘nd è mai stade ploe”. Ad impreziosire il tutto il booklet con traduzioni, note e riflessioni critiche che trasforma il disco in un oggetto narrativo complesso, quasi un’opera aperta. “Zohra” è, dunque, un disco che attraversa e mette in discussione confini fisici, culturali e morali. È un’opera che non consola e non attenua: illumina, espone, interroga. La scrittura di Coceancig, insieme all’impianto musicale e narrativo, costruisce uno dei lavori più solidi, consapevoli e urgenti della stagione italiana. Come la sua protagonista, questo album non chiede permesso. Cammina. E ci costringe a seguirla.
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