Oh, ma che bel Marco Cavallo,
di cielo azzurro colorato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno realizzato.
Prendete le pinze, prendete la pialla,
la sega e il martello, i chiodi, la lima.
Prendete le forbici, tagliate la carta,
la colla, i pennelli, i colori e le mani.
Di acidi, di legno, l’abbiam costruito,
con la rabbia dei sogni.
L'abbiamo inchiodato di cartapesta,
l'abbiamo imbottito con i nostri colori.
La carta è impastata.
pennelli e colori e carezze di sguardo
di cielo azzurro l'abbiam pitturato
pennelli e colori e carezze di sguardo
di cielo azzurro l'abbiam pitturato
Oh, ma che bel Marco Cavallo
di cielo azzurro colorato
oh, ma che bel Marco Cavallo
Come un sogno conquistato,
Marco Cavallo riempito di noi,
si agita e spinge e corre di lato.
Marco Cavallo vuol correre fuori,
si getta in avanti e il muro è sfondato!
Marco Cavallo ha sciolto la rabbia.
Tutta la gente è venuta a vederlo,
il manicomio si è sparso, si è sparso per strada.
Adesso è più bella la nostra città,
e rabbia da sciogliere ce n'è ancora.
Non basta un cavallo per questo sogno,
Marco Cavallo vuol correre ancora.
Non vuole che il muro sia ricostruito
Oh, ma che bel Marco Cavallo!
di cielo azzurro colorato,
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno ancora oggi sognato
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
di cielo azzurro colorato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno ancora oggi sognato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo!
Di cielo azzurro colorato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno realizzato.
Oooh ma che bel Marco Cavallo,
ooh….
di cielo azzurro colorato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno realizzato.
Prendete le pinze, prendete la pialla,
la sega e il martello, i chiodi, la lima.
Prendete le forbici, tagliate la carta,
la colla, i pennelli, i colori e le mani.
Di acidi, di legno, l’abbiam costruito,
con la rabbia dei sogni.
L'abbiamo inchiodato di cartapesta,
l'abbiamo imbottito con i nostri colori.
La carta è impastata.
pennelli e colori e carezze di sguardo
di cielo azzurro l'abbiam pitturato
pennelli e colori e carezze di sguardo
di cielo azzurro l'abbiam pitturato
Oh, ma che bel Marco Cavallo
di cielo azzurro colorato
oh, ma che bel Marco Cavallo
Come un sogno conquistato,
Marco Cavallo riempito di noi,
si agita e spinge e corre di lato.
Marco Cavallo vuol correre fuori,
si getta in avanti e il muro è sfondato!
Marco Cavallo ha sciolto la rabbia.
Tutta la gente è venuta a vederlo,
il manicomio si è sparso, si è sparso per strada.
Adesso è più bella la nostra città,
e rabbia da sciogliere ce n'è ancora.
Non basta un cavallo per questo sogno,
Marco Cavallo vuol correre ancora.
Non vuole che il muro sia ricostruito
Oh, ma che bel Marco Cavallo!
di cielo azzurro colorato,
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno ancora oggi sognato
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
di cielo azzurro colorato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno ancora oggi sognato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo!
Di cielo azzurro colorato.
Oh, ma che bel Marco Cavallo,
come un sogno realizzato.
Oooh ma che bel Marco Cavallo,
ooh….
envoyé par Riccardo Gullotta - 2/9/2025 - 12:04
No! CPR. Marco cavallo da Gradisca di Isonzo parte e arriverà a Bari per denunciare i trattamenti di detenzione nei Cpr
“No Cpr”: il viaggio di Marco Cavallo
Marco Cavallo sarà accompagnato da 100 bandiere fatte di stracci perché oggi siamo nella società dello scarto.
Peppe Dell'acqua dice che saranno loro le bandiere il grido di vergogna, noi cercheremo di stare in silenzio davanti a quei Cpr
Dicendo poche parole forti e significative come fece Basaglia visitando i manicomio in Brasile
La poesia "Le belle bandiere "di Pasolini abbiamo spiegato a Marco Cavallo , che non aveva capito, sono le persone stesse con le loro diversità
“No Cpr”: il viaggio di Marco Cavallo
Marco Cavallo sarà accompagnato da 100 bandiere fatte di stracci perché oggi siamo nella società dello scarto.
Peppe Dell'acqua dice che saranno loro le bandiere il grido di vergogna, noi cercheremo di stare in silenzio davanti a quei Cpr
Dicendo poche parole forti e significative come fece Basaglia visitando i manicomio in Brasile
La poesia "Le belle bandiere "di Pasolini abbiamo spiegato a Marco Cavallo , che non aveva capito, sono le persone stesse con le loro diversità
Sono una bandiera di libertà: per questo viaggerò nei Cpr italiani - Vita.it
Dal 6 settembre il grande cavallo blu partirà per un viaggio che farà tappa nei Centri di permanenza per il rimpatrio
Paolo Rizzi - 6/9/2025 - 09:13
Tullio Bulgari.
Grazie Riccardo di tutte le note con i link che hai messo nella presentazione del brano.
Molto ricca la pagina dedicata a Tullio Bulgari, i suoi libri, i suoi spettacoli di teatro concerto.
Tra questi anche il suo racconto di come è nata la canzone che ho trovato a questo link
“Marco Cavallo”
Grazie Riccardo di tutte le note con i link che hai messo nella presentazione del brano.
Molto ricca la pagina dedicata a Tullio Bulgari, i suoi libri, i suoi spettacoli di teatro concerto.
Tra questi anche il suo racconto di come è nata la canzone che ho trovato a questo link
“Marco Cavallo”
P.r - 6/9/2025 - 13:53
Marco cavallo ha iniziato il suo viaggio per raggiungere i CPR ecco il primo video
Marco Cavallo, partito da Gradisca il tour nazionale contro i Cpr
P.r. - 7/9/2025 - 11:34
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Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Tullio Bugari
Musica / Music / Musique / Sävel:
Silvano Staffolani
Quando la tua pazzia non desiderata
Quando la tua pazzia non voluta viene strangolata nelle sbarre della fossa
Tu da impotente caprone ti trasformi in uomo e l’unico mezzo per farlo
L’unico mezzo per stupire i camici bianchi che ti vogliono curare a fondo
è quello di rinchiuderti in una pazzia voluta
e quando vuoi essere pazzo
nessun camice bianco riuscirà a trarti fuori dalla fossa
Tu vuoi essere pazzo
e sarai un beato felice pazzo per tutto il resto della tua vita
Pazzo.
Scritta nell’unica luce di notte (cesso) alle ore 3 del 10 settembre 1968
1971: Franco Basaglia è incaricato della direzione dell’ospedale psichiatrico S. Giovanni di Trieste. Due anni dopo fonda Psichiatria Democratica contro la lotta all’esclusione e ai meccanismi escludenti. In CCG Ehi Franco lo ricorda da vicino. La vicenda che stiamo per raccontare è ambientata in quel posto e in quegli anni.
Dal 1959 l’ospedale disponeva di un cavallo chiamato Marco adibito a trasporti vari. Nel 1972 la giunta provinciale decise di vendere il ronzino al macello per sostituirlo con un motocarro. I pazienti del laboratorio di scrittura indirizzarono una lettera al presidente della provincia Zanetti. Ottennero che Marco fosse risparmiato e affidato ad una fattoria di Udine. L’originale, conservato negli archivi della Provincia di Triete reca la data di protocollo della Provincia: 13 GIU 1972. Il testo integrale della lettera dattiloscritta è trascritto sotto.
Trieste, 12 giugno 1972
Ill.mo Signore
Dott. Michele ZANETTI
Presidente della Provincia di Trieste
Il mio nome è MARCO, di professione “cavallo da tiro tuttofare”. Devo compire ancora i 18 anni e, pertanto, non mi sento affatto vecchio. Gli zoologi ritengono che io possa lavorare proficuamente almeno ancora per una dozzina d’anni.
È con profonda costernazione perciò, che apprendo che la Giunta Provinciale da Lei presieduta ha deciso la vendita della mia povera carcassa al miglior offerente (Del.169 dd.4.2.72).
Devo senz’altro ammettere che l’animale meccanico chiamato a sostituirmi, fornirà prestazioni indubbiamente superiori alle mie.
La prego rispettosamente però, di voler esaminare serenamente e con tutta obbiettività il mio “curriculum”.
Presto onorato servizio alle dipendenze dell’Amministrazione Provinciale dal 1959 (oltre 13 anni).
Il mio lavoro, consistente nel trasporto di biancheria, rifiuti cucina e quanto altro richiestomi, è stato da me svolto sempre con massimo zelo, tutti i giorni, sia con il gelo e sia sotto il solleone.
Mi auguro che Lei si renda conto delle conseguenze, per me purtroppo ferali, che detta vendita comporta.
Ho ricevuto, infatti, già diverse visite da parte di gente che odorava fortemente di mattatoio, palpeggiandomi a dovere. Al proposito, mi permetto suggerirLe di recarsi ad un qualsiasi macello ed assistere all’uccisione di un mio simile. Ciò potrebbe risultarLe oltremodo istruttivo.
Ma ormai mi rimangono soltanto due alternative di vita:
La prima, forse troppo ottimistica, sarebbe che questa mia possa toccare veramente il Suo cuore e mi consenta di sopravvivere, rimanendo nel mio attuale alloggio, e sempre, ove fosse necessario, a completa disposizione dei servizi ospedalieri. (Anche un motocarro si può guastare).
In sostanza, mi permetto rispettosamente chiederLe un meritato pensionamento, pur anche senza trattamento di quiescenza. Infatti mi impegno formalmente a provvedere al mio mantenimento, senza intaccare minimamente i fondi del bilancio provinciale. Per inciso, la spesa ammonta a circa 100 mila lire annue. In compenso (mi perdoni la trivialità), cerco di contraccambiare con un notevole quantitativo di letame, tanto necessario per il vastissimo terreno ospedaliero.
Seconda, e definitiva alternativa per la mia salvezza, sarebbe quella di poter essere acquistato dai miei numerosi AMICI, amici veri, leali e generosi che, oltre al valore intrinseco delle mie povere carni (il corrispettivo verrebbe in ogni caso versato immediatamente alla Cassa economale dell’OPP), sarebbero ben felici di adottarmi affettuosamente ed a provvedere “vita natural durante” al mio sostentamento.
La imploro, ancora una volta, di voler aprire il Suo generoso cuore al mio angoscioso dilemma, anche perchè, a quanto mi risulta, Lei è democratico – cristiano e Uomo pieno di sensibilità.
Se Lei saprà essere misericordioso con me – infelice animale – godrà di tutta la gratitudine possibile, sia da parte mia che dai miei fedelissimi AMICI, gioiosi, in questo caso, di accollarsi l’onere finanziario della mia disperata causa.
Con ossequi e ancora … P I E T A’ !!!
Marco Cavallo, via San Cilino,16
T r i e s t e
Questo episodio fu carico di una forte valenza simbolica. Dalla collaborazione del drammaturgoGiuliano Scabia e delio scultore Vittorio Basaglia, cugino di Franco, di Federico Velludo, Ortensia mele, Stefano Stradiotto , Peppe Dell’Acqua, collaborazione che vide coinvolto il collettivo , l’intera struttura, nacque l’opera Marco Cavallo. Lo spunto venne dai racconti dei pazienti e da una di loro, Angelina, che voleva porre tante cose nella pancia di un cavallo che stava disegnando.
Fu realizzata una scultura gigante di un cavallo azzurro di legno e cartapesta alto 4 metri nei locali dell’ospedale. Lo vollero azzurro come il mare, il cielo, a significare l’anelito di libertà, di grandi dimensioni per contenere i desideri dei ricoverati e per essere ben visibile come testimonianza dell’umanità dimenticata e segregata nei manicomi. Vollero che gli zoccoli fossero forti perché doveva potere correre fuori dalle mura, con gli occhi rivolti in alto per guardare lontano e il collo possente di chi non si piega.
Il primo gesto forte fu iconico, la scelta di libertà. La scultura, montata su rotelle, era talmente grande da non potere attraversare la porta del locale dove era stato costruito. Quella del 25 febbraio 1973 fu una lunga notte di discussioni, ma alla fine la decisione fu presa: abbattere la recinzione dell’ospedale per portarlo all’esterno in giro per la città accompagnato da matti, medici, operatori sanitari, cittadini in un atto di agognata libertà dopo secoli di repressione.
Il 25 Febbraio è una di quelle date che i libri di Storia non raccontano ma che ha fatto e continua a fare Storia. E’ una data densa e gioiosa: l’umanità si è riconciliata con se stessa per intraprendere una marcia accidentata, ma irreversibile, di liberazione. [Riccardo Gullotta]
La maggior parte delle fotografie presenti nell’introduzione sono della compianta Neva Gasparo. Chi fosse interessato alla storia del S.Giovanni attraverso la fotografia o alla fotografia come rappresentazione dell'emarginazione o documento può visionare una sequenza di 30 ritratti del 1988 di Uliano Lucas al bar Il posto delle fragole nell’ex-ospedale, cliccando sulla foto sotto il titolo.