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Il me reste un voyage à faire

Gabriel Yacoub
Language: French


Gabriel Yacoub

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Nelle sue simboliche e visionarie canzoni si ritrovano fianco a fianco, purezza e ombra, oscurità e incantesimo, speranza e illuminazione, Gabriel Yacoub ha cantato acqua, fuoco, vento, esilio, amore, amicizia, sortilegi, variazioni. Ha cantato ricordi infantili, paesaggi in riva alla Loira, strade di Parigi, caos e la bellezza di un Universo dalle risonanze multiple e la cui luce più luminosa è quella della comprensione. Ha cantato l’Umanesimo, la Serenità, il Tumulto dell’animo umano, come solo chi canta sa fare “l’intelligenza è più veloce degli uccelli”.
Dopo Malicorne si è dedicato alla scrittura poetica e al cantautorato, con uno stile sensuale, familiare e romanticamente un po’ misterioso. Ha mescolato i sentimenti umani più ottimisti a miti e leggende della cultura folk della quale si era nutrito e che per tanto tempo aveva interpretato. A quelle zone d’ombra mai risolte e irrisolvibili per l’uomo se non attraverso forse vecchiaia e saggezza. Ha mescolato ribellione e rassegnazione, speranza e tristezza come faceva il più grande di tutti: Jacques Brel, ha cercato anche lui, con tutto se stesso, il colore in un mondo bianco e nero. Il Folk gli ha probabilmente insegnato che il mistero apre le porte all’immaginazione e che l’alchimia si realizza solamente se si dona voce alla propria anima.
Qualche giornale è arrivato a definirlo “il Dylan francese”. Le sue parole sono state cantate perfino da Robert Wyatt, Joan Baez, June Tabor…Il filosofo francese Gaston Bachelard sosteneva “ammira prima, capirai in seguito…la conoscenza del reale è una luce che proietta sempre da qualche parte delle ombre»…”.

(tratto da Flavio Poltronieri: 22-1-2025, GABRIEL YACOUB, ENIGMA E FASCINO – LA RICERCA DELL’ANIMA, Terre Celtiche)
Une prière en passant pour tous les voyageurs
Pour tous les pèlerins et les marins-pêcheurs
Les routes de campagne et les tonnes d’acier
Qui tous les jours s’envolent et
Se posent à mes pieds
Il y a un navire, tout en bas dans la baie
L’ancre est déjà levée et il attend à quai
J’ai aussi un charter pour toutes mes colères
Qui est prêt à partir pour
Le tour de la Terre

Il me reste un voyage à faire
Et puis un autre à défaire
Et je m’endormirai sur les galets
Je n’ partirai plus jamais
Et je m’endormirai sur les galets
Je n’ partirai plus jamais

Courir à en pleurer sans regarder derrière
Hurler comme un damné sur le bord de la mer
Suivre les vagabonds, revêtir leurs guenilles
Imiter leur sourire, attendre le matin

Une prière en passant, pour tous les voyageurs
Pour tous les pèlerins et les marins-pêcheurs
Les routes de campagne et les tonnes d’acier
Qui, tous les jours, s’envolent
et se posent à mes pieds

Contributed by Flavio Poltronieri - 2025/2/1 - 22:19



Language: Italian

Traduzione di Flavio Poltronieri
Mi resta un viaggio da fare

Una preghiera di sfuggita per tutti i viaggiatori
Per tutti i pellegrini e i marinai-pescatori
Le strade di campagna e le tonnellate d’acciaio
Che ogni giorno prendono il volo e
Si posano ai miei piedi
C’è una nave là in fondo alla baia
L’ancora già levata e lui aspetta sulla banchina
Ho anch’io un biglietto per tutta le mie collere
In partenza per
il giro della Terra

Mi resta un viaggio da fare
E poi un altro da disfare
E mi addormenterò sui ciottoli
Non partirò mai più
E mi addormenterò sui ciottoli
Non partirò mai più

Correre piangendo, senza voltarsi indietro
Urlare come un dannato in riva al mare
Seguire i vagabondi, indossare i loro stracci
Imitare il loro sorriso, aspettare il mattino

Una preghiera di sfuggita per tutti i viaggiatori
Per tutti i pellegrini e i marinai-pescatori
Le strade di campagna e le tonnellate d’acciaio
Che ogni giorno prendono il volo e
Si posano ai miei piedi

2025/2/2 - 00:00




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