Questa pelle la mia pelle
Non mi contiene non mi conterrà
Nonostante la tenerezza
E la tua voglia di normalità
Questa pelle la mia pelle
Tutta buchi come me
Si sa mai che ci passi la luce
Si sa mai che ci posi la cenere
Senti coma abbaia forte
Nella notte il loro dio
Tra le mura della patria
La famiglia dell’oblio
La mia pelle questa pelle
Non mi contiene non mi conterrà
Nonostante la tua dolcezza
E questa disperata voglia
di tregua
Matria nostra proteggici
prima dal boia antico
e poi dal fuoco amico:
dal libertario mistico
dal qualunquismo artistico
dal nulla orientalistico
e dal lamento solito
perpetuo sconfinato
di chi diserta il pubblico
e annaffia il suo privato
Non mi contiene non mi conterrà
Nonostante la tenerezza
E la tua voglia di normalità
Questa pelle la mia pelle
Tutta buchi come me
Si sa mai che ci passi la luce
Si sa mai che ci posi la cenere
Senti coma abbaia forte
Nella notte il loro dio
Tra le mura della patria
La famiglia dell’oblio
La mia pelle questa pelle
Non mi contiene non mi conterrà
Nonostante la tua dolcezza
E questa disperata voglia
di tregua
Matria nostra proteggici
prima dal boia antico
e poi dal fuoco amico:
dal libertario mistico
dal qualunquismo artistico
dal nulla orientalistico
e dal lamento solito
perpetuo sconfinato
di chi diserta il pubblico
e annaffia il suo privato
Contributed by Dq82 - 2024/10/27 - 16:54
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D'io Matria Vaniglia
Le preghiere possono risuonare smisurate talvolta, ma quando graffiano si trasformano in un introspettivo tentativo di non contenere, ma di lasciar esondare sentimenti, smarrimenti, timori. D’io va a chiudere lo slogan che compone il titolo, va a chiudere il disco, va a chiudere un cerchio, iniziato ormai tanti anni fa e portato avanti, album dopo album, consapevolezza dopo consapevolezza.
musictraks.com
Infine, l’album si chiude con “D’Io”, un brano che racchiude in sé l’essenza di tutto il progetto. Qui, Sipolo esplora le tensioni tra fede e umanità, creando una preghiera atea ma profonda, densa di significato. Le distorsioni delle chitarre e le parole pesanti si intrecciano in un paesaggio emotivo che invita l’ascoltatore a confrontarsi con le proprie convinzioni e a riflettere sulla complessità dell’esistenza.
tempiduri