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Season of the Witch

Donovan
Language: English


Donovan

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[1966]
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Donovan Phillips Leitch
Album / Albumi: Sunshine Superman
Altri interpreti / Also performed by
- Mike Bloomfield, Al Kooper & Stephen Stills - Super Sessions
- Lana Del Rey

Season of the Witch


Un classico della psichedelia, forse la più bella e famosa canzone di Donovan, dallo storico album Sunshine Superman.

La canzone in realtà non parla direttamente di caccia alle streghe. La stagione della Strega è quella immediatamente precedente a Halloween e nella canzone è utilizzata per raccontare la paranoia di Donovan, che nel 1966 era stato arrestato per possesso di marijuana e che si guarda alle spalle e dappertutto vede qualcuno che gli vuol far del male, poliziotti che lo vogliono arrestare, o che lo vogliono rinchiudere in un ospedale psichiatrico. La canzone si ricollega metaforicamente alla caccia alle streghe per raccontare la paranoia di chi sa di essere seguito, e possibilmente perseguitato da una qualche autorità.
When I look out my window
Many sights to see
And when I look in my window
So many different people to be
That it's strange, so strange

You've got to pick up every stitch
You've got to pick up every stitch
You've got to pick up every stitch
Mm-hmm, must be the season of the witch
Must be the season of the witch, yeah
Must be the season of the witch

When I look over my shoulder
What do you think I see?
Some other cat lookin' over
His shoulder at me
And he's strange, sure is strange

You've got to pick up every stitch
You've got to pick up every stitch, yeah
Beatniks are out to make it rich
Oh no, must be the season of the witch
Must be the season of the witch, yeah
Must be the season of the witch

You've got to pick up every stitch
The rabbits runnin' in the ditch
Beatniks are out to make it rich
Oh no, must be the season of the witch
Must be the season of the witch
Must be the season of the witch
When I go

When I look out my window
What do you think I see?
And when I look in my window
So many different people to be
It's strange, sure is strange

You've got to pick up every stitch
You've got to pick up every stitch
Two rabbits runnin' in the ditch
Oh no, must be the season of the witch
Must be the season of the witch, yeah
Must be the season of the witch
When I go, when I go

2024/9/22 - 23:08



Language: Italian

Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:
Riccardo Venturi, 23-9-2024 18:22

10 giugno 1966: Donovan viene portato in tribunale dopo l'arresto.
10 giugno 1966: Donovan viene portato in tribunale dopo l'arresto.


Accingendomi a licenziare questa presente mia traduzione, o versione, della famosa canzone psichedelica di Donovan del 1966 inopinatamente proposta qua dentro -penso dal Webmaster, e già me lo vedo infilarla in una sua “Itaca”- vorrei prima rivolgere un pensiero partécipe alle generazioni di italiani (e non solo italiani) che l’hanno ascoltata, e non di rado copulata, senza capirci assolutamente un casso (accento gucciniano obbligatorio). Quindi, sempre nell’ottica di una possibile itacizzazione di questa canzone, stilo queste brevi note per cercare di schiarirne un po’ il testo che, insomma, beh, è fatto apposta per non capirci un accidente. Altrimenti, la canzone non sarebbe stata psichedelica.

Si dice a volte che un buon testo non dev’essere per forza comprensibile e che, anzi, per essere veramente buono non debba essere affatto “capito”, bensì introiettato in quanto portatore di idee e sensazioni personali dell’autore, che fluiscono liberamente. Il caro, vecchio stream of consciousness joyciano, di cui abbiamo peraltro un bell’esempio in lingua italiana con qualche canzone del “Volume 8” di De André e De Gregori. Sicuramente, tutto ciò è vero; ciononostante, sono convinto che anche i testi apparentemente più incomprensibili e “interni” altro non siano che fotografie di un dato momento, e che quindi siano ben lungi dal “non voler dire nulla”. Questa canzone, come tante altre, non è nonsense -magari sotto l’effetto di un po’ di robbabbòna, il che ci può comunque stare così come De André era briaco fràdicio quando scrisse “Amico Fragile”. Come sempre, tutto sta nell’accettare il gioco e calarsi nella parte, e nel testo, con la precisa intenzione di dargli il senso compiuto che ha.

Qualche cosa, per altro, il Webmaster l’ha intuita e l’ha scritta nella sua breve introduzione, che è assolutamente inappuntabile. In sé, la canzone parla di qualcosa di molto semplice, tanto semplice e ordinario da sembrare quasi le “Notations” degli Esercizi di Stile di Quéneau: è il gennaio del 1966, il sig. Donovan Phillips Leitch sta nel suo quartiere, è alla finestra e osserva le scene e le persone che si svolgono attorno a sé. Addirittura sembra poi scendere a fare due passi. Ma è una realtà esteriore diversa da quella interiore (“quando guardo nella mia, di finestra”). Le droghe, anche pesanti, stanno cominciando a infiltrarsi nel mondo artistico folk e rock dell’epoca, e Donovan ci pensa mentre osserva l’andirivieni della gente e degli spacciatori sotto la sua finestra, nella sua strada. Orbene, esattamente sei mesi dopo, il 10 giugno 1966, Donovan viene arrestato e la sua vicenda finisce su tutti i giornali e in televisione: è la prima rockstar arrestata per possesso e uso di droghe. La polizia aveva lanciato una lotta senza quartiere a spacciatori e consumatori di sostanze stupefacenti, e un “arresto clamoroso” serviva perfettamente allo scopo. Il drogato fu sbattuto in prima pagina: una cosa che poteva costargli la carriera. Fu seguito da altre star come Keith Richards e John Lennon. Per la cronaca, Donovan fu processato ricevendo una multa di 250 sterline come pena definitiva; la sua canzone descrive esattamente questa “atmosfera da dittatura” o da stato di polizia.

Da qui la semplicissima, ancorché psichedelica, canzone di un tizio piuttosto famoso che non si sente più al sicuro: anzi, spiato, braccato. Là fuori c’è di tutto, e non si sa bene chi ti stia seguendo, a sua volta guardandosi alle spalle. Il “testo incomprensibile” della canzone appare quindi come una sorta di espediente, di camuffamento della realtà con le parole, in un’atmosfera da Grande Fratello (il 1984 si avvicinava…). Nel 1966, la casa discografica avrebbe sicuramente censurato parole come “gli spacciatori si aggirano nel vicinato” -drug dealers are in my neighborhood- e, quindi, ecco comparire i Beatniks e i conigli nel fosso. “Season of the Witch” è, in larga parte, una canzone in codice. L'espediente della "stagione della strega" rappresenta veramente la caccia alle streghe.

Si dirà che “erano altri tempi”, ma siccome quegli “altri tempi” sono tornati ed in forme di gran lunga peggiori, questa canzone ha ancora qualcosa da dire. A condizione che il codice venga un po’ decifrato. Cosa che ho tentato di fare qua sotto, anche con alcune note. Una precisazione: nel decifrare detto codice, a mia volta ho un po’ creato il mio “stream of consciousness”, mescolando ad esempio italiano e livornese. Non per épater le bourgeois, ma perché ciò rappresenta -appunto- accettare il gioco. [RV]
La stagione della strega

Quando guardo fuor di finestra
Per vedere tante cose,
E quando guardo nella mia, di finestra,
Per esser tante persone diverse
E’ una strana, strana cosa

Devi sta’ attento a ogni caàta [1]
Devi sta’ attento a ogni caàta
Devi sta’ attento a ogni caàta
Eh, dev’esser la stagione della strega
Dev’esser proprio la stagione della strega
Dev’esser la stagione della strega

Quando mi guardo alle spalle
Chi credi che io veda?
Un altro tizio [2] che si guarda
Alle spalle mentre mi segue
E, certo, è una strana, strana cosa

Devi sta’ attento a ogni caàta,
Devi sta’ attento a ogni caàta, dé,
Gli spaccini [3] vanno in giro a far tanti soldi
Oh no, dev’esser la stagione della strega
Dev’esser la stagione della strega, o ièa,
Dev’esser la stagione della strega

Devi sta’ attento a ogni caàta
Gente che va di qua e di là [4]
Spaccini che vanno in giro a far soldi
Oh no, dev’esser la stagione della strega
Dev’esser la stagione della strega, o ièa,
Dev’esser la stagione della strega
Mentre cammino

Quando guardo fuor di finestra
Cosa credi che io veda?
E quando guardo nella mia, di finestra
Per esser tante persone diverse
Certo, è una strana, strana cosa

Devi sta’ attento a ogni caàta
Devi sta’ attento a ogni caàta
Ci son due che vanno su e giù,
Oh no, dev’esser la stagione della strega
Dev’esser la stagione della strega, o ièa,
Dev’esser la stagione della strega
Mentre cammino
Mentre cammino
[1] To pick up the stitch: significa, a scelta, “stare attento a ogni particolare”, “essere sempre all’erta” e anche: “essere puntigliosamente responsabile”, “non lasciarne passare una”, “farla giusta alla prima” ecc. ecc. ecc., a seconda del contesto. Letteralmente: “raccogliere ogni gugliata di filo”. Ho trovato qui che il livornese rendesse meglio l’idea: bisogna sta’ attenti a ogni caàta (sennò ti portano in galera). Particolarmente interessante in tempi di “decreti sicurezza” salviniani.

[2] A cat è, in slang, un tipo qualsiasi, un tizio. L’inglese si conferma per l’ennesima volta lingua felina per eccellenza.

[3] Il codice della canzone risente ovviamente dell’epoca in cui è stata scritta. Nessuno oggi si sognerebbe più di nascondere spacciatori & spaccini con i Beatniks; all’epoca venivano associati (non di rado alle patrie galere).

[4] La gente va e si agita di qua e di là come fossero conigli in un fosso. Più in là (ultima strofa) sembra esserci una conigliata a due (two rabbits): agitazione a parte, può avere anche una vaga connotazione sessuale. Anche in inglese si dice “to fuck like rabbits”, trombare come conigli. Succede veramente di tutto sotto casa Leitch!

2024/9/23 - 18:33


Viaggio a Itaca: La Stagione delle Streghe

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