Donna giovane del Vietnam
com'è strano coltivare il mare,
quanti fiori ti ha dato già,
quanti altri te ne potrà dare.
Da qui a Saigon la strada è buona.
Terra libera, terra scura,
quest'autunno cambierai colore,
con il vento e sarà la pioggia che cadrà
senza bagnarti il cuore.
Da qui a Saigon la strada è buona.
C'è mio figlio che ha occhi grandi
quando guarda verso Sud,
c'è il tramonto che lo accarezza
quando guarda verso Sud.
Da qui a Saigon la strada è buona.
Cerca il cielo attraverso i rami,
cerca il cielo e lo troverai,
sole nasce e sole muore
ed il cielo non cambia mai.
Da qui a Saigon non cambia mai...
Cerca il cielo attraverso i rami,
cerca il cielo e lo troverai,
sole nasce e sole muore
ed il cielo non cambia mai...
Cerca il cielo attraverso i rami,
cerca il cielo e lo troverai,
sole nasce e sole muore
ed il cielo non cambia mai...
non cambia mai.
com'è strano coltivare il mare,
quanti fiori ti ha dato già,
quanti altri te ne potrà dare.
Da qui a Saigon la strada è buona.
Terra libera, terra scura,
quest'autunno cambierai colore,
con il vento e sarà la pioggia che cadrà
senza bagnarti il cuore.
Da qui a Saigon la strada è buona.
C'è mio figlio che ha occhi grandi
quando guarda verso Sud,
c'è il tramonto che lo accarezza
quando guarda verso Sud.
Da qui a Saigon la strada è buona.
Cerca il cielo attraverso i rami,
cerca il cielo e lo troverai,
sole nasce e sole muore
ed il cielo non cambia mai.
Da qui a Saigon non cambia mai...
Cerca il cielo attraverso i rami,
cerca il cielo e lo troverai,
sole nasce e sole muore
ed il cielo non cambia mai...
Cerca il cielo attraverso i rami,
cerca il cielo e lo troverai,
sole nasce e sole muore
ed il cielo non cambia mai...
non cambia mai.
envoyé par Luigi
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di Antonio Piccolo
A causa della prossima pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo alcuni brani dell'analisi di Antonio
Una canzone sicuramente politica anche se non lo è in maniera aperta ed inequivocabile. È composta nel 1973: la guerra del Vietnam, iniziata ufficialmente nel’64, ma la cui data di inizio è collocabile anche prima, siavvia alla fine. Il coinvolgimento degli Stati Uniti, che avevano sostenuto economicamente e militarmente il Vietnam del Sud, è un’esperienza ormai conclusa e, per questo, ad Henry Kissinger verrà regalato il Premio Nobel per la pace. Il 30 aprile di due anni dopo Saigon andrà nelle mani dei Nordvietnamiti.
[...]
A Saigon va riconosciuto che rispecchia dei sentimenti e il sogno che una generazione di ragazzi sentiva, che erano diventati una componente fondamentale della sinistra italiana e mondiale. Con il senno di poi, si può facilmente riconoscere l’ingenuità di questi, che non erano accompagnati da un’analisi storica attenta. Dice De Gregori: “Riascoltare adesso Saigon alla luce di quel che è successo è frustrante. Però da quella canzone non usciva esattamente Saigon, cioè la capitale di uno stato in guerra, occupata e militarizzata dagli Stati Uniti in nome dell’Occidente che però non tutto approvava: non era una città autentica ma un luogo della mente e del mondo. Un simbolo della libertà che non è soltanto il Medio Oriente degli anni sessanta".
Ad ogni buon conto, la canzone non è la sede per analisi storiche attente, né Saigon voleva appartenere a quella categoria.
tratto da "La storia siamo noi" di Antonio Piccolo, Bastogi editrice, 2007.
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Antonio Piccolo, recentemente diplomato con il massimo dei voti al Liceo Classico "Antonio Genovesi" di Napoli, ha scritto per la maturità un'interessante tesina (poi diventata un libro) dove si analizzano i nessi fra l'opera del cantautore Francesco De Gregori e la Storia e, in particolare, i nessi di alcune canzoni della sua opera con alcuni periodi storici.