L'ultima volta che stavo allo specchio
guardavo il mio viso ovale imperfetto
sguardo carbone, candore di pelle
labbra arricciate, boccioli di stelle
Gesto consueto una mano leggera
spendevo la riga ora rossa ora nera
labbra dischiuse abituate al sorriso
un raggio di sole illumina il viso
Mi hanno rinchiusa, io che amo la vita
lurida cella proprio lì son finita
ogni momento mi sento aggredire
tu non sei nessuno sei qui per sfiorire
Mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
Una punta di rosso stesa con decisione
messaggio mio eterno la mia ribellione
una punta di rosso dal buio profondo
vivo son donna io log rido al mondo
io lo grido al mondo
io lo grido al mondo
Mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
guardavo il mio viso ovale imperfetto
sguardo carbone, candore di pelle
labbra arricciate, boccioli di stelle
Gesto consueto una mano leggera
spendevo la riga ora rossa ora nera
labbra dischiuse abituate al sorriso
un raggio di sole illumina il viso
Mi hanno rinchiusa, io che amo la vita
lurida cella proprio lì son finita
ogni momento mi sento aggredire
tu non sei nessuno sei qui per sfiorire
Mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
Una punta di rosso stesa con decisione
messaggio mio eterno la mia ribellione
una punta di rosso dal buio profondo
vivo son donna io log rido al mondo
io lo grido al mondo
io lo grido al mondo
Mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
mi metto il rossetto la mia ribellione
mi metto il rossetto qui dentro in prigione
Contributed by Dq82 - 2025/5/13 - 19:36
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Corale - Voci Sommerse Storie Negate
La giovanissima Sepideh Gholian, giornalista, attivista e scrittrice iraniana è stata arrestata per avere scritto un articolo su uno sciopero dei lavoratori.
Ha avuto il coraggio di raccontare in un diario, fortunosamente uscito dal carcere, la sua esperienza e quella dei compagni e compagne, per lo più invisibili. Anche le carceri sono occulte e segrete.
Il diario è un documento prezioso, acuto, straziante e avvincente. Testimonia tanta disumanità ma anche una inesauribile umanità e fratellanza tra le vittime. Scrive Sepideh nella prefazione alla edizione italiana del suo diario ” La mia speranza è che la pubblicazione in lingua italiana del libro, spalanchi nuove e più grandi finestre alle mie sorelle di lotta e che porti il loro grido fino alle orecchie delle donne italiane, quelle donne che per anni hanno opposto resistenza al fascismo di Mussolini.”
Chiediamo la liberazione immediata di Sepideh, ora più che mai in pericolo a causa delle pessime attuali condizioni di salute.