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De Profundis [Victims in Gaza]

Georg Trakl
Language: German


Georg Trakl

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[1913]
Gedicht / A Poem by / Poesia / Poème / Runo:
Georg Trakl

Sprechende Stimme / Voce / Speaking voice / Voix parlante / Puhuva ääni:
Werner "Akizur" Ruzicka

[[https://www.geotecnaprogetti.com/wp-content/uploads/2023/01/EUROPA-ITALIA_diga-di-bomba-colledimezzo-chieti.webp|   ]


Sto dalla parte di Francesca Albanese

La poesia fa parte della raccolta Gedichte di Georg Trakl, pubblicata a Lipsia dall’editore Kurt Wolff nel 1913.
E’ un’elegia laica, non ci sono analogie con il Salmo 130 della Tanakh ( Canto dell’ascesa. Dalle profondità a te ho gridato, o Signore; Signore, ascolta la mia voce….), meglio noto nella cultura occidentale come De Profundis. Si notano i tratti distintivi dell’espressionismo tedesco e la percezione della tragedia imminente della Grande Guerra. Smarrimento, scetticismo e disperazione sono la cifra della composizione. Il paesaggio è la materia che vive di solitudine e alienazione.
Gottes Schweigen : il silenzio cosmico prevale, Dio tace. Non è data possibilità di interagire: persino “la luce si spegne in bocca”. Nella brughiera sopravvive una parvenza di realtà : un essere intriso di sporcizia e polvere di stelle , un vuoto a perdere tra angeli di cristallo.

L’interprete Werner Ruzicka, "Akizur"

E’ un attore e regista teatrale, nato in Germania, austriaco di adozione trasferitosi in Messico, a Guadalajara nel 1976. Ha messo in scena più di 50 opere teatrali in lingua tedesca, ha tradotto opere, ha vinto premi, affrontando ostacoli legati alla nazionalità. La Sua interpretazione avvince, altre interpretazioni in rete propongono un taglio vagamente romantico, non consono, a nostro avviso, con il messaggio di Trakl e dell’espressionismo.

Gaza

Le cifre aggiornate al 16 Luglio 2025 sono le seguenti :

Morti: 58.573 Palestinesi, 1.649 Israeliani
Feriti: 139.607 Palestinesi, 8.203 Israeliani
L’ Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha accertato che il 70% dei Palestinesi morti è costituito da donne e bambini.

Sotto tiro alla Gaza “Humanitarian” Foundation.
Sotto tiro alla Gaza “Humanitarian” Foundation.


Le crudeltà sono in aumento: al 16 Luglio 2025 risultano uccise 875 persone facili bersagli di un tiro a segno mentre si affannavano a cercare cibo nei siti della famigerata GHF [Gaza Humanitarian Foundation] o dei punti di soccorso gestiti dalla Nazioni Unite . Questo è quanto si legge nel rapporto delle Nazioni Unite. Osserva lucidamente Iain Chambers: “Protestare contro i massacri indiscriminati di civili e l’orgogliosa testimonianza omicida degli soldati israeliani si sta rivelando un atto criminale nella maggior parte dei Paesi occidentali. Il crimine è la protesta, non il genocidio”.

Riguardo al Salmo 130 della Tanakh , il suo messaggio non è più spendibile, gli abissi sono padroni. Il versetto finale recita וְהוּא יִפְדֶּה אֶת־יִשְׂרָאֵל מִכֹּל עֲוׂנֹתָיו׃ [ v'-hu yif-deh et-yis-ra-ayl mi-kol a-vo-notav] / Egli redimerà Israele da tutte le sue bassezze. Era una promessa deprivata ormai della sua carica dirompente.

E ancora, Osea 11, 9 : לֹא אֶעֱשֶׂה חֲרוֹן אַפִּי, לֹא אָשׁוּב לְשַׁחֵת אֶפְרָיִם: כִּי אֵל אָנֹכִי, וְלֹא-אִישׁ--בְּקִרְבְּךָ קָדוֹשׁ, וְלֹא אָבוֹא בְּעִיר .
[lo eéseh chárôn aPiy lo äshûv l'shachët ef'räyim Kiy ël änokhiy w'lo-iysh B'qir'B'khä qädôsh w'lo ävô B'iyr]
Non darò sfogo all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira.

La distanza tra il popolo autoproclamatosi eletto e Lui, Hashem / il Nome, è ormai incolmabile, si è aperta una faglia, un’immensa voragine. Hashem è ridotto a idolo e vessillo etno-nazionalista, messia del nulla, nume tutelare del disumano assoluto. C’era una volta l’ebraismo. [Riccardo Gullotta]

“Restiamo umani”
Es ist ein Stoppelfeld, in das ein schwarzer Regen fällt.
Es ist ein brauner Baum, der einsam dasteht.
Es ist ein Zischelwind, der leere Hütten umkreist.
Wie traurig dieser Abend.

Am Weiler vorbei
Sammelt die sanfte Waise noch spärliche Ähren ein.
Ihre Augen weiden rund und goldig in der Dämmerung
Und ihr Schoß harrt des himmlischen Bräutigams.

Bei ihrer Heimkehr
Fanden die Hirten den süßen Leib
Verwest im Dornenbusch.

Ein Schatten bin ich ferne finsteren Dörfern.
Gottes Schweigen
Trank ich aus dem Brunnen des Hains.

Auf meine Stirne tritt kaltes Metall.
Spinnen suchen mein Herz.
Es ist ein Licht, das meinen Mund erlöscht.

Nachts fand ich mich auf einer Heide,
Starrend von Unrat und Staub der Sterne.
Im Haselgebüsch
Klangen wieder kristallne Engel.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2025/7/17 - 14:55




Language: Italian

Traduzione italiana / Italienische Übersetzung / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Ida Porena
DE PROFUNDIS

C’è un campo di stoppie, vi cade pioggia nera.
C’è un albero bruno, solitario.
C’è un vento che sibila intorno a capanne vuote.
Che triste sera.

Davanti al cascinale
La dolce orfana raccoglie ancora poche spighe.
I suoi occhi dorati e tondi pascolano nella sera
E il grembo attende lo sposo celeste.

Ritornando
I pastori hanno trovato il tenero corpo
Fra i rovi, imputridito.

Un’ombra sono, lontana dai villaggi scuri.
Silenzio di Dio
Bevvi alla fonte del bosco.

Freddo metallo mi affiora sulla fronte
Ragni cercano il mio cuore.
C’è una luce e mi si spegne in bocca.

A notte mi ritrovai in un campo,
Intriso di sporcizia e polvere stellare.
Tra i nocciòli
Riprese il suono di angeli cristallini.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2025/7/17 - 17:41




Language: Italian

Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:
Ervino Pocar

Ervino Pocar (1892-1981)
Ervino Pocar (1892-1981)


Avendo sottomano proprio sul tavolo di lavoro le poesie di Trakl tradotte dal grande Ervino Pocar (Georg Trakl: Poesie, Introduzione, traduzione e note di Ervino Pocar, BUR Libreria, Rizzoli, Milano 1974), mi permetto di riprodurre la sua versione di questa poesia e la relativa nota esplicativa. Di nascita istriana, Ervino Pocar aveva sposato un’ebrea elbana e usava soggiornare a lungo all’Isola d’Elba (un motivo che me lo rende estremamente caro). Il comune di Marciana Marina gli ha intestato una via.
De Profundis [1]

C’è un campo di stoppie sul quale nera cade la pioggia.
C’è un albero bruno che sta solitario.
C’è un vento che sibila intorno a capanne deserte.
Com’è triste questa sera!

Oltre il casale,
Ancora raccatta l’orfana mite singole spighe.
Gira lo sguardo tondo e dorato entro il crepuscolo,
E il suo grembo aspetta lo sposo celeste.

Al ritorno i pastori
Trovarono il corpo soave
Disfatto tra i rovi.

Un’ombra io sono lontano da tetri villaggi.
Dalla fonte silvana
Ho bevuto il silenzio di Dio.

Sulla mia fronte si posa freddo metallo.
Ragni mi frugano il cuore.
C’è un lume che nella mia bocca si spegne.

Mi trovai di notte in una brughiera,
Insudiciato di concio e di polvere d’astri.
Tra gli avellani
Angeli cristallini tinnivano ancora.
[1] L’iniziale descrizione del paesaggio nel quale si svolge la tragedia è ottenuta attraverso la affermata e constatata esistenza di alcuni particolari: il campo di stoppie, l’albero bruno, il fischio del vento e, più ao vanti, un lampo di luce. Questo è il momento di ricordare la perfetta conoscenza che il poeta aveva della lingua francese. L’aveva imparata da una brava e severa governante alsaziana al punto che, in casa, fratelli e sorelle parlavano, tranne che coi genitori, sempre francese. E pare che fin dal ginnasio Trakl leggesse Baudelaire, qualche simbolista e Maeterlinck nell’originale, mentre si suppone che la prima lettura di Rimbaud sia avvenuta attraverso la versione tedesca di K. L. Ammer. Chi esercitò un evidente influsso sulla sua poesia fu proprio Arthur Rimbaud. Per averne un’idea basta confrontare la prima strofa della presente poesia coi seguenti versi del poeta francese:

Il y a une horloge qui ne sonne pas.
Il y a une fondrière avec un nid de bêtes blanches.
Il y a une cathédrale qui descend et un lac qui monte.

L’avvio è il medesimo. Ma è probabile che di questa come di molte altre acquisizioni Trakl non si sia neanche reso conto. Gli sonavano dentro e certo non incrinano la sua misteriosa originalità che ci afferra e ci conquide, anche se rimane un suo indecifrabile segreto.

Il caso crudele della scomparsa di una povera innocente fanciulla, vissuta sperando nel principe azzurro, sconvolge il poeta che si vede ridotto a un’ombra nel deserto. Nel suo cuore non c’è che il silenzio: non parla nemmeno Dio. Un raggio di luce (di speranza?) si accende, ma subito si spegne nella sua bocca. […] Insetti orrendi, i ragni, gli frugano il cuore. E nella brughiera notturna egli si trova infangato, con addosso i cascami delle stelle. E gli angeli caduti, di cristallo, riprendono a tintinnare. [Ervino Pocar]

Contributed by Riccardo Venturi - 2025/7/17 - 18:52


@Riccardo Venturi
Grazie del tuo contributo, prezioso.

Riccardo Gullotta - 2025/7/18 - 11:40




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