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Sa Mastra

Francesca Incudine
Language: Italian


Francesca Incudine

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(2025)
Sa Mastra

Francesca Incudine, voce
Manfredi Tumminello, chitarra
Raffaele Pullara, mandolino e fisarmonica
Salvo Compagno, percussioni
Davide Inguaggiato, contrabbasso

Mariangela Maccioni


Il brano narra la storia di Mariangela Maccioni, maestra resistente sarda che sfidò il fascismo a viso aperto, rifiutandosi di tesserne le lodi durante le sue lezioni, ma le parole della canzone riportano a temi più che mai attuali: la libertà, la cultura come sopravvivenza, le idee che fanno rumore, il coraggio di sognare.

“Non temo chi può uccidere il mio corpo, nello spirito è l’offesa”, disse la Maccioni quando nel 1937, il giorno del suo compleanno, i gendarmi dell’Ovra piombarono nella sua casa per poi portarla in prigione. A lei è dedicato un murales in piazza Italia a Nuoro – da cui è tratta la copertina del singolo – commissionato dall’Anpi ANPI Provinciale NUORO ad opera di Francesco Del Casino con progetto grafico di Pietro Grassi.
Mi fecero gli auguri sulla porta di casa,
i gendarmi dell’OVRA.
L’aria profumava d'elicriso ed incenso,
celebravamo un nuovo giorno.

Con quale ardore, con quale cuore,
le idee che brillano fanno rumore.

Trentanove giorni di galera sono niente,
non temo chi può uccidere il mio corpo.
Praticare cieca obbedienza
non giustifica lo ...,
nello spirito è l’offesa.

Con quale ardore, con quale cuore
direte ai vostri figli di sognare?

Il duce, maestra, il duce.
In quella baraonda di volti e di gambe.
La libertà non la si può insegnar
A testa bassa dovete marciar.

Maestra resistente, così mi hanno chiamata,
stavo scrivendo un’altra storia.
Io sono antifascista, lo dico a viso aperto,
ai posteri l’ardua sentenza,

La verità è la convinzione
che la cultura sia sopravvivenza.

Il duce, maestra, il duce.
In quella baraonda di volti e di gambe
la libertà non la si può insegnar.
A testa bassa dovete marciar
Il duce, maestra, il duce.
In quella baraonda di volti e di gambe
la libertà non la si può afferrare
A testa alta dovete cantare:

"Avanti popolo,
alla riscossa.
Bandiera rossa,
bandiera rossa.
Avanti popolo,
alla riscossa,
bandiera rossa"

Rossi garofani non sono permessi,
la bellezza è fuori posto.
La sera scende presto,
non vedo più gli ulivi,
ma sento le voci dei bambini.

Contributed by Lorenzo - 2025/10/3 - 21:51




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