Sulla sponda argentina
Mussolini cammina
Farinacci dedrè
El ghe tira el gichè
"son fascista anca mè".
Sulla sponda argentina
Mussolini cammina
Matteotti dedrè
El ghe tira el gilet
"Assassin che te seet!"
Mussolini el se vòlta
Con la faccia sconvolta
El se mètt a vosà
"Eja, eja, alalà!"
Ma nessun ghe dà a trà.
Mussolini cammina
Farinacci dedrè
El ghe tira el gichè
"son fascista anca mè".
Sulla sponda argentina
Mussolini cammina
Matteotti dedrè
El ghe tira el gilet
"Assassin che te seet!"
Mussolini el se vòlta
Con la faccia sconvolta
El se mètt a vosà
"Eja, eja, alalà!"
Ma nessun ghe dà a trà.
Contributed by Dq82 - 2024/11/30 - 18:10
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Dopo il delitto Matteotti viene realizzata una parodia popolare in dialetto milanese, con brevi frasi in lingua italiana sull'aria di Fox-trot della nostalgia di Cesare Andrea Bixio e Bruno Cherubini, scritta nel 1924.
La canzone, che porta la firma di autori che hanno prodotto molte canzoni di successo nel periodo tra le due guerre, racconta dell’agognato ritorno in patria degli emigrati in argentina. Il testo è condito di tutti gli stereotipi dell’emigrante con le mani protese verso l’agognata terra e nel cuore patria e mammà: rappresentazioni care alla retorica del regime fascista, che pur disinteressandosi dei suoi cittadini emigrati, consegna loro, assieme al passaporto rosso dell’espatrio per lavoro, il Manuale per l’istruzione degli emigranti, un volume di seicento pagine rivolto ad una popolazione in larga parte analfabeta, così autografato da Mussolini: “Questo è il Viatico di Amore e Protezione che la Patria consegna ai suoi figli, perché la ricordino e onorino sempre e dovunque”.
cantastoria.it
(già in Povero Matteotti)