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아침 이슬 [Morning Dew]

Yang Hee-eun / 양희은
Langue: coréen


Yang Hee-eun / 양희은

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Original release by Yang Hee-eun (1971)


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Achim iseul
[1971]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Kim Min-ki [ 김민기 ], 1971
Altra interprete / Also performed and recorded by / Chantée aussi par / Laulaakin: Yang Hee-eun [ 양희은 ]
Album / Albumi: 양희은 고운노래 모음 [ Yang Hee-eun gounnorae moeum ], 1971

Seoul, 1971: La polizia attacca brutalmente un corteo studentesco.
Seoul, 1971: La polizia attacca brutalmente un corteo studentesco.


Yang Hee-eun (1971, aged 19)
Yang Hee-eun (1971, aged 19)
Com’è che una canzonetta qualsiasi, spesso “d’amore” o comunque in qualche modo sentimentale o intimista, diventa una canzone di protesta e addirittura rivoluzionaria? Dipende, con tutta probabilità, dal “senso nascosto”, o metaforico, con cui certi suoi versi vengono percepiti, specialmente in una situazione di lotta, di conflitto, di oppressione. Di casi, nella Storia, non ne mancano di certo: il caso più famoso è senz’altro Le temps des cerises, il simbolo stesso della Comune di Parigi. Qui, invece, ci spostiamo in un paese da noi lontanissimo ed in situazioni delle quali, generalmente, a parte la potenza economica, il Gangnam Style, il kimchi e il “K-Pop”, si sa poco o nulla: la Corea del Sud. Sì, d’accordo, ogni tanto rispunta agli onori della cronaca per qualche mattana del presidente di turno, come quello lì che recentemente si voleva fare l’ “autogolpe” e che invece si è fatto un autogol in piena regola; ma va a finire che, per un motivo o per l’altro, si sa molto di più della “misteriosa” Corea del Nord. Come dire: la Corea del Nord “buca il video”.

A questo punto, dobbiamo immergerci nella Corea del Sud dei primi anni ‘70. Mentre in Corea del Nord regna ancora sovrano Kim Il-sung e tutto è fermo, allora come adesso, al 38° parallelo, nella Corea del Sud baluardo del “mondo libero” infuria, fin dal 1961, la dittatura di un generale, Park Chung-hee (cor. (박정희; il suo vero nome traslitterato sarebbe Bak Jeonghui, ma le traslitterazioni dal coreano sono materia assai controversa e spesso viziata dall’inglese). Park (che è il cognome), nato nel 1917, è un personaggio decisamente singolare: ufficiale di carriera, ha prima servito fedelmente nell’esercito giapponese durante l’Occupazione e la guerra, per poi riciclarsi in “resistente” e flirtare coi comunisti durante la Guerra di Corea (1950-1953). Ad un certo punto, però, si ravvede, cambia campo e consegna tutti i suoi compagni agli Americani, che ovviamente non li trattano molto bene. Divenuto ferreo “anticomunista”, Park fa carriera fino al 1961, quando con un colpo di stato prende il potere e lo mantiene fino alla morte, instaurando una ferrea dittatura “da guerra fredda”, ovviamente graditissima agli USA ma un po’ meno al libero popolo sudcoreano. Qualunque opposizione, qualunque protesta viene duramente stroncata come “filocomunista”, e così avviene, ad esempio, alla fine del 1970 e agli inizi del 1971. Il 26 ottobre 1979 Park finirà assassinato da un suo ex amico e collaboratore, Kim Jae-gyu, capo del servizio nazionale di Controspionaggio.

Park Chung-hee (1917-1979)
Park Chung-hee (1917-1979)
E’ proprio nel 1971 che Park mette al bando ogni forma di opposizione ed instaura la pura e semplice negazione di ogni diritto civile e politico: una perfetta dittatura sudamericana ambientata però nella travagliatissima penisola coreana. Nel paese al di sotto del 38° parallelo sono scoppiate proteste assai consistenti, condotte da un movimento di “Attivisti per la Democrazia”; in pratica, e visto anche il periodo, tali attivisti sono perlopiù giovani studenti medi e universitari. Erano state uguali proteste studentesche contro il governo corrotto di Syngman Rhee che, nel 1961, avevano portato al colpo di stato di Park Chung-hee. Negli anni tra il 1965 e il 1971, la Corea del Sud aveva goduto (per forza di cose) di una grande stabilità politica e di una crescita economica spettacolare, foraggiata ovviamente dagli Stati Uniti che intanto si stavano impantanando in Vietnam; ma i nodi erano poi venuti al pettine, con le proteste che si facevano via via sempre più ampie. Sostenuto dal consenso della “classe media” (le “classi medie”, ovvero le piccole e medie borghesie, sostengono sempre gli “uomini forti”), Park Chung-hee aveva, per il 1972, in programma di varare una nuova Costituzione: la cosiddetta Costituzione Yushin, o ”Costituzione della Restaurazione”; il termine sino-coreano yushin [박정] significa esattamente questo), nella quale il Presidente (cioè lui stesso) assumeva in pratica poteri imperiali concentrando tutto il potere nelle sue mani come un sovrano assoluto.

anjongniCome andò a finire? Nel modo consueto: le proteste democratiche del 1971 furono stroncate senza pietà, ed i cimiteri e le galere si riempirono di attivisti e di studenti. Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. L’”economia” cresceva e cresceva, e figuriamoci se la si può sacrificare ad un po’ di “democrazia” e “libertà”. “La libertà non è pane”, dice un vecchio adagio il cui inventore, se ce n’è uno, spero arda per l’eternità nelle fiamme dell’inferno assieme a tutti coloro che, periodicamente, lo ripetono. Furono, quelle del 1971 in Corea del Sud, proteste senz’altro rivolte anche contro la massiccia presenza americana che stava senz’altro mutando la società sudcoreana; da molti era vista né più e né meno come un’invasione al pari di quella giapponese del recente passato. Ma le cose erano ancor più complesse di quanto già lo fossero. Ad esempio, alle proteste e alle manifestazioni degli studenti sudcoreani non era affatto raro vedere militari americani (anche in divisa!) che protestavano assieme a loro contro la guerra nel Vietnam e contro la politica bellica USA in generale, e che assieme a loro venivano attaccati brutalmente dalla polizia di Park con il perfetto beneplacito delle autorità militari USA. Così come, specialmente in zone rurali, accadevano episodi come quello del villaggio di Anjong-ri (o Anjong-ni), dove alcuni militari americani di colore avevano scatenato risse con la popolazione locale distruggendo alcuni locali e provocando feriti. Il giorno dopo, gli abitanti coreani di Anjong-ri scesero in piazza inalberando cartelli dove ai consueti “Yankee go home” si affiancavano anche slogan razzisti come Black black black go back in the cotton field. Ce n’era, come dire, di tutto e di più che si saldava alle proteste contro la dittatura di Park Chung-hee; le proteste avevano, in larga parte, un carattere antiamericano, di cui Park Chung-hee veniva visto (a ragione) un fantoccio. D’accordo; ma in tutto questo che cosa c’entra la canzonetta di Kim Min-ki e Yang Hee-eun?

Yang Hee-eun era, all’epoca, una graziosissima diciannovenne assai canora. Proprio nel 1971 era uscito il suo primo album di canzoni, ed ora siate pronti a confrontarvi con la tremenda lingua coreana: si chiamava Yang Hee-eun gounnorae moeum (cor. 양희은 고운노래 모음), cioè: “Raccolta di belle canzoni di Yang Hee-eun”). Non aveva avuto alcun problema con la censura, dato che conteneva canzoni assolutamente innocenti destinate ad un pubblico adolescenziale e giovanile; per fare una specie di paragone, la si potrebbe accostare alla nostrana Gigliola Cinquetti. Tra queste canzoni, la “nostra” Achim iseul, ovvero “Rugiada del mattino”. Propriamente, non era sua: scritta da Kim Min-ki, che era pure un cantautore ugualmente giovanissimo (aveva 20 anni all'epoca), la canzone doveva far parte del suo album di esordio, intitolato Minki Kim, ma Yang Hee-eun la fece uscire un mese prima di lui. Insomma, via, si fregavano le canzonette, succede. In realtà, la canzone e tutti gli album di Yang Hee-eun appartenevano ad uno specifico genere musicale, il cosiddetto Geonjeongayo, caratterizzato da canzoni di contenuto educativo e sociale, e fortemente raccomandato e promosso dal Governo. Insomma: una canzonetta senza nessun contenuto politico e di protesta; lo stesso Kim Min-ki aveva dichiarato espressamente che, all’epoca, non era minimamente interessato alle proteste studentesche.

gounnoraeLa canzonetta, e tutto l’album di Yang Hee-eun (così come quello, eponimo, di Kim Min-ki uscito un mese dopo) furono ottimamente accolti sia dalla critica che dal pubblico; col suo stile T’ong Guitar (i giovani artisti che si servivano di tale stile chitarristico influenzato dal pop americano venivano spesso chiamati, con immensa originalità, “il Bob Dylan coreano” o “la Joan Baez coreana”; in effetti, la voce diciannovenne di Yang Hee-eun la ricorda parecchio) aveva catturato l’attenzione ed il successo. Talmente tanto, che, poco dopo, all’album fu persino decretato un’importante premio governativo, il ”Premio per la Canzone Sana” (sic, cor. 건전가요상), con ”La rugiada del mattino” cui fu assegnato anche un premio supplementare per “La canzone più sana”. Va da sé che la canzone divenne un perfetto strumento di propaganda governativa: in particolare, veniva assolutamente sempre mandata in onda in un programma radiofonico culturale e musicale seguitissimo da tutta la gioventù sudcoreana. La canzone veniva presentata come “ottimistica” e “piena di risorse affinché un giovane possa affrontare al meglio i dolori e le prove della vita”.

Tali importanti risorse si videro quasi subito; solo che i giovani, come dire, le interpretarono a modo loro, specialmente mentre erano in piazza a protestare contro un governo dittatoriale. In realtà, il motivo per cui “La rugiada del mattino” divenne, praticamente, l’inno delle proteste studentesche del 1971 è in larga parte ignoto, anche se sicuramente c’entra l’estrema popolarità raggiunta dalla canzonetta; e poi, come disse Lale Andersen a proposito di Lili Marleen, “qualcuno può chiedere al vento perché diventa tempesta?”. Come se Non ho l'età della Cinquetti fosse diventata un inno del '68. Affascinanti misteri della canzone!

Come detto, tutto dipende dal “senso” con cui le parole e i versi vengono percepiti in un particolare contesto sociopolitico e storico. Naturalmente, non se ne può avere la certezza; ma il senso generale della canzone avrebbe potuto essere inteso come quello degli “attivisti che anelano a una società democratica” (“Quando il dolore mi attanaglia la mente […] imparo un po’ a sorridere”) mentre il “giardino” in cui la giovane sta in piedi potrebbe essere la piazza. Vi potrebbe essere una critica verso l’americanizzazione forzata della società sudcoreana; quel che è (quasi) certo, è che il verso “il sole sorge rosso là sul cimitero” fu visto come un’espressione di sostegno al “comunismo” (e, quindi, all’abòrrita Corea del Nord, con il "sole rosso" identificato addirittura con Kim Il-sung in persona!) -ma questa volta non dagli studenti, bensì dal governo. Il “cimitero” sul quale rosso sorge il sole potrebbe essere un riferimento preciso alla guerra di Corea oppure agli studenti rimasti vittime della repressione, così come il “calore opprimente a mezzogiorno”. Ma è ora di andare, lasciandosi alle spalle ogni pena: un invito a procedere nella lotta? E chi lo sa. Tutte ipotesi che, naturalmente, sono state formulate posteriormente, quando l’innocua canzonetta “sana” si era già trasformata in diabolico inno dei contestatori che volevano rovesciare il governo e cacciare gli Yankees. Lo ripeto: esattamente ciò che accadde a Le temps des cerises e, forse, anche a E depois do adeus. Canzoni di protesta (e rivoluzionarie) “casuali”, ma chi lo sa che cos’è il “caso”.

yang2Che cosa accadde? All’improvviso, mentre gli attivisti e gli studenti venivano massacrati e incarcerati, la canzonetta “sana” e premiata sparì dalle radio. Anzi: sparì da ogni cosa. La povera Yang Hee-eun dovette faticare per convincere di essere una ragazzina che cantava canzonette sentimentali, e non una sporca comunista al soldo dei maledetti “cugini” del Nord; fortunatamente per lei ci riuscì; ma il suo album fu sequestrato e ritirato dalla vendita. Nel 1972, una volta represse le proteste e varata la Costituzione “imperiale” di Park, le fu permesso di ripubblicarlo (“Le belle canzoni di Yang Hee-eun n°2”), ma senza la “Rugiada del mattino” oramai messa all’indice. Sulla copertina di questo album “espunto” si vede la ragazza con una chitarra che se ne sta letteralmente su un’albero a cantare: ecco, brava, stai sull’albero, canta e guai a te se riattacchi con rugiade e affini. Nel 1975, la canzone fu ufficialmente dichiarata inesistente: cioè, nemmeno censurata, non era stata semplicemente mai scritta né cantata. Kim Min-ki, da promettente giovane artista che era, decise semplicemente di scomparire: per oltre un decennio non se ne seppe più niente.

Nonostante censure, distruzioni e bandi, la canzone non era stata però dimenticata; tant’è che continuò bellamente ad essere cantata durante tutte le ondate di protesta degli anni’80, successive alla morte di Park Chung-hee, e in particolare durante la “Rivolta di Giugno” del 1987. Non soltanto la canzone è considerata l’inno riconosciuto dei movimenti democratici sudcoreani, ma addirittura le è stata decretata la qualifica di iniziatrice della canzone di protesta sudcoreana. Nel medesimo 1987, in seguito alla Rivolta di Giugno, la censura sulla canzone fu almeno parzialmente tolta, e ricominciò a circolare sui “media”; almeno fino al 2000 la si è risentita spesso, ma c’è chi giura di averla sentita in piazza anche pochi mesi fa, durante le manifestazioni contro il “presidente” dell’autogolpe.

Yang Hee-eun oggi.
Yang Hee-eun oggi.
E Yang Hee-eun? Oggi è una tranquilla nonna canterina di settantatré anni. Nel 1981 lasciò la Corea e visse negli USA e in Europa per circa un anno; dovette tornare in patria perché le era stato diagnosticato un cancro alle ovaie. Non ha mai potuto avere figli; continua tuttora a cantare, anche se con una voce più flebile, ed in Corea del Sud è stata notissima anche come DJ. Continua a lavorare a progetti con artisti giovani e giovanissimi, ed afferma che i suoi “figli” sono suo marito e i suoi cani; il che è più che notevole in un paese dove, come è noto, i cani se li mangiano (scherzo eh!). Non si è mai spiegata bene che cosa esattamente sia accaduto con la sua canzone, che poi nemmeno era sua; ma ha sempre ricordato con commozione i tanti ragazzi e ragazze ammazzati e incarcerati mentre la cantavano in piazza, e si è sempre dichiarata felice che abbia contribuito a creare una “Corea migliore”. Che Iddio la protegga, anche se non esiste. Ad ogni modo, quando ne ha la possibilità, la sua canzone la canta ancora.

Vi ha piaciato la strana, e forse pure incredibile storia di questa canzone? Mi piace pensare di sì; ma, se così non fosse, credete che non s’è fatto apposta (questa la devo aver già sentita o letta da qualche parte, ma non mi ricordo dove). Finita qui? Sì e no. Un’ultima cosa va detta. Vi ricordate di Kim Min-ki, il vero autore della canzone a cui Yang Hee-eun la aveva “fregata” un mese prima dell’uscita? Bene; e allora, ach so!, dalla Corea del Sud spostiamoci, con un piccolo salto, in Germania. Nel 1986 uscì in Deutschland un musical di grandissimo successo, Linie 1 (“Linea 1”); si dice che sia tuttora il secondo musical tedesco per incassi dopo l’Opera da Tre Soldi di Brecht. Ambientato nella Linea 1 della Metropolitana Berlinese, fu rappresentato originariamente dal GRIPS-Theater il 30 aprile 1986; nel 2017 raggiunse la sua 1800a rappresentazione. I testi erano stati scritti da Birger Heymann, mentre lo scenario era stato curato da Mathias Fischer-Dieskau (il figlio di Dietrich, insomma). Fu anche un successo internazionale, anzi planetario: nel 1994 arrivò pure in Corea del Sud, dove ne fu preparato uno speciale allestimento per il quale rimando all’articolo Wikipedia. Allestimento curato indovinate da chi? Da Kim Min-ki in persona.


Cantata da / Sung by Kim Min-ki (Gim Min-gi)


I membri del GRIPS Theater non sapevano assolutamente nulla né di lui, né di “Rugiade del mattino”; seppero qualcosa soltanto anni dopo. Quando appresero pienamente la storia di Achim iseul, di ciò che era stata quella canzone, che cosa essa avesse significato per tutti i coreani del Sud e del piccolo “furto” di Yang-eun (di cui, in verità, il gentilissimo Kim mai si è lamentato minimamente), rimasero impressionati e colpiti. Decisero quindi di fare un regalo a Kim Min-ki: una versione tedesca della sua canzone. Regalo che “consegnarono” direttamente a Kim, che era stato invitato in Germania per assistere ad una rappresentazione originale di Linie 1, il musical da lui allestito a suo tempo in coreano (con testi originali), nel novembre del 2003. Si chiama, fedelmente, Morgentau; l’autore della versione è Volker Ludwig. Nel video originale, si vede l’ignaro Kim Min-ki che scoppia a piangere non appena i membri del GRIPS Theater attaccano a cantare.

Ora, credo, questa storia è davvero terminata; ma, come si sa, le storie delle canzoni non finiscono mai. Kim Min-ki, nato il 31 marzo 1951, è scomparso il 21 luglio 2024; la sua canzone “sana” divenuta un inno di libertà e di democrazia è riuscita a fare il giro del mondo, e mi sento forse anche un po’ fiero, e commosso, di farla conoscere anche da queste parti, con una cinquantina d’anni di ritardo. [RV]

Kim Min-ki (Gim Min-gi), 1971, aged 20.
Kim Min-ki (Gim Min-gi), 1971, aged 20.
긴 밤 지새우고 플잎마다 맺힌 [1]
진주보다 더 고운 아침 이슬처럼
내 맘의 설움이 알알이 맺힐 때
아침 동산에 올라 작은 미소를 배운다

태양은 묘지 위에 붉게 떠오르고
한낮에 찌는 더위는 나의 시련일지라
나 이제 가노라 저 거친 광야에
서러움 모두 버리고 나 이제 가노라
[1] Gin bam jisaeugo peurimmada maechin
Jinjuboda deo goun achim iseulcheoreom
Nae mamui seorumi arari maechil ttae
achim dongsane olla jageun misoreul baeunda

Taeyangeun myoji wie bulge tteooreugo
Hannaje jjineun deowineun naui silyeoniljila
Na ije ganola jeo geochin gwangya'e
Seoreoum modu beorigo na ije ganola

envoyé par Riccardo Venturi - 10/3/2025 - 19:34




Langue: italien

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 10-3-2025 21:22

La rugiada del mattino

Sono stata alzata tutta la notte come una foglia d’erba,
Proprio come rugiada del mattino più bella d’una perla.
Quando il dolore mi attanaglia la mente,
Sto in piedi nel giardino e imparo un po’ a sorridere.

Il sole sorge rosso là sul cimitero, e un calore
Opprimente a mezzogiorno sarà la prova che dovrò sostenere.
Ma adesso me ne andrò là, in mezzo alla natura
E lascerò alle spalle tutte le mie pene; adesso andrò!

10/3/2025 - 21:22




Langue: anglais

English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
--> goranigeek (L. Trans.)
Morning Dew

Stayed up all night long formed on the blade of grass
Just like a morning dew more beautiful than a pearl
When sorrow is rooted in my mind
I stand up at the morning garden and learn a little smile

The sun arises redly on the cemetery
Steamy heat in middays will be my ordeal
Now I shall go To that wilderness
Put all my sorrow behind Now I shall go

envoyé par Riccardo Venturi - 11/3/2025 - 11:15




Langue: allemand

Morgentau
Deutsche version / Versione tedesca / German version / Version allemande / Saksankielinen versio:
GRIPS Theater, 2003
Traduzione / Traslation / Übersetzung: Volker Ludwig



Translator: Volker Ludwig
Lead Vocal: Manja Doering
Chorus: Thomas Ahrens, Frank Engalhardt, Ariane Fischer, Velia Krause, Laura Leyh, Volker Ludwig, Jens Mondalski
Arrangement: Bettina Koch
Recording & Mix: Ufuk Ozguc
2003-11: Grips Theater Berlin
Morgentau

Die Nacht war schlaflos lang,
mein Herz schlägt schwer und bang.
Da deckt mit lauter Sorgen,
die frischen Morgentau.

Die Perlen groß und Licht,
in Ketten dicht an dicht.
Ich schleppe mich den Berg hinauf,
zu lächeln gelingt mir noch nicht.

Wieso nimmt das Morgen ruht,
das überm Friedhof ruht.
Die Gewalte, Mittagsglut,
wird mein Wegbegleiter sein.

Ich recke mich und zieh
ins weite Land hinab.
Ich streife alle Sorgen ab,
erhebe mich und geh.

envoyé par Riccardo Venturi - 10/3/2025 - 22:54




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