Bambina, ti lascio in mano le armi
Bambina, ti lascio intorno le bombe
Mentre dormi
Figlia, ti lascio un mondo che urla
ti lascio poca speranza
di non incontrare la guerra
E ti accompagno però con il vestito sporco di sangue
Verso l'altare, su cui stanno le tombe
E ti stringo più forte
Mentre crollano le case
E ti lascio la libertà
Di andare a morire altrove
E ti guardo nuda
Vestita solo di gioia
E poi penso a chi ti dirà
Di coprire le tue verità
Le promesse di viaggi
senza confini ao pensieri
Senza prigioni
Io ti lascio soltanto barriere, paura e rumori
Io ti lascio le carni straziate dal filo spinato
Io ti lascio un futuro tradito
E un riscatto che non sarà mai pagato
Bambina, ti lascio in mano le armi
Bambina, ti lascio intorno le bombe
Mentre dormi
Figlia, ti lascio un mondo che urla
ti lascio poca speranza
di non incontrare la guerra
Figlia, bambina
Figlia, bambina
Figlia, bambina
Bambina, ti lascio intorno le bombe
Mentre dormi
Figlia, ti lascio un mondo che urla
ti lascio poca speranza
di non incontrare la guerra
E ti accompagno però con il vestito sporco di sangue
Verso l'altare, su cui stanno le tombe
E ti stringo più forte
Mentre crollano le case
E ti lascio la libertà
Di andare a morire altrove
E ti guardo nuda
Vestita solo di gioia
E poi penso a chi ti dirà
Di coprire le tue verità
Le promesse di viaggi
senza confini ao pensieri
Senza prigioni
Io ti lascio soltanto barriere, paura e rumori
Io ti lascio le carni straziate dal filo spinato
Io ti lascio un futuro tradito
E un riscatto che non sarà mai pagato
Bambina, ti lascio in mano le armi
Bambina, ti lascio intorno le bombe
Mentre dormi
Figlia, ti lascio un mondo che urla
ti lascio poca speranza
di non incontrare la guerra
Figlia, bambina
Figlia, bambina
Figlia, bambina
Contributed by Dq82 - 2025/5/8 - 16:47
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“Figlia di guerra” è probabilmente il brano più personale e intimo del disco, oltre a essere quello più rappresentativo, dato che lo hai scelto come singolo. Rivela una profonda amarezza, giustificata dai tempi in cui viviamo. Eppure ti chiedo, per bilanciarne la visione, se intravedi oggi anche qualche seppur timido segnale di speranza.
Il brano nasce da una constatazione e da una successiva domanda. La constatazione è che io, come altre generazioni, ho avuto la fortuna di non incontrare la guerra nella mia infanzia, nella mia adolescenza, nella mia vita. La guerra mi è stata raccontata dai nonni, da chi l’ha vissuta ma la domanda che si fa impellente ora è: “Posso assicurare che mia figlia, come le nuove generazioni, avrà la mia stessa fortuna?”. Visto quello che sta succedendo nel mondo, non posso più assicurarlo. Le vicende geopolitiche globali e i mezzi di comunicazione interconnessi hanno portato le guerre nelle nostre case in tempo reale. Dopo la ex Jugoslavia, sentiamo che le guerre potrebbero improvvisamente bussare alle porte dell’Occidente. In fondo il terrorismo internazionale, entrato nelle grandi città europee, è una nuova forma di guerra. Anche soltanto una visita in un museo di una capitale provoca ansie e paure nei più piccoli. Questo cambia la percezione del mondo, questo crea di nuovo confini, frontiere, controllo sociale. Purtroppo il vento che coinvolge il nostro pianeta ha preso una direzione in cui prevale odio, protezionismo, nazionalismo: senza tanti giri di parole, molti dei leader mondiali si possono definire di estrema destra. Ho pochi argomenti per controbilanciare questa deriva; forse rimane la sfera intima, il proprio agire nel mondo, il fare rete con chi ha ancora utopie di pace, uguaglianza, libertà, salvezza del pianeta.
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