The Ballad of Naomi Wise [Omie Wise ; Naomi Wise; Ommie Wise; Poor Omie Wise]
Anonymous
Language: English
Oh, listen to my story, I'll tell you no lies
How John Lewis did murder poor little Omie Wise
He told her to meet him at Adams's Springs
Said he'd bring her money and other fine things
So, fool-like she met him at Adams's Springs
No money he brought her nor other fine things
"Go with me, little Omie, and away we will go
Off to get married and no one will know"
She climbed up behind him and away they did go
But off to the river where deep waters flow
"John Lewis, John Lewis, will you tell me your mind?
Do you intend to marry me or leave me behind?"
"Little Omie, little Omie, I'll tell you my mind
My mind is to drown you and leave you behind"
"Have mercy on my baby and spare me my life
I'll go home as a beggar and never be your wife"
He kissed her and he hugged her then he turned her around
And pushed her in deep waters where he knew that she would drown
He jumped on his pony and away he did ride
As the screams of little Omie went down by his side
'Twas on one Thursday morning,
The rain came pouring down
When the people searched for Omie
But she could not be found
Two boys went a-fishin' one fine summer day
And they saw little Omie's body go floating away
Then they threw their net around her and drew her to the bank
Her clothes all wet and muddy, they laid her on a plank
They sent for John Lewis to come to that place
And they brought her out before him so that he might see her face
Though he made no confession, they carried him to jail
No friends nor relations would go on his bail.
How John Lewis did murder poor little Omie Wise
He told her to meet him at Adams's Springs
Said he'd bring her money and other fine things
So, fool-like she met him at Adams's Springs
No money he brought her nor other fine things
"Go with me, little Omie, and away we will go
Off to get married and no one will know"
She climbed up behind him and away they did go
But off to the river where deep waters flow
"John Lewis, John Lewis, will you tell me your mind?
Do you intend to marry me or leave me behind?"
"Little Omie, little Omie, I'll tell you my mind
My mind is to drown you and leave you behind"
"Have mercy on my baby and spare me my life
I'll go home as a beggar and never be your wife"
He kissed her and he hugged her then he turned her around
And pushed her in deep waters where he knew that she would drown
He jumped on his pony and away he did ride
As the screams of little Omie went down by his side
'Twas on one Thursday morning,
The rain came pouring down
When the people searched for Omie
But she could not be found
Two boys went a-fishin' one fine summer day
And they saw little Omie's body go floating away
Then they threw their net around her and drew her to the bank
Her clothes all wet and muddy, they laid her on a plank
They sent for John Lewis to come to that place
And they brought her out before him so that he might see her face
Though he made no confession, they carried him to jail
No friends nor relations would go on his bail.
Contributed by Riccardo Venturi - 2024/11/25 - 17:58
Language: Italian
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 25-11-2024 18:52
Riccardo Venturi, 25-11-2024 18:52
Desidero che la traduzione di questa vecchia ballata sia per la memoria di Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin. E di tutte le altre.
La ballata di Naomi Wise (Omie Wise)
La mia storia ascoltate, non vi mentirò,
Di come John Lewis ammazzò la povera piccola Omie Wise.
Le disse d’incontrarlo a Adams Springs
Ché le avrebbe portato soldi e altre belle cose.
E lei, scemerella, andò a incontrarlo a Adams Springs,
Ma lui non le portò soldi né altre belle cose.
“Vieni con me, piccola Omie, e andremo via di qua
Per sposarci assieme, e nessuno lo saprà”.
Lei gli montò dietro, e se ne andaron via,
Ma arrivati al fiume dove scorrono acque profonde:
“John Lewis, John Lewis, mi dici che vuoi fare?
Vuoi che sia tua moglie, oppure abbandonarmi?”
“Piccola Omie, piccola Omie, ti dirò ciò che voglio fare:
Ho intenzione di annegarti, e di sbarazzarmi di te.”
“Pietà! Pietà per il mio bambino, risparmiami la vita,
Tornerò a casa come un’accattona e non sarò mai tua moglie.”
Lui l’abbracciò e la baciò, poi si girò e le andò dietro,
E la gettò in acque profonde dove sapeva sarebbe annegata.
Poi rimontò a cavallo e se ne andò via,
Mentre le urla della piccola Omie gli scomparivan via accanto.
Fu un giovedì mattina,
La pioggia cadeva fitta,
Che la gente si mise a cercare Omie
Però non la trovava.
Due ragazzi andarono a pesca un bel giorno d’estate
E videro il corpo della piccola Omie portato via galleggiando.
Allora le lanciarono addosso la rete e la riportarono a riva,
I suoi abiti eran bagnati e fangosi, la stesero su un’asse.
Mandarono a chiamare John Lewis che andasse là,
E gliela misero davanti per fargli vedere il suo volto.
No, lui non confessò; ma lo misero in galera,
Né amici, né parenti gli vollero pagare la cauzione.
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Ballata tradizionale americana da foglio volante [North Carolina ?]
American traditional broadside ballad [North Carolina ?]
Ballade traditionnelle américaine [North Carolina ?]
Amerikkalainen perinteinen laajakantinen balladi
Prima registrazione / First recorded / 1er enregistrement:
Gilliam Banmon Grayson, 18.10.1927
Ho visto che, in questi ultimi giorni, la tematica del femminicidio e della violenza di genere è molto presente, e giustamente, su questo sito. Non che non lo sia stata anche prima; il percorso relativo contiene, purtroppo, ben 632 canzoni a tutt’oggi. Tema attuale, e antichissimo al tempo stesso; verrebbe da dire, antico quanto il mondo, antico quanto la guerra. E una guerra è, da sempre: quella dichiarata dagli uomini alle donne, talmente “l’altra metà del cielo” che in cielo i maschietti ce le hanno fatte volare fin dalla più remota antichità, e quasi sempre in modo atroce, ed altrettanto quasi sempre con il pretesto dell’ammòre. Già, l’amore. Un vecchio detto italico dice che “l’amore non è bello se non è litigarello”, ci han fatto su anche una vecchia canzonetta:
Ora bisognerebbe aggiornare un po’ la cosa. L’amore non è bello se non c’è l’Impagnatiello. Oppure, l’amore non è bello se non finisce a coltello. “Amore vuol dir gelosia” e tutte ‘ste menate maledette veicolate, spesso e volentieri, proprio da canzoni e canzonette più o meno di successo. Ma, tanto, lo avrò detto, e lo avranno detto altri ed altre, chissà quante volte qua dentro e altrove. Noialtri non abbiamo bisogno del 25 novembre.
In questo sito, notoriamente, io ho una funzione specifica: quella di andare sempre a ricercare le radici, rivolgendomi spesso ad antiche canzoni e ballate che mia madre avrebbe definito “anticaglie di Brescia” (perché fossero proprio di Brescia, non lo so). Per dare un altro contributo, quindi, eccovi un’altra delle mie tipiche anticaglie di Brescia: la ballata di Omie Wise. Una di quelle che, di solito, vengono definite “Murder Ballads”; ma si dà il caso che, banditi e fuorilegge a parte, una cospicua parte delle Murder Ballads di ogni epoca e paese contemplino l’ammazzamento di almeno una donna da parte di un ometto. Quindi vi presento la triste storia di Omie Wise, se già non la conoscete (Flavio Poltronieri, di sicuro).
Più d’una Murder Ballad presenta storie talmente lontane nel tempo, da essersene persa la memoria; sovente anonime, sovente addirittura d’origine medievale o ancora più antica, senza nomi o con i tipici nomi di comodo stereotipati (la “fair Annie”, la “Lady Margaret”). Questa, invece, fa nomi e cognomi anche perché è basata su una storia vera ed è probabilmente scaturita poco dopo il fatto “che ottenne larga eco”. Eccoci dunque trasportati nella Carolina del Nord (o North Carolina, o “Norcarolàina”) agli inizi del XIX secolo.
La giovane Naomi Wise (“Omie” è il diminutivo) doveva essere nata nel 1789, mentre altrove si faceva la rivoluzione. In realtà, non se ne sa molto di autentico e verificato, sebbene esista qualche documento ed esista la sua tomba (a Providence, contea di Randolph, NC). Era un’orfana che, da bambina, era stata presa in casa da tali William Adams e da sua moglie Mary, nella contea di Randolph. Passò qualche anno e Naomi, divenuta giovinetta, conobbe tale Jonathan Lewis, figlio di Richard Lewis. Primo amore, anzi, ammòre! Solo che, pare, ci si mise di mezzo la di lui famiglia: la madre, infatti, “avvisò” il giovanotto che avrebbe dovuto far la corte e sposare tale Hettie Elliott, la cui famiglia era agiata (“in good standing”) mentre la povera Naomi era, appunto, povera e persino figlia di NN. Naomi venne ovviamente a conoscenza della cosa, perché l’obbediente ragazzo aveva cominciato a far la corte a Hettie; non la prese molto bene, ma comunque non smise di frequentare Jonathan Lewis.
Le indagini, naturalmente, si indirizzarono subito verso Jonathan Lewis, che fu arrestato e portato in galera. E non era uno scherzetto, perché nella Norcarolàina del 1808, per finire da una cella direttamente alla forca ci voleva pochissimo. Jonathan Lewis, che peraltro non aveva confessato il delitto, non ci pensò due volte e, un mese dopo, evase dalla prigione. La notorietà del fatto, nel frattempo, era cresciuta parecchio; fu così che tutta la famiglia Lewis, alla quale erano probabilmente state promesse brutte cose, pensò bene di telare in massa dalla Carolina del Nord. Si stabilì nel Kentucky, dove lo stesso Jonathan, sei anni più tardi, si fece una bella famiglia. Alla fine, però, gli abitanti della Contea di Randolph, ostinati, riuscirono a sapere dove viveva il Lewis, e chiesero alle autorità del Kentucky di riconsegnarglielo. Cosa che fu prontamente fatta, e così il giovinotto fu preso e rimesso in galera nella North Carolina, affinché si celebrasse il processo (ma non nella contea di Randolph, dove probabilmente sarebbe stato preso e appeso sommariamente a un albero; nella contea di Guilford). Colpo di scena: nella contea di Guilford, nonostante testimonianze e prove, Jonathan Lewis fu assolto. I suoi, evidentemente, si erano potuti permettere buoni avvocati. Il giovinotto fu quindi liberato nella generale costernazione, e se ne tornò in Kentucky dalla sua famigliuola. La povera Naomi Wise fu quindi dichiarata suicida, gravissimo peccato. Cinque anni più tardi, nel 1820, Jonathan Lewis morì d’un’improvvisa malattia; sul letto di morte, perché tanto oramai chi se ne importa, confessò di avere ammazzato Naomi Wise dodici anni prima.
Le Broadside Ballads sono note per due cose: i testi agghiaccianti dal punto di vista “poetico” (ma, forse, il loro fascino risiede anche in quello), e le melodie bellissime, quasi sempre di origine tradizionale (“to the tune of...”), veramente “assassine” più dei delitti che raccontano. La prima versione registrata risale al 1927: fu eseguita dal fiddler popolare Gilliam Banmon Grayson il 18 ottobre di quell’anno a Atlanta, in Georgia.
Dal punto di vista tematico, Omie Wise ha almeno un paio di “sorelle”, di cui magari si renderà conto: le due ballate Banks of the Ohio e The Knoxville Girl sono entrambe storie di ragazze ammazzate dai fidanzati e buttate in un fiume. Storiacce di due secoli fa, naturalmente. Ad un certo punto, il grande Doc Watson incise una sua meravigliosa versione della ballata (forse la più bella in assoluto, secondo il mio arrogante parere), pubblicata nel suo album antologico fondamentale, The Essential Doc Watson. E’ quella che ho scelto per il box video, quindi colà rimando. Il fatto è che Doc Watson aveva imparato la ballata da sua madre, e si sentì in dovere, coscienziosamente assai, di riassumerla:
Non so come dire; mi ricorda fatti recentissimi, con processi ancora in corso, ma anche fatti antichissimi. E questo è desolante. La ballata di Naomi o Omie Wise potrebbe anche essere annoverata fra le oramai celeberrime “dimenticanze delle CCG”, perché è famosissima. E’ stata interpretata da una pletora di artisti uno più famoso dell’altro. Tra questi, mi piace distaccare Kate e Anna McGarrigle, che la interpretarono sotto il titolo molto suddista di “Ommie Wise” attribuendola direttamente a Grayson (1927): la ballata era percepita come sua.
Sotto il titolo di Naomi Wise, una versione della ballata è stata interpretata anche dal premio Nobel Robert Allen Zimmerman (nel 1961 al Riverside Church Folk Music Hootenanny, poi incisa in un album di bootlegs). E’ una canzone sua, praticamente.
E, in ultimo, pago un personale tributo alla versione nella quale, oltre quarant’anni fa (io, ormai, son quello degli oltre-quarant’anni-fa), ho conosciuto la canzone senza peraltro sapere un accidente coi fichi secchi di che cosa parlava. Parlo della versione dei Pentangle nell’album Reflection del 1971 (cantata, credo, da Bert Jansch). E qui mi faccio i miei personali tre minuti di saltallindrèo, mi siano concessi:
Il testo che ho inserito è una sorta di “versione comune”. In realtà i testi disponibili della ballata sono in generale abbastanza uniformi, ma con qualche lieve variante l’uno tra l’altro. Come è normale in ogni ballata popolare. Il testo generalmente accettato come standard (quello qui presentato) si ferma con John Lewis in galera (per la prima volta), con l’americanissimo particolare che nessuno, né amici e né parenti, gli vuole pagare la cauzione per liberarlo (ma la liberazione su cauzione, è bene ricordarlo, è una disposizione legale di antichissime origini). Il testo non tiene minimamente conto degli sviluppi successivi della vicenda e né tantomeno della confessione di John Lewis in articulo mortis. Esistono però versioni posteriori che narrano la vicenda fino alla fine; ma il “testo comune” dev’essere l’unico veramente contemporaneo ai fatti, e la sua conclusione lo conferma. Ma, almeno per ora, ci fermiamo qui. [RV]