Per prima cosa vorrei ringraziare i viaggiatori
perché si sentono piccoli vestiti di vento e colori
se me lo concedi vorrei ringraziare
anche quelli perduti nelle vene del mondo
troveranno il momento perfetto.
Vi chiedo scusa del tempo perduto
ma come posso non ringraziare il mio furetto
che dopo una vita è ritornato a raccontare
le storie di pochi che dondolano
dentro gusci di noci dentro
un mare di sogni e però,
mi ha raccontato anche di lei
amazzone in fuga da tutte le regole
e dai vostri dei.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
Alle porte del paradiso ho conosciuto un'anima blu
era lo specchio del suo sorriso che ormai non c'è più.
Alle porte del Paradiso ho conosciuto un'anima nera
gli occhi come finestre rotte nella notte sulla scogliera.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
La morte e la vita cumbà
è na regola sola
lu viento ha chiamato sctanotte
condannato a cercà
brindamo alla vita cumbà
che la notte s more
brindamo a ci cerca e no trova
condannato a cercà.
Davvero scusa se chiederò aiuto
ma come posso non ringraziare
il mio furetto che dopo una vita
è ritornato a raccontare
le storie di pochi che dondolano
dentro gusci di noci dentro un mare di forse e però.
Mi ha raccontato anche di lei
amazzone ridi perché da domani
cadranno gli dei.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
Alle porte del Paradiso ho conosciuto un'anima blu
ha regalato l'ultimo respiro al deserto del Sud.
Alle porte del Paradiso ho conosciuto un'anima nera
gli occhi come finestre rotte nella notte sulla scogliera.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
perché si sentono piccoli vestiti di vento e colori
se me lo concedi vorrei ringraziare
anche quelli perduti nelle vene del mondo
troveranno il momento perfetto.
Vi chiedo scusa del tempo perduto
ma come posso non ringraziare il mio furetto
che dopo una vita è ritornato a raccontare
le storie di pochi che dondolano
dentro gusci di noci dentro
un mare di sogni e però,
mi ha raccontato anche di lei
amazzone in fuga da tutte le regole
e dai vostri dei.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
Alle porte del paradiso ho conosciuto un'anima blu
era lo specchio del suo sorriso che ormai non c'è più.
Alle porte del Paradiso ho conosciuto un'anima nera
gli occhi come finestre rotte nella notte sulla scogliera.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
La morte e la vita cumbà
è na regola sola
lu viento ha chiamato sctanotte
condannato a cercà
brindamo alla vita cumbà
che la notte s more
brindamo a ci cerca e no trova
condannato a cercà.
Davvero scusa se chiederò aiuto
ma come posso non ringraziare
il mio furetto che dopo una vita
è ritornato a raccontare
le storie di pochi che dondolano
dentro gusci di noci dentro un mare di forse e però.
Mi ha raccontato anche di lei
amazzone ridi perché da domani
cadranno gli dei.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
Alle porte del Paradiso ho conosciuto un'anima blu
ha regalato l'ultimo respiro al deserto del Sud.
Alle porte del Paradiso ho conosciuto un'anima nera
gli occhi come finestre rotte nella notte sulla scogliera.
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole ca ste' pe rivá
U sole
envoyé par Dq82 - 6/2/2025 - 13:24
Dq82 - 6/2/2025 - 17:10
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Il titolo richiama il dio del mare della mitologia romana: protagoniste sono infatti le distese marine, che divengono simbolo della speranza infranta e di vite spezzate: «La canzone è dedicata a chi arriva, ma anche di chi non ce la fa perché inghiottito dalle acque del Mediterraneo, dove le speranze s’infrangono come navi in tempesta – spiega la band –. Nettuno non è solo una traccia musicale, ma un viaggio attraverso le acque agitate della disperazione».
Il videoclip del singolo, realizzato dal videomaker Pietro Carra insieme al fotografo Brunetto Ziosi, è un'ulteriore accusa all'indifferenza. Girato tra il Centro Sociale Rivolta di Marghera e la città di Riace, raccoglie alcune immagini, concesse da Mediterranea Saving Humans, che immortalano i salvataggi in mare effettuati dalla nave Mare Jonio. Durante la produzione è stata inoltre coinvolta Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana. «Arrivata in Italia, Maysoon è stata ingiustamente accusata di scafismo e dopo mesi di detenzione e lunghi scioperi della fame, è stata liberata – raccontano gli artisti –. La sua esperienza, segnata dalla sofferenza, si intreccia perfettamente con il messaggio del brano».
«Ponete fine alle persecuzioni e alle violenze contro i rifugiati politici e gli attivisti civili – ha affermato Maysoon dopo aver ascoltato il brano –. Eroi e combattenti che hanno sacrificato la loro pace e sicurezza per la loro terra e il loro popolo sono già stati feriti e privati dei loro diritti sotto un sistema dittatoriale e disumano prima di arrivare qui. Lottiamo per il futuro dei bambini di tutto il mondo e saremo presenti ovunque ci sia ingiustizia. Non schieratevi contro i cercatori di libertà in nome della difesa dei confini, né sostenete i dittatori. Il problema del mondo non sono le persone civili, ma i governi oppressivi».
Ogni onda, in Nettuno, rappresenta una vita in bilico, una storia che merita di essere ascoltata. «La musica è un linguaggio universale e, con questo brano, il collettivo Ninco Nanco sensibilizza il pubblico sulle atrocità che migliaia di persone affrontano nel tentativo di fuggire dalla guerra e dalla povertà. È un gesto importante per denunciare le violazioni dei diritti umani e per ricordarci che la lotta per la libertà e la dignità umana non ha confini» ha sottolineato la dottoressa Vanessa Guidi, medico di bordo sulla nave Mare Jonio.
Il testo di Nettuno è stato scritto dal frontman Francesco Scatigna, già autore della musica insieme a Luca De Toni (anche basso e chitarre), Michele Tedesco e Giovanni Favaro. Le tastiere sono di Daniel Mastrovito e la batteria di Michele Tedesco.
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