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Weltende

Jakob Van Hoddis
Language: German


Jakob Van Hoddis

List of versions


Related Songs

Auferstanden aus Ruinen
(Johannes Robert Becher)


[1911]
Gedicht / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Jakob van Hoddis

Hintergrundmusik / Sottofondo musicale / Music background / Fond de musique / Taustamusiikki :
Ektomorf Istinct

Sprecher / Voce / Speaking voice / Voix parlante :
Sebastian Hoppe



Johannes Robert Becher fu un politico ed intellettuale di spicco nella Germania di Weimar, poi esule a Mosca , infine ministro della Cultura nella DDR, autore dell’ inno Auferstanden aus Ruinen.
Quello che segue rimane probabilmente il commento più ficcante su Jakob van Hoddis, pseudonimo di Hans Davidsohn , poeta ebreo cardine dell’espressionismo tedesco, ucciso nel campo di sterminio di Sobibor. Ne proponiamo la lirica più nota, oggetto di una discreta saggistica.

Weltende, nonostante l’apparente semplicità ( si compone di due quartine), è densa di simboli. C’è dentro il contrasto insanabile tra l’io metafisico post-romantico e la pervasività positivista , tra natura e società. In pochi versi si affastellano parecchie dicotomie, tra cui una sorta di distacco del poeta tra l’annuncio in toni drammatici di una catastrofe incombente ( come non pensare alla introiezione dei grandi artisti, nella fattispecie la guerra mondiale imminente ?) e il tono tra l’ ironico e l’amaro. [Riccardo Gullotta]

Johannes R. Becher, Sforzi II. Il potere della poesia. Il principio poetico. (Opere complete 14). Berlino e Weimar: Aufbau, 1972

Un nuovo senso del mondo sembrava essersi impadronito di noi, il senso della simultaneità degli eventi. Alcuni eruditi letterati coniarono presto un'etichetta per definirlo: simultaneismo. Ma Jacob van Hoddis, mentre vagavamo per la città da un capo all'altro nella notte (eravamo Peripatetici), ci spiegò che questo senso di simultaneità era già prefigurato in Omero. (…)

I tetti cadono e si spezzano in due.
E sulle coste, leggiamo, la marea sta salendo
.

Questo è ciò che dice Jakob van Hoddis in "Weltende". Mentre i tetti crollano, la marea sale contemporaneamente, ovvero nulla esiste isolato nel mondo; tutto ciò che è isolato è solo apparente ed esiste in una connessione infinita. "La maggior parte delle persone ha il raffreddore", e allo stesso tempo i treni cadono dai ponti. L'evento catastrofico è inconcepibile senza un nulla simultaneo. Il grande si mescola al piccolo e viceversa; nulla può esistere isolato. Abbiamo cercato di esprimere questa esperienza di simultaneità nelle nostre poesie, ma van Hoddis, mi sembra oggi, ha anticipato tutti i nostri sforzi, e nessuno è riuscito a scrivere due versi riusciti come "Weltende". Ciò che era evidente in Alfred Lichtenstein, ciò che era evidente in Ernst Blaß, proveniva da van Hoddis.
Johannes R. Becher, Bemühungen II. Macht der Poesie. Das poetische Prinzip. (Gesammelte Werke 14). Berlin und Weimar: Aufbau, 1972

Ein neues Weltgefühl schien uns ergriffen zu haben, das Gefühl von der Gleichzeitigkeit des Geschehens. Einige gelehrte Literaturbehandler haben dafür auch alsbald eine Etikettierung erfunden, und zwar Simultanismus. Jakob van Hoddis aber dozierte uns, während wir Nächte hindurch die Stadt von einem Ende bis zum anderen durchstreiften (wir waren nämlich Peripatetiker), daß schon bei Homer dieses Gefühl der Gleichzeitigkeit vorgebildet sei. (…)

Dachdecker stürzen ab und gehn entzwei.
Und an den Küsten — liest man — steigt die Flut
.

So heißt es in Jakob van Hoddis‘ „Weltende“. Während die Dachdecker abstürzen, steigt zugleich die Flut, oder nichts ist für sich allein da auf der Welt, alles Vereinzelte ist nur scheinbar und steht in einem unendlichen Zusammenhang. „Die meisten Menschen haben einen Schnupfen“, und gleichzeitig fallen die Eisenbahnen von den Brücken. Das katastrophale Geschehen ist nicht denkbar ohne eine gleichzeitige Nichtigkeit. Das Große ist dem Kleinen beigemengt und umgekehrt, nichts vermag abgeschlossen für sich zu bestehen. Dieses Erlebnis der Gleichzeitigkeit waren wir nun bemüht in unseren Gedichten zu gestalten, aber van Hoddis, so scheint es mir heute, hat alle diese unsere Bemühungen vorweggenommen, und keinem sind solche zwei Strophen gelungen wie „Weltende“. Was an Alfred Lichtenstein, was an Ernst Blaß bemerkbar war, kam von van Hoddis.
Dem Bürger fliegt vom spitzen Kopf der Hut,
In allen Lüften hallt es wie Geschrei.
Dachdecker stürzen ab und gehn entzwei
Und an den Küsten – liest man – steigt die Flut.

Der Sturm ist da, die wilden Meere hupfen
An Land, um dicke Dämme zu zerdrücken.
Die meisten Menschen haben einen Schnupfen.
Die Eisenbahnen fallen von den Brücken.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2025/8/30 - 09:42




Language: Italian

Traduzione italiana / Italienische Übersetzung / Italian translation / Traduction italienne:
Pia Lombardi
Al borghese vola via dalla testa appuntita il cappello,
E nell’aria rimbomba come un urlo.
Su tutte le coste le tegole cadono giù e si spaccano in due.
E su tutte le coste- si legge- sale la marea.

La tempesta è lì, questi mari selvaggi balzano,
Per distruggere spesse dighe.
La maggior parte degli uomini hanno il raffreddore.
Le ferrovie cadono dai ponti

Contributed by Riccardo Gullotta - 2025/8/30 - 09:45




Language: English

English translation / Englische Übersetzung / Traduzione inglese / Traduction anglaise :
Wikipedia
WORLD'S END

The burghers hat flies away in a trice.
In all quarters resounds hullabaloo.
Roof tilers plummet down and break in two.
Along the coasts — one reads — the floodings rise.

The storm is here, wuthering seas are hopping
Ashore to crush dams as if they were midges.
Most people have a cold that is not stopping.
The railway waggons tumble down from bridges.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2025/8/30 - 09:46




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