Lo chiamavano il povero Elia
un campione di nullatenente
all'anagrafe sanno chi sia
ma del resto nessuno sa niente
fin dal giorno che al mondo egli venne
non si sa che mammella succhiò
il suo padre era un certo N.N.
chi sa mai come Elia non crepò
poveraccio se fosse crepato
gli poteva importar poco o niente
questa vita da cani gli dava
da rimpiangere un bell'accidente
non sapeva neppure poppare
né giocare un bel gioco sul serio
non potè fin da allora peccare
né di gola né di desiderio
Non aveva una faccia da furbo
e nessuno si volle fidare
a pigliarsi l'ingrato disturbo
d'insegnargli a che serva rubare
non fu mai molestato da un cane
nessun colpo su lui fu sparato
Questo è vero, moriva di fame
ma passava per tipo fidato
poveraccio se fosse crepato
gli poteva importar poco o niente
questa vita da cani gli dava
da rimpiangere un bell'accidente
non sapeva a che serve l'argento
né i pollastri degli altri e così
anche al settimo comandamento
si tramanda che non trasgredì
E le donne, persin le puttane,
che di solito son generose
si curavan men che di un cane
delle sue prestazioni amorose
ma l'Elia anche senza l'amore
non sentì né provo delusione
ne si appese dal grande dolore
ad un laccio ed un po' di sapone
poveraccio se fosse crepato
gli poteva importar poco o niente
questa vita da cani gli dava
da rimpiangere un bell'accidente
Non sapendone il significato
dell'amor non senti la mancanza
e per questo non fece peccato
di lussuria né d'intemperanza
Quando in guerra ebbe a fare il soldato
a nessuno potè far del male
Perché di diserzione accusato
lo spedirono in corte marziale
Quando uscì per la fucilazione
- Così almeno la storia ci dice --
solo un tale da dentro il plotone
gli sorrise con aria infelice
Poveraccio di fronte alla morte
non avrà certo fatto buon viso
proprio quando gli dava la sorte
da rimpiangere un triste sorriso
ed adesso ch'è ben sotterrato
non avrà da temere l'inferno
non aveva mai fatto peccato
lo terrà ben con sé il Padreterno
un campione di nullatenente
all'anagrafe sanno chi sia
ma del resto nessuno sa niente
fin dal giorno che al mondo egli venne
non si sa che mammella succhiò
il suo padre era un certo N.N.
chi sa mai come Elia non crepò
poveraccio se fosse crepato
gli poteva importar poco o niente
questa vita da cani gli dava
da rimpiangere un bell'accidente
non sapeva neppure poppare
né giocare un bel gioco sul serio
non potè fin da allora peccare
né di gola né di desiderio
Non aveva una faccia da furbo
e nessuno si volle fidare
a pigliarsi l'ingrato disturbo
d'insegnargli a che serva rubare
non fu mai molestato da un cane
nessun colpo su lui fu sparato
Questo è vero, moriva di fame
ma passava per tipo fidato
poveraccio se fosse crepato
gli poteva importar poco o niente
questa vita da cani gli dava
da rimpiangere un bell'accidente
non sapeva a che serve l'argento
né i pollastri degli altri e così
anche al settimo comandamento
si tramanda che non trasgredì
E le donne, persin le puttane,
che di solito son generose
si curavan men che di un cane
delle sue prestazioni amorose
ma l'Elia anche senza l'amore
non sentì né provo delusione
ne si appese dal grande dolore
ad un laccio ed un po' di sapone
poveraccio se fosse crepato
gli poteva importar poco o niente
questa vita da cani gli dava
da rimpiangere un bell'accidente
Non sapendone il significato
dell'amor non senti la mancanza
e per questo non fece peccato
di lussuria né d'intemperanza
Quando in guerra ebbe a fare il soldato
a nessuno potè far del male
Perché di diserzione accusato
lo spedirono in corte marziale
Quando uscì per la fucilazione
- Così almeno la storia ci dice --
solo un tale da dentro il plotone
gli sorrise con aria infelice
Poveraccio di fronte alla morte
non avrà certo fatto buon viso
proprio quando gli dava la sorte
da rimpiangere un triste sorriso
ed adesso ch'è ben sotterrato
non avrà da temere l'inferno
non aveva mai fatto peccato
lo terrà ben con sé il Padreterno
envoyé par adriana - 25/12/2007 - 09:41
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Testo e musica di Fausto Amodei
Lyrics and music by Fausto Amodei
Testo ripresto da: Cantacronache, Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, Crel-Scriptorium 1995, p. 117.