Questa è la ballata di un innocente
La ballata di Pinelli Giuseppe detto Pino
Classe 1928, coniugato
Partigiano, anarchico, ferroviere, padre di famiglia
Questa è la ballata di un sospettato
Arrestato il 12 dicembre del 1969
E detenuto illegalmente
Ben oltre le 48 ore di fermo previste dalla legge
Questa è la ballata di un uomo
Che era stato scelto
Per interpretare il ruolo del mostro
Responsabile di 17 morti e 88 feriti
Ma il provino andò male
Non entrava nella parte
Continuava a dirsi innocente,
"Anarchia non vuol dire bombe"
Questa è la ballata di un fantasma
Entrato in questura vivo
E uscito tre giorni dopo
Dalla finestra del quarto piano, morto
Questa è la ballata delle menzogne
Dei depistaggi degli insabbiamenti
Della vergogna di uno Stato infiltrato
Corrotto, infettato dal terrorismo nero
Questa è la ballata di Piazza Fontana
Della strategia della tensione
Una scia di sangue e di dolore
Milano Brescia Italicus Bologna
E' la ballata dell'ingiustizia
Di chi dirà che Pino prese la rincorsa
Per suicidarsi poiché colpevole
Ma niente fu più falso
Questa è una ballata senza verità
Perché nessuno l'ha mai detta
E se provi a dirla si mette male
E faresti bene a tenerti lontano dalle finestre
Questa è una ballata malriuscita
Non ha né rime né musica
Non ha ritmo o lieto fine
Un canto senza voce.
La ballata di Pinelli Giuseppe detto Pino
Classe 1928, coniugato
Partigiano, anarchico, ferroviere, padre di famiglia
Questa è la ballata di un sospettato
Arrestato il 12 dicembre del 1969
E detenuto illegalmente
Ben oltre le 48 ore di fermo previste dalla legge
Questa è la ballata di un uomo
Che era stato scelto
Per interpretare il ruolo del mostro
Responsabile di 17 morti e 88 feriti
Ma il provino andò male
Non entrava nella parte
Continuava a dirsi innocente,
"Anarchia non vuol dire bombe"
Questa è la ballata di un fantasma
Entrato in questura vivo
E uscito tre giorni dopo
Dalla finestra del quarto piano, morto
Questa è la ballata delle menzogne
Dei depistaggi degli insabbiamenti
Della vergogna di uno Stato infiltrato
Corrotto, infettato dal terrorismo nero
Questa è la ballata di Piazza Fontana
Della strategia della tensione
Una scia di sangue e di dolore
Milano Brescia Italicus Bologna
E' la ballata dell'ingiustizia
Di chi dirà che Pino prese la rincorsa
Per suicidarsi poiché colpevole
Ma niente fu più falso
Questa è una ballata senza verità
Perché nessuno l'ha mai detta
E se provi a dirla si mette male
E faresti bene a tenerti lontano dalle finestre
Questa è una ballata malriuscita
Non ha né rime né musica
Non ha ritmo o lieto fine
Un canto senza voce.
Contributed by Daniela -k.d.- e RV - 2025/2/8 - 15:29
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Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Luca Barbarossa
Inedito / Unreleased
Recentemente, Luca Barbarossa ha pubblicato un volume, “Cento storie per cento canzoni” (ed. La Nave di Teseo, Milano, 2024). Il titolo stesso dice di ciò che si tratta. Ed è un libro che mi sembra scritto davvero col cuore, nonostante le storie che accompagnano le canzoni siano a volte, come dire, un po’ inesatte dal punto di vista strettamente storico. Poco importa: il libro del Barbarossa mi piace lo stesso. Una delle “cento canzoni” è, per l’appunto, La ballata del Pinelli, della quale però Luca Barbarossa non dà il testo. Al suo posto, una “ballata malriuscita” senza musica, un “Canto senza voce” di cui è personalmente autore e che qui riportiamo. [RV]
“La storia è nota, Piazza Fontana fu una delle tante stragi fasciste come fascisti erano alcuni apparati dello Stato. Pinelli pagò con la morte e Valpreda con tre anni a Regina Coeli. Erano innocenti, completamente estranei ai fatti accaduti. Il clima di guerra che ne conseguì portò alla macabra ritorsione sul commissario Calabresi che venne ucciso da militanti di Lotta Continua. E’ questo lo scopo della strategia della tensione, gli opposti estremismi che si combattono a suon di attentati e ammazzatine, così l’elettorato confluirà verso il più rassicurante centro, tanto gradito ai nostri angeli custodi d’oltreoceano. Negli anni successivi all’attentato girava clandestinamente una ballata, La ballata del Pinelli, scritta da alcuni anarchici del circolo Gaetano Bresci di Mantova, che raccontava la morte accidentale di un anarchico, per dirla alla Dario Fo. Era vietato cantarla, non esprimeva la versione “ufficiale” dei fatti. Peccato non fosse vietato anche morire da innocenti, nello stesso paese che ripudia la pena di morte per i colpevoli” – Luca Barbarossa, Cento storie per cento canzoni, Milano, La Nave di Teseo, 2024. “La ballata del Pinelli”, p. 179.